giovedì 9 aprile 2020

La "spagnola" a Monza nel 1920

Il Cittadino, anno XXII, n° 6 del 5 febbraio 1920
Abbiamo spulciato l'annata 1920 del Cittadino. Eravamo alla ricerca di notizie riguardanti l'influenza spagnola in Brianza. Abbiamo trovato solo un articolo. Strano, visto che all'inizio vengono evidenziate le numerose morti quotidiane. Poi proseguendo nella lettura ci siamo accorti che all'epoca c'era un pericolo ben maggiore: il ballo!

FUMANDO UN TOSCANO

Carnevale e spagnola
di Ego

La "spagnola" è riapparsa anche quest’anno. Veramente ha cambiato nome. Encefalite letargica l’hanno chiamata i dotti seguaci di Esculapio; altri più volgarmente "febbre reumatica" o “influenza pura e semplice". Ma per quanto abbia cambiato nome, i risultati sono identici come l'anno scorso. Si moltiplica il numero degli ammalati; numerose sono le morti quotidiane.

II Sindaco Caldara di Milano ha scritto a Sua Eminenza il Cardinale Ferrari pregandolo di intervenire per fare abbreviare le esequie mortuarie; prossimamente, secondo il solito, anche il Prefetto ordinerà la chiusura dei cinematografi, lo sfollamento dei locali troppo frequentati e cosi via. Si crederà di aver trovato il toccasana contro il morbo rinato; verrà una buona pioggia o una migliore nevicata e così anche per quest’anno la «spagnola» avrà la sua fine. Necessaria fine come per tutte le cose di questo mondo.

E intanto... si balla!

E’ giusto: siamo in carnevale. Bisogna riposare lo spirito, non importa se stancando le membra. Tuffarsi nei vortici di un fox-trott; scodinzolare un tango argentino: ecco l'ideale, il vero riposo, la vera salute. Non vedete? gli stessi socialisti di Monza danno le feste danzanti con fior di musica civico-popolare; adesso poi a Monza c’é una società ginnastica che ha messo nel suo programma un nuovo numero di sport: il ballo. Vi è ancora qualche teatro che ha aperto le sue porte alle coppie scodinzolanti e finalmente ci sono le famiglie dei pescicani che, svanito l’incubo bolscevico, hanno ripreso fiato e danno grandi feste con inviti in smoking e guanti bianchi per celebrare i loro milioni di guerra.

Si dice che in una recente festa danzante alcune signorine abbiano con insistenza reclamato che si ballassero soltanto i balli moderni perché più confacenti alle moderne esigenze della società.

E così nei vortici della danza si dimenticano i malanni della vita quotidiana e l’anima si solleva verso il proprio ideale.

I socialisti sono tanto abituati a sfruttare il loro ideale, che è per loro ben poca cosa trascinarlo anche tra i fumi di una taverna illuminata dal sole dell'avvenire.

E una volta tanto hanno però un punto comune coi loro accerrimi nemici, i capitalisti, perché anche questi ballano, e nel ballo gli spiriti si infrolliscono, e nell'infrollimento generale hanno trovato il punto di contatto.

E intanto i microbi della "spagnola" danzano pure la danza della morte e l'influenza dilaga. E si incolpa l'inclemenza della stagione. Non si vuole capire che il metifico pulviscolo di una festa danzante trasmette più microbi fra coloro che vi partecipano che non una innocente (!) rappresentazione cinematografica.

Non si vuol capire che certi contatti sono fatti apposta per trasmettere il microbo fatale. Non si vuole capire che la differenza di temperatura fra una sala da ballo e l’ambiente esterno é fatto apposta per buscarsi una buona polmonite.

Ma siamo nel secolo ventesimo; la guerra è finita e bisogna conciliare le più opposte cose. E vediamo pure di conciliare lo sfrenato bisogno di lusso e di champagne dei pescicani di guerra, con quello non meno costoso dei fiaschi di barlettone delle feste danzanti rosse.

Noi fumiamo il nostro toscano anche se il Governo (ladro anche in questo?) ne ha aumentato il prezzo. Si dice che il fumo allontani i microbi della spagnola. sarà vero? Ne dubitiamo, ma fumiamo lo stesso, mentre gli altri ballano. Purchè i loro microbi non arrivino anche a noi!

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