domenica 12 aprile 2020

"Il fiero morbo in brevi giorni lo trasse alla tomba". La morte per "spagnola" del soldato Luigi Sangalli di Monza

Spulciando le annate 1918, 1919 e 1920 de "il Cittadino. Rivista di Monza e del Circondario" siamo rimasti sorpresi nel vedere la quasi totale assenza di notizie riguardanti la pandemia "spagnola".

Il 1918 è l'anno più nefasto: vengono riportati 46 brevi necrologi di militari morti a causa della bronco polmonite, la notizia della morte per polmonite del figlio tredicenne del gerente del Cittadino e la cronaca di un focolaio di morbillo a Seveso (ne abbiamo parlato qui).

L'annata 1919 riporta, invece, solo 14 brevi necrologi di militari morti a causa della "spagnola". In un caso, nel numero del 6 febbraio, la notizia viene ripresa con la pubblicazione di un breve articolo corredato di foto che abbiamo ritenuto opportuno riportare sotto.

Nel 1920, a parte un breve trafiletto riguardante la morte per polmonite di S. E. Mons. Scotti, vescovo di Savona e già arciprete di Monza, troviamo solo un editoriale intitolato "Carnevale e spagnola" che se la prende per lo più con il ballo (ne abbiamo parlato qui).

Fra i nostri soldati

I  morti
Sold. Sangalli Luigi



Abbiamo dato notizia sul Cittadino del 23 gennaio [1919] della morte del soldato Sangalli Luigi di Paolo avvenuta a broncopolmonite nell'ospedale da campo n. 201 il giorno 21 dicembre [1918]. Oggi ne diamo la fotografia.

Il Sangalli, che aveva 20 anni, apparteneva al 7. Regg. Genio ed aveva superato tutti i pericoli della guerra, distinguendosi per il suo valore e ottenendovi, oltre la croce al merito di guerra, di essere proposto per la medaglia di Bronzo. Il fiero morbo in brevi giorni lo trasse alla tomba e lo rapiva così all'affetto dei genitori, dei fratelli e di tutti quanti lo amavano.

Il compianto Sangalli Luigi ha raggiunto il fratello Rodolfo, caduto gloriosamente sul Monte Zebio 30 mesi prima, colpito da granata nemica. Era impiegato ai Telefoni dello Stato nell'Ufficio di Monza, dove superiori e colleghi lo amavano immensamente, sì che in segno del loro fraterno affetto vollero suffragarne l'anima con un ufficio funebre celebrato il 2 gennaio nella Chiesa di S. Maria degli Angeli ed offrirono inoltre L. 50 per i tubercolosi. La famiglia, commossa per questa dimostrazione di stima, vuole mezzo nostro ringraziarne sentitamente superiori e colleghi. I carismi della Religione ne confortarono gli ultimi istanti e ne accompagnarono l'anima in Cielo.

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