mercoledì 9 ottobre 2024

PTCP di Monza e Brianza: il Coordinamento ambientalista chiede una variante coraggiosa per fermare il consumo di suolo


Il Coordinamento Ambientalista Osservatorio PTCP di Monza e Brianza ha presentato, il 7 ottobre 2024, una serie di contributi e proposte in merito alla variante del Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP). L'iniziativa nasce dall'esigenza di aggiornare un piano che, a distanza di undici anni dalla sua approvazione, appare obsoleto e poco adatto a contrastare il crescente consumo di suolo nella provincia più cementificata d'Italia, secondo il Rapporto ISPRA 2023.

Il Coordinamento, pur condividendo la necessità di un aggiornamento normativo del PTCP, sottolinea l'importanza di sfruttare questa occasione per introdurre tutele più efficaci sulle aree libere. Tra le principali preoccupazioni espresse vi sono le proposte di nuove edificazioni in aree vallive, dove il naturale scorrimento delle acque dovrebbe invece essere favorito per prevenire rischi ambientali. In aggiunta, vi è il rischio di nuovi poli produttivi e centri logistici, la cui realizzazione potrebbe avere pesanti ripercussioni sul traffico, l'inquinamento dell'aria e quello acustico.

Il Coordinamento chiede inoltre maggiore chiarezza sugli Ambiti di Interesse Provinciale (AIP), richiamando l’attenzione sull'assenza di un bilancio ufficiale delle intese approvate. La mancanza di trasparenza su quante intese siano state effettivamente attuate e le modalità di compensazione ambientale rappresentano un ulteriore elemento di criticità.

Un altro punto cruciale riguarda le aree dismesse: il Coordinamento invita a evitare la speculazione fondiaria, richiedendo l'applicazione di standard urbanistici più rigorosi e una maggiore conservazione di suolo libero. A tal fine, propone che la percentuale minima di suolo libero da conservare, attualmente fissata al 51%, venga elevata per garantire una reale tutela del territorio.

Questi contributi rappresentano il primo passo verso un dialogo costruttivo nelle fasi successive del procedimento di variante al PTCP, con l’obiettivo di orientare la pianificazione territoriale verso una maggiore sostenibilità e una riduzione del consumo di suolo.

Scheda illustrativa dei contributi del Coordinamento Ambientalista Osservatorio PTCP


Il PTCP attuale, datato 2013, necessita di un aggiornamento sia normativo che cartografico, in quanto superato dagli azzonamenti e dai PGT (Piani di Governo del Territorio) successivamente approvati.

Linee guida principali

1) Ampliamento degli Ambiti Agricoli Strategici (AAS) e della Rete Verde:

  • Tutte le proposte di ampliamento approvate dai PGT dal 2013 ad oggi devono essere recepite nella Variante.
  • Necessario rafforzare la tutela delle aree libere nella provincia più cementificata d'Italia, secondo il Rapporto ISPRA 2023.

2) Contrasto alle nuove edificazioni:

  • Le proposte che comportano un aumento del consumo di suolo e dei carichi urbanistici non devono essere accolte. Il rispetto del principio di invarianza idraulica è fondamentale.

3) Tutela degli ambiti vallivi:

  • Gli ambiti vallivi, fluviali e non, devono essere protetti per garantire il naturale scorrimento delle acque. La delocalizzazione delle edificazioni esistenti è preferibile rispetto alla creazione di nuovi insediamenti.

4) Censimento e regolamentazione dei poli produttivi e logistici:

  • Censire e valutare attentamente i poli produttivi e logistici esistenti e in progetto, evitando l’uso di suolo libero. Devono essere considerate le ripercussioni sul traffico e l'inquinamento atmosferico e acustico.

5) Ambiti di Interesse Provinciale (AIP):

  • Pubblicare una tabella riepilogativa delle intese approvate e concretizzate, con un aumento della percentuale di suolo libero da conservare fino all'80%, superando il minimo attuale del 51%.

6) Riqualificazione delle aree dismesse:

  • Contrastare la speculazione immobiliare sulle aree dismesse, introducendo standard urbanistici più rigidi per impedire l’abbandono e il degrado.

7) Standard urbanistici per le aree dismesse:

  • Prevedere una quantità minima di standard urbanistici e aree verdi da cedere in loco nelle aree dismesse per evitare premi volumetrici ingiustificati a chi ha lasciato aree in rovina.

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