Manifestazione del WWF di Trezzo |
a cura del WWF Lecco
L’intervento dirigistico voluto dal Governo per la realizzazione nel nostro Paese di 12 nuovi inceneritori di rifiuti (che si andrebbero ad aggiungere ai 42 già attivi e ai 6 già autorizzati) classificati come infrastrutture strategiche nazionali è teso a imporre alle Regioni una politica retrograda sul piano ambientale ed economico-sociale, che non ha spazio in Europa e non ha futuro in Italia.
Lo sostiene il WWF che - ricordando come già oggi l’Italia sia il terzo paese europeo per numero di inceneritori dopo la Francia e la Germania - chiede al Governo di ritirare il decreto legislativo che contiene il piano dei nuovi impianti previsto dall’art. 35 del decreto legge Sblocca Italia e che il 9 settembre, in occasione della Conferenza Stato-Regioni convocata per approvare il decreto, si discuta di come definire piani regionali di gestione del ciclo dei rifiuti, che puntino decisamente in tutta Italia alla loro riduzione, al riuso e al riciclaggio dei materiali, conseguendo e superando al più presto su scala nazionale la soglia del 65% di raccolta differenziata, obiettivo che doveva essere conseguito entro il 2012.
Il WWF aderisce alla tre giorni di mobilitazione previste in tutta Italia dal 7 al 9 settembre contro il decreto attuativo pro inceneritori dell’art. 35 del decreto legge Sblocca Italia, in previsione della Conferenza Stato-Regioni del 9 settembre, per almeno 3 buoni motivi:
- l’Europa ci chiede nel prossimo futuro che: dal 2025 entri in vigore il divieto di trattamento termico per tutti i rifiuti che risultino riciclabili; la raccolta di rifiuti da imballaggi sia portata fino all’80% entro il 2030; nel 2050 si consegua l’obiettivo del riciclaggio totale;
- il trend virtuoso di gestione del ciclo dei rifiuti (e in particolare l’aumento della raccolta differenziata di materiali dall’alto potere calorifico come carta e plastica) renderà a breve non economici i nuovi impianti di incenerimento previsti dal Governo, che entrerebbero in funzione alle soglie del 2020 e dovrebbero restare in esercizio almeno fino al 2050, avendo un tasso di vita – e anche un periodo di ammortamento dell’investimento – di diverse decine di anni;
- a fronte di uno spreco di risorse pubbliche che dovrebbero contribuire a pagare la realizzazione e l’esercizio di impianti rispetto ai quali è previsto un sempre minore impiego e di un prelievo forzoso nelle tasche dei cittadini, attraverso il sistema dei contributi alle fonti di energia assimilabili (CIP6 e certificati verdi), si registra un incremento del rischio sanitario per i residenti nei territori limitrofi agli inceneritori in numerosi studi internazionali e nazionali, tanto che persino sul sito ufficiale del Ministero della Salute si può trovare una Tabella tratta dalla “Relazione sullo stato sanitario del Paese 2009¬2010” nella quale si riporta un aumento del rischio relativo di malformazioni congenite e di numerosi tumori maligni in seguito all’esposizione di comunità alle emissioni da incenerimento dei rifiuti”.
Sul nostro territorio il WWF Lecco è impegnato, all’interno del “Coordinamento Lecchese Rifiuti Zero”, per chiedere ai nostri Sindaci di fermare il potenziamento del forno inceneritore di Valmadrera e il progetto senza ritorno del teleriscaldamento.
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