lunedì 29 giugno 2020

Francesco Magni si racconta al Mulino di Peregallo (Briosco)


Giovedì 2 luglio 2020 - ore 21
al Mulino Peregallo di Briosco

Matteo Colaone intervista Francesco  Magni

L'ultimo numero della rivista "Terra Insubre", periodico che si occupa di cultura e territorio dal lontano 1996, ha dedicato un lungo articolo a Francesco Magni, il menestrello della Brianza.

Matteo Colaone, collaboratore di "Terra Insubre", intervisterà Magni in diretta streaming, cercando di ricostruire il percorso artistico ed umano del cantautore.

Nella stessa serata il consigliere regionale Alessandro Corbetta illustrerà la candidatura dell'artista al premio "Rosa Camuna", sostenuta dai comuni di Briosco, Besana in Brianza e Veduggio.

Diretta Streaming della serata sulla pagina Facebook  "Il Mulino del può"

Le passeggiate nella natura ripartono dal Fosso del Ronchetto


Domenica scorsa, 28 giugno 2020, guidate dai volontari del WWF, due gruppi di persone hanno visitato l'Oasi del Fosso del Ronchetto di Seveso.


Nonostante le mascherine ed il distanziamento, la frescura del bosco e le spiegazioni degli esperti hanno reso piacevole la giornata.


"Bravissime le guide. - ha commentato uno dei visitatori - Ho apprezzato molto sia le spiegazioni che i racconti personali. Non immaginavo che per conservare un'area di dimensioni così ridotte ci volesse così tanto lavoro volontario."

Gianni Del Pero e, sulla destra, Maurizio Borghi
Gianni Del Pero, presidente del WWF Lombardia, che ha guidato uno dei gruppi ci ha dichiarato: "E' stata una bella mattinata. La visita si è svolta in maniera tranquilla ed ordinata. Abbiamo ricevuto parecchi apprezzamenti e raccolto alcune iscrizioni. Ringrazio i volontari che hanno permesso la buona riuscita della manifestazione, in particolare Maurizio Borghi che ha guidato l'altro gruppo ed Alberto Isnenghi che ci appassionato con le sue spiegazioni sulle libellule".
 
Maurizio Borghi, uno dei volontari WWF che sta illustrando le peculiarità del "Bagolaro spaccasassi"
Descrizione dell'Oasi

Nonostante le dimensioni ridotte, solo 8 ettari, il Fosso del Ronchetto ospita ambienti molto diversificati. Il bosco è dominato dalla robinia, specie introdotta in Europa nel XVII secolo e piantata ovunque, ma si riconoscono pregevoli esemplari di specie arboree autoctone come castagni, querce, ciliegi, olmi e carpini.

La visita all'Oasi ci ha permesso di verificare la crescita delle due farnie piantumate lo scorso 23 novembre per ricordare Chiara Ballabio (leggi qui)

L'ombroso e umido sottobosco ospita mughetti, anemoni e rari narcisi selvatici. Mentre noccioli, cornioli, biancospini, rose canine e prugnoli creano un corredo arbustivo ricco e colorato in tutte le stagioni. La fauna è abbondante: oltre ai comunissimi merli, fringuelli e passeri, e accertata la presenza di specie interessanti come il picchio rosso, il picchio verde, l’allocco e il rampichino.

Nel canalone, una valletta a Y che dà il nome al Fosso del Ronchetto, si rifugiano due specie di rane rosse, la rana di Lataste (Rana latastei) e la rana agile (Rana dalmatina), e la raganella (Hyla arborea), anfibio di un intenso colore verde che ama vivere su alberi e arbusti. Tutte queste specie si riproducono negli stagnetti vicino al bosco. Seppur di dimensioni ridotte, i piccoli specchi d’acqua offrono uno spazio tranquillo e isolato, ideale anche per il tritone punteggiato (Triturus vulgaris) e per il più raro tritone crestato (Triturus cristatus).


Da ricordare la presenza di predatori: la biscia d’acqua (Natrix natrix) e il biacco (Coluber viridiflavus), entrambi innocui per l’uomo, sebbene il biacco, più irascibile della biscia d’acqua, se disturbato morda. Da non dimenticare tra i mammiferi, lo scoiattolo (Sciurus vulgaris), tipico abitante dei nostri boschi, il riccio (Erinaceus europaeus), piccolo animaletto insettivoro, il ghiro (Glis glis), grazioso roditore grigio che vive sugli alberi e il moscardino (Muscardinus avellanarium), che sembra un piccolo ghiro arancione, e forma nidi a palla tra i bassi cespugli, dove si ciba dei frutti del bosco.

I visitatori, davanti all'ingresso dell'Oasi, divisi in due gruppi

domenica 28 giugno 2020

Nuova vita per il sentiero Meda Montorfano


Nel mese di marzo 2020 è stata ultimata la posa della nuova segnaletica lungo i sentieri del percorso denominato “MEDA - MONTORFANO” che, come il nome sottolinea, vede la sua partenza dal comune di Meda (MB) per arrivare, lungo i sentieri della Brughiera tra prati e boschi dopo circa 23.5 km, nel comune di Montorfano (CO) sulle rive del bellissimo lago omonimo.

La posa della segnaletica in alluminio con grafica standard CAI è stata programmata e finanziata dal Parco Regionale delle Groane e della Brughiera Briantea, e sostenuta dalle associazioni del territorio che da anni sono impegnate nella tutela e promozione della Brughiera, nello specifico del Sentiero ME MO.

Le associazioni che hanno voluto, mappato e promosso il sentiero 33 anni fa sono il CAI, la SEM e il GAM di Meda. Da allora tutti gli anni queste associazioni (tranne il GAM che da alcuni anni non è più in attività) organizzano la prima domenica di ottobre la camminata Meda - Montorfano lungo questo sentiero offrendo all'arrivo al Lido di Montorfano una spaghettata in un contesto bellissimo del Lago.
Ai partecipanti (circa 250 nell'edizione 2019) gli organizzatori offrono anche il rientro in pullman a Meda, il tutto in forma assolutamente gratuita.

La storia di questo progetto ha visto un ruolo attivo anche delle Amministrazioni Comunali di Meda che negli anni hanno cercato di sostenere e promuovere il sentiero.


Nel 2019 il Parco Regionale ha deciso e finanziato la sostituzione della segnaletica esistente in legno posata circa 25 anni fa con il contributo del PLIS Brughiera e della Provincia di Como e ormai fatiscente e deteriorata. L’Ente Parco, l’Amministrazione Comunale di Meda e le associazioni CAI, SEM di Meda e il Comitato per il Parco Regionale Groane - Brughiera hanno individuato in questa fase di rinnovo, alcune varianti di percorso del Sentiero:
  1. la prima modifica sostanziale è stata quella di spostare l'inizio del percorso dal centro storico monumentale di piazza Vittorio Veneto a Meda (con segnaletica che parte dalla stazione ferroviaria FNM)
  2. la seconda è stata quella di spostare l’attraversamento della Novedratese a Mariano Comense più a est nella zona di San Martino per poter garantire un passaggio ciclo-pedonale in sicurezza e non tramite il vecchio passaggio pericolosissimo in zona Ponte del Lottolo / discarica.
Queste proposte di modifica sono state accolte dai Comuni interessati e quindi, le stesse associazioni sopra indicate con altre realtà come il Circolo Legambiente di Cantù, il Gruppo Naturalistico della Brianza di Canzo, l'Associazione L'Ontano di Montorfano e l'Associazione Il Gambero Di Capiago, hanno realizzato e stampato la mappa del NUOVO SENTIERO MEDA - MONTORFANO 2020 con il Patrocinio del Parco Regionale.

Sulla mappa è stampato un QR CODE scaricabile facilmente con qualsiasi smartphone, in cui si trova il percorso del sentiero Meda - Montorfano georeferenziato sulla piattaforma Google satellitare.

A Meda (punto storico d’ingresso del sentiero ME-MO) sono stati posati cartelli direzionali dalla stazione FNM fino all'ingresso del Parco e quindi alla partenza del percorso in Brughiera.


Attualmente è allo studio anche la realizzazione di alcune bacheche promozionali con la mappa e un testo di presentazione da posare in alcuni punti lungo il sentiero e ai due estremi: Meda e Montorfano.
La segnaletica nuova e la stampa della mappa hanno avuto anche l’obbiettivo di incentivare e rendere più semplice la fruizione in sicurezza del sentiero da parte di tutti, comprese famiglie con bimbi “camminatori”.

Da oggi perciò è più semplice per tutti percorrere il sentiero, o parte di esso, e rientrare al punto di partenza con mezzi pubblici (treni o bus) le cui fermate sono indicate sulla mappa o accedendo al QR CODE, mentre per gli orari è necessario andare sui siti delle aziende di trasporto.

Le bellezze che troviamo lungo il percorso, dimostrano il valore di questi luoghi e meritano di essere conosciuti.

Per recuperare una Mappa del sentiero Meda Montorfano potete rivolgetevi a:
Parco Regionale delle Groane e della Brughiera Briantea
Comitato Parco Regionale Groane - Brughiera
CAI sezione di Meda
SEM - Meda

Per altre info sul sentiero scrivete a: informazioni@comitatoparcobrughiera.it

Legambiente Cinisello: "Il PGT esistente va annullato. Vogliamo un piano che preservi il territorio"

Comunicato stampa

Il Circolo Legambiente di Cinisello Balsamo ha appreso delle azioni giudiziarie intraprese dalla Magistratura nei confronti di un imprenditore e alcuni Amministratori che hanno governato la Città dal 2013 al 2018 ed auspica che l’azione dei giudici chiarisca i diversi punti oscuri della vicenda nel rispetto dei diritti degli accusati.

E’ noto alla cittadinanza cinisellese l’impegno di Legambiente negli anni e nei decenni passati per denunciare pubblicamente le azioni, presenti nei precedenti Piani Regolatori Generali (PRG) e nell’attuale Piano di Governo del Territorio (PGT), che comportassero un’incidenza negativa sull’ambiente, sulla qualità dell’aria, sul consumo di suolo e sulla elevatissima urbanizzazione della Città di Cinisello Balsamo.

Legambiente ha presentato nel tempo Esposti, Ricorsi al TAR ed al Presidente della Repubblica, oltre a decine e decine di Osservazioni alle varie Amministrazioni che si sono susseguite negli anni ogni qualvolta si prospettasse l’avvento di nuove pesanti cementificazioni del territorio.

Legambiente auspica quindi che, con l’avvio di questa importante azione giudiziaria da parte della Magistratura, l’attuale Amministrazione Comunale assuma la decisione, indipendentemente dall’iter giudiziario previsto, di sospendere la proroga da essa stessa concessa a tutti i progetti cementificatori che attualmente sono in vigore derivanti del Governo del Territorio in vigore dal 2013 e che tale PGT sia annullato per far posto ad un nuovo e più sostenibile Piano di Governo del Territorio che tenga finalmente conto dei principali fattori di fragilità del territorio cittadino: consumo di suolo oltre il 75% con eccessiva impermeabilizzazione della superficie urbana, elevatissima antropizzazione, elevato traffico veicolare privato a fronte di una scadente organizzazione dei trasporti pubblici urbani, scelte urbanistiche antitetiche al rispetto dell’ambiente e soprattutto della salute dei cittadini cinisellesi, ed evidenziando da ultimo l’importanza di continuare a salvaguardare le aree del Parco Grugnotorto Villoresi e tutte le aree verdi cittadine.

Il Direttivo Legambiente Cinisello Balsamo APS

sabato 27 giugno 2020

Una sera (con replica) nella Brughiera di Meda alla scoperta dei suoi animali



Aggiornamento 03/07/2020: A causa delle condizioni del tempo l'escursione del 3 luglio è stata spostata a lunedì 6 luglio 2020.

Aggiornamento 29/06/2020: A grande richiesta - essendo esauriti i posti per l'escursione notturna del 3 luglio - gli organizzatori propongono un secondo appuntamento per sabato 4 luglio 2020.

Escursione ornitologica serale in Brughiera ascoltando il bosco e i suoi uccelli notturni accompagnati da un esperto LIPU Onlus, verso la Zoca di Pirutit e nella Brughiera limitrofa.

Iniziativa nel programma delle ESCURSIONI ESTIVE GUIDATE e gratuite organizzate da WWF e LIPU in collaborazione con il Comitato Parco Regionale Groane-Brughiera e con il Patrocinio del Comune di Meda  e del parco Regionale delle Groane e della Brughiera.  Altre escursioni in programma alle Oasi WWF di Seveso e LIPU di Cesano Maderno, l’uscita ornitologica notturna di Meda, l’esperienza “a piedi nudi” attorno al lago di Montorfano, la scoperta di ambiti naturali recuperati e delle attività sostenibili a Cantù e Intimiano, in compagnia di esperti e di amanti della Brughiera.

Prenotazione e registrazione obbligatoria:
informazioni@comitatoparcobrughiera.it - delegatolombardia@wwf.it – 330/225140
Posti limitati per la necessità di garantire le norme di sicurezza COVID: gruppi di max 12 persone, misura temperatura alla partenza, mascherine e distanziamento di un metro.

giovedì 25 giugno 2020

Plis GruBrìa e Parco Nord, questo matrimonio s'ha da fare


di Paolo Conte, consigliere del PLIS GruBrìa

Ho visto con piacere che il grande lavoro svolto dalle associazioni ambientaliste di Monza e della Brianza, per chiedere l'adesione di Monza al Parco Locale di Interesse Sovracomunale GruBrìa, ha raccolto in poche settimane più di mille adesioni (leggi qui).

Svolgendo lo sguardo al futuro ritengo che il Plis GruBrìa ed il Parco Nord si debbano unire, questo per le simili caratteristiche territoriali e ambientali. Potrebbe diventare un grande nuovo Parco Regionale con un bacino di utenza enorme, spina dorsale verde di una delle più importanti aree produttive del Paese e d'Europa, che sempre più ha la necessità inderogabile di avere spazi aperti fruibili e accessibili a tutti per molte e importanti ragioni.

Non ultima quella della salute. Il Coronavirus e gli ultimi studi, che lo mettono in relazione con il degrado ambientale della pianura padana, insegna (o almeno dovrebbe insegnarci qualcosa). Infatti, mentre la politica discute quali provvedimenti adottare, il suolo si riduce, il clima cambia e non aspetta nessuno.

Solo noi e le nostre scelte possono davvero avviare il vero cambiamento (o una vera ri-evoluzione, parafrasando la campagna di Legambiente di quest'anno).

mercoledì 24 giugno 2020

Monza e Brianza: in mille per l'unità del Parco GruBrìa

La conferenza stampa di presentazione dell'iniziativa.
(Foto Sinistra e Ambiente, Meda)

Il Coordinamento ambientalista Osservatorio PTCP di MB e i Comitati di Monza hanno lanciato insieme una petizione online che ha raccolto più di mille adesioni. Ora tocca alla politica ascoltare la volontà dei cittadini e scegliere la tutela dell’ambiente e della salute.

La petizione chiede all’Amministrazione comunale di Monza di procedere con tutti gli atti necessari per l’adesione al nuovo PLIS GruBria, con l’aggregazione del territorio libero, in precedenza inserito nel Parco del Grugnotorto - Villoresi. Verrebbero così ulteriormente protette le aree verdi e agricole della Boscherona, della parte ovest di San Fruttuoso e quelle del Casignolo, a sud di viale Campania.

Una scelta opportuna per Monza e tutto il territorio della Brianza, la provincia con il più alto consumo di suolo in Italia. Una scelta importante, soprattutto oggi, perché un parco è serbatoio di biodiversità e questa riduce la vulnerabilità alle malattie infettive.

Cos’è il GruBria?
Lunedì 3 Febbraio il nuovo PLIS GruBria ha iniziato a muovere i nuovi primi passi. I comuni consociati e le associazioni presenti sul territorio si sono incontrate per valutare le possibili iniziative da porre in campo. L’obiettivo è quello di rendere partecipi i cittadini per la valorizzazione e la salvaguardia di questo Parco.
Nato nel Maggio del 2019, dall’unione del Parco del Grugnotorto-Villoresi con quello della Brianza Centrale, è un importante tassello per la salvaguardia dei territori liberi dalla cementificazione, per la realizzazione dei corridoi ecologici e per comporre un sistema verde a nord di Milano.
Sono dieci i Comuni consorziati nel PLIS: Bovisio Masciago, Cinisello Balsamo, Cusano Milanino, Desio, Lissone, Muggiò, Nova Milanese, Paderno Dugnano, Seregno, Varedo e 2.063 gli ettari di terreno vincolato (verde-agricolo) per oltre 350.000 abitanti.

A questi numeri mancano quelli di Monza, che non risulta tra i Comuni consorziati. Perché?
Il 24 ottobre 2016 il Consiglio Comunale di Monza con delibera n. 77 aveva approvato l’adesione al Parco del Grugnotorto-Villoresi con l’inserimento di 218 ettari di aree libere; decisione poi avallata, il 9 marzo 2017 dal Presidente della Provincia di Monza e Brianza. Ma questa disponibilità da parte del Comune di Monza non è stata concretizzata perché non v’è stata alcuna stipula della convenzione con l’Ente parco.
Incomprensibilmente l’Amministrazione Comunale di Monza, dal 2017, non ha mai né versato al Plis Grugnotorto-Villoresi le quote previste con l'adesione né condiviso il successivo
processo di nascita del nuovo Plis GruBria che raccoglie l'importante eredità ecologica e di protezione delle poche aree libere del nord Milano e della Brianza Centrale.
La delibera di adesione non è però mai stata ritirata anche se, a Febbraio 2018, la Giunta Allevi aveva annunciato di voler uscire dal PLIS Grugnotorto-Villoresi, ente sovraccomunale che è peraltro in fase di liquidazione e non appena avrà terminato i lavori, verrà ufficialmente chiuso.
Sembra quasi che il Comune di Monza voglia attendere la chiusura ufficiale del PLIS Grugnotorto-Villoresi, utilizzando, questo passaggio meramente formale, al fine di evitare alla Giunta in carica lo scomodo e impopolare gesto politico di negare quanto già approvato dal Consiglio Comunale.

Cosa si rischia con la mancata adesione di Monza al parco?
Le aree - verdi e agricole - del Villoresi, di S. Fruttuoso e del Casignolo che dovevano essere aggregate al PLIS verrebbero così riconsegnate ad un futuro incerto. Non si può escludere che potrebbero verificarsi interventi di cementificazione (come il deposito della linea metropolitana M5 previsto nel relativo studio di fattibilità), nella provincia MB che, l’abbiamo già ricordato, è capolista nella triste classifica delle province d’Italia con il più alto indice di consumo di suolo.

Il Coordinamento di Associazioni e Comitati di Monza
Legambiente Circolo di Monza, CCR Gruppo ambiente e territorio, Comitato Parco di Monza A. Cederna, Comitato Bastacemento, Comitato via Boito-Monteverdi, Comitato via della Blandoria, Comitato Triante, Comitato quartiere S. Albino, Comitato quartiere San Donato, Comitato quartiere San Carlo e San Giuseppe, Comitato Buon Pastore, Comitato Gallarana.

Il Coordinamento ambientalista Osservatorio PTCP di MB
Comitato ampliamento parco Brianza Centrale, Comitato Parco Regionale Groane-Brughiera, Legambiente circolo di Monza, Legambiente circolo di Desio, Legambiente circolo di Seregno, Legambiente circolo Laura Conti Seveso, Sinistra e Ambiente Meda, Un Parco per Bernareggio, WWF Lombardia, WWF Insubria, Associazione Culturale Brianze, Impulsi - Sostenibilità - Solidarietà (gruppo promotore adesione di Meda al GruBria).

Brianza: le istanze del WWF e degli ambientalisti per la ripartenza post-Covid

Nei giorni scorsi la Provincia di Monza e della Brianza ha organizzato un tavolo interistituzionale "Verso gli Stati Generali della Brianza per la ripartenza" con l'obbiettivo di "condividere insieme problemi, soluzioni, opportunità che l’emergenza COVID ha fatto emergere".

Tra gli invitati erano presenti  WWF, Legambiente, Italia Nostra e FAI.

Al termine della giornata, Gianni del Pero, Presidente del WWF Lombardia ci ha dichiarato: "Al cospetto del Presidente e del Vicepresidente, con i due Dirigenti Infosini e Zoppè abbiamo avuto la possibilità di ribadire le istanze che in questi anni abbiamo avanzato: PTCP e Aree Agricole Strategiche con verifica dell'applicazione in ambito comunale delle linee di indirizzo. Rigidissimo controllo sul consumo di suolo. Parchi come gestione ottimale del territorio, a partire dal consolidamento anche in Monza del GruBria. Mobilità sostenibile e archiviazione di Pedemontana.

Abbiamo presentato il "Manifesto per un Futuro Sostenibile in Lombardia" elaborato da Italia Nostra, Legambiente e WWF che ha ricevuto un plauso dagli Amministratori che lo hanno condiviso nella sua articolazione considerando un ottimo punto di partenza per un confronto sulle azioni che ci siamo impegnati a garantire."

Barni. Appello per salvare l’orto di don Emilio: "NO al parcheggio!"


a cura di:
Gruppo Naturalistico della Brianza 
Circolo Ambiente “Ilaria Alpi”

Subito dopo l’impulsiva azione di esproprio da parte del Comune, il Gruppo Naturalistico della Brianza e il Circolo Ambiente “Ilaria Alpi” non demordono e tornano a ribadire la loro netta contrarietà al progetto per realizzare un parcheggio nell’orto di via Andreoletti a Barni. E le due associazioni lo fanno attraverso alcune considerazioni, ma soprattutto ponendo precise domande rivolte a tutti i soggetti coinvolti: al Sindaco, alla Comunità Montana, alla politica, ma anche a tutta la cittadinanza di Barni.

Il parcheggio in via Andreoletti, nell’orto già coltivato da don Emilio, sembra la fissazione dell’Amministrazione Comunale di Barni, che lo scorso 17 giugno ha proceduto, di gran fretta, con l’esproprio, nonostante sia pendente un ricorso al TAR: l’Amministrazione del sindaco Caprani ha voluto accelerare per “mettere le mani” sul terreno della Parrocchia, con il decreto di esproprio firmato dallo stesso Caprani in qualità di Responsabile dell’area Lavori Pubblici.
La dichiarazione di pubblica utilità dell’opera non è presente sul sito del Comune, così per chi si chiede perché dovrebbe servire un parcheggio lì in paese è difficile capire, ad esempio, se e quali alternative sono state considerate.

Se proprio servono posteggi, occorre dimostrare di aver indagato tutte le alternative che permettono di evitare di asfaltare (!) un terreno verde com’è quello di via Andreoletti: ad esempio lì vicino esiste il parcheggio di Piazza Caminada, che potrebbe essere razionalizzato per la possibilità di ricavarne altri posti auto, mentre l’appezzamento che ospita l’orto di don Emilio è in pendenza e pertanto richiede importanti lavori di scavo per la sistemazione.

A coprire i costi dell’opera ci sono 5.000 euro per la progettazione e 80.000 per i lavori, finanziati dalla Comunità Montana, che distribuisce così i fondi provenienti dai ristorni dei frontalieri.
Il Comune di Barni ci mette la restante parte, ma nessuno in Comunità Montana e a Barni si chiede: sono soldi ben spesi? ci sono alternative per salvare l’orto di Barni?

La scelta di impiegare le risorse in posteggi è comunque, purtroppo, prassi consolidata nel tempo, se già nel 2013/2014 l’Amministrazione di Barni aveva ottenuto dalla Comunità Montana 50.000 euro per i progetti di realizzazione di “autorimesse interrate e parcheggio a raso in Via Bolgeri” e “spazi di sosta a valenza sovraccomunale in via Bricchi”.

La banda larga, che è tema cruciale per lo sviluppo di un territorio, non sembra invece meritare investimenti.

E poi: la dotazione di spazi pubblici e sociali a Barni è adeguata? Lo spazio dell’orto potrebbe avere una funzione sociale migliore rispetto alla destinazione a posteggio, potrebbe essere pensato come uno spazio di condivisione, ad esempio per far conoscere ai più piccoli come avviene la semina e la coltivazione. L’orto di don Emilio era proprio questo, una proposta di condivisione, come si può leggere in www.tuteladellambienteundoverecomuneuniversale.it

Il tutto senza escludere un diverso uso dell’area, conservandone però il carattere di condivisione, per esempio con strutture di aggregazione per ragazzi o per anziani, che a Barni richiederebbero una robusta revisione.

Visto che è stato finora inutile appellarsi alla ragionevolezza dell’Amministrazione Comunale per attendere almeno l’esito del ricorso al TAR, così ci rivolgiamo a tutta l’Assemblea della Comunità Montana Triangolo Lariano e al Presidente del Consiglio regionale Alessandro Fermi, con cui il sindaco Caprani ha collaborato, affinché provino a suggerirgli scelte e procedure alternative a quelle finora seguite.

venerdì 19 giugno 2020

Inverigo: la nuova bacheca dà il via al Parco


Nei giorni scorsi il Circolo Ambiente "Ilaria Alpi" ha provveduto ad installare a Inverigo una nuova bacheca in località Lazzaretto, che rappresenta il punto di inizio del territorio inverighese nel PLIS (Parco Locale di Interesse Sovracomunale) “Zoc del Peric”.

Come già noto, lo scorso anno il Comune di Inverigo ha formalmente aderito al Parco conferendovi un’ampia porzione di territorio di Cremnago, pari a circa 100 ettari, andando così a raddoppiare la precedente superficie del PLIS (fondato nel 2009 dai Comuni di Alzate Brianza e Lurago d’Erba), passando così da 100 a 200 ettari circa.

In queste aree, nello scorso fine settimana i volontari del Circolo Ambiente (dotati di mascherine e mantenendo gli opportuni distanziamenti), hanno eseguito alcuni lavori nella zona del Lazzaretto, con il coordinamento di Franco Invernizzi. Tra i lavori, gli ambientalisti hanno provveduto ad installare la nuova bacheca visibile dal fronte strada di via Monte Grappa, che costituisce uno dei punti di ingresso di Inverigo nel Parco sovracomunale; sulla medesima bacheca verrà prossimamente posizionata la nuova mappa che conterrà l'indicazione dei sentieri all'interno delle aree verdi del PLIS “Zoc del Peric”.


Si ricorda che, proprio nel Parco, lo scorso anno il Circolo Ambiente "Ilaria Alpi" aveva organizzato un Campo di Volontariato Internazionale, in collaborazione coi comuni di Inverigo, Alzate, Lurago e Brenna. Al campus avevano partecipato una dozzina di volontari provenienti da tutto il Mondo, realizzando alcuni interventi di sistemazione ambientale. Quest’anno purtroppo non sarà possibile organizzare il campo, a causa delle restrizioni sanitarie imposte dal Coronavirus.

Sul tema delle aree a Parco, il Circolo Ambiente "Ilaria Alpi" sottolinea l'importanza dell’ingresso di Inverigo nel PLIS; dichiarano in tal senso gli ambientalisti: “Il PLIS “Zoc del Peric”, coi suoi 200 ettari, rappresenta un importante polmone verde, in un territorio fortemente urbanizzato. Basti pensare alla pesante cementificazione nella zona della Valsorda, dove negli ultimi anni è stata realizzata un’area industriale che ha cancellato una vallata di rilevanza ecologica. Per questo l’adesione di Inverigo al Parco è un dato molto importante per la salvaguardia ambientale del territorio”.

Cesano Maderno: "vicini di casa" con la didattica a distanza LIPU


Il lungo periodo di isolamento forzato dovuto all’emergenza Coronavirus è stato difficile per tutti.

L’Oasi Lipu di Cesano Maderno ha cercato di rendere più leggero il dover rimanere a casa per bambini e ragazzi, i primi ad aver sofferto tale condizione, che sarebbero dovuti venire in Oasi durante la Primavera e svolgere attività di educazione ambientale all’aperto.

Così il settore nazionale Lipu, che si occupa di Educazione e Formazione Ambientale, ha ideato per il mese di maggio un’attività intitolata “Vicini di casa”, un programma dedicato al birdwatching rivolto a scuole primarie e secondarie di primo grado, utile a riconoscere gli uccelli che vivono intorno alle città. Si è trattato di un’ora di lezione virtuale con le classi divisa in una prima parte incentrata sulle caratteristiche da osservare ed una seconda su domande e confronti.


Gli studenti sono stati entusiasti di potersi avvicinare alla natura e in particolare agli animali. Ne sono prova le tante domande e curiosità che hanno caratterizzato questa esperienza.

I ragazzi della classe 1°M della Scuola Secondaria di Primo grado “Salvo D’Acquisto” di Cesano Maderno hanno inviato all’Oasi i lavori fatti durante le loro osservazioni.


Sono riusciti a sorprenderci, a superare le aspettative con foto e schede dettagliate, arricchite dalla loro personale “impronta”.



Ringraziamo i ragazzi, gli insegnanti e le scuole che hanno partecipato con l’augurio di poterli incontrare il prossimo anno scolastico direttamente in Oasi per poter condividere momenti di contatto con la natura.

Coordinamento No Pedemontana: "Dare priorità a salute, scuole e servizi"


a cura del Coordinamento No Pedemontana

Già ad aprile nel pieno dell'epidemia di Coronavirus, Regione Lombardia decideva di stanziare 150 milioni di euro per ricapitalizzare la società Pedemontana, da tempo società decotta. Intanto il Piano Colao, il super esperto nominato dal Governo, al di la delle rituali chiacchere su green economy e sostenibilità, mette al centro della ripresa le Grandi opere definite "volano" dell'economia. Confindustria assapora profitti a discapito dei diritti.

E intanto il coronavirus ha messo a nudo i limiti di un sistema sanitario devastato dalla privatizzazione e dalla distruzione della medicina territoriale e per la riapertura delle scuole si brancola nel buio.

INSOMMA IL LORO FUTURO CAMMINA ALL'INDIETRO

Tocca a ciascuno prendere parola ed esigere che al centro vengano messe la tutela dell'ambiente del territorio e della salute. Ci troviamo nel rispetto delle regole di sicurezza domenica 21 giugno 2020 alle 10.00 in via Mazzini nei pressi dell'Ospedale di Desio poi andremo a Cesano e Desio a rimarcare che la salute è una priorità.

martedì 16 giugno 2020

Le strade vicinali del Parco GruBrìa diventeranno la nuova spina dorsale della permeabilità ciclopedonale


La posa dei nuovi cartelli indicanti i confini del parco a Desio è stata l'occasione per visitare le aree verdi piantumate nel 2016 - dietro la caserma dei Carabinieri - e verificare la situazione attuale.


Nell'occasione Paolo Conte, membro del CdA del Parco, ci ha dichiarato: "Il prossimo passo sarà quello di proporre l'avvio di una mappatura di tutte le vie vicinali pubbliche per farle diventare la spina dorsale della permeabilità ciclopedonale del GruBrìa. Il passo successivo sarà quello di dotare il parco di nuova segnaletica dedicata ai pedoni e ciclisti per una viabilità sostenibile e che valorizzi i piccoli e grandi tesori culturali ed ambientali della Brianza."

Una buona notizia che speriamo diventi presto realtà.


Escursioni estive guidate nel Parco delle Groane e della Brughiera


Facili escursioni gratuite alla portata di tutti. Offerta diversificata: le Oasi WWF e LIPU, l’uscita ornitologica notturna, l’esperienza “a piedi nudi”, la scoperta di ambiti naturali recuperati e delle attività sostenibili in compagnia di esperti e di amanti della Brughiera.

Riprendendoci il Parco ma rispettando le norme di sicurezza COVID.


Programma:
  • 28 Giugno: SEVESO, Oasi del Fosso del Ronchetto
  • 3 Luglio: MEDA, Notturna verso la Zoca di Pirutit (all’ascolto del Bosco e degli Uccelli Notturni)
  • 5 Luglio: CANTU’ dalla Birintina a Intimiano (Birintina, Santa Naga, fitodepurazione di Capiago, Fecchio)
  • 12 Luglio: CESANO MADERNO, Oasi LIPU
  • 26 Luglio: MONTORFANO,  “A piedi Nudi” attorno al Lago
Prenotazione e registrazione obbligatoria:
informazioni@comitatoparcobrughiera.it - delegatolombardia@wwf.it – 330/225140
(gruppi di max 12 persone, misura temperatura alla partenza, mascherine e distanziamento di un metro)

Proveremo ad offrire anche altro in tutto il mese di Agosto. Ci Aspetta la Fontana del Guercio a Carugo, la classica "Tri laghet" tra Meda, Lentate e Mariano, l'Oasi WWF del Caloggio a Bollate ( e chissà mai forse anche l'Oasi del Bassone di Albate-Como).

sabato 13 giugno 2020

L'Airone guardiabuoi in visita al parco della Porada di Seregno (Plis GruBrìa)

Airone guardiabuoi - Seregno, avvistamento 12/6/2020 (Foto Romeo Cerri)

Da qualche giorno, nel Parco della Porada a Seregno (Plis GruBrìa), staziona un bell'esemplare di Airone guardiabuoi.

I dubbi sul riconoscimento sono stati spazzati via da Edoardo Manfredini, esperto ornitologico del WWF Insubria, che ha detto: "Si tratta di un individuo immaturo di Airone guardiabuoi. Lo si può riconoscere dalla stazza e dal collo corto. Gli adulti hanno il becco giallastro mentre negli individui più giovani può apparire più scuro".

 
Airone guardiabuoi - Seregno, avvistamento 10/6/2020 (Foto Giuseppe Toppi)

Ringraziamo per le segnalazioni Giuseppe Toppi e Romeo Cerri, autori delle foto.

giovedì 11 giugno 2020

Piccolo atlante della Seregno antica


a cura di Seregn de la memoria

Sabato 27 giugno 2020 - ore 17
Presentazione del volume
Piccolo atlante della Seregno antica
di Chiara Ballabio
in collaborazione con Zeno Celotto
realizzazione grafica di Alessio Ajelli

Ingresso gratuito con prenotazione obbligatoria scrivendo all'indirizzo e-mail: info@seregndelamemoria.it

Aggiornamento 22/06: Posti esauriti.
Viste le numerose richieste la conferenza verrà trasmessa in streaming.
Per accedere alla registrazione della diretta cliccare su:

Il "Piccolo atlante della seregno antica" è reperibile presso la sede di Seregn de la memoria,
Via Maroncelli 6, 20831 Seregno (MB)
Per informazioni, segnalazioni e contatti: info@seregndelamemoria.it
Tel.: 0362 327220 (il martedì ed il giovedì dalle 10 alle 12)

Quello di sabato 27 giugno 2020 sarà per noi un appuntamento particolarmente emozionante: non solo perché sarà il nostro primo incontro “fisico” dopo le restrizioni sanitarie, il sofferto riavvio della nostra attività pubblica, ma anche perché sarà nel segno del ricordo di una persona che ci manca tanto e che tanto più avremmo voluto con noi in questa occasione, in quanto, oltre che amica e socia, è stata l'autrice del prezioso volume che presenteremo. Il “Piccolo atlante della Seregno antica” è infatti l'ultima opera di ricerca storica su Seregno ideata e curata da Chiara Ballabio: suo marito Zeno Celotto, autore con lei dei tre volumi precedenti, anch'essi pubblicati da Seregn de la memoria, si è limitato in questo caso a collaborare alla sua realizzazione e a curarne la pubblicazione postuma. Sarà lui a parlarci della genesi di questo originale e ancora una volta accuratissimo lavoro, che ricostruisce, sulla base di fonti archivistiche e documentarie, la toponomastica e la topografia delle strade che, fin dall'epoca romana, collegavano il luogo dove è sorto l'abitato di Seregno al territorio circostante. Scopriremo che parecchie di quelle strade mantengono ancora, seppur con qualche inevitabile modifica, l'antico tracciato e perfino la stessa denominazione; seguiremo, attraverso le immagini proposte da Zeno e i brani letti da Chiara Consonni, percorsi noti e meno noti, lungo i quali ci si imbatte nelle tracce di un passato lontano che la ricerca di Chiara ci rende ancora leggibile e presente. Ci auguriamo che anche questo impagabile contributo alla conoscenza della nostra storia abbia la stessa calorosa accoglienza dei volumi di quella che il Premio Letterario Brianza ha definito ”Trilogia della Seregno storica” e che trova in questo Piccolo Atlante uno strumento ulteriore di analisi e di lettura del passato del nostro territorio.


Chiara Ballabio
si interessava di storia  fin dal 1980, quando si era laureata in Lettere moderne con una tesi su “le vendite francesi dei beni nazionali in territorio cisalpino”, grazie alla quale aveva acquisito quel rigoroso metodo di ricerca attraverso la documentazione archivistica che, una volta esaurito il suo impegno da insegnante, ha applicato allo studio del passato di Seregno, unendo la sua passione storica a quella per la  difesa del territorio che animava e anima  suo marito Zeno Celotto. Nata e vissuta a Seregno, ha lavorato  fino alla fine con coraggio e determinazione all'ultima sua opera, prima di lasciarci, nel novembre dello scorso anno a soli sessantadue anni, accompagnata dal rimpianto e dalla stima e gratitudine di tutti coloro che l'avevano conosciuta.


martedì 9 giugno 2020

Italia da paese delocalizzatore a paese delocalizzato

di Dario Balotta, presidente ONLIT (Osservatorio Nazionale Liberalizzazioni Infrastrutture e Trasporti)

AirItaly e Qatar Airways annunciavano un piano da 1500 assunzioni e nuove rotte nel 2018 a Malpensa e sappiamo com'è finita. Così come sappiamo come finì la sbandierata base di Lufthansa.

Ora si annuncia un'altro fuoco di paglia. Wizzair, compagnia low cost con sede in Ungheria, annuncia 200 assunzioni a Malpensa. Dopo aver licenziato mille addetti nel suo Paese la compagnia magiara lancia la sua base operativa nello scalo della Brughiera.

Una volta era l’Italia a delocalizzare le attività imprenditoriali all'est europeo ora siamo noi i  delocalizzati. Le imprese  vengono dall'est in Italia dove si trova il far west normativo e contrattuale nel settore dei servizi e della logistica e in particolare nel trasporto aereo. La Sea vola sempre più in basso con Malpensa che da Hub passa al rango di  scalo low cost dopo l’arrivo in forza di Easy Jet e recentemente di Ryanair.

domenica 7 giugno 2020

Cascina Santa Naga: quattro ipotesi per un nome


di Luigi Perego

Cascina Santa Naga è un luogo naturalistico e paesaggistico di primaria bellezza, sito nel Parco della Brughiera Briantea ed ebbe vicende storiche ancora da indagare. Santa Naga è un altro pezzo di Brianza che stiamo perdendo insieme a molti altri luoghi rappresentativi, ma dimenticati e ridotti in condizioni disperate; cito gli esempi di Cascina Navello ad Inverigo con l’oratorio di sant’Andrea magnificamente affrescato e della cappellina di san Bartolomeo, anch’essa affrescata, a Montorfano. Per fortuna ci sono stati anche illuminati casi di recupero come il battistero romanico di san Salvatore a Barzanò.

Ma torniamo a cascina Santa Naga.

In un interessante articolo di Giancarlo Montorfano pubblicato su "La Provincia" di Como del 16 maggio 2020 vengono elencate tre possibili origini del toponimo:
  • corruzione di una dedicazione a sant’Agata del tipo di cascina di Rozzago nei pressi di Figino Serenza, lì chiamata ‘Santegàta’;
  • derivazione della divinità celtica possibile ‘Adganae’, ricordata in un’iscrizione della vicina Galliano insieme con le Matrone;
  • alterazione dialettale di Santa de Jaca, cioè di santa Eurosia de Jaca a cui è dedicata la chiesetta del complesso. Il suo culto venne probabilmente promosso da soldati spagnoli e dalla congregazione dei Somaschi.
Segnalo un’altra ipotesi, frutto della ricerca archivistica dello storico marianese Arnaldo Martegani.

Il Liber Notitiae Sanctorum Mediolani di Goffredo da Bussero cita un  locus de Setenago (località ritenuta scomparsa), nella Pieve di Galliano con una chiesa dedicata a sant’Andrea. Vi è poi un documento notarile del 1422 (ASMi, Notarile, cart. 53) che segnala nei pressi di Galianello (Cantù) una possessio de Stutenaga. Altro documento del 1452 (ASMi, Notarile, 440) evidenzia una ‘petia una campi jacens in territorio cassine de Sandranega territori burgi de Canturio’. Questo toponimo pare non isolato poiché in altro istrumento notarile del 27 luglio 1437 si legge locus de Villasatanaga plebis Inzini (ASMi, Notarile, 434). Segnalo infine che i vocaboli tedeschi die Stute e der Nagel indicano rispettivamente la cavalla e chiodo/unghia.

In conclusione la genesi del toponimo Santa Naga potrebbe essere riferibile ad attività legate all’allevamento e cura dei cavalli e collocabile temporalmente nel periodo longobardo, momento fondante della cultura briantea insieme a quelli romano e celtico.

Articolo pubblicato su "La Provincia" di Como del 16 maggio 2020

giovedì 4 giugno 2020

Mariano: l'assessore parte per la tangenziale ed esce di strada


di Gianni Del Pero, Presidente WWF Lombardia

La Provincia di Como di giovedì 4 giugno 2010 riporta un'ardita quanto errata affermazione dell'Assessore ai Lavori pubblici di Mariano, Enrico Rudy Benelli relativa alla Tangenzialina Ovest: "In questo momento noi avremmo tutti gli strumenti per realizzarla"

A parte che mancano del tutto le risorse economiche, l'Assessore giustifica che a dettare la possibile libertà di azione della giunta è la mancanza di un piano urbanistico del Parco che comprenda Mariano. «In assenza, come siamo ora, di uno strumento urbanistico del Parco se io facessi una progettazione preliminare della strada e la inserissi nel Triennale delle opere Pubbliche, questa costituirebbe una variante e quindi il Parco la dovrebbe recepire». Ma questo, per fortuna, non è possibile!

Ritaglio dell'articolo pubblicato da "La Provincia" del 4/06/2020

Mariano è entrata a far parte del Parco Regionale delle Groane e della Brughiera, dopo un'attesa di oltre trent'anni, con la legge regionale 39 del 28 Dicembre 2017 che prevede che in attesa della redazione del Piano Territoriale (il Piano Urbanistico dei Parchi) nelle aree oggetto di ampliamento del Parco (quindi anche Mariano) si applichino le Norme di Salvaguardia previste dall’articolo 206 bis della  Legge Regionale 16 del 16 luglio 2007, Testo unico in materia di istituzione di parchi, che evidentemente non consentono la trasformazione dei boschi, limitando la possibilità di intervento ad opere di viabilità agro-silvo-pastorale o di collegamento viario a edifici esistenti strettamente pertinenti alla conduzione dei fondi agricoli, che non pare proprio il caso della nuova strada nel Parco!

E no, Signor Assessore! La Tangenziale nel Parco delle Groane e della Brughiera non si può proprio fare!

No alla Strada nel Parco! La Brughiera non si tocca.



mercoledì 3 giugno 2020

Il 4 giugno è la “Giornata senza plastica”

L’appello del Circolo Ambiente “Ilaria Alpi”: “Bisogna evitare di acquistare plastica usa-e-getta, che crea rifiuti che poi finiscono nell’ambiente”
 

Il 4 giugno è la “Giornata senza plastica” (#PlasticFreeDay) e il Circolo Ambiente “Ilaria Alpi” lancia un appello per non utilizzare la plastica usa-e-getta. L’associazione ambientalista è promotrice del progetto ‘Brianza Senza Plastica’, che prevede di ridurre alla fonte i prodotti in plastica monouso. 

Per questo il Circolo Ambiente “Ilaria Alpi”, in occasione della Giornata del 4 giugno, invita i cittadini a non comprare o utilizzare contenitori e altri imballaggi in plastica usa-e-getta: “Un impegno che dovrebbe proseguire per tutti i giorni dell'anno, proprio per evitare la profusione dei rifiuti di plastica, di cui solo una minima percentuale - inferiore al 30% - viene effettivamente riciclata. Oltretutto la plastica, se non correttamente gestita, si disperde nell'ambiente e finisce nei corsi d'acqua e, da qui, nei laghi o nei mari”.


C'è poi il problema delle microplastiche, ovvero pezzi piccolissimi di plastica - visibili solo al microscopio - derivanti dalla degradazione della plastica, che invadono le nostre acque, fino a ritrovarceli nei nostri alimenti, in particolare nei pesci. Ricordano gli ambientalisti: “In questi ultimi anni sono state effettuate alcune ricerche sulla presenza delle microplastiche nelle acque superficiali, anche nel nostro territorio. Ebbene, sembrerebbe che il Lario sia il lago con la più alta concentrazione di microplastiche in Lombardia!”.



Pertanto, per tutelare l'ambiente, gli animali e la nostra salute, l'unica possibilità è quella della prevenzione. Da qui l'invito del Circolo Ambiente “Ilaria Alpi” a non utilizzare la plastica monouso: “Un esempio concreto è quello di non usare stoviglie, posate e bicchieri in plastica usa-e-getta, mentre per bere è preferibile utilizzare l’acqua del rubinetto, spesso più sicura e controllata delle acque contenute nelle bottiglie di plastica”.

Il progetto ‘Brianza Senza Plastica’ (a cui aderiscono anche i Comuni di Lurago d’Erba e di Inverigo, col patrocinio della Provincia di Como) proseguirà in autunno con varie iniziative, tra cui interventi nelle scuole e incontri pubblici per sensibilizzare la popolazione sui danni ambientali derivanti dall’uso della plastica usa-e-getta.