giovedì 31 ottobre 2024

Audizione in Regione Lombardia: l’allarme delle associazioni ambientaliste sul Piano Cave della Provincia di Como

Estratto della Carta geologica della Provincia di Como relativo alla parte meridionale del territorio

Mercoledì 30 ottobre 2024 durante l’audizione della Commissione "Ambiente, Energia e Clima, Protezione Civile" di Regione Lombardia, Gianni Del Pero, presidente delegato del WWF Lombardia, ha presentato un contributo a nome di diverse associazioni ambientaliste del territorio. Tra queste: il Circolo Ambiente Ilaria Alpi, il Gruppo Naturalistico della Brianza, Legambiente Circolo Angelo Vassallo Como, Coordinamento per la Mobilità Sostenibile – No Canturina Bis (Fridays for Future Como), Legambiente Circolo Laura Scotti Valle Intelvi, Comitato Parco Regionale Groane-Brughiera, WWF Insubria e WWF Lombardia. Il contributo esprime osservazioni e proposte sul Nuovo Piano delle Attività Estrattive di Cava della provincia di Como, con particolare attenzione alla sostenibilità e alla tutela ambientale.

Nel documento, le associazioni sottolineano l'importanza di aggiornare la valutazione dei fabbisogni materiali, tenendo conto delle attuali condizioni di mercato e della crescente crisi nel settore edilizio, accentuata dagli incentivi come il superbonus 110%. Le associazioni rilevano inoltre il ruolo significativo delle attività di recupero e riciclaggio dei materiali edili in provincia, che stanno fornendo materiali di qualità per il comparto edile, riducendo così la dipendenza dalle risorse estratte.

Per garantire un’autosufficienza a livello provinciale, viene evidenziata la necessità di un controllo più rigoroso sui materiali importati dall’estero, in particolare quelli provenienti dalla Svizzera. Le associazioni propongono di introdurre un obbligo di trasmissione dei documenti doganali ai vari enti competenti, al fine di monitorare i flussi transfrontalieri di materiali e ridurre il rischio di un eccessivo approvvigionamento dall’estero.

Il contributo delle associazioni invita a promuovere l’uso di materiali riciclati nei progetti di opere pubbliche, suggerendo l’inserimento negli appalti di specifiche che privilegino gli aggregati riciclati, riducendo il ricorso ai materiali di cava. Tale proposta punta a favorire un'economia circolare e a ottimizzare l’impiego di risorse sostenibili.

I poli estrattivi ATE g4 nord (nel riquadro) e ATE g4 sud

Le associazioni segnalano criticità specifiche per i poli estrattivi situati in aree sensibili, come il sito ATE g4 Colverde Faloppio, in prossimità del Parco Regionale Spina Verde e di una falda acquifera. Le associazioni richiedono che ogni sito estrattivo sia oggetto di una valutazione ambientale accurata e continuativa, che consideri fattori come l’impatto acustico, la qualità dell’aria e la protezione delle falde acquifere, a tutela della biodiversità e della salute pubblica.

Riguardo all’esportazione di inerti verso la Svizzera, le associazioni esprimono la loro netta opposizione, poiché questa pratica contravviene al principio di autosufficienza provinciale. Notano che in Svizzera l'uso di materiali da demolizione è ormai prevalente, permettendo una significativa riduzione della domanda di inerti provenienti da cave. Tale approccio dimostra la possibilità di soddisfare parte delle esigenze edilizie con materiali riciclati, favorendo una gestione delle risorse più sostenibile.

Le associazioni propongono una migliore organizzazione dei controlli, suggerendo un coordinamento tra gli enti locali (comuni, Provincia, ARPA e altri) per monitorare le attività estrattive e di recupero ambientale. Inoltre, chiedono che la Provincia organizzi corsi di formazione specifici per il personale comunale, affinché gli addetti possano svolgere con maggiore efficacia i controlli sul territorio.

Infine, le associazioni raccomandano di collegare l’attività estrattiva al rispetto del piano di recupero ambientale: qualora le attività di recupero non rispettino i cronoprogrammi previsti, dovrebbe essere interrotta l’attività estrattiva. Tale proposta mira a prevenire situazioni di recupero ambientale incompleto, responsabilizzando le imprese a rispettare le prescrizioni concordate.

In chiusura, le associazioni firmatarie hanno ribadito la necessità di un approccio sostenibile per la pianificazione delle attività estrattive, in linea con un’economia circolare e con criteri di salvaguardia ambientale e della salute pubblica.

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