domenica 13 marzo 2011

L'unità d'Italia fa bene all'ambiente

"L'Italia e la bandiera" di Francesco Grisi (1927-1999)
In occasione del centocinquantenario dell'unità d'Italia riportiamo ampi stralci di un interessante intervento del WWF di Foggia.

http://www.wwffoggia.it/


Per il WWF, l’unità d’Italia fa bene all'ambiente che ha bisogno di una gestione il più possibile omogenea: gli elementi naturali, infatti, non riconoscono i confini geografici e amministrativi. Si pensi, ad esempio, all’aria e all’acqua che proprio per la loro mobilità hanno la capacità di veicolare ovunque le sostanze inquinanti.

I confini politici e amministrativi, osserva il WWF, frazionando il territorio per ambiti di competenza e modi diversi di governare, mal si addicono alle esigenze di difesa dell’ambiente.

Questa esigenza di uniformità nella tutela e gestione degli ambienti naturali appare ancora più evidente e pressante per gli ambiti territoriali omogenei come un fiume, una catena montuosa, un sistema costiero, una pianura.

Indipendentemente dalla forma costituzionale dello Stato, osserva ancora il WWF, l'ambiente esige una gestione integrata addirittura sovranazionale. è un’esigenza, infatti, affermata a livello comunitario, considerato che il IV programma d'azione dell'Unione Europea asserisce: "gli aspetti principali della politica ambientale non devono più essere pianificati e realizzati isolatamente da ciascun Paese: sulla base di un piano comune a lungo termine, i programmi nazionali in tali campi devono essere coordinati e le politiche nazionali rese omogenee all'interno della Comunità".

In Italia il problema della tutela ambientale, tra mille carenze e omissioni, si pone oggi con urgenza proprio perché si stanno accentuando, nel nome del decentramento a favore delle regioni improntato alla fretta di dare una risposta alle richieste federaliste, forme differenziate di gestione per ambiti territoriali invece omogenei.

I sostenitori del decentramento ritengono che "potere e responsabilità devono essere assegnati al livello più vicino a quello dei problemi da affrontare e gestire; la delega a livelli diversi, superiori, è accettabile soltanto quando i problemi non trovano la più efficace e razionale soluzione al livello inferiore".

Si deve perciò dimostrare, evidenzia il WWF, che nelle questioni ambientali il livello inferiore sia il più idoneo a rappresentare l'interesse collettivo alle esigenze di tutela. In Italia, purtroppo, è esattamente il contrario. Gran parte della materia ambientale è già delegata alle Regioni e alle Provincie (cave, rifiuti, paesaggi,scarichi, caccia, etc.) ed esiste una larga documentazione sul fatto che le deroghe e le inadempienze sono state superiori alle applicazioni dei vincoli. Ne sono un desolante esempio in provincia di Foggia la bonifica di 100 ettari di zone umide operata dal gruppo Amadori nella riserva San Floriano a Zapponeta e l'autorizzazione all'ampliamento di una cava nel Parco Regionale del Bosco Incoronata a Foggia: in entrambi i casi tutti i livelli di controllo, comunale, provinciale e regionale, sono saltati consentendo di perpetrare dei veri e propri scempi all'ecosistema senza che nessuno abbia finora risposto per questo.

A questo proposito, il WWF ricorda che la tutela ambientale è strettamente connessa anche alla tutela della salute e quest’aspetto è stato più volte richiamato per contestare la costituzionalità di alcune normative che, attribuendo alle Regioni poteri autonomi rispetto ai limiti d'inquinamento, creavano sul territorio nazionale una diversa "esposizione" dei cittadini agli stessi fattori inquinanti. I cittadini, pur appartenendo tutti allo stesso Stato, vedevano la propria salute tutelata in modo diverso a seconda della regione in cui abitavano.

Per il WWF, in questi anni di frenetico dibattito sul decentramento, è mancata una riflessione seria sulle competenze e il ruolo dello Stato in campo ambientale. Il WWF ha invece sempre chiesto che la materia ambientale nel suo complesso, poiché riguarda la qualità della vita di tutta la comunità nazionale, sia (come la giustizia, la difesa e la politica estera) riservata integralmente alla potestà legislativa dello Stato. Pur ammettendo la possibilità di deleghe alle Regioni e agli altri enti locali per specifici aspetti, solo in questo modo si garantirebbe un'unitarietà di procedure, di comportamenti, di parametri e standard qualitativi e di uniformità, anche rispetto agli impegni assunti in sede internazionale.

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