mercoledì 9 ottobre 2019

Buone notizie dal Contratto di Fiume Seveso. E una proposta d'azione

di Gianni Del Pero, Presidente Delegato WWF Lombardia

Accolta e finanziata la nostra richiesta di manutenzione diffusa del Taro'/Certesa per 700.000 €. Finalmente modifichiamo l'approccio alla gestione dei nostri corsi d'acqua. Non più canali cementati ma interventi di manutenzione idraulico-forestale per la conservazione degli elementi naturali del reticolo e la prevenzione del rischio idrogeologico!  Ci auguriamo che gli interventi siano realizzati con il massimo rispetto dei nostri corsi d'acqua e per questo confermiamo la nostra disponibilità, già espressa negli anni scorsi ai Comuni del Parco ed al Parco stesso, per garantire gratuitamente la direzione dei lavori ai quali potranno essere associate iniziate con il coinvolgimento di volontari, GEV e dei Gruppi di Protezione Civile locali.

Nel Comitato di Coordinamento del Contratto di Fiume Seveso di martedì 8 ottobre è stato approvato il programma di Azione 2019 che prevede anche altri interventi alla Fontana del Guercio e nel Parco delle Groane e della Brughiera.

E adesso una proposta per un ulteriore passo avanti: miglioriamo l'efficienza degli interventi per l'invarianza idraulica.

Il Comitato Parco Groane-Brughiera, il Gruppo Naturalistico della Brianza ed il WWF, in questi ultimi anni, oltre alle richieste di attenzione agli elementi del reticolo idrico, hanno proposto azioni per migliorare il drenaggio urbano e incrementare l'infiltrazione delle acque meteoriche pulite in falda. Con l'approvazione del regolamento regionale sull'invarianza idraulica (r.r.. 8/19) ci sono stati forniti utili strumenti ma, ad oggi, non è consentita l'infiltrazione nella fascia di rispetto dei pozzi definita con criterio geometrico in 200 m. Un'area molto vasta nella quale non potendo smaltire le acque verso la falda con pozzi perdenti si devono realizzare vasche di laminazione che poi devono recapitare le acque bianche in fognatura, con i problemi che ne conseguono e perdendo una risorsa.

La proposta di azione, rivolta in particolare ai Presidenti delle Altre Associazioni, è quella di richiedere ai nostri comuni la riperimetrazione della fascia di rispetto dei pozzi con il criterio idrogeologico, con ciò liberando ampie superfici dove consentire l'infiltrazione delle acque verso la falda anche con semplici pozzi perdenti.

Una azione semplice e forse anche una buona azione.


martedì 8 ottobre 2019

Incendi rifiuti. Como al centro del crocevia dei traffici illeciti, con la ‘ndrangheta a gestire il business della monnezza!

di Roberto Fumagalli, presidente del Circolo Ambiente “Ilaria Alpi”

I traffici illeciti di rifiuti che negli scorsi mesi hanno portato ai pericolosi incendi in Lombardia, hanno riguardato da vicino anche il territorio della provincia di Como e confermano l’infiltrazione mafiosa nel business dei rifiuti.  Sono queste le due considerazioni che emergono dall’ordinanza di custodia cautelare che ieri, 7 ottobre 2019, ha portato all’arresto di 11 persone nell’ambito delle indagini sui traffici e incendi di rifiuti tra il nord e il sud Italia.

L’inchiesta ha confermato che quello dei rifiuti è un affare talmente allettante che attira le mafie, che spesso riescono ad inserirsi nella gestione degli impianti, autorizzati o abusivi.

La constatazione, in parte già risaputa, è che anche la provincia di Como è, purtroppo, una di quelle più coinvolte in questi traffici. Non bastassero gli incendi della discarica di Mariano Comense e del deposito di Oltrona S. Mamette, ora dalla cronaca emergono gli impianti siti nella città di Como, quello di via del Lavoro e quello in località La Guzza. Tra gli arrestati, al centro dell'inchiesta, vi è anche un residente a Erba.

La nostra reazione, come Circolo Ambiente “Ilaria Alpi”, è di indignazione mista a forte preoccupazione. Indignazione per il coinvolgimento del nostro territorio in questi traffici di monnezza in giro per l’Italia. Preoccupazione perché tali traffici portano ad un elevatissimo rischio ambientale, dovuto al deposito e alla movimentazione incontrollata di rifiuti di diversa origine (pericolosi e non) che, in molti casi, è arrivato fino agli incendi che creano danni alla salute delle persone e all’ambiente.

Un plauso va sicuramente all’azione della Magistratura (e in particolare della DDA di Milano) che ha saputo scoperchiare questi traffici illeciti. Ma l’anello mancante è quello delle Istituzioni, a cui compete il primario compito di controllare la filiera e prevenire il fenomeno degli incendi di rifiuti.

Proprio nei giorni scorsi come Circolo abbiamo inviato una richiesta alla Prefettura di Como, per sapere se è stato istituito il “Nucleo Ambiente” per la provincia di Como, sull’esempio di altre Prefetture lombarde che hanno formato il Nucleo Ambiente allo scopo di censire e monitorare i siti/impianti di stoccaggio/trattamento dei rifiuti.

In particolare come Circolo vogliamo sapere dal Prefetto:
  • se e quando è stato istituito il Nucleo Ambiente in provincia di Como e di conoscerne la composizione e il modus operandi;
  • di quali tematiche si occupa il Nucleo Ambiente e se, tra queste, rientrano appunto il censimento e il monitoraggio degli impianti che trattano i rifiuti;
  • infine, di conoscere il numero e la tipologia dei siti/impianti censiti in provincia di Como.
Infatti da un’inchiesta condotta dalla Commissione Regionale Antimafia sugli incendi rifiuti in Lombardia, risulta che "Como e Bergamo sono le uniche due province dove non è stato fatto ancora nulla, non sono stati istituiti i Nuclei Ambiente e non si è avviata alcuna altra attività" (!).

Quello che occorre quindi è che, a fianco della lodevole attività di indagine della Magistratura, le Istituzioni (Governo, Regioni, Province, Prefetture, …) si attivino con determinazione per controllare con la massima urgenza e attenzione il preoccupante fenomeno dei traffici e dei depositi di rifiuti (autorizzati e non), questo proprio per prevenire gli illeciti che spesso sfociano nel fenomeno degli incendi, che hanno di fatto trasformato la Lombardia nella nuova Terra dei fuochi!

Trekking d'autunno con le GEV del Parco di Montevecchia e del Curone

Aggiornamento 17/10/2019 - Trekking annullato

Riceviamo il seguente avviso:
A causa delle previsioni del tempo che preannunciano piogge abbondanti per tutto il prossimo weekend, ci vediamo costretti ad annullare il “trekking d’autunno 2019” del 20 ottobre 2019.
Ci spiace molto rinunciare a questa iniziativa, ma ci auguriamo di trovarvi alle prossime visite guidate GEV. 


E’ in preparazione il calendario delle uscite 2020. Lo troverete prossimamente sul sito del Parco: www.parcocurone.it, nelle bacheche e sul calendario 2020 del Parco, disponibile a Ca’ Soldato ed al centro visite di C.na Butto.

lunedì 7 ottobre 2019

Una bella giornata all'Oasi WWF del Caloggio


Una bella e facile escursione nell'Oasi WWF del Caloggio di Bollate e lungo i Fontanili Litta e Porro, ci ha consentito di incontrare piccoli ospiti affeccendati nelle loro attività: una Lumaca alle prese con un pasto goloso, una bacca di biancospino, e un Gambero della Louisiana che si rinfrescava nei rigagnoli delle Groane.




Il luppolo che abbiamo trovato non basterà per preparare una birra  ma e' una ulteriore testimonianza della ricchezza e della varietà dell'ambiente in questa gradevole Oasi.

domenica 6 ottobre 2019

Buone nuove per la Riserva Naturale del Guercio: stanziati i fondi per due interventi importanti


Di Fausto Lombardo, assessore all'ambiente di Carugo (CO)
Tratto da il "Carughese" - ottobre 2019

Nei mesi scorsi sono arrivate ottime notizie da Regione Lombardia sul fronte Riserva Naturale: sono stati infatti stanziati fondi per due importanti interventi.

Il primo intervento riguarda il potenziamento della vasca volano presente in località S.Isidoro, con incremento dei volumi e miglioramento della capacità depurativa delle acque di scolo provenienti da Cremnago, ed un intervento di fitodepurazione vera e propria per trattare le acque dello scolmatore della fognatura di Cascina Incasate che, per quanto diluite, hanno un grosso impatto sulla Roggia Borromea durante eventi meteorici di particolare intensità. Regione Lombardia, dopo averci finanziato la progettazione (circa 20.000 euro), ora ha stanziato i fondi anche per la rea-lizzazione delle opere che hanno un valore di progetto pari a 150.000 euro. Sostanzialmente l’attuale vasca volano di Cascina S. Isidoro sarà ampliata e saranno piantumate essenze che miglioreranno sia la capacità di ritenzione idrica che la qualità ambientale dell’area mediante l’utilizzo di specie autoctone tipiche della Riserva Naturale. Completerà l’intervento anche la realizzazione di un sentiero con cartellonistica illustrativa dell’opera che verrà realizzata.
La fitodepurazione delle acque provenienti dalla fognatura di Cascina Incasate è invece un vero e proprio impianto di depurazione naturale che consentirà il trattamento delle acque dello sfioratore di piena che non possono essere inviate al depuratore centralizzato di Mariano Comense.

Il secondo intervento riguarda invece opere di manutenzione straordinaria dei fontanili. I 14 fontanili che compongono le sorgenti della Roggia Borromea evidenziano infatti condizioni di criticità strutturale, carenza idrica, presenza di depositi di fondo, degrado nelle condizioni dell’alveo e necessitano quindi di manutenzione straordinaria. Regione Lombardia ha quindi stanziato al Parco Regionale delle Groane, nuovo gestore della Riserva Naturale, 104.000 euro per questo intervento che il Comune di Carugo aveva richiesto negli anni scorsi.

Insomma, in pochi mesi si sono sbloccati più di 250.000 euro per interventi all’interno della riserva naturale. V’è da dire che questi finanziamenti non sono certo piovuti dal cielo ma sono il frutto di un lungo e proficuo dialogo con Regione Lombardia che ha dimostrato di apprezzare le nostre capacità progettuali e l’impegno per la salvaguardia della Riserva.

sabato 5 ottobre 2019

Stablimentun di Carugo: da archeologia industriale a "Industry 4.0"


La Ex-Tessitura Cerri & Bourcard, lo storico “Stablimentun”, dove generazioni di carughesi hanno trovato lavoro dalla fine dell’Ottocento agli anni 70, è oggi un’area dismessa nei pressi della stazione ferroviaria, la cui struttura conserva ancora parti di alto valore storico e architettonico.

La proprietà, nella persona di Renzo Calastri, ha avuto l'idea di promuovere un concorso di idee per la progettazione del restauro e riuso dell’area in collaborazione con il Polo territoriale di Lecco rivolto agli studenti di Ingegneria Edile-Architettura. Sotto la guida dei loro docenti, i giovani hanno svolto un accurato lavoro di ricerca per conoscere la storia e il paesaggio e modellare quindi i progetti sui bisogni e le caratteristiche del territorio.

I prodotti degli studenti sono stati attentamente vagliati da una giuria di esperti che ne ha scelti alcuni, sulla base della loro originalità e sostenibilità.

L'amministrazione Comunale, in collaborazione con il Politecnico, Polo territoriale di Lecco, con l'Associazione Museo nel 900 e la proprietà, nella persona del dott. Renzo Calastri intende presentare al territorio i progetti innovativi di riuso degli spazi, pensati dagli studenti, che saranno esposti nella sede del Museo nel 900 da sabato 5 ottobre a domenica 13 ottobre. Sarà possibile anche ammirare il vecchio telaio della ex tessitura, specializzato nella lavorazione jacquard, donato dalla proprietà al Museo e rimontato nelle sale della sede grazie alla perizia dei volontari dell'associazione.


Sabato 5 ottobre, ore 17:30: Inaugurazione della mostra, presentazione dei progetti e visita guidata a cura degli studenti del Politecnico.

Interverranno il Dott. Renzo Calastri e la prof.ssa Alessia Silvetti docente di Restauro Architettonico al Politecnico, Polo Territoriale di Lecco. Seguirà rinfresco.
  • Domenica 6 ottobre dalle 15:00 alle 17:00
  • Giovedì 10 ottobre dalle 15:00 alle 17:00
  • Sabato 12 ottobre dalle 15:00 alle 17:00
  • Domenica 13 ottobre dalle 10:00 alle 12:30 e dalle 14:30 alle 17:30
Una giornata sarà dedicata alle visite da parte delle scuole del territorio. Per contatti: info@museocarugo.it

INGRESSO LIBERO

martedì 1 ottobre 2019

Osservatorio PTCP: "Il Piano Territoriale Provinciale deve fare di più per ridurre il consumo di suolo di Monza e della Brianza"


a cura del Coordinamento ambientalista OSSERVATORIO PTCP di MB

Una definizione del limite di consumo di suolo adeguata al contesto della nostra provincia, una riduzione maggiore rispetto al limite tendenziale indicato del 25-30% per residenziale e del 20% per produttivo, il mantenimento del valore di suolo consumato al di sotto del 50% del territorio complessivo.

Sono i punti principali del documento di contributi e delle proposte del "Coordinamento ambientalista OSSERVATORIO PTCP di MB" consegnato lo scorso 24 settembre 2019 nell’ambito del procedimento di valutazione del documento di indirizzi per l’adeguamento del Ptcp alla soglia regionale di riduzione del consumo di suolo.


Partendo dall’ormai riconosciuto primato di provincia più urbanizzata d’Italia risulta indispensabile per la vivibilità, la salute e il contrasto ai cambiamenti climatici una vera e propria conservazione “quantitativa” del suolo. Come? Conservare le aree libere e permeabili, il più possibile, anche e soprattutto all’interno del tessuto urbano consolidato. Aree intercluse date per perse ma in realtà significative ed importanti: è qui che si annida il maggior consumo.

E’ fondamentale ricordare che, in assenza di attuazione, non esistono diritti edificatori nel caso di semplice previsione stabilita dagli strumenti urbanistici e i comuni quindi possono giustamente decidere di ridurre come in alcuni casi è già stato fatto.

Non è sufficiente la semplice diminuzione o lo spostamento del consumo nelle aree meno “nobili”, serve un vero e proprio piano di azzeramento di questo dannoso fenomeno dagli impatti diretti ed indiretti su ambiente e finanze pubbliche.

Per recuperare la funzione vitale del suolo libero deve essere imposta, nel caso di interventi di recupero, la riduzione del suolo impermeabilizzato rispetto allo stato di fatto: è la  rinaturalizzazione dei suoli. Indispensabile perché c’è un limite di sostenibilità territoriale della trasformazione che non può essere superato.

In questo limite devono essere considerati anche i problematici aspetti viabilistici e i necessari miglioramenti energetici, come la promozione di tetti verdi o tetti bianchi che riducono le isole di calore. Inoltre, riconoscendo qualche passo avanti fatto negli ultimi anni, si ritiene opportuno continuare con l’estensione delle aree di tutela introducendo anche vincoli provinciali per le aree non edificate di interesse storico, artistico e paesaggistico.