17 Gennaio 2014 - ore 21,00
presso il Salone dei convegni di Piazza Parini a Cantù
incontro pubblico sui temi del PGT
(no alla cementificazione)
Il gruppo di lavoro sul PGT 2013 di Cantù, che vede la partecipazione di:
Circolo Legambiente Cantù, Meetup Movimento5 stelle Cantù, Circolo Partito democratico Cantù, Lista Civica Oggi per domani, Lista Civica Cantù sostenibile, Partito Socialista Italiano
costituitosi dopo la presentazione delle osservazioni, prosegue la sua attività di analisi documentata nel Gruppo Fb “ Cantù – Piano di governo del territorio – I fatti, I documenti, le opinioni”
comunica che in data 17 Gennaio 2014, alle ore 21, presso il Salone dei convegni di Piazza Parini a Cantù, si svolgerà un'incontro pubblico sui temi del PGT, incontro aperto a tutti coloro che sono interessati all'approfondimento dei temi del piano e al futuro della Città.
Nella serata verranno analizzate le scelte di pianificazione contenute nel PGT che saranno oggetto di dibattito tra i presenti.
Il tema generale della pianificazione urbanistica comunale, in riferimento all'attuale situazione di crisi globale che impone la sostenibilità delle scelte, sarà oggetto di contributi da parte di quattro relatori provenienti dal mondo politico ed ambientalista italiano.
Invita l'Amministrazione Comunale, i Cittadini e tutte le espressioni della Società Civile a partecipare all'incontro pubblico e a sviluppare, all'interno dell'attività del Gruppo PGT, una partecipazione attiva.
Incontro contro la cementificazione, perché il lotto II della
tangenziale di Como incombe e il suo impatto sarà irreparabile
di Gabriella Bossi
Il PGT di Cantù comprende un pezzo della Tangenziale di Como. Ma l’attuale sindaco di Cantù, non era contrario alla sua realizzazione?
La cementificazione del nostro territorio continua a essere una minaccia concreta, che costerà cara al nostro futuro.
Il secondo lotto della tangenziale di Como è tra gli ecomostri più caldeggiati da chi intende avvallare progetti inutili e costosissimi a mero beneficio di chi ci guadagnerà con l’appalto, senza che ne derivi alcuna utilità per i cittadini e per il territorio.
Di contro, il danno in termini di impatto e dissesto idrogeologico sarà immane e irreparabile.
Non è vero che “non ci sono i soldi” come dicono molti per tacitare chi cerca di sensibilizzare la popolazione locale e invitarla a muoversi.
I soldi non ci sono per la sanità, non ci sono per la ricerca, non ci sono per sevizi essenziali, per i trasporti sostenibili, per la mobilità sostenibile. Ci sono per l’edilizia e gli appalti, perché questo è il piano di “rilancio dell’economia” è perché tutto viene fatto rientrare nel grande progetto EXPO, anche se con un’EXPO dedicata all’agricoltura non ha nulla a che fare.
Le pressioni per realizzare la tangenziale sono considerevoli.
Invece di pensare a migliorare il servizio di trasporti ferroviari a beneficio di pendolari e cittadini, lo stanno falcidiando per spingere un numero crescente di utenti a usare l’auto.
Affermano che non ci sono abbastanza strade, che ne abbiamo meno del resto dell’Europa. Mentono. Il nostro territorio è invaso da una rete stradale talmente fitta che non si possono percorrere più di pochi km in linea retta senza incrociare una strada. I dati reali smentiscono le affermazioni dei responsabili della lobby che intende costruire la tangenziale: abbiamo più strade che altrove. E meno ferrovie. Una nuova strada non ci serve affatto. Gli stessi costruttori hanno calcolato che il flusso di auto che percorrerebbe la tangenziale è troppo basso per giustificare “l’opera”.
Per questo è indispensabile sensibilizzare tutti sull’inutilità e la dannosità di un’opera spacciata per soluzione al traffico comasco (a 10 km da Como?) e “per il rilancio dell’economia” (il nesso tra strade ed economia mi sfugge, quello tra servizi efficienti e concorrenzialità mi pare più evidente).
È indispensabile coinvolgere tutti coloro che, all’interno delle istituzioni, intendano sinceramente portate avanti politiche all’insegna della sostenibilità. Quale che sia il loro schieramento politico.
L’ambiente non può cadere vittima di giochi di potere, muri contro muri, o ignoranza su certe tematiche.
È un tema trasversale.
In allegato vi ripropongo la dichiarazione di intenti che doveva servire da piattaforma per un coordinamento in opposizione alla tangenziale di Como che a suo tempo ha subito una battuta d’arresto per ragioni che rasentano l’assurdo (del resto siamo in Italia), ma i cui contenuti sono tutt’ora validi.
Considerata l’urgenza di difendere i nostri territori, ho pensato di rilanciare l’idea.
Al primo tentativo, avevo bussato a tutte le porte politiche, ottenendo risposte molto deludenti. Tempo fa ho bussato alla porta dei 5 stelle, e loro mi hanno dato la loro disponibilità di farsi portatori delle nostre rivendicazioni in sede regionale, senza preclusioni e con il solo intento di difendere il territorio dalla cementificazione.
Per questo vi invito a partecipare all’incontro che si terrà a Cantù il 17 gennaio (vedi in calce).
L’incontro sarà l’occasione per riprendere il discorso sulla tangenziale di Como, una minaccia che impatterà sulle nostre falde e sui terreni che fanno da spugna a monte della convalle comasca.
Se la tangenziale sarà realizzata, le alluvioni causate dal dissesto idrogeologico prodotto dalla cementificazione che comporta saranno una calamità costante. Dopo che si sono profusi in proclami sulla prevenzione, è quanto di più folle si possa realizzare in termini di impatto, e resilienza.
I soliti interessi particolari sono messi al di sopra di quelli comuni e dell’ambiente.
Per questo è indispensabile raccogliere le forze di tutti coloro che, dentro e fuori le amministrazioni, capiscono l’importanza della sostenibilità in tutte le sue applicazioni, quale unica salvezza per le nostre economie, per la nostra resilienza e per il nostro futuro.
In particolare, è fondamentale fare appello e coinvolgere tutti coloro che all’interno delle istituzioni e amministrazioni, a vario livello, intendono gestire i beni comuni in nome e nell’interesse del bene comune, quale che sia la loro matrice politica o partitica, senza preclusioni.
Perché l’obiettivo è di creare un fronte comune tra tutte le forze (cittadini, associazioni, istituzioni) che SINCERAMENTE e CONSAPEVOLMENTE intendano muoversi e intervenire per fermare un’inutile e dannosissima cementificazione del territorio e per portare avanti piani di mobilità sostenibile.
Per questo vi invito a partecipare all’incontro del 17 gennaio, per riaprire il discorso, se vi interessa.
di Gabriella Bossi
Il PGT di Cantù comprende un pezzo della Tangenziale di Como. Ma l’attuale sindaco di Cantù, non era contrario alla sua realizzazione?
La cementificazione del nostro territorio continua a essere una minaccia concreta, che costerà cara al nostro futuro.
Il secondo lotto della tangenziale di Como è tra gli ecomostri più caldeggiati da chi intende avvallare progetti inutili e costosissimi a mero beneficio di chi ci guadagnerà con l’appalto, senza che ne derivi alcuna utilità per i cittadini e per il territorio.
Di contro, il danno in termini di impatto e dissesto idrogeologico sarà immane e irreparabile.
Non è vero che “non ci sono i soldi” come dicono molti per tacitare chi cerca di sensibilizzare la popolazione locale e invitarla a muoversi.
I soldi non ci sono per la sanità, non ci sono per la ricerca, non ci sono per sevizi essenziali, per i trasporti sostenibili, per la mobilità sostenibile. Ci sono per l’edilizia e gli appalti, perché questo è il piano di “rilancio dell’economia” è perché tutto viene fatto rientrare nel grande progetto EXPO, anche se con un’EXPO dedicata all’agricoltura non ha nulla a che fare.
Le pressioni per realizzare la tangenziale sono considerevoli.
Invece di pensare a migliorare il servizio di trasporti ferroviari a beneficio di pendolari e cittadini, lo stanno falcidiando per spingere un numero crescente di utenti a usare l’auto.
Affermano che non ci sono abbastanza strade, che ne abbiamo meno del resto dell’Europa. Mentono. Il nostro territorio è invaso da una rete stradale talmente fitta che non si possono percorrere più di pochi km in linea retta senza incrociare una strada. I dati reali smentiscono le affermazioni dei responsabili della lobby che intende costruire la tangenziale: abbiamo più strade che altrove. E meno ferrovie. Una nuova strada non ci serve affatto. Gli stessi costruttori hanno calcolato che il flusso di auto che percorrerebbe la tangenziale è troppo basso per giustificare “l’opera”.
Per questo è indispensabile sensibilizzare tutti sull’inutilità e la dannosità di un’opera spacciata per soluzione al traffico comasco (a 10 km da Como?) e “per il rilancio dell’economia” (il nesso tra strade ed economia mi sfugge, quello tra servizi efficienti e concorrenzialità mi pare più evidente).
È indispensabile coinvolgere tutti coloro che, all’interno delle istituzioni, intendano sinceramente portate avanti politiche all’insegna della sostenibilità. Quale che sia il loro schieramento politico.
L’ambiente non può cadere vittima di giochi di potere, muri contro muri, o ignoranza su certe tematiche.
È un tema trasversale.
In allegato vi ripropongo la dichiarazione di intenti che doveva servire da piattaforma per un coordinamento in opposizione alla tangenziale di Como che a suo tempo ha subito una battuta d’arresto per ragioni che rasentano l’assurdo (del resto siamo in Italia), ma i cui contenuti sono tutt’ora validi.
Considerata l’urgenza di difendere i nostri territori, ho pensato di rilanciare l’idea.
Al primo tentativo, avevo bussato a tutte le porte politiche, ottenendo risposte molto deludenti. Tempo fa ho bussato alla porta dei 5 stelle, e loro mi hanno dato la loro disponibilità di farsi portatori delle nostre rivendicazioni in sede regionale, senza preclusioni e con il solo intento di difendere il territorio dalla cementificazione.
Per questo vi invito a partecipare all’incontro che si terrà a Cantù il 17 gennaio (vedi in calce).
L’incontro sarà l’occasione per riprendere il discorso sulla tangenziale di Como, una minaccia che impatterà sulle nostre falde e sui terreni che fanno da spugna a monte della convalle comasca.
Se la tangenziale sarà realizzata, le alluvioni causate dal dissesto idrogeologico prodotto dalla cementificazione che comporta saranno una calamità costante. Dopo che si sono profusi in proclami sulla prevenzione, è quanto di più folle si possa realizzare in termini di impatto, e resilienza.
I soliti interessi particolari sono messi al di sopra di quelli comuni e dell’ambiente.
Per questo è indispensabile raccogliere le forze di tutti coloro che, dentro e fuori le amministrazioni, capiscono l’importanza della sostenibilità in tutte le sue applicazioni, quale unica salvezza per le nostre economie, per la nostra resilienza e per il nostro futuro.
In particolare, è fondamentale fare appello e coinvolgere tutti coloro che all’interno delle istituzioni e amministrazioni, a vario livello, intendono gestire i beni comuni in nome e nell’interesse del bene comune, quale che sia la loro matrice politica o partitica, senza preclusioni.
Perché l’obiettivo è di creare un fronte comune tra tutte le forze (cittadini, associazioni, istituzioni) che SINCERAMENTE e CONSAPEVOLMENTE intendano muoversi e intervenire per fermare un’inutile e dannosissima cementificazione del territorio e per portare avanti piani di mobilità sostenibile.
Per questo vi invito a partecipare all’incontro del 17 gennaio, per riaprire il discorso, se vi interessa.
Aggiornamento 12/1/2014:
- Il Comune di Cantù è assolutamente contrario al 2° lotto della tangenziale di Como
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