martedì 21 aprile 2020

Cara Brianza, vogliamo l'immediata riapertura delle scuole

Disegno di Frate Menotti, 1918
Cara Brianza,

In nome di molte madri di famiglia favorisci pubblicare la presente che suona protesta e rampogna contro il decreto riguardante il nuovo ritardo nella riapertura delle scuole.

Quei signori che prendono così sciocchi provvedimenti per combattere l'influenza credono forse che l'epidemia la si prenda e la si propaghi soltanto nelle scuole? E negli stabilimenti ove siamo obbligate a starci da mane a sera l'infezione non si prende e non si propaga? E facendo la coda agli spacci per procurarsi del latte o di qualche altro alimento la spagnola non si sviluppa? E nelle chiese, l'epidemia lascia immuni i devoti fedeli agglomerati come tante acciughe? Soltanto le scuole, così necessarie per ricoverare i nostri figli, che amiamo veder crescere onesti e disciplinati, devono restar chiuse?

Noi, povere madri, invochiamo dalle autorità competenti un provvedimento che valga a togliere la nostra infanzia dai pericoli delle piazze, ove per la chiusura delle scuole, sono costretti a frequentare come tanti cagnolini randagi.

Domandiamo che i nostri figli vengano ricoverati durante la giornata e la forzata nostra assenza dalle domestiche pareti. Lo reclamiamo, vivamente, energicamente lo reclamiamo in nome nostro, dei nostri figli e della società futura.

Vogliamo l'immediata riapertura delle scuole.

(Seguono le firme)

La storia si ripete

Dopo cent'anni non sembra cambiato nulla. La lettera che avete appena letto risale all'11 gennaio 1919 ed era stata, a suo tempo, pubblicata sul settimanale socialista "La Brianza".

Immagine tratta dal Corriere online del 20 aprile 2020

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Intervista "impossibile" sulla pandemia influenzale del 1918 in Italia
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