mercoledì 18 giugno 2025

Un territorio, una visione: Comuni e cittadini uniti per il Parco Regionale del Seveso


Si è tenuto il 17 giugno 2025 un incontro istituzionale di grande rilievo tra l’Assessore regionale al Territorio e Sistemi Verdi, Gianluca Comazzi, e una delegazione di Sindaci e Amministratori del Parco Grubria, guidata dal presidente, prof. Arturo Lanzani. Al centro del confronto, la proposta di avviare il processo di trasformazione dell’attuale PLIS Grubria in un Parco Regionale.

L’iniziativa, già formalizzata dall’Assemblea dei Sindaci con un atto d’indirizzo intitolato “Per un Parco Regionale del Seveso, del Villoresi e della Brianza Centrale”, mira a dare maggiore tutela e riconoscimento istituzionale a un territorio oggi fortemente urbanizzato, fragile e soggetto a pressioni antropiche crescenti.

La proposta è sostenuta da circa venti tra Sindaci e Assessori in rappresentanza di undici Comuni, che insieme rappresentano una popolazione di circa 400.000 abitanti nel cuore della Brianza Centrale. L’Assessore Comazzi ha espresso interesse per l’iniziativa, sottolineando l’importanza di una visione condivisa e trasversale da parte delle amministrazioni comunali, indipendentemente dal colore politico. Ha inoltre invitato i Comuni ad approvare quanto prima delibere formali nei rispettivi Consigli comunali, primo passo verso l’istituzione del Parco Regionale.

Il processo promosso dai Comuni si affianca e si intreccia con iniziative dal basso, portate avanti da associazioni, gruppi civici e cittadini. Tra queste, il progetto “Un Parco per il Futuro”, recentemente illustrato pubblicamente e volto a promuovere una visione condivisa e partecipata di valorizzazione ambientale nella Brianza Centrale (link all’iniziativa).


In questa cornice si inserisce anche l’impegno del Laboratorio Parco Valle del Seveso, che sarà ospite sabato 21 giugno 2025, ore 18, alla Festa dell’Unità della Valle del Seveso, a Cesano Maderno. Lì presenterà pubblicamente la propria proposta per un Parco Fluviale della Valle del Seveso e raccoglierà firme a sostegno della relativa petizione popolare. Un primo invito pubblico che il Laboratorio accoglie con entusiasmo, con l’intento di coinvolgere attivamente cittadine e cittadini nella costruzione di un grande Parco Regionale fluviale e territoriale.

Un percorso, quindi, che cresce su due gambe: istituzionale e civica. Una convergenza che dimostra come la tutela del territorio possa diventare una causa condivisa e trasversale, capace di superare divisioni e logiche settoriali.

Meda. Contro la Takahashia e la Popillia: interventi mirati nella Valle dei Mulini

Valle dei Mulini, Meda. Presenza della Takahashia japonica

Nella Valle dei Mulini, a Meda, proseguono i lavori di manutenzione forestale coordinati da un gruppo di realtà attive sul territorio: i Volontari di WWF OA Insubria, la Cooperativa sociale La Brughiera Onlus, il Comitato Parco Regionale delle Groane e della Brughiera, il Circolo XX Settembre, in collaborazione con il Comune di Meda.

Le attività attualmente in corso prevedono cicli di irrigazione per sostenere la crescita degli alberi recentemente piantumati e interventi di disinfestazione volti a contrastare la presenza di parassiti che si nutrono delle foglie, in particolare quelle della vite, che cresce comunque in modo soddisfacente.

Tra le specie più problematiche si segnala la Takahashia japonica, insetto invasivo le cui infestazioni, secondo il parere del WWF, non sarebbero state efficacemente contenute dall’intervento fitosanitario promosso nei mesi scorsi dal Comune di Meda. Per limitare la diffusione degli ovisacchi prodotti dal parassita, si sta procedendo con potature mirate di tipo sanitario.

Valle dei Mulini, Meda. Presenza della Popillia japonica

Un’altra presenza invasiva è quella della Popillia japonica, insetto che si riproduce rapidamente e attacca varie specie vegetali. Anche in questo caso, gli operatori stanno intervenendo con metodi esclusivamente biologici e manuali, nel rispetto dell’equilibrio ecologico dell’area.

L’intervento rientra in un percorso di gestione attiva della valle, frutto della collaborazione tra soggetti diversi, con l’obiettivo di tutelare e migliorare nel tempo le condizioni dell’ambiente locale.

martedì 17 giugno 2025

La "Tangenziale del Silenzio": appunti sull’infrastruttura fantasma tra Meda, Seveso e Seregno (giugno 2025)

Immagine drone 2026-02-19 - tracciato cantiere rotonda, fonte Droni Civici Lombardia

A cura del dott. Renzo L. Valgrana, Istituto per le Memorie Urbane dell’Alta Brianza - Anno 2137

Nel corso della campagna di digitalizzazione degli archivi locali pre-Collasso (ovvero prima della grande smaterializzazione documentale del 2092), tra faldoni dimenticati e server dismessi, è emerso un frammento cartaceo del periodico municipale Città di Meda Notizie, datato giugno 2025. In esso compare un articolo firmato da Luca Santambrogio, all’epoca sindaco della città di Meda, che così si esprimeva: "Stanno proseguendo anche i lavori per la realizzazione della tangenziale sud di Meda, un’infrastruttura che si prevede avrà un impatto positivo sul traffico cittadino. Questa nuova tangenziale, infatti, contribuirà a decongestionare le vie Indipendenza, Piave, Gorizia e Tre Venezie, rendendo la circolazione più fluida e migliorando la qualità della vita dei residenti."

Questa frase, apparentemente neutra e burocratica, ha attratto la nostra attenzione per il tono trionfalistico ma anche per le implicazioni territoriali contenute tra le righe. Da essa, si dirama un intero enigma urbanistico del primo venticinquennio del XXI secolo, noto oggi come "il caso della tangenziale sud e della rotonda dimenticata."

Documento #CMN062025 – Città di Meda Notizie, archivio cartaceo sez. C.

Spinti dalla curiosità, abbiamo tentato di rintracciare ulteriori informazioni sul progetto di tangenziale sud di Meda, spulciando tra ciò che resta degli archivi di Seveso e Seregno. Purtroppo, in nessuna delle collezioni digitali parzialmente recuperate risalenti al periodo 2024–2027, si trovano menzioni ufficiali, piani progettuali, delibere o comunicati connessi alla tangenziale in questione. L’unica eco di quel periodo sembra sopravvivere in alcuni post recuperati dalla piattaforma semi-autonoma “Brianza Centrale”, che ai tempi era un osservatorio civico online, oggi custodito in parte presso la Biblioteca delle Memorie Digitali Minori.

In uno di questi post si legge: "La tangenziale sud di Meda trasferisce altrove i problemi di traffico. Meda non ha fatto nulla per diminuire il traffico ma lo ha semplicemente trasferito altrove e il Sindaco Santambrogio con questa sua dichiarazione ce lo conferma. Nessuna conferma invece sulla rotonda nel parco da eliminare. I lavori di bonifica sembrano finiti e tutto tace. Le delimitazioni di cantiere sono ancora lì e seguono il tracciato originario, quello con la rotonda."

Ritaglio digitalizzato “Brianza Centrale”, archivio civico disperso, ricostruzione parziale AI v3.17

La mancata comunicazione da parte del sindaco di Seregno e l’assenza di qualunque presa di posizione da parte dell’amministrazione sevesina confermano ciò che oggi chiameremmo progetto a responsabilità decentrata, ovvero un'iniziativa frammentata, priva di un coordinamento trasparente e strategico intercomunale.

La rotonda prevista all’interno del Parco del Meredo – che secondo dichiarazioni iniziali sarebbe stata eliminata – compare ancora, mesi dopo, nel tracciato del cantiere, visibile dalle delimitazioni sul terreno. Le immagini satellitari d’epoca (riprese attraverso i droni civici di sorveglianza urbana, successivamente declassificati) mostrano chiaramente la sagoma dell’infrastruttura viaria ancora intatta nel 2026. Eppure, nessun comunicato stampa ne confermò l’eliminazione o la realizzazione definitiva.

Il caso della tangenziale sud di Meda, alla luce delle fonti frammentarie, può essere interpretato oggi come un esempio paradigmatico di urbanistica senza dialogo: un’infrastruttura progettata e iniziata, ma avvolta da un silenzio istituzionale che ne ha ostacolato la piena trasparenza e il coinvolgimento civico.

L’assenza di documenti negli archivi di Seregno e Seveso è tanto più significativa in quanto non silenzio casuale, ma forse una scelta politica di distacco o disinteresse. Il fatto che a Seregno, nel medesimo periodo, l’amministrazione fosse impegnata nella promozione dell’iniziativa “Città Europea dello Sport”, lascia intendere un probabile spostamento di priorità, anche comunicative, a scapito della questione infrastrutturale.

A quasi centodieci anni di distanza, resta l’interrogativo aperto: che fine ha fatto la rotonda? Una domanda che, al di là della topografia, riflette una più ampia riflessione sul rapporto tra cittadini e scelte urbanistiche. E su quanto, nella nostra storia collettiva, le opere pubbliche siano spesso state costruite più per sottrazione che per dialogo.

Fonti:

  • Documento #CMN062025 – Città di Meda Notizie, archivio cartaceo sez. C.
  • Ritaglio digitalizzato “Brianza Centrale”, archivio civico disperso, ricostruzione parziale AI v3.17
  • Immagine drone 2026-02-19 - tracciato cantiere rotonda, fonte Droni Civici Lombardia

lunedì 16 giugno 2025

Un parco per il futuro: il progetto del Parco Regionale Fluviale e Territoriale del Seveso


L’11 giugno 2025 a Meda si è tenuta un’importante serata dedicata al progetto del Parco Regionale Fluviale e Territoriale del Seveso, organizzata da Legambiente Seveso in collaborazione con diverse realtà ambientaliste del territorio e con il patrocinio dell’amministrazione comunale medese. Un evento che ha saputo mettere in luce la forza e la visione positiva di un'iniziativa che parla di tutela ambientale, rigenerazione territoriale, memoria e cittadinanza attiva.

Il progetto del Parco Fluviale, sostenuto da gruppi come Amici del Parco Nord, Legambiente Seveso, Sinistra e Ambiente-Impulsi di Meda e Seveso Futura, si pone obiettivi concreti e lungimiranti: migliorare la qualità delle acque del Seveso, valorizzare e ampliare le aree naturalistiche residue, e promuovere una nuova cultura del territorio. Un tassello chiave è rappresentato dall’integrazione del Bosco delle Querce – luogo simbolico legato al disastro della diossina del 1976 – con il PLIS GruBrìa, creando così un’unità ambientale omogenea e coerente.

Le voci ascoltate a Meda – Arturo Calaminici (Amici Parco Nord), Federica Gorini (Vicepresidente Parco GruBrìa), Gemma Beretta (Legambiente Seveso), Alberto Colombo (Sinistra e Ambiente) e Salvatore Scebba (Amici Parco Nord) – hanno delineato con precisione una visione realistica e ambiziosa: un parco che nasce dal basso, animato da cittadini e associazioni che da anni si battono per dare un futuro diverso e sostenibile alla Valle del Seveso. La configurazione proposta non è arbitraria ma fondata su dati ambientali, esigenze ecologiche e opportunità di rigenerazione che convergono nella logica di un corridoio verde ampio, connesso e funzionale, in grado di ricucire territori e comunità.

Il Parco Regionale Fluviale e Territoriale del Seveso non è un’astrazione: è già in cammino, supportato da petizioni, percorsi istituzionali avviati, e l’impegno attivo di chi ama davvero il proprio territorio. In questo senso, la partecipazione dell’amministrazione medese e la crescente attenzione di altri enti locali e regionali testimoniano la validità di un progetto che non cancella, ma anzi rafforza, la memoria e la specificità dei luoghi.

Una visione da rilanciare, non da temere

Mentre a Meda si costruisce, si dialoga e si progetta il futuro, l’amministrazione sevesina guidata dalla Sindaca Alessia Borroni ha scelto di sfilarsi dal percorso con una nota diffusa proprio in concomitanza con l’incontro dell’11 giugno. Una scelta non solo tempisticamente infelice, ma anche politicamente miope. La nota parla di una presunta “svendita del territorio”, alimentando paure e confusione con cifre infondate e richiami propagandistici al 50° anniversario del disastro dell’ICMESA.

Si tratta di un approccio che ignora i contenuti della proposta e le sue garanzie: il Bosco delle Querce non perderebbe né fondi né autonomia, ma verrebbe potenziato nella sua funzione ecologica e memoriale. L’idea che l’accorpamento con GruBrìa rappresenti una minaccia è una mistificazione, ben lontana dalla realtà illustrata da anni di lavoro congiunto tra amministrazioni, associazioni e tecnici.

Borroni e la sua maggioranza – espressione di un centrodestra che sembra difendere confini amministrativi anziché comunità e ambiente – si pongono in aperto contrasto con una parte significativa del territorio e della cittadinanza attiva. Ignorano l’opportunità storica di trasformare Seveso in protagonista di una rete ecologica regionale, preferendo lo scontro frontale e la narrazione della paura.

Il Parco Regionale Fluviale e Territoriale del Seveso rappresenta una delle più concrete risposte alle sfide ambientali e urbanistiche della Brianza nord-occidentale. È una visione costruita con passione, competenza e partecipazione, in grado di tenere insieme ambiente, memoria, qualità della vita e sviluppo sostenibile.

Sostenere il Parco Fluviale del Seveso significa credere in un futuro condiviso, in una rete ecologica resiliente, in un territorio che sa riconoscere la propria storia e costruire nuove possibilità. Ed è proprio su questa strada che i cittadini, le associazioni e le amministrazioni più illuminate stanno già camminando.

domenica 15 giugno 2025

Valle dei Mulini a Meda: interviene il WWF Lombardia

Una delle aree recentemente piantumate

Gianni Del Pero, Presidente Delegato WWF Lombardia, con il sostegno del Comitato Scientifico WWF Lombardia e del Presidente di WWF Insubria ci ha inviato una comunicazione – dal titolo piuttosto deciso: “In difesa dell'Ambiente Naturale e nel rispetto del Lavoro delle decine di Volontari: No alla disinformazione e al Neonegazionismo!” – fa riferimento ad alcuni commenti apparsi sotto un post pubblicato sul nostro blog lo scorso 7 giugno.

Il riferimento, per chi volesse contestualizzare, è ai commenti anonimi o pseudonimi pubblicati sotto questo post: Proseguono le attività di "Fare Ambiente" del WWF Insubria

Pensavamo che la questione fosse stata chiarita. Tuttavia, la lettera del WWF dimostra che, almeno da parte loro, la vicenda resta aperta.
Riportiamo integralmente il testo ricevuto, che è accompagnato dalla foto della pagina 104 del volume "Dorsale Verde Nord" (2009), dove viene descritta la “Connessione Ecologica della Valle dei Mulini a Meda”, uno dei primi progetti strutturati in quell’area.

Testo integrale della lettera WWF Lombardia


Con interventi anonimi, usando pseudonimi "Gruppo di..." e "Medese", ma mostrando gravissimi problemi di memoria o peggio con finalità contrarie alla tutela dell'Ambiente Naturale, su Medinforma e sul Blog Brianza Centrale si tenta l'ennesimo assalto alla Valle dei Mulini e al lavoro di progettazione e realizzazione di decine di aree verdi nel nostro territorio. Come WWF non possiamo accettare disinformazione e neonegazionismo!

E' infatti grazie al lavoro di decine di volontari, alla collaborazione di tutte le Associazioni Ambientaliste di Meda (citiamo le più attive: Cooperativa sociale La Brughiera Onlus, Comitato Parco Regionale Groane - Brughiera, WWF OA Insubria ODV, Circolo XX Settembre) con il contributo economico del Comune di Meda, di BrianzAcque e di due aziende del territorio, che sono stati piantumati in questi anni quasi 10000 Alberi che sono patrimonio di tutti, anche di chi ne nega l'esistenza. Chiunque può percorrere Via Seveso (sì, proprio quella Via Seveso devastata da un'amministrazione comunale che avrebbe dovuto essere più sensibile ai temi ambientali), Via degli Angeli Custodi (lato Scuole /Mulino ma anche lato "Lazzaretto"), Via Giovanni XXIII, Via della Vigna (che esiste così come Via Molino), Via Canturina e Via Manzoni fino in Via Pescarenico e Via Santa Maria e verificare che il progetto di compensazione ambientale che Pedemontana avrebbe dovuto realizzare nei decenni scorsi è stato in gran parte realizzato. E anche il sentiero ciclo-campestre della Vigna e del Vecchio Mulino, elemento di connessione tra il Bosco delle Querce di Seveso e Meda e il Parco Delle Groane e della #Brughiera, è stato riaperto grazie al lavoro dei Volontari. Regaleremo a chiunque sia interessato, il Volume "Dorsale Verde Nord", edito nel 2009, che a pag. 90-91-92 e 104 riporta la prima scheda progettuale della "Connessione Ecologica della Valle dei Mulini a Meda" di Paolo Conte e Gianni Del Pero. 

Nell'immagine: pag. 104 del volume “Dorsale Verde Nord”, 03/2009

In quel testo storico i contributi di molti Amici dell'Ambiente e del WWF tra i quali Andrea Longo (WWF Bosco di Vanzago), Gianni Casiraghi, Paolo Pirola, Fabio Lopez, Iolanda Negri, Salvatore Colombo, Daniele Santambrogio, Silvia Baldo, Luca Frezzini, Gianni Del Pero (WWF Groane), Zeno Celotto (allora WWF Groane), Francesco Nicolodi, Fabio Cologni (WWF Trezzo), Neil Citterio (allora WWF Vimercatese), Marco Monguzzi, Nicolò Mapelli.
Il neonegazionismo è inaccettabile e la disinformazione non paga.
Gli Alberi e i Parchi ci sono, impossibile negarlo, Meda e la Brianza tutta ringraziano.

Gianni Del Pero - Presidente Delegato WWF Lombardia
Il Comitato Scientifico WWF Lombardia
    Claudio Clemente
    Giovanni Gottardi
    Riccardo Mancioli
    Fabrizio Merati
    Alessandro Tolomeo
Maurizio Borghi
- Presidente di WWF Insubria


Osservazioni: una vicenda che merita attenzione e confronto

Pur riconoscendo il grande impegno di volontari e associazioni nel corso degli anni, ritieniamo utile offrire ai nostri lettori anche alcuni spunti di riflessione, utili per alimentare un dibattito trasparente e civile:
  • Toni forti e linguaggio polemico: termini come “neonegazionismo” o “assalto alla Valle dei Mulini” risultano eccessivi rispetto alla natura dei commenti apparsi, che – pur critici – ponevano dubbi e non negazioni. Il confronto sull’ambiente dovrebbe restare su toni più misurati.
  • La documentazione e il riferimento a vie e toponimi locali (es. Via della Vigna, Via Molino) vengono usati per dimostrare la realizzazione del progetto. Tuttavia, la presenza di alberi o nomi di vie non è sempre sufficiente, da sola, a dimostrare "che il progetto di compensazione ambientale che Pedemontana avrebbe dovuto realizzare nei decenni scorsi è stato in gran parte realizzato".
Il progetto locale 15 (PL15) di Pedemontana, 02/2009


Per chi volesse approfondire uno dei nodi più discussi – il PL15 – segnaliamo una scheda informativa pubblicata su: http://www.alternativaverde.it/rete/meda/medapl15.html

Il blog Brianza Centrale, nel rispetto di tutte le parti coinvolte, continuerà a pubblicare documenti, osservazioni e testimonianze che possano aiutare i cittadini a farsi un'opinione consapevole, evitando semplificazioni e inutili polemiche.

 

Aggiornamento 16/06/2025

Abbiamo ricevuto da Gianni Del Pero, Presidente Delegato del WWF Lombardia, una risposta al sottostante commento di Roberto (leggi qui), corredata da alcune mappe che volentieri condividiamo. Le immagini mostrano gli interventi di riqualificazione ambientale effettuati negli ultimi anni nell’area oggetto del discusso progetto di compensazione ambientale PL15.

Del Pero segnala che, oltre agli interventi visibili sulle mappe, sono stati ripristinati anche percorsi ciclopedonali e aree non facilmente rappresentabili (come il frutteto o i tracciati campestri). Inoltre, sottolinea l’esistenza di una convenzione firmata con il Comune di Meda, che include i mappali pubblici interessati dal progetto.

A questo proposito, ricordiamo che sul blog erano già stati pubblicati in passato articoli e mappe relative al PL15 e agli interventi previsti e realizzati, come nel post di ottobre 2024:

👉 WWF Insubria: aggiornamento sui progetti nella Valle dei Mulini

Condividiamo di seguito le nuove mappe ricevute, che aiutano a inquadrare meglio lo stato attuale del progetto.

In rosso vivo gli interventi completati nel 2025, in blu l'area riqualificata del "Lazzaretto". Non rappresentabili il frutteto e i percorsi campestri e ciclocampestri.

In rosso il Sentiero  ciclocampestre della Vigna e del Vecchio Mulino ripristinato e collegato a percorsi protetti all'interno delle Scuole Diaz  e alla ciclabile dell'area Brianzacque in progetto. 

L'elemento principale della campestre lungo circa 500 metri.

Per chi volesse approfondire ulteriormente, è disponibile anche il link a un articolo pubblicato su Medinforma nel settembre 2023 (cliccare qui).
 
da Medinforma, settembre 2023

sabato 14 giugno 2025

Lissone e Macherio, Pedemontana sfiora scuole e case: chiesto il monitoraggio dell’aria


Il Comitato per la Difesa del Territorio di Lissone ha lanciato un forte appello alle amministrazioni locali di Lissone e Macherio per garantire un costante monitoraggio della qualità dell’aria nelle aree adiacenti ai cantieri della Pedemontana. L’iniziativa nasce dalla crescente preoccupazione per i rischi ambientali e sanitari connessi all’impatto dei lavori infrastrutturali in corso, che interessano zone densamente abitate e frequentate da minori e cittadini fragili.

Secondo quanto denunciato nel comunicato diffuso dal Comitato, la situazione tra Lissone e Macherio appare particolarmente allarmante: i cantieri si trovano a ridosso della scuola primaria “Rodari”, del cimitero di Bareggia, dell’oratorio di Santa Margherita e di quello di Bareggia. A queste criticità si aggiunge l’imminente incremento del traffico pesante e il massiccio movimento terra previsto per i prossimi mesi, con una durata stimata ufficialmente in 1.000 giorni ma che potrebbe protrarsi ben oltre.

Il Comitato si è rivolto formalmente ai sindaci Laura Borella (Lissone) e Franco Redaelli (Macherio), chiedendo loro di attivarsi come autorità responsabili della salute pubblica e della tutela ambientale. In particolare, le richieste avanzate sono chiare e concrete:

  • Verifica della presenza di centraline ARPA per il monitoraggio della qualità dell’aria nelle aree interessate dai cantieri;
  • Diffusione mensile dei dati rilevati, in un’ottica di trasparenza e accessibilità per tutta la cittadinanza;
  • Installazione urgente di nuove centraline presso la scuola Rodari (Macherio) e in via Santa Margherita (Lissone), qualora non siano presenti monitoraggi attivi;
  • Chiarezza sulle eventuali prescrizioni ambientali già a carico di Pedemontana e obbligo di rendere pubblici i relativi dati.

L’azione civica è sostenuta da realtà del territorio come Vivi Lissone, Il Listone e Partito Democratico Lissone, oltre che da singoli attivisti come Luca De Vincentis. L’iniziativa è già stata formalizzata al Comune di Lissone e si estenderà nei prossimi giorni anche a Macherio.

Il messaggio del Comitato è netto: “La qualità dell’aria che respiriamo è parte imprescindibile del nostro benessere”. In un contesto urbano già stressato da traffico, inquinamento e cementificazione, la mancata vigilanza sulla salute pubblica sarebbe, secondo i promotori dell’iniziativa, non solo grave ma eticamente inaccettabile. Un silenzio istituzionale su questi temi equivarrebbe a una complicità nei confronti di un danno ambientale che può segnare a lungo la qualità della vita delle comunità locali.

Fiaccolata per Gaza: da Desio a Seregno, una marcia silenziosa per la pace


Una sera d’estate illuminata da cento e cento fiaccole. Una camminata lenta, silenziosa, determinata. Una preghiera collettiva che attraversa l’asfalto della Brianza, che unisce due città – Desio e Seregno – e ne fa una sola, stretta da un dolore che è universale: quello del popolo palestinese, sotto le bombe, sotto l’assedio, sotto il fuoco.


Hanno cominciato in settanta, forse ottanta, in Piazza Conciliazione a Desio. Poi altri si sono uniti lungo il percorso, a piccoli gruppi, fino a diventare trecento, forse quattrocento. Una marcia silenziosa ma visibile, scortata con compostezza dalla Polizia Locale, che ha accompagnato i manifestanti fino a Piazza Concordia, cuore simbolico di Seregno.


Non è solo un tragitto urbano, ma un simbolo: conciliazione e concordia sono due parole che, insieme, tracciano una strada. Una direzione ideale e necessaria in un tempo in cui la guerra sembra avere l’ultima parola. Partire dalla conciliazione e arrivare alla concordia: è questo il cammino che la fiaccolata ha voluto evocare, rendendo i nomi delle piazze un messaggio, una speranza, un auspicio per l’intera umanità.


Nessun urlo, nessuno slogan gridato: solo fiaccole, bandiere della Pace e della Palestina, striscioni che urlavano silenziosamente “STOP GENOCIDIO”, “STOP BOMBING”. Un’iniziativa nata per chiedere l’immediato cessate il fuoco a Gaza, ma che si è caricata di significati ancora più forti dopo l’apertura del nuovo, pericolosissimo fronte tra Israele e Iran.


Un’escalation che – come ha ammonito l’ANPI nazionale – rischia di trasformarsi in un effetto domino incontrollabile. “Serve un appello alla moderazione – ha dichiarato Gianfranco Pagliarulo, presidente ANPI – Israele deve cessare immediatamente l’attacco all’Iran”. Parole gravi, accorate, che trovano eco nelle motivazioni profonde della fiaccolata: il desiderio concreto di fermare una guerra che sta già facendo strage di civili, e che potrebbe travolgere l’intero Medio Oriente e oltre.


Le luci della fiaccolata – come scrive Desio Città Aperta – hanno voluto “illuminare la notte dell’umanità”. Un’immagine potente che ha preso forma concreta in Piazza Concordia, dove, all’arrivo a Seregno, i manifestanti hanno deposto a terra una grande bandiera della Palestina, accompagnata da poesie lette ad alta voce. Erano testi scelti con cura: le parole di Ni’ Hassan, di Heba Abu Nada (poetessa uccisa nell’ottobre 2023 a Khan Yunis), di Refaat Alarer, anch’egli assassinato dai raid israeliani. Versi diventati grido e resistenza, testimonianza e ferita. Il titolo della serata era chiaro: “Il loro grido è la mia voce”.


Tanti dei presenti erano volontari del sociale, persone abituate a stare al fianco degli ultimi. Cittadini che si sono mobilitati perché sentono che la pace non può essere delegata ai vertici delle diplomazie, ma costruita ogni giorno, con gesti, parole, presenze. Lo hanno fatto ieri sera, con le fiaccole in mano. Lo faranno di nuovo domani, 15 giugno, quando diversi di loro raggiungeranno Marzabotto per partecipare alla grande marcia nazionale ANPI “Save Gaza”, da Marzabotto a Monte Sole. Un luogo che, come ha ricordato Pagliarulo, evoca l’orrore del massacro del 1944: “Una comunità del dolore, come sta avvenendo a Gaza, tanti anni dopo”.


Non è una fiaccolata come le altre, quella di ieri. È stata una veglia laica e collettiva, una dichiarazione d’esistenza, una supplica: “FREE PALESTINE”, hanno gridato alla fine, con voce rotta. Con dignità, con speranza. Con l’ostinazione di chi crede ancora che la pace sia possibile. E necessaria. Con un sogno nel cuore: che la strada dalla conciliazione alla concordia non resti solo simbolica, ma diventi realtà.

 


Foto tratte dalla chat dell'ANPI Seregno, che ringraziamo.

venerdì 13 giugno 2025

Mobilitazione al Parco dei Pompieri di Lissone: "Basta Pedemontana, basta cemento"


Prosegue la mobilitazione civica a Lissone per fermare il consumo di suolo e contrastare la realizzazione della Pedemontana Lombarda. Ieri, giovedì 9 giugno, dalle 17:30 alle 19:30, il Parco dei Pompieri ha ospitato un appuntamento promosso dal Comitato locale impegnato nella tutela del territorio.

Al centro dell’incontro, la petizione “Basta Cemento a Lissone”, che chiede l’introduzione della clausola “zero consumo di suolo” nel prossimo PGT (Piano di Governo del Territorio) comunale. Un gesto concreto per preservare il verde urbano e fermare nuove colate di cemento che rischiano di cancellare le ultime aree libere della città.


Durante l’evento è stato anche possibile tesserarsi al Comitato e ritirare la maglietta #nopedemontana, simbolo della campagna contro l’autostrada Pedemontana, ritenuta incompatibile con uno sviluppo sostenibile della Brianza.

Non è mancato un momento di cura concreta del territorio: i presenti hanno raccolto i piccoli rifiuti presenti lungo la recinzione del parco, in un’attività di pulizia simbolica ma significativa. “Non è una grande operazione – hanno spiegato gli organizzatori – ma serve a ribadire che ci prendiamo cura della nostra città, anche nei gesti più semplici. Se non fosse ancora chiaro, a noi Lissone sta a cuore”.

L’iniziativa ha rappresentato anche un’occasione per informare i cittadini sulle prossime azioni in programma contro il consumo di suolo e contro la Pedemontana, e ha ribadito la volontà di costruire un’alternativa dal basso, fondata sulla partecipazione e sull’amore per il territorio.

Una Lissone più verde e più giusta passa anche da qui: dalla voce dei suoi cittadini.

Alla scoperta della Brughiera al chiaro di luna: torna la “Meda Notturna e i suoi Animali”


Torna anche quest’anno una delle iniziative naturalistiche più attese del nostro territorio: “Meda Notturna e i suoi Animali”, un’escursione serale alla scoperta della fauna notturna della Brughiera. L’evento si svolgerà venerdì 20 giugno 2025, dalle 21:00 alle 23:30, nel cuore del Parco delle Groane.

Organizzata da WWF Lombardia, LIPU, Pro Loco PRO MEDA e Comitato Parco Groane Brughiera, con il patrocinio del Comune di Meda e del Parco delle Groane, e in collaborazione con il Servizio Volontario Vigilanza Ecologica GEV Lombardia, questa iniziativa si conferma un appuntamento per chi ama la natura e desidera viverla in modo consapevole.

Durante l’escursione, guidata da un esperto ornitologo della LIPU, i partecipanti avranno l’occasione di immergersi nei suoni del bosco notturno e osservare da vicino gli uccelli e altri animali che popolano la Brughiera nelle ore serali. Un’esperienza sensoriale e formativa pensata per adulti e famiglie, adatta a tutti e senza necessità di attrezzature particolari.

La prenotazione è obbligatoria e sarà attiva da lunedì 16 giugno 2025 al link:

👉 https://bit.ly/meda-notturna-2025


Attenzione: i posti sono limitati a 50 partecipanti e si esauriscono molto rapidamente. Per garantire il rispetto della fauna locale e la tutela dell’ecosistema, gli organizzatori hanno scelto di contenere il numero di iscritti. Si raccomanda inoltre, in caso di impossibilità a partecipare, di annullare la propria prenotazione rispondendo alla mail di conferma.

Dettagli principali dell’escursione:

  • ⏰ Ritrovo alle ore 21:00 a Meda (il luogo esatto sarà comunicato agli iscritti)
  • 🥾 Escursione di livello base, aperta a tutti
  • 👟 Si consiglia abbigliamento discreto e calzature comode per camminare su sentieri

“Proporre ogni anno questa esperienza – affermano gli organizzatori – è per noi una scelta educativa e ambientale: un modo per sensibilizzare i cittadini alla bellezza e alla fragilità del nostro patrimonio naturale”.

giovedì 12 giugno 2025

Un auditorium pieno contro le mafie: la voce di Nando Dalla Chiesa arriva a Tavernerio


L'auditorium di Tavernerio era gremito, con circa 200 persone, ieri sera all'incontro di presentazione in anteprima del nuovo libro "Mafia ed economia - il rischio criminale in Lombardia", col professor Nando Dalla Chiesa.

In apertura della serata Roberto Fumagalli - presidente del Circolo Ambiente "Ilaria Alpi", che ha coordinato l'evento - ha ricordato gli obiettivi della Rassegna antimafia "4 colpi alla 'ndrangheta", organizzata dal Circolo in collaborazione con i Comuni di Tavernerio, Eupilio, Castelmarte e Ponte Lambro e con la Cgil di Como.
La parola è poi passata a Lorenzo Frigerio - referente di Libera Lombardia - che ha moderato l'incontro.


Andrea Carnì - dottore di ricerca in studi sulla criminalità organizzata - ha illustrato i temi trattati nel nuovo libro, scritto col prof. Dalla Chiesa, che riprende i contenuti del rapporto condotto dal Cross dell'Università degli Studi di Milano, in collaborazione con Cgil Lombardia. L'indagine attesta un forte radicamento delle mafie, e in particolare della 'ndrangheta, nella nostra regione; oltretutto il rapporto e il libro dedicano un focus specifico alla provincia di Como, che risulta essere uno dei territori più infiltrati nel Nord Italia da parte della 'ndrangheta. Sono molteplici gli elementi che hanno fatto sì che, nel rapporto Cross, la provincia di Como - per la prima volta - abbia raggiunto il punteggio più elevato per la presenza e pervasività della criminalità mafiosa.
La parola è quindi passata al PM Pasquale Addesso - oggi alla Direzione Antimafia di Milano ma sino a poco tempo fa in carico alla Procura di Como - che ha ricordato le dinamiche emerse dalle inchieste giudiziarie condotte dalla Magistratura sulla presenza mafiosa in Lombardia. Il magistrato ha fatto anche alcuni esempi, come nel caso dell'azienda comasca Spumador, in cui nel corso degli anni la 'ndrangheta di fatto è riuscita a monopolizzare il settore della logistica con tipiche dinamiche mafiose.


In conclusione il professor Nando Dalla Chiesa ha fatto una precisa ed efficace analisi dell'evoluzione della presenza mafiosa nella nostra regione, ricordando come storicamente le mafie, e in particolare la 'ndrangheta, non siano passate 'dalla lupara ai reati dei colletti bianchi', ma abbiano ampliato strategicamente i propri affari illeciti, partiti dai sequestri di persona e dai traffici di droga, fino alla controllo dell'economia legale. Questo atteggiamento non attesta un cambiamento delle modalità di azione delle mafie, casomai un 'posizionamento' su quei settori che garantiscono maggiori possibilità di riciclare gli ingenti quantitativi di denaro gestiti appunto dalla criminalità organizzata. E questo avviene quasi sempre non in contrapposizione all'imprenditoria locale ma in collusione con la stessa, considerato che sempre più spesso sono gli imprenditori ad aprire le porte ai mafiosi per ottenere servizi più redditizi rispetto a quanto garantito dal mercato legale.

Una serata quindi che è servita per capire con maggior precisione come le mafie si siano radicate nel nostro territorio. Con l'obiettivo, come ribadito dal Circolo Ambiente "Ilaria Alpi", di conoscere il fenomeno mafioso per poi cercare di combatterlo dal basso. Non a caso le domande finali poste dal pubblico ai relatori erano proprio indirizzate a capire come il normale cittadino possa percepire e quindi opporsi alla presenza della criminalità organizzata. Questo ovviamente oltre alla lodevole azione della Magistratura e delle Forze dell'ordine impegnate quotidianamente a combattere le mafie.

Dare un nome ai luoghi, far parlare le mappe: Seregno, la toponomastica da rivedere e un bando PNRR per intervenire

Targa stradale con la doppia denominazione: Viale Piave e Piazzale Santuario

Negli ultimi anni, su questo blog abbiamo più volte acceso i riflettori su problemi e incongruenze nella toponomastica locale, con particolare attenzione al caso di Seregno. Le nostre analisi hanno evidenziato:

  • Errori nella denominazione ufficiale di alcune vie;
  • Presenze di doppioni o nomi troppo simili;
  • Intitolazioni poco trasparenti o scarsamente documentate.

Tutte questioni che si riflettono concretamente su indirizzi, servizi di emergenza, recapiti postali, sistemi GIS comunali e perfino sulla memoria collettiva.

Un esempio emblematico è il caso del quartiere Sant’Ambrogio, dove la denominazione di alcune vie risulta ancora oggi confusa o non allineata con l’uso comune e con le indicazioni ufficiali. Altri post hanno messo in luce scelte discutibili nelle intitolazioni più recenti, spesso non accompagnate da un vero coinvolgimento della cittadinanza.

Ora però si apre un'opportunità concreta: è stato pubblicato un nuovo bando PNRR (Misura 1.3.1) rivolto ai Comuni per:

  • Riordinare e verificare l’elenco ufficiale delle strade e dei numeri civici;
  • Georeferenziare correttamente ogni elemento toponomastico;
  • Aggiornare l’ANNCSU, l’Archivio Nazionale dei Numeri Civici e delle Strade Urbane.

Il bando, promosso dal Dipartimento per la Trasformazione Digitale attraverso la piattaforma PA Digitale 2026, mette a disposizione 56 milioni di euro per i Comuni italiani. Le domande possono essere presentate fino al 15 settembre 2025, salvo esaurimento fondi.

Alla luce dei problemi già discussi nel nostro blog, Seregno potrebbe trarre grande beneficio da questo finanziamento:

  • È un’occasione per mettere ordine nel sistema odonomastico locale;
  • Permetterebbe di aggiornare strumenti come cartografie, portali informativi, mappe turistiche e sistemi digitali comunali;
  • Rappresenterebbe un passo importante verso una gestione più trasparente, precisa e partecipata della toponomastica;
  • Infine, valorizzerebbe anche il lavoro di chi, come noi e altri cittadini attenti, ha già svolto un’opera di documentazione e critica.

Invitiamo l’amministrazione comunale di Seregno a cogliere questa opportunità non solo come adempimento tecnico, ma come percorso da condividere con la comunità:

  • Avviando un censimento partecipato dei nomi di vie e civici;
  • Valutando, con l’aiuto di esperti e storici locali, eventuali correzioni o ridenominazioni;
  • Raccogliendo memorie e testimonianze su nomi tradizionali o significativi.

Il riordino toponomastico non è solo una questione di mappe o numeri civici: riguarda l’identità dei luoghi, la storia dei territori e la funzionalità della vita quotidiana. Grazie al PNRR, oggi c’è una possibilità concreta per trasformare criticità in valore pubblico.

Noi di Brianza Centrale continueremo a seguire da vicino il tema. Intanto, ci auguriamo che il Comune di Seregno – e con esso altri Comuni brianzoli – scelgano di partecipare attivamente a questo percorso di riordino e innovazione.

Farfalle e falene sotto osservazione: giornata di studio alla Fontana del Guercio

Fonte immagini: Parco delle Groane e della Brughiera Briantea

Domenica 1° giugno 2025, la Riserva Naturale Fontana del Guercio, situata a Carugo in provincia di Como, è stata teatro di una giornata di studio sul campo dedicata ai lepidotteri. L’iniziativa ha visto la partecipazione delle Guardie Ecologiche Volontarie (GEV) del Parco delle Groane e della Brughiera Briantea, impegnate nell’uscita conclusiva del corso di formazione promosso dall’Università di Torino.


Durante la giornata, i volontari hanno potuto applicare concretamente le conoscenze acquisite durante il percorso formativo, approfondendo lo studio di farfalle e falene, specie che rappresentano importanti indicatori della salute degli ecosistemi naturali. Guidati da esperti e ricercatori, i partecipanti hanno effettuato rilievi e osservazioni sul campo, contribuendo al monitoraggio scientifico di uno degli ambienti più preziosi e delicati del Parco.


L’iniziativa ha evidenziato il valore della collaborazione tra istituzioni accademiche e cittadinanza attiva nella tutela della biodiversità. Grazie a questo aggiornamento specialistico, le GEV rafforzano il proprio ruolo sul territorio come sentinelle dell’ambiente, sempre più competenti e consapevoli dell’importanza della conservazione della natura.




martedì 10 giugno 2025

La Brianza si mobilita per dire No alla Pedemontana, né qui né altrove, né ora né mai

La mobilitazione contro l'Autostrada Pedemontana Lombarda non si ferma. In tutta la Brianza, si moltiplicano le iniziative pacifiche di protesta da parte di comitati, attivisti ambientali e cittadini che si oppongono a un’infrastruttura ritenuta insostenibile da ogni punto di vista: ambientale, sociale, sanitario ed economico.


A Monza, il gruppo Fridays for Future ha lanciato un appello forte e chiaro: venerdì 12 luglio 2025, alle 16:30, si terrà un corteo ad Arcore, con partenza dalla Stazione FS. L’iniziativa mira a riunire tutte le persone consapevoli che un’autostrada non rappresenta un futuro possibile per il territorio brianzolo. “Abbattere alberi, cementificare, devastare le colline” – si legge nel comunicato – “sono atti ecocidi che aggravano la crisi climatica, aumentano i rischi idrogeologici e danneggiano la salute di ogni essere vivente”. Fridays for Future Monza invita quindi a dire un chiaro NO alla Pedemontana Lombarda, sottolineando che esistono alternative sostenibili per migliorare la qualità della vita senza compromettere gli ecosistemi.


Parallelamente, il Coordinamento NO Pedemontana ha annunciato un’altra importante iniziativa per sabato 14 giugno, con ritrovo alle 14:30 in via dei Mille, Parco Liate a Cesano Maderno. Il percorso condurrà fino a Meda, al Parco Beretta Molla, costeggiando i cantieri dove la bonifica dei terreni contaminati dalla diossina – secondo gli attivisti – è stata ignorata o condotta senza trasparenza. L’appuntamento non sarà un corteo organizzato, né una marcia solenne: “Chi c’è c’è, ma più siamo meglio è”, affermano i promotori. L’obiettivo è ribadire la denuncia di una situazione che persiste da oltre un anno, con l’aggravante dell’imminente distruzione di parte del Bosco delle Querce, area simbolica nata proprio per mitigare il disastro ambientale dell’ICMESA di Seveso.

Le due iniziative rappresentano tasselli di una mobilitazione ampia e trasversale, che cresce settimana dopo settimana. Dalle città ai piccoli comuni, dai giovani ai comitati storici, si alzano voci critiche contro un’opera considerata non necessaria, dannosa e figlia di una visione del territorio ormai superata. La Brianza si oppone così in modo fermo ma pacifico, invocando un futuro in cui la cura del territorio e della salute collettiva venga prima di ogni logica infrastrutturale distruttiva.

Meda discute la nuova Variante al PGT. Le proposte di Sinistra e Ambiente, PD e Medaperta: “Più attenzione al verde, no a volumetrie eccessive”

Variante PGT Meda. Tavola degli Ambiti di Rigenerazione

A Meda, l'Amministrazione comunale guidata dal sindaco Santambrogio ha avviato il percorso di revisione del Piano di Governo del Territorio (PGT) attraverso una Variante che incide su elementi centrali della pianificazione urbanistica. A seguito della Conferenza di Valutazione Ambientale Strategica (VAS), tenutasi lo scorso 26 maggio, è stato aperto il periodo per la presentazione di suggerimenti e proposte da parte di cittadini, associazioni e gruppi politici.

Tra i soggetti intervenuti, anche le liste Sinistra e Ambiente-Impulsi, Partito Democratico e Medaperta, che il 3 giugno hanno protocollato le loro osservazioni. Le proposte, al momento di carattere generale, riguardano alcuni nodi critici emersi già durante la fase di confronto pubblico e mirano a orientare in modo più sostenibile e coerente lo sviluppo della città.

La Variante al PGT punta in particolare sulla Rigenerazione Urbana, articolandosi su quattro livelli di intervento:

  • Livello 1, riferito agli ambiti nel nucleo di antica formazione, per i quali la disciplina attuativa è affidata al Piano delle Regole.
  • Livello 2, che comprende gli Ambiti di Rigenerazione Territoriale e Urbana (ART e ARU), con disposizioni dettagliate contenute nelle relative schede tecniche. Tra questi spiccano l’ART1, che unisce le ex fornaci di via Santa Maria con lo stadio comunale di via Busnelli, e l’ART2 in via Conciliazione, area limitrofa agli Orti Condivisi.
  • Livello 3, dedicato ai Comparti di Rigenerazione Urbana (CRU), da individuare nel Piano delle Regole, e in parte coincidenti con gli ambiti di trasformazione del precedente PGT non ancora attuati.
  • Livello 4, che permette la rigenerazione di aree e immobili anche non precedentemente individuati, su iniziativa dei proprietari privati e nel rispetto delle normative del Piano delle Regole.

Le forze di opposizione pongono l’attenzione sull’importanza di definire in modo chiaro e restrittivo le Norme Tecniche di Attuazione, al fine di evitare trasformazioni eccessive del tessuto urbano, soprattutto in aree delicate come il centro storico. Il timore è che, sotto la spinta della rigenerazione, si arrivi ad autorizzare abbattimenti impropri e aumenti volumetrici sproporzionati.


Un altro tema rilevante è il Masterplan strategico paesaggistico-ambientale, incluso nella documentazione VAS, che individua un sistema di interventi basati su “4 fiumi verdi e una soglia blu”: quattro assi di rinverdimento e riqualificazione urbana che confluiscono nel torrente Tarò/Certesa. Questo schema progettuale è pensato per orientare la pianificazione e candidarsi a finanziamenti pubblici.

Su questi progetti, Sinistra e Ambiente-Impulsi, PD e Medaperta propongono l’impiego di parte dei fondi derivanti dalla Prescrizione 51 del CIPESS di Pedemontana per interventi ambientali strategici, incluso l’acquisto di aree da destinare al patrimonio pubblico. Si attende ancora una risposta ufficiale dell’amministrazione sul recepimento di tali proposte.

I gruppi firmatari hanno annunciato che nella fase di adozione della Variante presenteranno osservazioni più specifiche, entrando nel merito tecnico dei singoli ambiti e criteri di attuazione.

Il documento presentato:
 
Meda, 3 giugno 2025
Suggerimenti e proposte a seguito conferenza di VAS per Variante al PGT 2025


Rigenerazione urbana

Lo scopo principale della rigenerazione urbana, in particolare all'interno di un PGT (Piano di Governo del Territorio), è quello di migliorare la qualità della vita nelle aree urbane, attraverso il recupero di spazi dismessi o sottoutilizzati e la riqualificazione degli edifici con azioni mirate alla sostenibilità ambientale e sociale. Questa variante al PGT dimentica però completamente quella parte del patrimonio residenziale pubblico degradato, su cui da troppo tempo attendiamo che si intervenga. L’Amministrazione attuale è a conoscenza delle pessime e non più accettabili condizioni in cui si trovano questi immobili. Chiediamo che si individuino specifici Ambiti di Rigenerazione Urbana volti non solo a facilitare gli indispensabili interventi di manutenzione straordinaria ma pure a rendere quegli spazi vivibili e socialmente attraenti e aggregativi. Suggeriamo infine di includere ulteriori ambiti rigenerativi in cui gli aspetti culturali e sociali siano determinanti per favorire il coinvolgimento della comunità e per promuovere la partecipazione attiva, mediante patti di collaborazione con la Pubblica Amministrazione, per la gestione di beni di utilità collettiva. Ci riferiamo per esempio ad aree verdi abbandonate che potranno essere riqualificate per creare, gestire e curare giardini, orti urbani e al museo diffuso del mobile. Solo in questo modo si potrà recepire per intero il principio di sussidiarietà, anche la parte cosiddetta “orizzontale”, introdotto nel 2001 nella nostra Costituzione. Tale principio è disciplinato dall’art.118, ultimo comma che dispone che: “Stato, Regioni, Città Metropolitane, Province e Comuni favoriscono l’autonoma iniziativa dei cittadini, singoli e associati, per lo svolgimento di attività di interesse generale, sulla base del principio di sussidiarietà.”

Edilizia residenziale pubblica e sociale. Verifica degli effettivi bisogni abitativi dei residenti
Nel Documento di Piano non c’è alcun cenno di politiche per l’edilizia residenziale pubblica e sociale come pure per l’accoglienza transitoria, l’housing sociale a fronte di un palese disagio se non di reale emergenza abitativa. Chiediamo che si colmi questa significativa e colpevole assenza. A Meda non mancano certamente famiglie che si trovano in difficoltà a sostenere costi per loro proibitivi per l’acquisto o l’affitto della casa. Il loro numero, se non già a conoscenza dell’Amministrazione, si può facilmente dedurre dall’analisi degli ISEE ordinari presentati, che costituiscono il principale strumento di accesso a determinati bonus o prestazioni sociali agevolate, e dalle richieste di aiuto pervenute ai Servizi Sociali o ai centri di assistenza dei Patronati. E’ urgente una volta stimato il fabbisogno di alloggi a costi contenuti sia in locazione che in vendita, procedere con soluzioni che potranno essere realizzate grazie ad una serie di agevolazioni di natura pubblica (sgravi fiscali, contributi, agevolazioni urbanistiche) dirette o indirette. La sostenibilità economica di questi interventi è perseguita anche grazie alla particolarità dell’offerta che si rivolge a destinatari con diverse possibilità di spesa. All’interno del medesimo progetto, infatti, può essere presente una quota ERS in locazione a termine, una quota in affitto a riscatto o patto di futura vendita, una quota in vendita convenzionata e anche una quota destinata a bisogni speciali, come anziani o studenti. Chiediamo anche di dare attuazione in via prioritaria al progetto di riqualificazione dell’edificio ex CFP destinato a questi scopi.

Indifferenza funzionale e zone miste
Chiediamo che l’obiettivo della rigenerazione urbana e della conversione del patrimonio sottoutilizzato avvenga comunque dando indicazioni più stringenti per la trasformazione, in particolare dalle destinazioni produttivo / servizi alla destinazione residenziale, governando il superamento delle aree miste (zona San Giorgio) creando servizi e accorpando funzioni in modo da dare coerenza negli interventi in una visione complessiva. Queste indicazioni dovranno essere prescritte dalla Variante al PGT in modo da divenire criterio di orientamento per operatori e uffici.

Ambito di rigenerazione territoriale ART2 di via Conciliazione
Questo nuovo ambito consiste in una residua area adibita ad attività estrattiva prima e successivamente di stoccaggio e lavorazioni di inerti, e in una più consistente, dopo decenni di abbandono, boschiva. Chiediamo che nell’operazione di modifica delle funzioni originarie si tenga conto dell’avvenuta trasformazione tuttora in corso ponendo particolare attenzione, nel progetto che andrà a definirsi, alla presenza dell’adiacente area di proprietà comunale in parte boschiva e in parte destinata a partire dal 2015 al progetto di iniziativa popolare degli Orti Condivisi che dell’intero lotto si è fatto promotore e garante nella realizzazione, gestione e cura.
Chiediamo che si tenga in considerazione anche la sopracitata naturalizzazione avvenuta con la crescita arborea su una superficie che si può a pieno titolo considerare a Bosco, rientrante nei parametri di ampiezza di 2000 mq e larghezza di 25 mt così come definito all’art. 42 della L.R 31/2008 (Testo unico delle leggi regionali in materia di agricoltura, foreste, pesca e sviluppo rurale).
Auspichiamo pertanto che l’eventuale costruito si ponga ai margini delo spazio, verso la via Conciliazione.

Ambito di rigenerazione territoriale ART1 di via Santa Maria + via Busnelli
Considerando la non contiguità delle due aree ora accorpate e considerando che gli interventi rigenerativi sugli stessi devono tenere in considerazione la loro storia, localizzazione e utilizzo, per l’area in via Santa Maria (ex Fornaci) all’interno del Parco Regionale Groane-Brughiera con edifici di archelogia industriale e di storia dell’attività produttiva mentre per l’area di via Busnelli di proprietà comunale con un uso quale campo da calcio (vecchio stadio comunale), si suggerisce di tenere separati gli ambiti affinchè siano per esse definite adeguate e compatibili possibilità di intervento.

Piano delle Regole
Riteniamo che le ampie possibilità di demolire e ricostruire ovunque gli edifici modificandone sagome e sedime presentate nella variante al Piano delle Regole vadano regolamentate e circoscritte. Chiediamo che si debba ricorrere a questa soluzione solo quando non sono praticabili alternative che garantiscano l’effettivo miglioramento delle prestazioni ambientali, ecologiche, energetiche e funzionali specialmente nei casi di patrimonio edilizio dismesso e ammalorato.

Mobilità Sostenibile
Pur non essendo direttamente materia del PGT, si chiede di evidenziare in apposito capitolo la programmazione, progettazione e realizzazione di una rete ciclabile urbana che colleghi tra loro i Punti di Interesse (PDI) della vita quotidiana quali scuole, uffici comunali, luoghi culturali e storici, luoghi di socialità, riprendendo e considerando anche quanto definito nel progetto GREEN LANE.
Il fine è quello di incentivare ed innescare l’uso della bicicletta per gli spostamenti brevi (4-5 km) desaturando una viabilità caotica per la prevalenza dell’auto. In aggiunta ai punti di interesse della Green Lane già identificati per Meda riguardanti l’interscambio trasportistico e il patrimonio storico/culturale e ambientale corrispondenti alla Stazione ferroviaria FNM, alla Villa Antona Traversi + Chiesa di San Vittore, ai Boschi della Brughiera con la Zoca dei Pirutit e alla Ciclovia Meda-Milano, anche le scuole secondarie superiori quali il liceo M. Curie, l’istituto commerciale Milani, il Centro di Formazione Professionale Terragni, costituiscono poli scolastici da rendere accessibili alla mobilità lenta. Altri luoghi collegabili sono gli istituti delle scuole primarie e secondarie dell’obbligo (Anna Frank, Diaz, Traversi, S. Giuseppe, S.Giorgio, Tre Venezie) così come gli oratori, il centro spor-tivo, le chiese, il centro anziani, i parchi e le aree verdi etc.

Priorità degli Interventi Ambientali dei “Fiumi Verdi e della Soglia Blu”
Preso atto degli obiettivi del miglioramento ambientale e naturalistico espresso nel PGT con il
"Masterplan" proponente un “Manifesto per la Meda del futuro” dove sono identificati 4 “fiumi verdi” e una “soglia blu”, si suggerisce e si chiede di definirne un impegno di priorità per la loro concretizzazione affinché gli stessi non restino pure enunciazioni.

Tutela ambientale e naturalista e idrogeologica delle aree verdi nelle fasce collinari e pedecollinari

Si rende necessario prevedere una maggiore tutela delle aree verdi, sia comprese nel Parco regionale delle Groane sia esterne, in relazione alle fasce collinari e pedecollinari, rendendole aree di pregio naturalistico e di rigenerazione ambientale, arborea e faunistica, di ossigenazione contro l’inquinamento atmosferico e termica contro il surriscaldamento, assicurando un alta salvaguardia per fini idrogeologici contro il dissesto in ipotesi di eventi estremi sempre più frequenti. Per tali fini, la variante al PGT deve limitare / eliminare lo sfruttamento di queste aree di pregio per attività di servizi, fini agricoli e allevamento, fini ludici e commerciali o altro, che ne alterano il carattere di tutela ambientale. Tali aree devono essere oggetto di progetti di manutenzione della vegetazione arborea e del sottobosco e dei sentieri da riaprire e monitorare, investendo e pretendendo dagli enti competenti investimenti per la riqualificazione ambientale.

I gruppi del Partito Democratico, Sinistra e Ambiente - Impulsi, Lista civica MedaAperta

lunedì 9 giugno 2025

Presidio al Parco dei Pompieri di Lissone: il Comitato per la Difesa del Territorio denuncia il greenwashing di Pedemontana


A quasi due anni dal violento nubifragio che nel luglio 2023 devastò il Parco dei Pompieri (Lissone), causando la morte di una cittadina e la distruzione di numerosi alberi, i cittadini tornano a mobilitarsi. Il "Comitato per la Difesa del Territorio" ha indetto un presidio per giovedì 12 giugno 2025 alle ore 17.30 proprio presso il Parco dei Pompieri, in via San Francesco 127, per denunciare quella che definiscono una grave contraddizione ambientale.

Secondo il Comitato, i fondi destinati alla ricostruzione del parco provengono dalle compensazioni ambientali di Pedemontana, un'opera infrastrutturale che, paradossalmente, è responsabile della distruzione di decine di migliaia di alberi in tutta la Brianza. «Con una mano distruggono, con l’altra fingono di rimediare. Qualcosa non torna», affermano i promotori dell'iniziativa.

L'accusa è chiara: si tratta di una strategia di greenwashing, che tenta di mascherare con piccoli interventi di recupero il pesante impatto ambientale di un’autostrada che, con oltre 30 milioni di metri quadrati di cemento, contribuisce attivamente al cambiamento climatico. Un cambiamento che, come dimostrato dai fenomeni estremi degli ultimi anni, tra cui il nubifragio che colpì Lissone nel 2023, ha già conseguenze tragiche e concrete per il territorio e i suoi abitanti.

Durante il presidio sarà possibile firmare la petizione "BASTA CEMENTO A LISSONE", con l’obiettivo di inserire nel prossimo Piano di Governo del Territorio (PGT) la clausola del "zero consumo di suolo". Per il Comitato, infatti, la vera soluzione per contrastare la crisi climatica passa da una politica urbanistica responsabile e dalla tutela del verde pubblico esistente.