martedì 10 giugno 2025

La Brianza si mobilita per dire No alla Pedemontana, né qui né altrove, né ora né mai

La mobilitazione contro l'Autostrada Pedemontana Lombarda non si ferma. In tutta la Brianza, si moltiplicano le iniziative pacifiche di protesta da parte di comitati, attivisti ambientali e cittadini che si oppongono a un’infrastruttura ritenuta insostenibile da ogni punto di vista: ambientale, sociale, sanitario ed economico.


A Monza, il gruppo Fridays for Future ha lanciato un appello forte e chiaro: venerdì 12 luglio 2025, alle 16:30, si terrà un corteo ad Arcore, con partenza dalla Stazione FS. L’iniziativa mira a riunire tutte le persone consapevoli che un’autostrada non rappresenta un futuro possibile per il territorio brianzolo. “Abbattere alberi, cementificare, devastare le colline” – si legge nel comunicato – “sono atti ecocidi che aggravano la crisi climatica, aumentano i rischi idrogeologici e danneggiano la salute di ogni essere vivente”. Fridays for Future Monza invita quindi a dire un chiaro NO alla Pedemontana Lombarda, sottolineando che esistono alternative sostenibili per migliorare la qualità della vita senza compromettere gli ecosistemi.


Parallelamente, il Coordinamento NO Pedemontana ha annunciato un’altra importante iniziativa per sabato 14 giugno, con ritrovo alle 14:30 in via dei Mille, Parco Liate a Cesano Maderno. Il percorso condurrà fino a Meda, al Parco Beretta Molla, costeggiando i cantieri dove la bonifica dei terreni contaminati dalla diossina – secondo gli attivisti – è stata ignorata o condotta senza trasparenza. L’appuntamento non sarà un corteo organizzato, né una marcia solenne: “Chi c’è c’è, ma più siamo meglio è”, affermano i promotori. L’obiettivo è ribadire la denuncia di una situazione che persiste da oltre un anno, con l’aggravante dell’imminente distruzione di parte del Bosco delle Querce, area simbolica nata proprio per mitigare il disastro ambientale dell’ICMESA di Seveso.

Le due iniziative rappresentano tasselli di una mobilitazione ampia e trasversale, che cresce settimana dopo settimana. Dalle città ai piccoli comuni, dai giovani ai comitati storici, si alzano voci critiche contro un’opera considerata non necessaria, dannosa e figlia di una visione del territorio ormai superata. La Brianza si oppone così in modo fermo ma pacifico, invocando un futuro in cui la cura del territorio e della salute collettiva venga prima di ogni logica infrastrutturale distruttiva.

2 commenti:

  1. Purtroppo ho paura che sia troppo tardi. Vedo ormai alberi abbattuti ed il mostro che avanza. Era un progetto da fermare .. è una ferita che fa male

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    1. C.M., il tuo commento coglie un sentimento diffuso: la tristezza nel vedere il territorio ferito e la frustrazione di sentirsi in ritardo. Ma anche quando i cantieri avanzano, non è mai troppo tardi per alzare la voce. Le mobilitazioni non sempre riescono a fermare i progetti in corso, è vero, ma possono accendere la consapevolezza collettiva e rafforzare una cultura di difesa del territorio che sarà fondamentale per impedire altre devastazioni future.

      Come blog Brianza Centrale, crediamo che accanto alla protesta serva anche attenzione al tema delle compensazioni ambientali. Questo non significa accettare l’opera, ma piuttosto impegnarsi affinché l’impatto venga ridotto il più possibile e che simili errori non si ripetano. Ogni albero piantato, ogni area bonificata, ogni processo reso più trasparente è un tassello di un futuro diverso.

      Continuiamo a credere che la partecipazione abbia valore, anche solo per il fatto che educa, unisce e semina una visione diversa del nostro territorio.

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