sabato 31 agosto 2024

Tangenziale Meda-Seregno, avanza il progetto della rotatoria Wagner – Einaudi: un segno di efficienza, ma a che prezzo?

La rotonda esistente realizzata con barriere provvisorie

Nei giorni scorsi i Comuni di Seregno e Meda hanno approvato il progetto di fattibilità della nuova rotatoria all’intersezione tra via Wagner (Seregno) e via Einaudi (Meda). E' stato annunciato come un "intervento che migliorerà la sicurezza di un tratto stradale dove, da anni, campeggia una soluzione viabilistica realizzata con barriere provvisorie" segna però anche un passo avanti per la realizzazione della tangenziale Meda-Seregno, parte delle opere complementari legate al progetto di Pedemontana.

La rotatoria prevede una struttura composta da due cerchi intersecati con diametri di 25 e 28 metri. Il progetto, che ha un costo stimato di 321 mila euro, dovrebbe essere completato in circa 290 giorni. La realizzazione della rotatoria è stata necessaria per risolvere un problema viabilistico che persiste da oltre vent'anni, ma è anche strettamente connessa al progetto più ampio della tangenziale Meda-Seregno.

Il progetto della rotatoria approvato

Con l’avvio di questa opera, i Comuni di Meda e Seregno, anticipando le spese che poi richiederanno a Pedemontana, hanno di fatto accettato la realizzazione della tangenziale Meda-Seregno. Questa decisione rappresenta un punto di non ritorno per coloro che si oppongono all’intero progetto della tangenziale.

Le critiche sollevate dai residenti e dalle associazioni e comitati locali, soprattutto riguardo all'impatto ambientale sul Parco del Meredo, hanno forse contribuito a modificare il tracciato della tangenziale spostandolo più vicino all’area artigianale, evitando la costruzione di una rotatoria all'interno del parco stesso. Tuttavia, rimane l'incertezza su come sarà il progetto definitivo e su quali saranno le conseguenze a lungo termine per il territorio.

In rosso il progetto della tangenziale all'interno del parco e in giallo le modifiche proposte

Oltre alle questioni ambientali, una delle principali preoccupazioni riguarda l'innesto della tangenziale su via Cadore e la gestione dei flussi di traffico all’interno del quartiere del Ceredo e sulla già congestionata via Wagner. La nuova rotatoria potrebbe migliorare la fluidità del traffico in un’intersezione critica, ma potrebbe anche portare a un aumento del volume di veicoli che attraversano queste aree residenziali, aggravando i problemi esistenti.

I possibili flussi di traffico generati dalla tangenziale Meda Seregno

Nonostante queste preoccupazioni, i sindaci di Seregno e Meda, Alberto Rossi e Luca Santambrogio, hanno espresso la loro soddisfazione per l’avanzamento del progetto. Hanno sottolineato l'importanza strategica dell'intervento per la viabilità, ma resta da vedere come verranno affrontate le criticità sollevate dai residenti. Come riportato da diversi organi di stampa, l'intervento è stato anticipato dai Comuni proprio per non dover più attendere i tempi incerti di Pedemontana, che avrebbe dovuto finanziare l'opera come parte delle compensazioni. Questa rapidità decisionale è vista da alcuni come un segno di efficienza, ma solleva anche interrogativi sul prezzo che la comunità locale potrebbe pagare in termini di impatto ambientale e di vivibilità. Un segno di efficienza, ma a che prezzo?

Pedemontana e bonifica: proposto un orto sperimentale per monitorare la diossina

Orto confinante con una delle aree inquinate dalla diossina e che verrà bonificata da Pedemontana

Il tema della contaminazione da diossina a Seveso è tornato alla ribalta in seguito all'avvio dei lavori di bonifica lungo il tracciato dell'autostrada Pedemontana. Diverse associazioni ambientaliste e gruppi civici hanno espresso preoccupazione per i rischi legati alla movimentazione di terre contaminate. Gemma Beretta di Legambiente Seveso ha sintetizzato così il sentimento diffuso: "Non è allarmismo, ma fondata preoccupazione. La paura è per i rischi che può comportare la movimentazione di terre contaminate dalla diossina e le procedure della gestione del rischio."

In questo contesto, Gianni Del Pero, presidente del WWF Lombardia e incaricato da Autostrada Pedemontana supervisore delle operazioni tecniche di bonifica, ha affermato che le operazioni sono sicure, ma ha suscitato polemiche con un'affermazione dubbia: "Dopo quasi cinquant'anni c'è ancora chi non vuole la bonifica e preferisce che si continui a mangiare pomodori, zucchine e uova alla diossina." Questa dichiarazione, vista come una grave sottovalutazione delle legittime preoccupazioni della comunità locale, ha sollevato diverse critiche.

In seguito il WWF Lombardia ha riproposto un'idea avanzata alcuni anni fa: la realizzazione di un orto sperimentale per monitorare l'accumulo di diossina negli alimenti coltivati nei terreni ancora contaminati dal disastro ambientale del 1976.

Nel 2020, sembrava che il progetto dell'orto sperimentale fosse prossimo all'avvio. Il Comune di Seveso, in collaborazione con ATS, aveva deliberato il progetto, che includeva anche la redazione di un vademecum per i cittadini, con consigli sulle pratiche agricole più sicure da adottare nelle aree a rischio. Tuttavia, ostacoli di natura politica hanno impedito la realizzazione del progetto, bloccando ogni ulteriore sviluppo, soprattutto dopo le dimissioni del sindaco di Seveso, sostenitore dell'iniziativa.

Nonostante queste difficoltà, il WWF Lombardia ha continuato a lavorare sulla proposta negli anni successivi. Sono stati effettuati studi sul campo in collaborazione con ATS, il Comune di Desio e con il supporto della Scuola Agraria di Monza. Oggi, con l'avvio delle bonifiche nei terreni contaminati di Meda, Seveso e Cesano, l'organizzazione ambientalista ha deciso di rilanciare il progetto, sottolineando l'importanza di utilizzare i risultati delle analisi post-bonifica per integrare gli studi sul rischio di esposizione alla diossina, condotti dalla Fondazione Lombardia per l'Ambiente. L'orto sperimentale proposto potrebbe diventare uno strumento chiave non solo per monitorare la presenza di diossina nei prodotti agricoli, ma anche per sensibilizzare la popolazione sulle buone pratiche agricole. Tuttavia, la realizzazione di questo progetto richiederà un impegno politico concreto e la collaborazione attiva di tutte le istituzioni coinvolte.

venerdì 30 agosto 2024

Passeggiata "Pedemonte e paesaggio" - Escursione nel cuore di Alzate Brianza


Domenica 8 settembre 2024, il Circolo Legambiente Cantù e il Comitato Parco Regionale Groane Brughiera organizzano un'escursione nel suggestivo territorio di Alzate Brianza (CO). L'evento coincide con la storica Fiera "Della Madonna di Rogoredo" di Alzate Brianza, offrendo un'opportunità unica per esplorare il paesaggio locale con una nuova prospettiva.

Dettagli dell'escursione:

  • Ritrovo: ore 9:00 presso la Green Station di Brenna-Alzate, Via Stazione 1, Brenna (CO)
  • Partenza: ore 9:30
  • Rientro: ore 13:00

Il percorso guidato si snoderà lungo il Sentiero Pedemonte, per una lunghezza totale di 6 km. Durante l'escursione, avremo l'occasione di scoprire e apprezzare gli elementi naturali e culturali che caratterizzano questo splendido paesaggio.

Visite guidate:

  • Torre Civica di Alzate Brianza
  • Chiesa di San Giorgio
  • Le visite saranno realizzate in collaborazione con il Comune di Alzate Brianza.

Prenotazioni: I posti per l'escursione e le visite guidate sono limitati, quindi vi consigliamo di prenotare al più presto. Per iscriversi, cliccate su questo LINK o scansionate il QR code presente sulla locandina dell'evento.

Non perdete l'occasione di riscoprire il territorio di Alzate Brianza in modo nuovo e coinvolgente. Vi aspettiamo!

 



giovedì 29 agosto 2024

Brianza Pride 2024: Seregno si colora di arcobaleno 🌈❤


Il 21 settembre 2024, Seregno sarà teatro di un evento straordinario: il Brianza Pride. Quest'anno, l'iniziativa avrà un focus speciale sui diritti e sul legame con il territorio, portando in primo piano tematiche sociali e ambientali cruciali. Più di 20 associazioni e comitati locali si uniranno a Brianza Oltre l’Arcobaleno per dare vita a un evento che promette di essere indimenticabile.

Annunciato lo scorso 21 giugno presso la sede della CGIL di Monza, il Brianza Pride 2024 vuole essere molto più di una semplice celebrazione: è un momento di riflessione e di impegno attivo. Quest'anno, l'attenzione sarà rivolta agli impatti della Pedemontana, un progetto infrastrutturale che ha sollevato numerose preoccupazioni ambientali. Come ha dichiarato Oscar Innaurato, presidente di Brianza Oltre l’Arcobaleno, “la provincia ha più bisogno che le città capoluogo di parlare di questi temi”.

"La scelta di portare il Pride fuori dai grandi centri urbani, infatti, non è casuale: si vuole raggiungere una comunità più ampia, lontana dalle dinamiche commerciali che spesso caratterizzano i pride delle grandi città. Qui, a Seregno, il Pride è per le persone e delle persone, organizzato da chi vive e respira i valori di inclusione, autodeterminazione e giustizia sociale".

Il Brianza Pride 2024 si distingue anche per la sua indipendenza economica. Finanziato esclusivamente grazie alle donazioni e al supporto delle associazioni partecipanti, rifiuta ogni tipo di sponsorizzazione commerciale per preservare la sua integrità. "Abbiamo l’appoggio di numerose associazioni e i loro contributi. Per il resto confermiamo la decisione di evitare finanziamenti esterni", ha confermato l’organizzazione.


L'evento di quest'anno renderà omaggio a Kurt Cobain, icona della musica e simbolo della lotta contro l'oppressione, a trent'anni dalla sua scomparsa. Cobain, che si esibì per la prima volta fuori dagli USA proprio a Mezzago, in Brianza, sarà celebrato con un manifesto che lo raffigura come difensore della libertà di orientamento sessuale. Durante il Pride si discuterà anche di disagio mentale e minority stress, tematiche care al musicista e purtroppo ancora attuali.

Il corteo, lungo 2,5 chilometri, partirà alle 16:30 dal piazzale antistante l'Istituto di Istruzione Superiore "Martino Bassi", via Briantina 68, e si concluderà nel parco della Porada con una grande festa. Musica, stand, street food e tanta energia positiva caratterizzeranno l’evento, che si preannuncia come un’occasione imperdibile per chiunque creda in una società più giusta e inclusiva.


Per realizzare tutto questo, però, c'è bisogno dell’aiuto di tutti. Il Brianza Pride ha lanciato una campagna di raccolta fondi per coprire le spese necessarie, tra cui ambulanze, interprete LIS, bagni chimici e allestimento del palco. Un impegno collettivo che rispecchia perfettamente lo spirito del Pride: un movimento dal basso, fatto da persone comuni per persone comuni.

Il Brianza Pride non è solo una festa, ma una manifestazione di valori profondi: antifascismo, antirazzismo, antisessismo, lotta contro le mafie e promozione della legalità. È anche un evento ambientalista, che chiede una società più libera e giusta per tutte le minoranze oppresse.

Il 21 settembre 2024, Seregno si colorerà di arcobaleno, portando avanti il dialogo sui diritti e sull’ambiente, con un forte legame con il territorio e una chiara posizione contro il rainbow washing. Per chiunque voglia sostenere questa causa, ogni contributo è prezioso.

👉 Sostieni il Brianza Pride e partecipa a creare un mondo più equo e inclusivo. 🌈❤

 


martedì 27 agosto 2024

Proposte green a Seregno: nuovi percorsi e collegamenti per i Quartieri Sant'Ambrogio e Lazzaretto

Lazzaretto sud. L'area rimboschita dal Parco GruBrìa

Alcuni lettori ci hanno fatto pervenire osservazioni e proposte in merito al progetto che abbiamo presentato nel post "Rivoluzione green a Seregno: parchi e infrastrutture verdi in arrivo". Riteniamo che queste riflessioni siano utili e complementari a quelle già approvate, e nell'ottica propositiva del nostro blog, abbiamo deciso di condividerle e discuterle, pur mantenendo il nostro impegno a contrastare e denunciare ciò che non funziona.

Innanzitutto, vogliamo chiarire che le opere previste dal progetto, essendo frutto di un bando a cui il Parco GruBrìa ha partecipato, sono localizzate all'interno del perimetro del parco. Siamo certi che, sebbene queste opere siano state progettate dal Parco, siano il risultato di un'interlocuzione costruttiva con gli uffici del Comune di Seregno. Tuttavia, proprio per evitare che tali interventi rimangano isolati o incompleti, riteniamo che debbano essere implementati con ulteriori azioni di cui l'amministrazione comunale deve farsi carico, ora e non in un indefinito futuro. Opere fatte a metà sono come se non fossero realizzate affatto.

A-B = Filare su via Papini. C-D = Filare su strada vicinale Cascina Bonsaglio. Ovali bianchi = luoghi di interesse

Una delle osservazioni più rilevanti riguarda i due filari previsti lungo le vie Papini e Cascina Bonsaglio. Alcuni lettori hanno trovato "difficoltoso" comprendere le motivazioni per cui è stato previsto un filare lungo la strada vicinale Cascina Bonsaglio (C-D nella pianta), ipotizzando che l'unico scopo possa essere quello di offrire una visuale paesaggistica più "completa" ai pochi cittadini che percorreranno quella via. Inoltre, si è evidenziato come l'ombra prodotta da questo filare, essendo orientata verso nord, non arrecherà beneficio alle abitazioni a sud, ma potrebbe addirittura danneggiare le colture agricole del campo contiguo. Una proposta alternativa sarebbe quella di posizionare il filare lungo un percorso ciclopedonale (sopra o sotto la ferrovia), che colleghi la parte estrema sud del Lazzaretto con le funzioni pubbliche e private segnalate con gli ovali bianchi, incluso il nuovo centro sportivo. Questa soluzione apparirebbe più funzionale e giustificata sia dal punto di vista naturalistico che paesaggistico, soprattutto se il filare C-D fosse previsto su una via pubblica esistente, come via Papini.

Stralcio del progetto Greenway di Pedemontana. Si noti il ponte sulla ferrovia che, sembra, interferire con la realizzazione dei due filari

A fronte di queste osservazioni, ribadiamo quanto detto in premessa: le opere previste devono essere integrate con ulteriori interventi da parte del Comune. Inoltre, il filare proposto lungo l'asse Papini - cascina Bonsaglio potrebbe rappresentare un'integrazione strategica al percorso della greenway, un’opera compensativa di Pedemontana. È essenziale, quindi, prestare attenzione a coordinare e integrare i due progetti, affinché possano armonizzarsi e potenziarsi reciprocamente.

Lazzaretto Sud. In rosso i percorsi previsti dal progetto e in verde l'area destinata agli orti comunali


Un'altra questione sollevata riguarda l'intervento nella zona sud del quartiere Lazzaretto. Alcuni lettori suggeriscono che una visione complessiva del progetto dovrebbe prevedere ulteriori percorsi ciclopedonali, affinché tali infrastrutture possano essere utilizzate quotidianamente e non solo per scopi ricreativi. La questione annosa dei collegamenti ciclopedonali tra la zona sud del Lazzaretto (oltre la linea ferroviaria) e il centro città avrebbe potuto trovare una soluzione, o almeno un miglioramento, all'interno di questo piano. Attualmente, tutta la zona azzurra deve continuare a utilizzare il passaggio a livello di via Maccalè, allungando notevolmente il percorso e i tempi di viaggio.

La realizzazione di un nuovo percorso a nord della strada tratteggiata, con la prosecuzione dell'attuale via Respighi in ciclopedonale, a lato della prevista area orti, avrebbe potuto collegare un tratto interno di via Bergamo, punto C, con il percorso previsto al punto D. Ciò avrebbe evitato la frammentazione visiva della vasta area agricola e offerto agli abitanti della zona, evidenziata in azzurro, un collegamento diretto verso ovest, permettendo loro di usufruire anche degli orti urbani previsti nell'area verde.

In conclusione, accogliamo con interesse le osservazioni ricevute, convinti che un dialogo costruttivo e partecipativo sia la chiave per migliorare ulteriormente un progetto che ha già grandi potenzialità. Speriamo che l'amministrazione comunale consideri queste proposte come un'opportunità per rendere Seregno un esempio di sostenibilità e qualità della vita.


Alberi abbattuti e nuovi filari: le contraddizioni delle politiche green a Seregno

Ceppaia di un albero recentemente abbattuto in un viale a Seregno

In seguito alla pubblicazione di questo post, sulla pagina social di Legambiente Seregno, è intervenuta Cristina, una sostenitrice del circolo ambientalista, che ha espresso un'importante preoccupazione riguardo alle politiche green dell'Amministrazione comunale. Nel suo commento, Cristina ha segnalato la rimozione di almeno cinque alberi ad alto fusto lungo Via Solferino, di fronte all’area Aler, senza che siano mai stati ripiantati. Questo episodio solleva una questione centrale: perché piantare nuovi filari di alberi "in mezzo al nulla," quando ci sono aree urbane densamente popolate che necessitano disperatamente di verde per migliorare la qualità dell’aria e il decoro urbano? Cristina si chiede se tali interventi siano realmente efficaci o se "certi quartieri" non vengano considerati prioritari nelle politiche ambientali della città.

Questa riflessione ci ha fatto venire in mente le parole di Paolo Pileri, uno dei maggiori esperti italiani in materia di consumo di suolo. Pileri mette in guardia contro il rischio che le città - come Seregno, diciamo noi - stiano cercando di compensare il consumo di suolo con interventi di forestazione urbana, senza però affrontare la questione centrale: il continuo processo di cementificazione. Come afferma Pileri, "piantare alberi mentre si continua a consumare suolo è come mettere sull’altare la contraddizione." Piantare nuovi alberi è certamente un’azione positiva, ma diventa una "goccia nell'oceano" se non si arresta l'espansione del cemento.

In questo contesto, emerge la necessità di un approccio più integrato e coraggioso nella gestione del territorio. L’Amministrazione di Seregno dovrebbe non solo piantare nuovi alberi, ma anche proteggere quelli esistenti, specialmente nelle aree più urbanizzate e bisognose di verde, come Via Solferino. Solo in questo modo si possono ottenere benefici reali per la salute e il benessere dei cittadini.

La vera sfida per Seregno è quindi quella di adottare politiche ambientali che vadano oltre il semplice "piantare alberi," ma che affrontino in modo deciso il problema del consumo di suolo e della mancanza di verde nelle aree più critiche. Questo richiede una visione ecologica integrata e una volontà politica di cambiare rotta, mettendo al centro la salute dei cittadini e dell’ambiente.

Invitiamo tutti i lettori a condividere le loro opinioni e suggerimenti su come migliorare le politiche green della nostra città. Cosa ne pensate degli interventi attuali? Quali altre azioni ritenete necessarie? Le vostre idee potrebbero fare la differenza.

domenica 25 agosto 2024

Rivoluzione green a Seregno: parchi e infrastrutture verdi in arrivo

Strada vicinale al Lazzaretto

Grazie alla collaborazione tra il Parco GruBrìa e il Comune di Seregno, ha preso il via il progetto "Parchi e infrastrutture verdi Seregno Est". L’accordo, sottoscritto il 14 marzo 2023, definisce i rapporti tra i due enti per la progettazione e la realizzazione degli interventi previsti, per un importo complessivo di 530.000 €. La cifra non include gli oneri relativi agli espropri delle aree interessate, che rimarranno a carico dell'Amministrazione Comunale.

Il progetto rappresenta un'importante iniziativa per la valorizzazione e la riqualificazione ambientale del territorio di Seregno. Gli interventi previsti non solo miglioreranno la qualità del paesaggio urbano, ma offriranno anche nuovi spazi verdi e infrastrutture per la comunità locale, contribuendo così al benessere generale e alla sostenibilità ambientale della zona.

Cerchiate in rosso le aree interessate dall'intervento

Le aree interessate dal progetto possono essere suddivise in quattro settori distinti:

1) Località C.na Dosso – Via Arno:

  • Manutenzione di impianti arborei recenti.
  • Realizzazione di un filare arbustivo lungo la pista ciclabile esistente.
  • Prolungamento della pista ciclabile fino alla Vicinale delle Valli.
  • Creazione di un nuovo bosco.

2) Località Lazzaretto – Via Respighi:

  • Realizzazione di orti urbani.
  • Creazione di percorsi ciclopedonali su tracciati esistenti.

3) Via Milano:

  • Piantumazione di una nuova macchia boscata.

4) Via Papini – Via C.na Bonsaglio:

  • Creazione di due fasce alberate con elementi arborei e arbustivi.

Il progetto si sviluppa in un contesto pianificatorio che richiederà una specifica variante urbanistica di dettaglio. Le aree di intervento sono già quasi interamente designate come aree a servizi, ad eccezione del lotto in località C.na Dosso, attualmente classificato come area agricola strategica. La variante proposta prevede la modifica di questa classificazione, inserendo tali aree come zone a servizi.

STATO DI FATTO DELLE AREE DI INTERVENTO

Località Dosso – Via Arno

 

Via Arno, a destra la pista ciclabile esistente

Settore Nord: Attualmente, quest'area è attraversata da una pista ciclabile larga 2,3 metri, con un filare alberato di Pioppo cipressino lungo via Arno e due macchie alberate naturaliformi di recente impianto.

Via Arno, a destra il prato che verrà piantumato. Sullo sfondo si intravede Cascina Abissinia

Settore Sud:
Il settore sud è caratterizzato da aree agricole tradizionali, con lotti recentemente sottoposti a compravendita, utilizzati principalmente come orti o lasciati a prato incolto. Il nord e sud sono collegati da una vicinale con fondo naturale.
 

Il recente imboschimento in zona Lazzaretto

Località Lazzaretto:
Gli interventi interesseranno principalmente aree agricole gestite a prato e a rotazione di colture seminative, con alcuni tracciati di strade pubbliche. Un imboschimento è stato recentemente realizzato su aree adiacenti di proprietà pubblica.

L'area di via Milano. Foto tratta dalla tavola di progetto

Via Milano:
L'area è attualmente recintata, incolta e presenta residui di vecchie siepi non più gestite, con alcuni baraccamenti in stato di abbandono.

Via Papini – Via C.na Bonsaglio: Queste aree, destinate alla futura realizzazione di siepi arboree, sono oggi in parte interessate da un cantiere. Parte delle aree sono ancora utilizzate come terreni agricoli dai proprietari adiacenti.

INTERVENTI A PROGETTO

Località Dosso – Via Arno
 

Percorso della pista ciclabile in corrispondenza di Cascina Abissinia

Settore Nord:
Verrà installata una siepe arbustiva discontinua sul lato orientale della ciclabile, mentre sul lato ovest di via Arno sarà effettuato uno sfollo delle superfici di recente impianto. Le specie arboree utilizzate includeranno Cornus sanguinea, Viburnum opulus e Corylus avellana.


L'area da rimboscare all'incrocio di via Arno con via delle Valli

Settore Sud:
Prevede la realizzazione di un percorso ciclabile di 2,5 metri di larghezza, oltre alla piantumazione di filari arbustivi e un rimboschimento su 5.600 m².

 

Località Lazzaretto

 

Zona Lazzaretto. L'area orti e i percorsi ciclopedonali

  • Area Orti: Saranno realizzati 22 orti urbani, ciascuno di circa 30 m², dotati di vialetti di accesso, fontanelle e compostiere. L'area sarà completata con un piccolo edificio adibito a bagni e uno spazio di sosta con tavoli in pietra.
  • Percorsi: I percorsi ciclopedonali avranno una larghezza di 2,5 metri e saranno completati con bacheche, panchine e siepi arboree.

L'area di via Milano. Rilievo situazione attuale

Via Milano:
L'area sarà bonificata rimuovendo le recinzioni esistenti, i baraccamenti e i sottofondi in cemento. Verranno effettuate operazioni preliminari di scasso e la superficie di piantumazione sarà di circa 1.800 m².

Creazione di nuovi filari arbustivi in via Papini e Cascina Bonsaglio

 Via Papini – Via C.na Bonsaglio: Qui si prevede la realizzazione di filari arbustivi e alberi con caratteristiche analoghe a quelle previste per le altre aree.

sabato 24 agosto 2024

La storia del Parco Ovest Milano

Cascina Melghera, Milano. Immagine tratta dal web

di Enrico Fedreghini

La cittadinanza attiva è da sempre il motore dei cambiamenti. Ed è utile, ogni tanto, ricordare i risultati che l’azione di cittadini attenti al “bene comune” ha prodotto. Perchè non è vero che “tanto non cambia niente…”.

Pensate ad esempio che proprio nella zona Ovest di Milano c'era un gruppo di simpatici e strambi utopisti abitanti del Gallaratese (Mauro, Luca, Vittorio, Gigi, Alberto, Loredana e altri) insieme ai quali amavo lottare contro i mulini a vento. Spesso riuscivamo a cogliere l’obiettivo: avevamo inventato il Parco Pertini ripulendolo da rifiuti e degrado; avevamo lanciato la mobilitazione per fermare la superstrada nel parco di Trenno (via Mafalda di Savoia, nel tracciato originario, tagliava a metà il parco). Allora i mulini a vento erano rappresentati soprattutto da un potentissimo palazzinaro, il grande Palazzinaro originario di Paternò, che possedeva quasi tutte le aree agricole della periferia di Milano: le acquistava per poche lire e subito dopo – non ho mai capito per quale particolare congiunzione astrale – quelle stesse aree si trasformavano in aree edificabili, grazie a una puntuale variante del Piano Regolatore comunale, al Gallaratese come in via Ripamonti e in via dei Missaglia.

Sta di fatto che il nostro sgangherato gruppo era diventato una sorta di presidio di tutela a servizio del territorio e degli abitanti del Nord Ovest Milanese. Nell’aprile 1990 avevamo addirittura ottenuto l’inclusione di tutte le aree agricole, del Parco Trenno e degli impianti ippici nel neo-costituito Parco Agricolo Sud Milano. Inimicandoci per sempre il grande Palazzinaro.

Succede un giorno che entriamo in contatto con i “barbudos” di Italia Nostra: Sergio e Silvio, agronomi del Centro di Forestazione Urbana in grado di strappare al degrado una discarica a cielo aperto della periferia ovest, trasformandola in quella modello ambientale e paesaggistico oggi noto al mondo come Bosco in Città. “Occhio” ci avvertono Sergio e Silvio “il Palazzinaro ha acquistato tutti i terreni agricoli attorno alla Cascina Melghera. Probabilmente ha in mente qualcosa di grosso, pare voglia realizzare anche una piattaforma di atterraggio per elicotteri…”. Ci avvertono loro, i barbudos di Italia Nostra; non gli agricoltori, purtroppo.

Cascina Melghera è un classico edificio rurale lombardo, in mezzo a campi e risaie, dove venivano ospitati stagionalmente i braccianti. Agricoltura di qualità, in piena città. Arriva il Palazzinaro: compra tutto e non rinnova più il contratto agricolo con il mezzadro, rinnovandolo anno per anno, confidando sulla rapida dismissione dell’area e sulla conseguente, puntuale variante urbanistica per renderla edificabile.

E’ la stessa tecnica che il Palazzinaro usa in quegli anni contro gli agricoltori di Cascina Campazzo, nel Parco Ticinello: comprare l’area agricola e provocare la dismissione dell’attività agricola; ma lì si trova di fronte un gruppo di agricoltori coraggiosi, gente che non piega la testa per convenienza o altro: come ricorda l’amico Aldo Ugliano, memoria storica e difensore ammirevole di quei luoghi, il Palazzinaro andava in auto ogni mattina a perlustrare le proprietà agricole di Cascina Campazzo, con atteggiamenti minacciosi verso chi testardamente continuava a fare il proprio lavoro di contadino. Ma quegli agricoltori resistono, rischiano, e alla fine vincono.

A Trenno la storia è diversa: la cascina viene abbandonata all’incuria e al degrado, nel silenzio accomodante di troppi. Il Palazzinaro sa quindi di poter agire nell’ombra, attendendo il momento opportuno.

Ma non ha fatto i conti con alcuni abitanti di Trenno e con gli ingenui e strambi utopisti del Gallaratese.

Erano anni in cui di “pianificazione urbanistica” pare se ne occupassero sono due categorie di persone: i palazzinari e gli utopisti, su fronti opposti ovviamente… Capiamo che occorre agire, e presto. Chiediamo (e otteniamo!) l’estensione del perimetro del Parco Agricolo Sud Milano fino a Cascina Melghera, Bosco in Città e Ippodromo di San Siro; grazie a Italia Nostra Milano otteniamo anche il vincolo monumentale sull’intero Ippodromo del Galoppo (1.500.000 mq di verde e scuderie sottratti per sempre alla speculazione edilizia); riusciamo infine ad impedire che l’area di Cascina Melghera venga trasformata definitivamente in eliporto urbano grazie ad un esposto accolto dall’Enac: il Palazzinaro aveva iniziato ad usare quest’area agricola come base personale di decollo e atterraggio dei velivoli, e solo grazie ad alcuni abitanti di Trenno la cosa era emersa e riuscimmo a risolverla.

Il resto è storia recente. L’impero immobiliare del decaduto Palazzinaro viene ripartito fra banche, finanziarie e immobiliari; emergono mancati versamenti di oneri di urbanizzazione per lottizzazioni effettuate negli anni ’90 in via Ripamonti, in cambio dei quali la nuova proprietà cede al Comune di Milano l’area agricola di 528.900, proprio davanti a Cascina Melghera: l’eliporto mancato del grande Palazzinaro.

Il cerchio si chiude: l’attività agricola di Trenno è definitivamente salva e garantita per sempre, grazie all’inclusione di tutte le aree agricole di Trenno nel perimetro del Parco Sud Milano ottenuta su iniziativa di quattro strambi utopisti del Gallara insieme agli abitanti di Trenno; il Bosco in Città non deve più temere per i propri confini, anzi può pensare più in grande essendo diventato un'Oasi Faunistica Protetta.

Ed ora proprio lì, nel luogo dove qualcuno fino a non molto tempo fa voleva rimpiazzare l’agricoltura col cemento realizzando anche un eliporto privato, prende forma un nuovo progetto di tutela e rilancio dell’agricoltura urbana di qualità, senza veleni, con un rapporto diretto produttore-consumatore.

Ogni tanto le favole hanno un lieto fine, anche là dove torneranno a osare le rane, una volta liberate dai diserbanti chimici.
 

venerdì 23 agosto 2024

Pedemontana Tratta B2: Le Associazioni Ambientaliste correggono la narrazione sulla bonifica

In rosso: la tratta B2 dell'autostrada Pedemontana

Pubblichiamo il seguente comunicato stampa ricevuto da diversi gruppi ambientalisti e liste civiche del territorio. Il comunicato contiene importanti precisazioni in merito alle dichiarazioni apparse recentemente sulla stampa (ne abbiamo parlato qui), riguardo alla bonifica delle aree contaminate da diossina lungo la tratta B2 dell'autostrada Pedemontana. Il documento esprime la posizione critica delle associazioni locali rispetto alle modalità di gestione e comunicazione delle operazioni di bonifica, sollevando dubbi sulle affermazioni fatte dal Presidente delegato del WWF Lombardia in un'intervista.

BONIFICA DA DIOSSINA PER LA  TRATTA B2 DELLA PEDEMONTANA: PRECISAZIONI SU ALCUNE DICHIARAZIONI APPARSE SULLA STAMPA

22 agosto 2024

In qualità di membri attivi nelle comunità locali di Seveso, Meda, Cesano Maderno, Lentate sul Seveso, Barlassina, Bovisio Masciago, nonché di richiedenti e partecipanti a pieno titolo al “Tavolo Permanente sui lavori di bonifica da diossina” costituito tra Autostrada Pedemontana e diversi soggetti istituzionali, riteniamo doveroso ai fini di una corretta informazione pubblica fornire alcune precisazioni rispetto alla bonifica delle terre ancora contaminate dalla diossina TCDD del disastro industriale ICMESA del 1976, finalizzata alla realizzazione della tratta B2 dell’autostrada Pedemontana Lombarda,.
Lo facciamo prendendo la distanza dalle dichiarazioni riportate nell’articolo pubblicato dal quotidiano “la Repubblica” del 12/08/2024, nello specifico “l’intervista al geologo della Bicocca” in taglio basso a pagina 5 cronaca locale di Milano.

L'intervista a Gianni del Pero pubblicata su "la Repubblica" del 12/08/2024

In particolare evidenziamo che le informazioni ivi riportate e attribuite “all’esperto geologo, docente della Bicocca e presidente di WWF Lombardia”, nonché “da ottobre 2023 supervisore delle operazioni tecniche di bonifica [...] dopo essere stato per anni consulente dei Comuni interessati dalla diossina”, ricalcano con estrema aderenza quelle rilasciate da Soc. Pedemontana stessa nell’ambito dei propri canali di comunicazione, senza peraltro aggiungere alcun elemento di approfondimento specialistico o di valutazione critica dei dati forniti.  
L’intervistato, illustrando con approccio semplificativo una bonifica senza alcun rischio, come peraltro tipico della esposizione della soc. Autostrada Pedemontana Lombarda, sorvola su una serie di criticità da noi sottolineate nell’incontro del Tavolo Permanente sui lavori di bonifica da diossina del 9/07/2024 e che necessitano di opportuni approfondimenti.

Nell’incipit dell’intervista il geologo esprime un giudizio decisamente ottimistico sulla non pericolosità della bonifica, giudizio che contrasta con quanto riportato più avanti, in particolare riferendosi a “modalità di intervento sperimentali” e all’ammissione che “Ora è la prima volta che si effettua una bonifica di questo genere su un’area così vasta per un contaminante così pericoloso.”

Non vi sarebbero inoltre basi e titolo per affermare di aver “ottenuto che le operazioni avverranno senza emissioni di polveri e dispersioni di diossine”, circostanza evidentemente impossibile da accertare a priori, e che potrà essere verificata puntualmente solo in fase di esecuzione.
Su questo punto la nostra posizione non vuole essere di allarmismo, ma di fondata preoccupazione sia per i rischi oggettivi che può comportare la movimentazione di terre contaminate dalla diossina TCDD, sia per alcuni elementi procedurali della gestione del rischio non ancora esplicitati dai soggetti promotori dell’opera.
Non pochi e non secondari rimangono gli aspetti da chiarire: al superamento di quali valori di soglia e dopo quanto, e da quali tra i soggetti istituzionali coinvolti e responsabili verrebbe disposta la sospensione delle operazioni in caso di rischio dispersione polveri contaminate; in capo a chi ricadrebbe la responsabilità della caratterizzazione di dettaglio delle terre, della loro classificazione ai fini del corretto smaltimento e della determinazione della quantità reale del materiale contaminato; chi e come garantirebbe la tracciabilità e la vigilanza sul trasporto delle terre di scavo con la sua effettiva destinazione finale; rimangono inoltre ancora non note la quantificazione dei tagli di alberi, la gestione e la localizzazione delle connesse compensazioni forestali, le modalità di salvaguardia della fauna, sia durante il cantiere che nel post operam.  

Rispetto alla forma delle dichiarazioni rilasciate dal delegato WWF Lombardia sarebbe opportuno, per trasparenza, chiarire in quale dei numerosi ruoli sopra citati egli interviene: se professionali e/o accademici, considerato che lo stesso NON risulta avere nessuna delega di rappresentanza dai gruppi ambientalisti del territorio impegnati da anni sul tema Pedemontana, firmatari del presente comunicato.
Anche rispetto alla citata qualifica di “supervisore”, è punto fermo che le competenze di controllo e verifica in merito alla bonifica sono puntualmente definite dalla normativa vigente in capo ad ARPA e per gli aspetti formativi e di sicurezza dei cantieri ad ATS, organismi già coinvolti nel procedimento in corso, con referenti ultimi Regione Lombardia e Provincia di MB.

Attribuire, come riportato nell’intervista in questione, la garanzia della bontà delle operazioni di bonifica alla presenza del WWF, per tramite del delegato lombardo che ci risulta essersi auto-proposto nel ruolo di supervisore attribuendosi una presunta rappresentatività dei gruppi ambientalisti, non riscontrata dagli stessi e anzi qui pubblicamente disconosciuta, per quanto ci riguarda, appare un sillogismo oltre che poco realistico, anche poco rispettoso dei ruoli dei diversi attori istituzionali e locali coinvolti e in definitiva fuorviante per l’opinione pubblica. Su questo aspetto quindi ci riserviamo di effettuare le opportune interlocuzioni e approfondimenti con gli enti preposti.

Come coordinamento di gruppi ambientalisti e liste civiche dei territori che saranno attraversati e segnati dal passaggio della tratta B2 di Pedemontana ci DISSOCIAMO fermamente da un tale modo di agire solitario e consociativo, sintetizzato emblematicamente nell’ultima dichiarazione riportata nell’articolo citato, che denota un atteggiamento inspiegabilmente disfattista nei confronti delle richieste degli stakeholders locali e che appare più funzionale agli interessi di Pedemontana rispetto a quelli delle comunità coinvolte: esso NON rappresenta il nostro giudizio negativo sull’impattante infrastruttura autostradale e sminuisce la nostra azione di vigilanza attiva sulle operazioni di bonifica da diossina, puntuale nell’informare nell’interesse delle comunità locali.
Siamo consci del nostro delicato ruolo, che non è quello di proporre un racconto edulcorato della bonifica e dell’autostrada Pedemontana, che continuiamo a ritenere inutile e dannosa nonché contro corrente rispetto a piani di rigenerazione del territorio, sempre più necessaria a fronte dei gravi cambiamenti climatici in corso.
Auspichiamo che gli aspetti di criticità sollevati trovino le dovute chiarificazioni da parte dei soggetti preposti e dalle realtà citate nell’articolo in questione.

I gruppi ambientalisti e le liste civiche della tratta B2 di Pedemontana
Sinistra e Ambiente-Impulsi Meda, Legambiente Circolo Laura Conti Seveso, Seveso Futura, Passione Civica per Cesano Maderno, Altra Bovisio Masciago, Comitato Ambiente Bovisio Masciago, Cittadini per Lentate

 

Rassegna stampa

la Repubblica, 24/08/2024


Iniziati i lavori di bonifica dei terreni contaminati da diossina lungo la Tratta B2 di Pedemontana

Il primo lotto dei lavori di bonifica da diossina a Cesano Maderno. Foto: G. Del Pero / WWF

Siamo giunti a un momento cruciale per la nostra Brianza: sono iniziati i lavori di bonifica dei terreni contaminati da diossina lungo la tratta B2 dell'autostrada Pedemontana. Questo passaggio, tanto temuto, segna l'inizio di un'operazione che cambierà inevitabilmente il volto del nostro territorio.

I cartelli di cantiere. Foto: G. Del Pero / WWF

Sulla chat di Legambiente Seregno sono state pubblicate le prime foto del cantiere, accompagnate da commenti che esprimono preoccupazione e rammarico. Antonello Dell'Orto di Legambiente Seregno ha espresso il suo disappunto con parole amare: "Questi avvisi [i cartelli di cantiere] sono appena comparsi a Cesano Maderno, all'ingresso di un appezzamento a verde a ridosso della Mi-Meda, vicino al ponte di via de' Medici. Purtroppo la macchina comincia a macinare. La distruzione di quel poco che restava di verde in Brianza è iniziata! Tanta diossina, inquinamento e traffico per i prossimi 5 anni almeno. Auguri a tutti noi!"

Foto: G. Del Pero / WWF

Dall'altra parte, Gianni Del Pero, presidente delegato del WWF Lombardia e supervisore della bonifica, ha inviato alcune foto (qui pubblicate) del cantiere accompagnandole con questa dichiarazione: "Il primo lotto dei lavori di bonifica Diossina nei pressi della Galleria/Parco Urbano Baruccanetta a Cesano Maderno prevede la realizzazione di un rilevato alto 15 metri, anche con funzione di messa in sicurezza dei terreni contaminati. Con l'inizio dei lavori a Cesano Maderno, Pedemontana dà avvio alla bonifica dei terreni contaminati dalla diossina dispersa dall'esplosione del reattore dell'Icmesa di Meda del 10 luglio 1976."

Foto: G. Del Pero / WWF
Foto: G. Del Pero / WWF

Il Blog Brianza Centrale continuerà a documentare e a pubblicare informazioni, documenti e opinioni messi a disposizione dalle varie associazioni, con l'intento di mantenere vivo l'archivio dell'ambientalismo in Brianza e di fornire uno spazio di confronto aperto e trasparente per tutti gli interessati.

 

Foto: G. Del Pero / WWF

Aggiornamento: reazioni e commenti sulla bonifica della Pedemontana

Abbiamo ricevuto diversi commenti in merito alla questione della bonifica legata alla costruzione dell'autostrada Pedemontana. In particolare, Gianni Del Pero ha condiviso le sue riflessioni e, per una migliore comprensione delle sue parole, pubblichiamo di seguito la foto e la didascalia a cui fa riferimento in uno dei commenti.

G. Del Pero: "Qui siamo a Cesano, ma è lo stesso per Meda, Seveso, Desio. Questo è uno dei terreni inquinato da diossina che da decenni ci mangiamo... senza dire nulla"

Sintesi dei commenti apparsi sulla chat di Legambiente Seregno:

  • Antonello Dell'Orto ha espresso scetticismo riguardo alla bonifica, sottolineando come il termine stesso possa risultare ingannevole. Secondo lui, il processo non eliminerà davvero la diossina, ma la coprirà, creando potenzialmente ulteriori rischi in futuro, quando i terreni potrebbero essere riutilizzati per costruzioni.
  • Gianni Del Pero ha risposto, precisando che la bonifica rappresenta comunque un passo avanti rispetto al passato. Ha ricordato come, grazie all'impegno degli ambientalisti, si siano ottenute ulteriori analisi che hanno permesso di identificare le aree contaminate, garantendo così interventi specifici per seppellire definitivamente la diossina (leggi il testo completo nei commenti).
  • Zeno Celotto ha condiviso un link a un post pubblicato nel 2012, evidenziando come il problema della contaminazione degli alimenti da diossina sia ancora attuale (rif.: ortaggi e animali da cortile). Ha richiamato l'importanza di una corretta informazione, senza minimizzare i rischi associati alla contaminazione (leggi la risposta di Gianni Del Pero nei commenti).

giovedì 22 agosto 2024

Pedemontana: lotte ambientaliste e la sfida della bonifica dei terreni contaminati

La rivista on-line "Area"

Sulla questione di Pedemontana vi segnaliamo l'articolo di Mattia Lento pubblicato lo scorso 20 agosto su "Area. Il giornale di critica sociale e del lavoro" che si concentra sulle preoccupazioni legate alla costruzione dell'autostrada e sulle lotte delle associazioni ambientaliste per contrastare questo progetto.

Il testo ricorda il disastro di Seveso del 1976, quando una nube tossica di diossina colpì la zona, creando un impatto ambientale duraturo che ancora oggi influenza la discussione sulla Pedemontana. La tratta B2 dell'autostrada attraverserà terreni contaminati, rendendo necessaria una bonifica complessa e rischiosa. Alberto Colombo di Sinistra e ambiente di Meda esprime preoccupazioni riguardo ai pericoli per la salute e chiede un monitoraggio rigoroso da parte delle autorità sanitarie e ambientali, pur sottolineando che le compensazioni previste sono insufficienti rispetto ai danni causati.

Il fronte ambientalista non è però univoco. Mentre alcuni comitati, come quello di Meda, scelgono di partecipare ai tavoli di discussione per monitorare le bonifiche, altri, soprattutto lungo le tratte C e D breve, continuano a opporsi strenuamente al progetto. Luigi De Vincentis del Comitato in difesa del territorio di Lissone e Manuela Meloni del Comitato Ferma Ecomostro D Breve ritengono che ci siano ancora margini per bloccare l'opera, evidenziando le difficoltà legali e logistiche che il progetto sta incontrando e proponendo alternative meno invasive.

Per una lettura più approfondita e dettagliata degli interventi e delle posizioni delle associazioni coinvolte, si rimanda al sito della rivista "Area".

mercoledì 21 agosto 2024

Urban Nature a Meda: Il brugo entra nelle scuole per promuovere la natura in città

Una recente iniziativa del WWF Insubria alle scuole Diaz di Meda

Dopo l'annuncio dell'iniziativa di Concorezzo, anche il Comune di Meda si unisce alla celebrazione di Urban Nature WWF - la Natura in Città, dimostrando impegno verso l'educazione ambientale e la valorizzazione del verde urbano. Il Comune ha deciso di acquistare 110 piantine di brugo, che verranno distribuite a ciascuna delle classi delle scuole cittadine, aggiungendosi alle 90 piantine che verranno consegnate sabato 28 settembre 2024 durante l'evento intitolato "Il Brugo torna in Brughiera".

Gianni Del Pero,  Presidente delegato del WWF Lombardia, ha sottolineato l'importanza di questa iniziativa, che non si limiterà alla sola distribuzione delle piante. A Meda, il WWF Insubria ha in programma di andare oltre i tradizionali banchetti previsti in altri comuni: i volontari sono stati infatti invitati a visitare tutti i plessi scolastici della città nella settimana dal 23 al 27 settembre. Questo permetterà di accompagnare la consegna delle piantine con un dialogo diretto con gli studenti, spiegando loro l'importanza della natura nelle città e approfondendo il ruolo del WWF nella tutela dell'ambiente, con un focus speciale sul Parco della Brughiera.

Esperienze virtuose per la Brianza / 3: deimpermeabilizzare il suolo per affrontare le sfide climatiche

Questo è il terzo post sulle buone pratiche che si possono adottare in Brianza. Parliamo delle "città spugna", un'innovativa soluzione per affrontare le sfide climatiche urbane. L'articolo di Stéphanie de Roguin, "Städte von Morgen: Die Schwammstadt als Antwort", pubblicato sul sito dell'Ufficio federale dell'ambiente svizzero (BAFU), illustra come le città possano adattarsi per gestire meglio le precipitazioni intense e le siccità prolungate.



Immaginate una giornata d'estate a Seregno nel 2023: la pioggia scroscia violenta e l'acqua forma rigagnoli lungo le strade. L'acqua non riesce a defluire nei pozzetti di scolo, trasformando Corso del Popolo in un fiume. Questa situazione è solo un esempio di come il cambiamento climatico stia mettendo a dura prova le nostre città, che devono reinventarsi per affrontare nuove condizioni meteorologiche.

Una delle soluzioni più promettenti è il concetto di "città spugna". Queste città sono progettate per assorbire e immagazzinare l'acqua piovana, rilasciandola gradualmente durante i periodi di siccità. Questo approccio aiuta a ridurre il rischio di alluvioni causate da piogge intense, che sono sempre più frequenti.

Restituire permebilità ai suoli urbani / depavimentazione. Immagine tratta dal web

Per trasformare una città in una "città spugna", è fondamentale deimpermeabilizzare il suolo, rendendolo permeabile e vivo. Questo significa ridurre l'uso di asfalto convenzionale nelle nuove costruzioni e ristrutturazioni, preferendo materiali che permettono l'infiltrazione dell'acqua, come ghiaia, prati e tetti verdi. Anche in aree già urbanizzate, è possibile sostituire le superfici impermeabili con materiali drenanti.

Un esempio pratico di questo approccio è il progetto "Eau en Ville", lanciato a Ginevra nel 2021. Questo progetto mira a sensibilizzare sull'importanza di una gestione efficiente dell'acqua in città. Un intervento significativo sarà realizzato lungo l'Avenue du Mail, una delle principali arterie di Ginevra. Qui, si prevede di raccogliere l'acqua piovana dai tetti e dalle aree stradali, convogliandola in una fossa continua vegetale, favorendo così l'infiltrazione e il raffreddamento dell'area.

Un'altra iniziativa interessante è stata lanciata a Berna, lungo la Breitenrainstrasse, dove una zona pedonale asfaltata è stata trasformata in un triangolo verde. Qui, il suolo è stato deimpermeabilizzato, permettendo all'acqua di filtrare tra sassi e piante, anziché scorrere inutilizzata nelle fognature.

Fonte immagine: Ufficio del genio civile di Berna

Nel febbraio 2022, il VSA (Associazione Svizzera degli Esperti di Acque Reflue e Protezione delle Acque) ha lanciato un'iniziativa specifica per promuovere il concetto di "città spugna". L'iniziativa punta a informare e sensibilizzare sul tema, promuovendo lo scambio di esperienze e offrendo formazione specifica. Sono state inoltre redatte linee guida per aiutare i comuni ad adottare queste pratiche.

Le nostre città dovrebbero evolversi in "città spugna", riducendo l'uso dell'asfalto e aumentando le superfici permeabili. Questo permetterà di gestire meglio le precipitazioni intense e di affrontare i periodi di siccità, adattandosi in modo sostenibile al cambiamento climatico.

martedì 20 agosto 2024

I consigli del New York Times per scoprire il Lago di Como senza spendere una fortuna


Il Lago di Como è spesso associato a celebrità e lusso, ma come sottolineato da Valeriya Safronova in un articolo per il New York Times, non è necessario essere miliardari per godersi le meraviglie di questo angolo pittoresco del nord Italia. Esplorare località meno note, alloggiare in pensioni o agriturismi e sfruttare le numerose attività gratuite o a basso costo può rendere il viaggio accessibile a tutti.



Alcune località consigliate

  • Tremezzina: Situata lungo la sponda occidentale del lago, Tremezzina è una delle mete più affascinanti ma meno affollate rispetto a Bellagio o Varenna. Qui è possibile passeggiare lungo la Greenway, un sentiero panoramico che attraversa borghi pittoreschi e offre viste mozzafiato sul lago. Inoltre, Villa del Balbianello, una delle ville storiche più iconiche del lago, offre la possibilità di esplorare giardini spettacolari e conoscere la storia di questa residenza neoclassica, che ha fatto da sfondo a film come "Casino Royale" e "Star Wars".
  • Canzo: Nascosto tra le montagne vicino a Lecco, il Sentiero Spirito del Bosco a Canzo è un'escursione facile e incantevole, adatta a tutta la famiglia. Il percorso è arricchito da sculture in legno raffiguranti animali e figure mitologiche, creando un'atmosfera fiabesca. Lungo il tragitto, si può fare una sosta presso rifugi locali per gustare piatti tipici come la polenta e i pizzoccheri.
  • Piani d'Erna: Per chi ama le altitudini, la funivia dei Piani d’Erna a Lecco porta i visitatori a 800 metri d'altezza, offrendo viste spettacolari sul Lago di Como e sulle montagne circostanti. Una volta in cima, si può scegliere tra diverse attività, dal trekking alle avventure in un parco avventura con percorsi di corde e zip line.
  • Lierna: A soli 30 minuti di treno da Lecco, Lierna offre una delle migliori spiagge pubbliche del lago. La Spiaggia di Lierna è ideale per nuotare nelle acque cristalline o per noleggiare un catamarano. Nelle vicinanze, il Riva Bianca Bar Pizzeria serve pizze a prezzi accessibili, rendendo l'esperienza ancora più piacevole.

Risparmiare sul Lago di Como

Safronova consiglia di alloggiare in agriturismi o pensioni, dove è possibile trovare sistemazioni confortevoli e autentiche a prezzi molto più accessibili rispetto agli hotel di lusso. Ad esempio, l'Agriturismo La Vecchia Chioderia, vicino a Menaggio, offre camere doppie con colazione inclusa a partire da €60 a notte. Queste strutture non solo permettono di risparmiare, ma offrono anche l'opportunità di assaporare prodotti locali direttamente dalle fattorie.

Per chi desidera esplorare il lago senza spendere troppo, i traghetti sono un'alternativa economica agli yacht, con biglietti che variano tra €6 e €13. Inoltre, molte spiagge comunali e sentieri escursionistici, come quelli di Canzo e Tremezzina, sono gratuiti o a basso costo.