lunedì 16 settembre 2019

Legambiente e Sinistra e Ambiente scrivono ai sindaci: "continuiamo a ritenere una follia la costruzione di Pedemontana su terreni inquinati da diossina"


Legambiente, il Comitato Scientifico di ISDE, Sinistra e Ambiente di Meda hanno scritto una lettera ai sindaci della tratta B2 e inizio C con le osservazioni al Progetto Operativo di Bonifica (POB) inoltrato dalla soc. Autostrada Pedemontana Lombarda agli enti interessati.

Sotto trovate il testo della lettera che sintetizza le osservazioni.

Ai Sindaci di Seveso, Meda, Cesano Maderno, Desio, Barlassina e Bovisio Masciago

Oggetto: Osservazioni di Legambiente, ISDE, Sinistra e Ambiente sul progetto operativo di bonifica relativo alla tratta B2 di Pedemontana

In riferimento a quanto in oggetto, avendo preso visione del progetto operativo di bonifica  presentato nel mese di luglio 2019 da APL a tutti gli enti preposti e a breve discusso in Conferenza dei Servizi, trasmettiamo due documenti nei quali vi sottoponiamo alcune puntuali osservazioni inerenti il suddetto progetto che brevemente riassumiamo qui riportandole.

E’ evidente che su molti aspetti, per ragioni economiche, il proponente ha cercato di limitare l'intervento di bonifica.

Per parte nostra, continuiamo a ritenere una follia la costruzione di una autostrada su terreni inquinati da diossina valutando che un'azione di bonifica comporta comunque un grande rischio legato alla movimentazione del terreno contaminato. In merito, dubitiamo che l'uso di acqua nebulizzata sia sufficiente ad eliminare la dispersione di polveri derivante dalla lavorazione di 71.000 tonnellate di terreno con diossina.

Precauzionalmente, non ci si dovrebbe poi limitare ad una scarificazione e asportazione di soli 20 cm laddove il Top Soil risulta inquinato. Una profondità di scavo maggiore garantirebbe più certezza di bonifica e più sicurezza.
Anche la mancata rimozione dello strato intermedio laddove questo, successivamente al Top Soil risulta contaminato, ci lascia  perplessi. Infatti nelle zone dove si configura questa condizione, l'area di cantiere verrà isolata dalla contaminazione intermedia a mezzo di geotessuto, dopo aver asportato solo lo strato di Top Soil inquinato.

Dovrebbe altresì essere ormai chiara la situazione in cui versano le aree (A5 e A24) in prossimità degli svincoli medesi e quelle sempre a Meda, limitrofe al torrente Tarò, all'estremità nord del tracciato autostradale. Eppure c'è titubanza nell'effettuare qui un intervento di bonifica e si preferisce rimandare ad ulteriori approfondimenti analitici. 

Non è nemmeno condivisibile il considerare che le aree al di fuori della pertinenza della Pedemontana potranno poi avere la destinazione d'uso che sarà  decisa dal Comune . Occorrerebbe non consentirne l'utilizzo nelle aree dove la CSC di 10 ng Eq/kg risulta superato.

Continuano poi a mancare le cartografie ufficiali del progetto definitivo 2018, da mettere in correlazione diretta con il Progetto Operativo di Bonifica.
In particolare, sulla la valutazione del rischio elaborata da Pedemontana, si produce poi  l'allegato documento istruttorio redatto a cura del Dr. Edoardo Bai, sulle cui considerazioni  si concorda,  evidenziando come la suddetta valutazione non possa essere ritenuta idonea e men che meno esaustiva, per la sua grave incompletezza in particolare relativamente alla fase più critica dell'intervento prospettato, ovvero gli scavi, le movimentazioni e il conferimento definitivo delle terre
contaminate, per la mancanza di specifiche e di corretti riferimenti nei parametri utilizzati nei calcoli prodotti relativamente alla valutazione del rischio sanitario per i residenti e gli operatori, mancando sostanziali valutazioni circa il rischio connesso con la fase di cantiere.

Alla luce di queste vistose carenze riteniamo che non possano essere considerate idonee le misure prospettate per l'attenuazione del rischio nella fase di cantiere, né che la valutazione di rischio consenta un'adeguata istruttoria da parte delle autorità e degli organismi tecnici preposti alla sua approvazione.

Inoltre, gli elementi che emergono relativamente alla persistenza dello stato di contaminazione degli orizzonti superficiali di terreno oggetto di analisi, con il rilevamento di concentrazioni eccedenti le soglie riportate nelle tabelle allegate al D. Lgs. 152/2006 e Decreto del Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, 1 marzo 2019 n. 46, inducono a richiedere che ogni intervento nelle aree che hanno subito la contaminazione dal fall-out dell'evento del 10 luglio 1976, inclusa la realizzazione di nuove infrastrutture come nel caso di specie, debba essere ricompreso in un piano generale preordinato che definisca procedure, destinazioni e usi del suolo compatibili.

Data la delicatezza e la complessità della materia in questione, vi chiediamo di voler approfondire le criticità sopra evidenziate, trattate anche nei nostri allegati e di volerci informare in merito alla realizzazione della analisi del rischio sanitario (si veda allegato n. 2) e agli altri punti di criticità che sono stati rilevati nel progetto operativo di bonifica, evidenziati nell’allegato n. 1 alla presente.

Ritenendo essenziale e doveroso da parte dei Sindaci, responsabili ultimi della salute pubblica nei comuni da loro amministrati, chiediamo che l’intero iter connesso al DL 152/06 sia trattato nella massima trasparenza, con l’opportuna attenzione e con il dovuto livello di comunicazione nell’informare la cittadinanza di quanto in corso.

In attesa di vostro riscontro
Cordiali saluti

Gemma Beretta, Presidente del Circolo Legambiente Laura Conti di Seveso
Alberto Colombo, portavoce di Sinistra e Ambiente di Meda
Barbara Meggetto, Presidente di Legambiente Lombardia
Edoardo Bai, Associazione Medici per l’Ambiente- ISDE e Comitato Scientifico di Legambiente Lombardia

AGGIORNAMENTO:
Domani 17 settembre 2019, in occasione della Conferenza dei Servizi organizzata sull'argomento, verrà presentato anche il parere del WWF Insubria e del WWF Lombardia.

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