sabato 30 novembre 2013

Storie di galline, uova, diossine, Lupi e Maroni

Immagine tratta da Sapere n. 848 del 1982
Intervento di Insieme in rete per uno sviluppo sostenibile

E' di qualche giorno fa la notizia che alcune ASL hanno rilevato presenza di DIOSSINA e PCB (Policlorobifenili) oltre i limiti previsti dalle normative nelle uova di gallina di alcuni autoproduttori.
I superamenti riguardano 23 pollai tra Milano, Sesto San Giovanni e Monza Brianza, 15 allevamenti di Cerro al Lambro e 9 di Mantova e hinterland.

Vediamo di capire meglio.

Innanzi tutto non si tratta di analisi finalizzate a testare alimenti della distribuzione ma di controlli previsti in una campagna del Ministero della Salute nell’ambito di un piano triennale, di verifica su siti di pregresse contaminazioni industriali. I siti sono 57 di cui 7 sono localizzati in Lombardia.
I controlli prevedono un monitoraggio di piccoli allevamenti non industriali di galline, che producono uova destinate all’autoconsumo e quindi non destinate alla vendita al dettaglio o all’ingrosso.
Le uova delle galline, allevate a terra e all’aperto sono anche considerate, analizzandone la componente dei grassi, indicatori del livello di diffusione degli inquinanti al suolo di aree prossime ai SIN.

Cos'è un SIN?

SIN è un acronimo che sta per Siti Interesse Nazionale. Sono siti molto estesi contaminati da varie sostanze, (diossine, idrocarburi policiclici aromatici, metalli pesanti, solventi, policlorobifenili) e classificati pericolosi dallo Stato Italiano.
Sono aree che necessitano di interventi di bonifica del suolo, del sottosuolo e/o delle acque superficiali e sotterranee per evitate danni ambientali e sanitari.

In Lombardia, i pollai con uova contaminate sono situati in zone vicine ai SIN di Sesto S. Giovanni (area ex FALCK), di Cerro al Lambro (discariche ABUSIVE) e di Mantova (laghi e polo chimico).

Nella nostra regione i SIN catalogati sono: (dal sito di regione Lombardia)
  • SIN Comune di Cerro al Lambro: aree inquinate interessate da discariche abusive di melme oleose a forte acidità, croste bituminose e terre decoloranti esauste, poste in sponda destra del fiume Lambro.
  • SIN di Broni: area denominata ex Fibronit, suddivisa in aree ex Fibronit, ex Ecored, ex Fibroservice. La costruzione del nucleo originale risale al 1932.
  • SIN Brescia Caffaro: include le aree del Comune di Brescia che sono state interessate da contaminazione diffusa da PCB, PCDD-PCDF, arsenico e mercurio SIN Sesto San Giovanni, Milano: comprende un territorio di circa 255 ha nel Comune di Sesto S. Giovanni e include interamente le aree occupate a partire dal 1906 dall’attività dagli stabilimenti siderurgici della Società Falck (dismessa nel 1995) e una parte delle aree dismesse della Breda e della Marelli.
  • SIN Milano - Bovisa Gasometri: il sito ex-Gasometri, denominato anche Officina del gas della Bovisa, è di proprietà del Comune di Milano, che lo ha acquistato da Montedison nel 1981.
  • SIN Pioltello e Rodano: include interamente il Polo chimico industriale ubicato tra i due comuni. E' delimitato a nord dal tracciato ferroviario Milano-Treviglio e a sud dalla S.S. Rivoltana e dal Parco Agricolo Sud.
  • SIN Laghi di Mantova e Polo chimico: include l'area del Polo industriale, lago di Mezzo e lago Inferiore, la Vallazza, alcuni tratti del fiume Mincio e relative sponde, con estensione di circa 1027 ha, in gran parte ricompresa all'interno del Parco del Mincio.
Ma ... tra i siti inquinati (SIN) non rientrano le aree o ex zone A-B-R del disastro ICMESA, tuttora contaminate dalla TCDD, la più tossica della famiglia delle diossine. Eppure .... eppure ...... un analisi condotta nei laboratori certificati Svizzeri per conto del registra MARCO TAGLIABUE, autore del documentario di Falò "Pedemontana, uscita Seveso" e citata nel documentario stesso e nella relazione di EDOARDO BAI durante l'evento organizzato da INSIEME IN RETE PER UNO SVILUPPO SOSTENIBILE a Seveso il 14/12/012, evidenziava la presenza di DIOSSINA nel grasso delle uova delle galline di un allevatore locale di Seveso con valori decisamente superiori ai limiti di legge previsti (2 pg/g per tabelle EFSA -European Food Safety Autority-, 6pg/g di grasso secondo regolamento CE 1881/06 poi ridotto a 5pg/g nel 2011)

A parte i congeneri, l'analisi trova 15,1 picogrammi di TCDD per grammo di grasso e 17,2 pg/gr di grasso del suo omologo furano. Il TEQ, cioè la misura dell'effetto complessivo della somma di tutti i congeneri presenti, è pari a 20,5 pg/gr di grasso, cioè a più di 10 volte il limite di sicurezza.

Insomma, stante la situazione sebbene le aree investite dalla ricaduta della nube sprigionatasi dal reattore dell'ICMESA, ufficialmente risultano essere stato oggetto di una bonifica, attuata sulle ex zone da A1 ad A5 con asportazione di terra contaminata e riporto di nuova terra, sulle ex zone A6 e A7 dei primi 25cm e sul resto del terreno contaminato più arature per remix del terreno, andrebbe valutata con attenzione la necessità di un monitoraggio nello stile di quello effettuato per i Siti di Interesse Nazionale.

In primo luogo per confermare o meno la presenza di diossina nelle uova, poi per togliersi il dubbio sull'origine della contaminazione delle uova (Uso di contenitori per mangimi o di mangimi "sporchi" ? Terreno ancora con diossina in superficie ? E' diossina del disastro ICMESA o di altra sorgente successiva di contaminazione ?).
Questo ricordando e tenendo presente che nelle ex zone B ed R, nessuna bonifica venne mai effettuata, tantè che la TCDD è ancora presente nel terreno, negli strati superficiali, con concentrazioni superiori alle normative, anche laddove passerà la tratta B2 della futura AUTOSTRADA PEDEMONTANA, (analisi certificate ARPA) con i connessi sbancamenti che riporterebbero in superficie la pericolosa TCDD.

Purtroppo, l'attenzione delle Istituzioni invece di essere rivolta ad approfondimenti atti a cercare di dare risposta alle legittime preoccupazioni e dubbi dei cittadini d'un territorio, quello di Seveso, Meda, Barlassina, Cesano Maderno, Bovisio Masciago e Desio, che ha già subito un disastro ambientale, si concentrano invece su altri obiettivi, facendoci correre un rischio aggiuntivo. Maroni e Lupi si stanno dando molto da fare (leggi qui), affinchè l'intera (e per noi inutile e dispendiosa) autostrada Pedemontana, compresa la critica tratta B2, sia realizzata. Si fanno roboanti annunci ma si continua a svicolare sulla prescrizione CIPE n 3 che obbliga a ulteriori monitoraggi ambientali e di caratterizzazione del grado di contaminazione di diossina nel suolo. Al Presidente Maroni, vorremmo ricordare che anche una Mozione del Consiglio Regionale chiede approfondimenti e che quanto lì dentro scritto va attuato quanto prima. Trovi tempo, invece di ripetere il solito mantra sulla "strategicità" di pedemontana, e dia disposizioni per dare rispondenza alle prescrizione e alla mozione facendo magari, anche qualche riflessione sull'effettiva utilità dell'opera.


Leggi anche: La terra (e il cielo) dei fuochi nel Nord Italia (da Il Fatto Quotidiano)
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