domenica 31 maggio 2020

Ampliamo il Parco GruBrìa

La nuova cartellonistica del PLIS GruBrìa

"Per la nostra salute e per il nostro territorio servono più aree naturali e protette. Ripartiamo dall'ambiente!" Questo lo slogan con cui diverse associazioni di Monza e della Brianza hanno rilanciato la petizione per chiedere al Comune di Monza di aderire al Parco del Grugnotorto Villoresi e della Brianza Centrale.

In soli 3 giorni, dal rilancio della petizione, sono state raccolte oltre 250 firme. Sono tante ma l'obbiettivo e più alto.

Firmate cliccando qui e diffondete la petizione alla vostra mailing list, siti, blog e pagine di FB.

Grazie

Link della petizione: https://www.change.org/MonzaDeveAderireAlGruBria

sabato 30 maggio 2020

Pedemontana e diossina. I dubbi di "Legambiente Seveso" e "Sinistra e Ambiente" sul Progetto Operativo di Bonifica "revisionato"


Riceviamo e pubblichiamo

di Sinistra e Ambiente - Meda 
e Circolo Legambiente Seveso "Laura Conti"- Seveso

Ad aprile ci siamo occupati delle ultime comunicazioni riguardante il Progetto Operativo di Bonifica Revisionato (POB) e dei connessi pronunciamenti di ARPA, Provincia di MB, Comune di Cesano che nei fatti "prendevano atto dei riscontri alle prescrizioni" presenti nell'ultima versione del POB, definito "revisionato", a loro presentato.
E' la versione che, rispetto al progetto iniziale presentato in Conferenza dei Servizi il 17-09-2019, contiene parti riviste in funzione delle prescrizioni, delle osservazioni e delle richieste avanzate in quella sede decisionale.
Per completare la nostra documentazione mancavano il testo e tutti gli allegati del POB Revisionato.
Dopo un accesso agli atti presso una delle amministrazioni interessate e dopo una lettura dello stesso, di informare sui contenuti effettivi del POB Revisionato, presentato e protocollato da APL nel gennaio 2020.
Cercheremo di dare una sommaria descrizione delle modifiche (poche) e degli aggiornamenti apportati, traendoli direttamente dalla lettura dei documenti ufficiali.

Ci sembra, con ciò, di fare un servizio utile, mentre ancora una volta prendiamo atto che le amministrazioni locali non hanno messo alcuna cura nel cercare di dare un'informazione trasparente e non hanno ancora pubblicato nulla in merito al progetto di bonifica.

Come era prevedibile, le modifiche e le integrazioni al POB iniziale presentato in Conferenza dei Servizi ne lasciano immutata l'impostazione e le scelte e riguardano le poche richieste portate alla discussione dai Comuni (Seveso, Cesano Maderno, Desio, Barlassina, Bovisio Masciago - Meda non ha formulato alcuna richiesta), le prescrizioni dall'Azienda Regionale Protezione Ambientale (ARPA), dell'Agenzia di Tutela della salute (ATS) e della Provincia di Monza e Brianza (MB).

Rimangono senza variazione il numero degli 8 lotti da bonificare (lotti 1, 2, 2A, 3, 3A 4, 5, 6 ) per un volume totale, ora corretto, di 39.927 m3 e una quantità pari a 71.870 tonnellate di terreno contaminato da asportare. Il costo stimato è stato ora quantificato in 10.872.080 euro.
E' stata aggiornata la cartografia che sotto pubblichiamo in un unica mappa riassuntiva.

Mappa con le aree di bonifica effettivamente considerate secondo il Progetto Operativo di Bonifica (POB) Revisionato del dic 019- genn 020 (cliccare sopra per ingrandire)
ATTIVITÀ DI APPROFONDIMENTO ANALITICO SU AREE AGGIUNTIVE
Su segnalazione della Provincia di MB e per prossimità a due punti con valori superiori alla soglia dei 10 ng/Kg, sono state identificate due nuove aree sorgente di contaminazione nel lotto 2 (area 8A con contaminazione nel Top Soil e area A45 contaminata nel livello intermedio).
Tuttavia, su dette aree, APL intende effettuare ulteriori indagini chimiche per confermarle o meno quali aree da bonificare.
Conseguentemente ad un campione di omologa del terreno per identificarne la tipologia ai fini di rifiuto (non quindi della caratterizzazione), l'area sorgente derivatane, viene inclusa all'interno dell'area 8B nel lotto 2.

Nel testo viene ufficializzato il già noto diniego rispetto all'osservazione avanzata dai Comuni di Cesano Maderno- Bovisio Masciago - Seveso - Barlassina - Desio in sede di CdS del 17/09/2019 sulla possibilità di estendere il franco di sicurezza sulle aree contaminate nell'intermedio con un'asportazione aggiuntiva fino a 50 cm oltre al previsto.
APL ha specificato che "non si ravvisa la necessità di approfondire a priori il fondo scavo di tutte le aree intermedie oltre i 20 cm di franco cautelativo già considerato. I fondi scavo saranno oggetto in ogni caso di collaudo: in caso di presenza di collaudi non conformi, si provvederà ad approfondire il fondo scavo".

ADEGUAMENTI E INTERVENTI RISPETTO ALL'ANALISI DI RISCHIO
Alcuni aggiustamenti marginali sono stati attuati nel documento dell'Analisi del Rischio.
Su osservazione della Provincia di MB che chiedeva chiarimenti, l'area A25, dove è prevista la realizzazione di una duna/terrapieno, è ora definita "accessibile ma non fruibile a fini ricreativi".
Sull'area, con contaminazione nel solo livello di suolo intermedio, verrà comunque asportato il Top Soil  anche se pulito e successivamente posato il geotessuto per attuare la separazione con l'intermedio contaminato. Si provvederà poi al posizionamento del terreno conforme alla tabella A (10ng/Kg)  utile sia per ripristinare il Top Soil sia per realizzare la duna. Lo strato intermedio pur se contaminato non verrà dunque rimosso.

Sulle aree A28 e A33 con contaminazione nel livello intermedio da 0,5 a 1 mt  - trattasi di AREE DI CANTIERE valutate anche nell'analisi del rischio - dopo la rimozione dei primi 0,5 mt di terreno  e prima del rinterro con nuovi 0,5 mt conformi, verrà steso uno strato di geotessuto (prima non previsto)  a separazione dalla parte contaminata sotto i 0,5 mt che rimarrà in loco.

ATTIVITÀ DI APPROFONDIMENTO ANALITICO SULLE AREE MEDESI A5, A24, A3
E' confermata la decisione sulle aree A5 e A24 (Lotto 1) poste nell'alveo del torrente Certesa a Meda, che, pur comprese nelle superfici contaminate nel Top Soil, saranno assoggettate a bonifica solo se le indagini chimiche integrative di dettaglio, preliminari e propedeutiche al progetto esecutivo autostradale, rileveranno il superamento della soglia di contaminazione di colonna A (10 ng/kg).
Per queste aree, nel POB revisionato si prevedono 2 punti di indagine (invece del singolo punto previsto nel POB precedente)  per ogni area tramite la realizzazione di trincee esplorative spinte fino alla profondità di 2 m dal piano campagna (PC). Verrà ubicato almeno un punto d'indagine per ogni sponda del torrente Certesa.

Stessa cosa dicasi per l'area A3 (Lotto 1) posta sulla scarpata dell'attuale svincolo medese dove si prevedono 2 punti di indagine tramite campionamento manuale fino ad un massimo di 1 m da p.c. Per ogni punto d'indagine sono previsti 2 campioni rappresentativi dello strato Top Soil (0,00-0,20 m) e dello strato intermedio (0,20-1,00 m);

Anche sulle aree A8A e A45 si prevedono 2 punti di indagine con trincee esplorative spinte fino alla profondità di 2 m da p.c.. Al fine di indagare nel dettaglio tali aree, per ciascun punto di indagine si prevede il prelievo di n.3 campioni rappresentativi dello strato Top Soil (0,00 - 0,20 m), dello strato intermedio (0,20 - 1,00 m) e dello strato profondo (1,00 - 2,00 m).

Tutte queste attività di indagini integrative sulle aree A3, A5 e A24 ed A8A+A45, saranno eseguite in contraddittorio con ARPA, così come richiesto dalla Provincia di MB e dai Comuni.

GESTIONE E CARATTERIZZAZIONE DEL TERRENO ASPORTATO
I terreni contaminati del Top Soil saranno gestiti e allocati separatamente dai terreni contaminati dello strato Intermedio.
Sono aumentati i campionamenti per la caratterizzazione a banco del terreno prima del suo invio in discarica, passando dagli inziali 192 campioni totali agli attuali 263 campioni totali.

FASE DI COLLAUDO DELL'AVVENUTA BONIFICA
Per quanto concerne il collaudo dell'avvenuta bonifica sulle aree scarificate, all'osservazione della Prov. di MB  e dei Comuni di effettuare campionamenti di verifica dell'avvenuta bonifica anche sulle pareti di scavo delle aree Top Soil, la risposta di APL rimanda tutto ad una valutazione con i tecnici ARPA "ed esclusivamente qualora ARPA ritenga in sede di collaudo necessario procedere al prelievo dei campioni in tal senso".
La richiesta dei comuni di non utilizzare l'escavatore per effettuare i campionamenti di collaudo è rimandata a decisioni "condivise con ARPA preliminarmente all'esecuzione ".

GESTIONE DEI PRESIDI AMBIENTALI E DEL TRASPORTO DEL TERRENO CONTAMINATO
Per quanto concerne le indicazioni dell'ATS che chiedeva il mantenimento costante in funzione di tutti i presidi  ambientali (nebulizzatori cannon fog, bagnatura piste di cantiere etc.)  durante tutte le fasi di lavorazione, scotico, caricamento e movimentazione, APL ha risposto genericamente che "la frequenza di attivazione sarà stabilita in corso d'opera" precisando che "L'approntamento di eventuali presidi aggiuntivi sarà valutato sulla base degli esiti delle analisi previste dai monitoraggi della qualità dell'aria eseguiti nel corso delle attività."

Qualche cautela aggiuntiva per evitare la diffusione e il trasporto involontario di terreno contaminato verrà presa dentro le aree di scavo, dove per evitare il contatto tra le ruote dei mezzi e il terreno contaminato, gli stessi transiteranno su piste di frantumato poste sopra il terreno e separate tramite geotessuto dal suolo sottostante. Gli escavatori utilizzati saranno caricati direttamente su autocarri per il trasporto da un'area all'altra di intervento (o area tecnica), senza il contatto su strada pubblica dei cingoli/ruote. Il trasferimento tra diverse aree di scavo e l'uscita, qualora non direttamente collegata alla viabilità pubblica, avverrà su piste di cantiere.
Sotto il documento che illustra il Progetto Operativo di Bonifica redatto nel dicembre 019 dopo la Conferenza dei Servizi


NOSTRE CONSIDERAZIONI
Come è noto, la soc Autostrada Pedemontana Lombarda (APL) attuerà la bonifica solo quando entrerà in possesso delle aree ove passerà il tracciato dell'autostrada.
Al momento, non vi sono risorse economiche per completare  la tratta B2 e C dell'infrastruttura ed è stata attivata una "manifestazione d'interesse" per trovare finanziatori.
Come prospettavamo nei precedenti post informativi ora c'è la conferma che i contenuti del Progetto Operativo di Bonifica (POB) revisionato poco si discostano dalla precedente versione, dettata principalmente da esigenze di contenimento della spesa.
Restano inalterati i nostri dubbi sul POB, già espressi  prima della Conferenza dei Servizi con una lettera ai Sindaci e un giudizio di insufficienza.
Continuiamo ad auspicare e ad operare affinchè si rinunci al completamento dell'autostrada Pedemontana, sopratutto ora che le difficoltà economiche conseguenti all'emergenza del Covid 19 cominciano a farsi sentire e incideranno pesantemente nell'immediato futuro.

martedì 26 maggio 2020

Alzate Brianza: tre ibis eremita in volo per la Brianza!


Tre rari esemplari di ibis eremita in volo per la Brianza. E' la segnalazione che arriva da Franco Invernizzi, membro del Circolo Ambiente "Ilaria Alpi", che nei giorni scorsi ha avuto modo di fotografare tre esemplari di ibis eremita, specie a rischio di estinzione, in transito a Verzago di Alzate Brianza, in una sosta nel loro percorso tra la laguna di Orbetello, in Toscana, e l'Austria.

Franco Invernizzi si è così messo in contatto con l’appassionato di ornitologia Walter Sassi - che già collabora col Circolo Ambiente “Ilaria Alpi” -  ed ha potuto anche leggere, tramite un binocolo, i codici posti sui geo-localizzatori di cui sono dotati i tre uccelli, risalendo così ai nomi loro assegnati dai ricercatori: Enea, Aluma e Bernardo. Gli ibis infatti fanno parte di un progetto, finanziato dall’Unione Europea, di ripopolamento e di tracciamento dei loro spostamenti [per maggiori informazioni cliccare qui].

All'inizio del progetto i ricercatori avevano insegnato agli uccelli, con un accompagnamento in ultraleggero, a percorrere la tratta tra l'Austria e la laguna di Orbetello. E proprio nel corso del loro viaggio primaverile di quest’anno, dalla Toscana all'Austria, i tre esemplari di ibis eremita hanno stazionato per alcuni momenti a Verzago.

Franco Invernizzi e il Circolo Ambiente "Ilaria Alpi" sottolineano l'importanza di questo progetto di ripopolamento e di altri programmi di tutela ornitologica: “I progetti ornitologici hanno come base la conservazione degli habitat naturali, ovvero occorre preservare dal punto di vista naturalistico le necessarie aree di sosta per gli uccelli. Infatti la distruzione degli habitat, a causa delle cementificazione e dell'inquinamento, cancellerebbe in maniera irreversibile la possibilità che esemplari come l'ibis eremita, o altri uccelli a rischio di estinzione, possano trovare rifugio per la migrazione o, nel caso di altre specie, per la nidificazione”.

Salviamo il torrente Fraina!

Torrente Fraina: l'esiguità del corso d'acqua
Continua l’impegno del WWF Lecco contro il moltiplicarsi delle centraline e della corsa alla concessione ai prelievi idrici degli ultimi anni. Una corsa che ha coinvolto in molte occasioni anche i torrenti della montagna lecchese con danni gravissimi agli ecosistemi fluviali.


Con riferimento all’istanza della società Energia e Futuro s.r.l., per l’ottenimento di autorizzazione unica finalizzata allo sfruttamento idrico del torrente Fraina in comune di Premana, ARPA (Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente) ha recentemente espresso giudizio di ESCLUSIONE della derivazione a fini idroelettrici, per incompatibilità della stessa con gli obiettivi di tutela delle acque ai sensi della normativa vigente, comunitaria e nazionale.


Sulla base di questo parere che finalmente rende giustizia alle puntuali contestazioni di natura ambientale dell’Associazione Alpe Rasga e delle altre associazioni ambientaliste che hanno sostenuto l’opposizione degli Alpigiani, si è proceduto, attraverso uno Studi Legale, a formale diffida a procedere secondo la normativa vigente.


Le piccole centrali idroelettriche producono poca energia elettrica ma danneggiano massicciamente la vita nei corsi d’acqua.

domenica 24 maggio 2020

Barni: decine di selfie per salvare l’orto di don Emilio!


Una contestazione “virtuale”, a suon di selfie, contro il progetto del parcheggio nell’orto di don Emilio a Barni. È questa la forma di protesta che il Circolo Ambiente “Ilaria Alpi” sta proponendo per opporsi all'intento dell'Amministrazione Comunale di Barni, che vorrebbe realizzare un parcheggio per una trentina di posti auto, asfaltando lo spazio di via Andreoletti attualmente occupato dall’orto avviato dal compianto don Emilio Lorvetti.

La protesta ha già portato alcune decine di persone a inviare i loro selfie, con un cartello che dice “No al parcheggio! Salviamo l’orto di don Emilio a Barni”. Le foto vanno inviate all’email del comune sindaco@comune.barni.co.it e info@circoloambiente.org  e, per chi ha Facebook, postate sulla pagina “Salviamo l'orto di Don Emilio!” che già raccoglie quasi 700 aderenti.


Lo scorso febbraio, il Circolo Ambiente “Ilaria Alpi” aveva organizzato, insieme a Civiltà contadina, al Gruppo Naturalistico della Brianza e a Terra Viva, un presidio di protesta per dire no al progetto. Ora, consapevoli del fatto che le istituzioni sono giustamente impegnate per l’allarme sanitario, ma visto che il sindaco di Barni ha più volte reiterato l'intento di mandare avanti il progetto del parcheggio, il Circolo Ambiente “Ilaria Alpi” chiede di continuare la protesta con i selfie. L'obiettivo è quello di far ritirare l’assurdo progetto, che distruggerebbe un’area verde e la memoria dell’associazione fondata da don Emilio a Barni.


NOTA:
L’associazione fondata da don Emilio Lorvetti si intitola “Tutela dell’ambiente: un dovere comune universale” (http://www.tuteladellambienteundoverecomuneuniversale.it) e si basa sull’utilizzo dell’orto di via Andreoletti a Barni, di proprietà della Parrocchia, per usi didattici e sociali.

Ballotta (Onlit): Atlantia restituisca "Autostrade per l'Italia" allo Stato per 1 euro

"Ci dicono che senza la garanzia dello Stato e nuovi finanziamenti dalla Cdp Aspi fallirebbe, allora la cedano allo Stato per 1 euro, avendo già incassato in dividendi molto molto di più di quanto investito". Lo sostiene il presidente dell'Osservatorio su liberalizzazioni e trasporti (Onlit) Dario Balotta spiegando che "la storia di degli ultimi 20 anni di Autostrade per l'Italia è fatta di extra-profitti, che sono stati tutti prosciugati dalla controllante Atlantia, lasciando Aspi super indebitata, con la compiacente acquiescenza di chi al Ministero avrebbe dovuto controllare".

"Con i 10 miliardi di dividendi pompati via da Aspi - prosegue - Atlantia si è comprata l'Aereoporto di Roma, l'aeroporto di Nizza, una quota importante dell'Eurotunnel, il 50% di Abertis (le autostrade spagnole) e altri ricchi asset".

"Se ora Aspi è in difficoltà - conclude - dovrebbe essere Atlantia stessa a rimettere nella controllata parte dei fondi prelevati negli anni e a garantire quanto necessario invece di chiedere l'intervento dello Stato".

domenica 17 maggio 2020

Il WWF Lombardia chiede nuove indagini ambientali sull'area ex-tessitura Schiatti di Lentate sul Seveso


Il WWF Lombardia, dopo avere coinvolto le Associazioni Ambientaliste del Territorio riunite nell'Osservatorio PTCP Monza Brianza, con le quali ha presentato una serie di Osservazioni al programma integrato dell’area Schiatti di Lentate, ha presentato una propria specifica osservazione tecnica con la richiesta di sospensione del procedimento e di ritiro dello stesso PII avendo riscontrato gravi carenze nelle indagini ambientali effettuate.

Le attività svolte nell’Ex-tessitura Schiatti, in particolare nel reparto tintoria, richiedevano l’utilizzo di sostanze pericolose, coloranti e prodotti chimici gestiti senza le cautele che oggi sono richieste. Reflui delle lavorazioni e rifiuti prodotti hanno per decenni compromesso la qualità dei terreni e della falda della zona. I parametri rappresentativi di queste sostanze pericolose non sono stati ricercati nelle indagini effettuate in particolare proprio al di sotto dei reparti “a rischio” e soprattutto nessuna indagine è stata effettuata per conoscere la qualità delle acque di falda.

Non è stato analizzato il terreno sottostante le “caldaie”, nei pressi di serbatoi interrati, il magazzino e i locali tecnici in pertinenza al reparto tintoria e lo stesso reparto non è stato adeguatamente caratterizzato.


Per quanto sopra indicato il WWF ha chiesto  la sospensione dell’approvazione del PII, in attesa della effettuazione delle indagini mancanti da svolgere sotto il controllo di ARPA, o più correttamente il ritiro del medesimo Programma in attesa di un nuovo elaborato progettuale che tenga conto delle risultanze di una indagine ambientale preliminare estesa ai centri di rischio non caratterizzati indicati ai fini dell’accertamento della qualità ambientale di terreni e della falda in conformità ai valori ammessi dal Decreto Lgs. 152/06.

sabato 16 maggio 2020

Un nuovo percorso protetto per il Bosco delle Querce di Meda e Seveso

Bosco delle Querce. La collina di Meda
Nei giorni scorsi abbiamo ricevuto da Polo Design Lab di Meda, associazione per la promozione dell'artigianato brianzolo, una interessante proposta per la realizzazione di un nuovo percorso protetto all'interno delle aree del Bosco delle Querce.

Sull'argomento intervengono Enrico Radice, imprenditore artigiano settore arredamento, Gian Luigi Vitali, architetto progettista opere edili e Gianni Del Pero, geologo e Presidente WWF Lombardia

Coronavirus e nuovi modelli di socialità
 
di Enrico Radice, imprenditore artigiano settore arredamento

Già nel 2012 nel Bosco delle Querce di Meda e Seveso la prima “green way”, grazie a Robert Baden Powell, fondatore dello scoutismo. Oggi la proposta di un nuovo percorso protetto.
 
Oggi, e per un periodo temiamo ancora molto lungo, il Coronavirus ci impone protezioni individuali, distanziamento sociale e attenzioni da adottare. All’imposizione “restiamo a casa” se possiamo, sopravviene la libertà condizionata a passeggiate vicine alle nostre abitazioni, ma da effettuare in piena sicurezza.

Gli oltre 23 mila abitanti della città del design si stanno chiedendo se sia possibile fare una piacevole camminata, una piccola escursione per ritrovare spazi urbani fruibili in sicurezza e godere della natura in città a due passi da casa. Noi riteniamo di si!

Ci siamo accorti, che a Meda nulla è stato fatto sul tema dei “percorsi (per la) vita” e con un piccolo intervento possiamo recuperare alla fruizione collettiva il Bosco delle Querce collegandolo all’ambito delle Attività Sportive di Meda, con un percorso che attraversando il Tarò ci porti nel Cuore del Parco nei luoghi della Memoria dell’incidente “Diossina” dell’Icmesa.

Alla creazione del nuovo percorso vorremmo affiancare anche un Ambiente Naturale, un laghetto naturalistico all’interno di un’Area di Laminazione del Tarò.

I cittadini ricordano l’annuncio del 06/03/2020 dell’Amministrazione Comunale della volontà di aprire la porzione di Meda del Bosco delle Querce con “l’installazione di un parapetto in legno sul torrente Tarò”. Noi vorremmo andare oltre …

Breve cronistoria


Il percorso vita ora dimenticato, così come gli accessi per la fruibilità del Bosco delle Querce di Meda e Seveso, fu realizzato nel 2012 con l’impianto del campo scout regionale di S. Giorgio del gruppo CNGEI di Cesano Maderno, che iniziò la sua attività nel 1956, proprio nella porzione del bosco di Meda, esattamente in via Certosa (una piccola via laterale di via Vignazzola, che noi vogliamo chiamare Via Certesa come uno dei nomi del nostro Torrente, di fronte al parcheggio del limitrofo Pub) insediandosi sin d’allora nel capannone della ex fabbrica medese di confezioni Encol.

Il percorso vita per Meda c’è, basta “riscoprirlo”


La citata via Certosa è un bel viale alberato il cui accesso è controllato da un cancello gestito da Enti e Associazioni (Protezione Civile Seveso, Scout CNGEI, Ersaf/Azienda Forestale Regionale, ecc.) che occupano il lato sinistro del viale. Lo spazio a destra della strada pubblica e il piazzale libero ben già si prestano all’accesso previa dotazione di rastrelliera per biciclette, fontanina d’acqua potabile, distribuzione gratuita di depliant illustrativo, ecc. Così come l’attività specifica di Ersaf (Ente Regionale dei servizi all’agricoltura e alle foreste) garantisce manutenzione del verde, pulizia del bosco e sfalcio erba, atte alla fruibilità dell’intera superficie boschiva.

Disposizioni e organizzazione - Il progetto



Il progetto e la grafica dell’arch. Gianluigi Vitali individuano 5 ingressi/uscite, che consentono la fruizione di un nuovo e completo percorso vita verso entrambe le porzioni del Bosco delle Querce di Seveso e Meda. Le distanze percorribili consentono percorsi per oltre 2 km sia a Meda che per altri 2 km a Seveso.

A collegare senza interruzioni le due aree con ingresso dal parcheggio (40 posti auto) prospiciente al Pub, ha provveduto nel 2012 il gruppo scout CNGEI, con l’intelligente   realizzazione e titolazione del sentiero a Baden Powell. Con l’occasione della realizzazione del    percorso intendiamo proporre anche una Oasi Naturalistica con Fitodepurazione e un’Area di Laminazione, quali servizi ecosistemici per riqualificare l’ambito degradato del vallone adiacente alle FS.

Predisposizioni e opere necessarie


Con le nostre note vogliamo contribuire alla “rimessa in moto” del Bosco delle Querce di Meda con il collegamento con Seveso, che riteniamo possibile in tempi molto brevi perché non dobbiamo inventare nulla ma solo collegare quello che già abbiamo.
Una riorganizzazione degli accessi controllati, noi ne proponiamo 5, la definizione di un percorso ciclopedonale, anche in calcestre, una buona segnaletica, la realizzazione tra sponde già consolidate di una ponte/passerella sul torrente Tarò al cuore della porzione medese del Bosco e all’angolo della Memoria da conservare, un servizio di assistenza/sorveglianza, affidata anche ad associazioni di volontariato, possano realizzare un’opera indispensabile a servizio dei cittadini. Inoltre vorremmo aggiungere anche un laghetto naturalistico nell’area di laminazione, che abbiamo ipotizzato nel vallone sottostante il rilevato delle Ferrovie che attraversano il tracciato del Tarò.

On line:  Bosco delle Querce di Seveso e Meda: l’integrazione urbana
“…come area ricreativa si ritiene, che il Bosco debba essere raggiunto da percorsi ciclabili e pedonali e debba integrarsi al territorio circostante…..si propone la creazione di una rete di percorsi ciclopedonali (già in parte realizzata) e un generale ripensamento del Bosco delle Querce in un contesto territorialmente più vasto.” 

Con i nuovi accessi verrebbero attivate le fruizioni dal centro Meda, dai Quartieri Polo e San Pietro, Baruccana e Meredo e sarebbe così dimostrata l’insostenibilità del percorso previsto nel progetto Pedemontana, che dalla ciclopedonale Polo-centro Meda, scenderebbe nel vallone parallelo alla FS, con arrivo su via Busnelli per un inutilizzabile collegamento con il Centro Sportivo “Città di Meda” e il Bosco delle Querce. Diversamente necessaria, a supporto, collegamento e servizio della mobilità dolce delle comunità di Seveso, Meda, Bosco delle Querce, Baruccana, Meredo, Parco Brianza Centrale e stazione di interscambio di Seregno, la realizzazione della ciclopedonale di via Vignazzola da via S. Carlo/Milano a via Meredo/De Nicola, a suo tempo prevista dal progetto Pedemontana.

Attivare “la mobilità dolce” con vantaggi reciproci per le due aree

Il sentiero Baden Powell con il collegamento consente agli abituali fruitori delle porzioni di Seveso e di Meda, l’accesso alle opere, impianti e servizi (campetti da calcio, tennis, piscine, due bar/ristoro, servici igienici, Centro visite, laghetto) e alle attività culturali (concerti e spettacoli all’aperto), didattiche, visite guidate e del tempo libero, che solo una così vasta area boschiva e verde, ricca di flora e fauna di pregio, possono offrire.

Criteri di progettazione percorso vita

di Gian Luigi Vitali, architetto e progettista opere edili

Le aree su cui realizzare con la massima urgenza un percorso vita medese, sono ubicate nel Bosco delle Querce di Meda e di Seveso così come nel Centro Sportivo Città di Meda nel quartiere San Pietro. Le aree sono pienamente disponibili e caratterizzate da vaste piantumazioni per circa 500,000 mq. L’accesso è facilitato dalla compresenza all'esterno di vie di comunicazione interregionali (SS Milano-Meda) e vie intercomunali tra Meda e Seveso, quali la via Vignazzola, via Busnelli e via San Carlo di Seveso.


Tale compresenza di destinazioni e funzioni, quali il Bosco delle Querce e il Centro Sportivo “Città di Meda” sono successive alla bonifica dell' area dopo l'evento Icmesa del 1976.
A quarantaquattro anni di distanza, urge l’integrazione delle funzioni ludico/sportive, con lo scopo di assolvere a più esigenze nascenti sul territorio e alle necessità determinate dalla pandemia Coronavirus del 2020:
  • attività all'area aperta;
  • valorizzazione del patrimonio verde ed ecologico;
  • incremento e promozione dell'educazione a muoversi senza mezzi a motore, integrata con pratiche di lavoro a domicilio (“smartworking”).

Il percorso vita, è un incentivo a promuovere le attività all'aperto, con integrazione alle strutture già esistenti. Il progetto prevede:
  1. Percorso che si snoda all'interno del Bosco delle Querce, con ingresso da via Vignazzola/via Certosa di Meda, attraversa il Torrente Tarò, con l’ipotesi di una passerella pedonale su di esso, accede al Bosco, vi ritorna e prosegue all'interno del Centro Sportivo “Città di Meda”, fino a Via Busnelli, percorre il perimetro del ciclodromo, transita sul piazzale all’aperto del Bar Sport, ritorna sul percorso parallelo ai campi sportivi e/o, abbreviando, esce su via Certosa per il parcheggio o per il Bosco delle Querce di Seveso.
  2. Da via Certosa con attraversamento pedonale, collegamento per il Bosco delle Querce di Seveso, attraverso l'ingresso pedonale, ubicato a fianco del Torrente e già segnalato e dedicato al Fondatore degli Scout Baden Powell.
  3. Realizzazione di pista sterrata del calibro di circa mt. 2,50, con pavimentazione in rilevato rispetto al piano  di campagna per isolarlo ad eventuali residui di diossina, e finitura in calcestre con dotazione di attrezzature ginniche, protezioni in legno da esterni, lungo il Torrente Tarò e ove necessario lungo il percorso. Interessante è la presenza del Torrente Tarò, che come la maggior parte dei secondari corsi d'acqua lombardi, che attraversano territori di forte urbanizzazione e antropizzazione, è poco valorizzato nei suoi aspetti paesaggistici e naturalistici.
  4. Il percorso ha uno sviluppo di circa 2 km. Lo stesso si può collegare attraverso la Porta Baden Powell, al percorso esistente nella porzione di Bosco in Comune di Seveso, incrementandone di altri 2 km. lo sviluppo, per un totale di 4 km.
Per concludere, con la pandemia in corso, dobbiamo riflettere sulla necessità di utilizzare appieno il patrimonio naturalistico e del “costruito”, in una sinergia di compresenza di tutte le funzioni esistenti per ridurre l'impatto antropico con l'ambiente.                                 

Servizi ecosistemici: area di laminazione con oasi naturalistica. Contributi geologici e ambientali

di Gianni Del Pero, geologo e Presidente WWF Lombardia

Vogliamo anche cogliere l’occasione di questo progetto per offrire qualcosa in più a servizio del territorio e dell’Ambiente. Abbiamo pensato, che la realizzazione del percorso potesse essere accompagnato dalla realizzazione di un’area di laminazione delle acque del Torrente Tarò: Meda contribuirebbe a contenere gli effetti delle inondazioni del nostro torrente, ignorato e trascurato da sempre fino a quando dobbiamo fare i conti con le piene.


Un servizio ecosistemico offerto a tutti i comuni del Bacino del Seveso-Tarò con il recupero di un’area marginale, anche degradata, da realizzare nel vallone parallelo alle Ferrovie. L’area potrà ricevere anche le acque del drenaggio urbano e delle azioni di invarianza idraulica che la recente normativa pone a carico dei nuovi interventi edilizi. In una porzione dell’area di laminazione potrà essere realizzata un’oasi Naturalistica, incentrata su un laghetto con canneto e altre essenze vegetali per svolgere funzioni di fitodepurazione, che potrà anche essere attrezzata con spazi ricreativi e di sosta sulle sponde con adeguate misure di protezione.

Misure di protezione che riguarderanno l’intero percorso nei punti di affaccio al torrente con staccionata in pali di castagno, in particolare nei pressi dell’attraversamento del Tarò che sarà realizzato in lamellare e posato in opera.

Per prevenire interferenze con i terreni dove recenti indagini hanno posto in evidenza la presenza di diossina residuale, in concentrazioni inferiori a quelle che richiederebbero la bonifica, si dovranno escludere scavi e tutti gli interventi dovranno essere in rilevato (ciclopedonale e percorso) o con apporto di materiali certificati (Oasi e area di laminazione e altri interventi sulle superfici).

Classifiche e premiati del concorso “Disegniamo la natura” del WWF Lecco

Disegno di Ginevra Guercio Motta, Verderio
Duecento bellissimi disegni, prodotti da bambini e ragazzi delle scuole primarie e medie della provincia. Difficilissimo per la giuria scegliere i migliori! La classifica completa e i premiati.

Grande successo per il concorso di pittura online a premi per bambini della scuola primaria e ragazzi della scuola secondaria di primo grado, residenti oppure frequentanti una scuola della Provincia di Lecco.

La proposta lanciata dal WWF in collaborazione con il Parco Regionale del Monte Barro, nata con l’intento di trovare un modo divertente per sensibilizzare le giovani generazioni sul tema della natura che ci circonda, ha raccolto in pochi giorni duecento partecipanti, provenienti da decine di scuole del territorio.

Disegno di Lorenzo Corti, Ello
Tema del concorso sono stati gli animali selvatici che, in questi ultimi tempi di rallentamento delle attività umane, si sono riavvicinati alle nostre città. Sul sito del WWF sono così arrivati bellissimi disegni di caprioli e volpi, ricci e farfalle, salamandre ed aironi…

Disegno di Beatrice Cogliati, Oliveto Lario
Tutte le opere sono state divise in tre categorie: una riservata ai bimbi delle prime due classi della primaria, una per quelli di terza, quarta e quinta, una riservata infine ai più grandicelli della scuola media. Particolarmente impegnativo il compito della giuria che per ogni categoria ha stilato una classifica con i dieci disegni più apprezzati, i primi tre saranno premiati con un'iscrizione annuale al WWF e un libro del Parco Regionale Monte Barro, partner dell’iniziativa. Tutti comunque riceveranno un attestato di partecipazione realizzato appositamente per il concorso.

Ecco i primi tre classificati per ciascuna categoria:
  • Classi 1-2 Primaria: Ginevra Guercio Motta (Verderio), Carlo Collodi (Verderio), Greta Pacifico (Valmadrera)
  • Classi 3-4-5 Primaria: Lorenzo Corti (Ello), Luigi Cadorna (Ello), Alex Tripodi (Verderio)
  • Classi 1-2-3 Secondaria Primo Grado: Beatrice Cogliati (Oliveto Lario), L.B. Vassena (Valmadrera), Luisa Glorioso (Lecco)
Le classifiche e le immagini dei premiati sono pubblicate sul sito WWF Lecco.

“Una grandissima soddisfazione” -secondo Lello Bonelli, Presidente WWF Lecco- “Non pensavamo di avere così numerosi partecipanti in pochi giorni ed è stato un bell’impegno gestire il flusso di files in arrivo sul nostro sito. Avremmo voluto premiare tutti i piccoli autori, non solo per i bellissimi disegni, ma soprattutto per ringraziarli del messaggio di speranza che ci hanno trasmesso. Ora vediamo… se la situazione Coronavirus si andrà normalizzando e le condizioni ce lo permetteranno, ci piacerebbe provare a organizzare un’esposizione, magari all’aperto, per permettere a un più vasto pubblico di ammirare tutti i piccoli capolavori che abbiamo ricevuto”

Più mobilità nel futuro di A2A

di Dario Balotta, presidente ONLIT (Osservatorio Nazionale Liberalizzazioni Infrastrutture e Mobilità)

Qualche settimana fa il neo amministratore delegato di A2A, Renato Mazzoncini, in una audizione in Comune a Milano aveva dato un messaggio tranquillizzante: si continua con il passato fatto di utili e di dividendi. Gli ultimi approvati dall’assemblea degli azionisti sono stati di 60 milioni di euro ciascuno ai due azionisti di controllo, i comuni di Milano e di Brescia, e di quasi 120 milioni al rimanente 49% in mano agli altri investitori dove la parte del leone la fanno i  fondi internazionali.

A sentire Mazzoncini, A2A si concentrerà da una parte nel mantenimento delle rendite di posizione monopoliste in campo energetico e dei servizi comunali (luce, gas, teleriscaldamento e acqua), con tanti annunci di più economia circolare e green (anche se finora sono stati ben pochi gli investimenti in nuove tecnologie e sviluppo).

Dall’altra, come annunciato dall’ex ad del gruppo FS,  ci sarà più mobilità nel futuro della multiutulity soprattutto nella città metropolitana milanese. Il tentativo sarà quello di gestire attraverso il consorzio Next Milano - dove  A2A è presente - i ricchi trasferimenti regionali del trasporto pubblico locale assieme ad ATM: una sinergia tra mobilità, energia e innovazione  per evitare la gara nell’affidamento dei servizi di trasporto.

In questo modo per Mazzoncini, rinviato a giudizio per turbativa d’asta dalle procure di Perugia e Parma, non sarà semplice continuare il Risiko societario con le FS (presenti anch’esse con Busitalia nel consorzio Next Milano) avviato con l’accordo con il comune di Milano sugli scali ferroviari dismessi e seguito all’acquisto da parte delle FS del 36% della MM5.

venerdì 15 maggio 2020

I tanti problemi della Valle del rio Pegorino



Lo scorso mese di marzo pubblicavamo su questo blog una segnalazione sull'uso improprio, da parte di moto da cross, dei sentieri del Valle del rio Pegorino. Riceviamo ora questo interessante intervento che volentieri pubblichiamo.

di Luciano Ponzoni

Ho riletto con attenzione le note e ho rivisto le immagini pubblicate nel mese di marzo sul Vostro blog in merito all'utilizzo "ricreativo" della Valle del rio Pegorino.

Concordo sul fatto che i sentieri siano impropriamente percorsi da moto da trial; è un'abitudine ormai consolidata da parte di pochi motociclisti, soprattutto il sabato e la domenica mattina. Questo, oltre all'utilizzo dei sentieri consueti, comporta anche l'apertura di nuovi brevi percorsi adatti allo scopo di questi motociclisti, non sempre coscienti del danno che arrecano a questo ambiente protetto. Da perseguire, certamente, ma non ho mai visto una Guardia ecologica del Parco frequentare questi boschi allo scopo di avvertire prima, e sanzionare poi questi abusi, nonostante in diversi siano a conoscenza di quanto avviene. Basterebbe la presenza saltuaria in questi giorni per eliminare completamente questi comportamenti nel giro di sei mesi.

Sono invece più permissivo rispetto all'utilizzo delle mountain bike che, decisamente più numerose, compattano i sentieri, è vero, ma fanno da apripista di nuovi percorsi quando i vecchi diventano impercorribili per le erosioni e le frane provocate dalle acque del rio Pegorino, quindi danno la possibilità di un agevole camminamento per chi vuole passeggiare.

Sono d'accordo che il Parco deve segnalare ai diversi ingressi con una cartellonistica appropriata la condizione di SIC di tutta la valle, anche perché sono diversi altri comportamenti da evitare da parte di chi usufruisce di questi spazi.

Mi limito a indicare l'abitudine dei proprietari dei cani di lasciarli sciolti o il malcostume di alcuni di raccogliere fiori, specialmente mughetti, in grandi quantità o, peggio, di estirparli per abbellire il loro giardino.


I problemi del Pegorino, tuttavia, non sono solo questi. Parliamo di taglio dei boschi? Sì, avvengono su permesso e indicazioni del Parco, ma non ho mai visto un controllo successivo al taglio, spesso devastante; non ho mai visto un intervento negli anni immediatamente successivi al taglio per la cura necessaria alla ricrescita corretta delle piante e per evitare che il sottobosco si trasformi in un roveto impenetrabile e dannoso. "Taglio, raccolgo quello che mi serve e me ne vado" all'insegna del "chi s'è visto s'è visto" - sembra essere l'atteggiamento usuale di chi preleva la legna.

Mi fermo qui per non rendere pesante l'articolo a chi legge, ma se ci fosse interesse a conoscere gli altri, e più importanti, problemi del SIC Valle del Pegorino, sono disposto ad intervenire ancora per fornire informazioni e per esprimere il mio punto di vista.  

Parco delle Groane: il Bioblitz 2020 si farà


Il Bioblitz si farà. Diversamente dal solito, ma si farà. E avrà un nome leggermente diverso. L’edizione 2020 si chiama “Bioblitz Lombardia da casa mia” e scatterà dalle 00.01 del 16 maggio alle 24.00 del 17 maggio quando ciascun partecipante parteciperà direttamente dal giardino, dall’orto di casa, sul terrazzo o nelle aree verdi nei pressi della propria abitazione (comunque nei limiti espressi dall’emergenza sanitaria) e caricare foto o registrazioni dei suoni della natura sulla piattaforma iNaturalist (www.inaturalist.org). Si potranno caricare anche tutte le osservazioni effettuate in Lombardia a partire dall’8 marzo (giorno di inizio della quarantena) fino al 17 maggio compreso.

Possono partecipare, come sempre, tutti i cittadini: adulti, bambini, giovani universitari, appassionati e curiosi.

Cosa osservare?
Erbe o fiori spontanei, insetti o anfibi, funghi e licheni, alberi, nidi. Verranno accettate segnalazioni georeferenziate, riferite a specie selvatiche e non domestiche né coltivate.

Come partecipare?
Scarica e registrati gratuitamente alla app iNaturalist (www.inaturalist.org)
Segui il tutorial per l’uso della app (da Youtube: https://www.youtube.com/watch?v=FIX7BJH_iMg&feature=youtu.be)
Aderisci al progetto “Bioblitz Lombardia da casa mia”
Scatta una foto o registra un suono che appartenga alla natura del tuo balcone o del tuo giardino
Il 16-17 maggio carica foto e/o audio su iNaturalist inserendoli nel progetto “Bioblitz Lombradia da casa mia”
Sarai supportato durante le due giornate da alcuni esperti, quelli del Parco Groane saranno Lorenzo Lanzani e Walter Sassi per l’avifauna, Luciano Tei per la piccola e grande flora, Matteo Di Nicola per anfibi e rettili.


Consulta la locandina con tutte le istruzioni cliccando QUI

giovedì 14 maggio 2020

Visitare i parchi della Brianza: in pochi, con le dovute cautele, qualcosa si può fare


Da sempre questo blog ha promosso le passeggiate e le visite guidate nei parchi della Brianza organizzate da enti ed associazioni. In questo periodo l'emergenza coronavirus ha imposto la sospensione di tali attività. In vista di una possibile ripresa delle passeggiate riteniamo utile segnalare il protocollo anticontagio per le escursioni nelle aree naturali elaborato da Federparchi. In pochi, con le dovute cautele, qualcosa si può fare.

Vademecum anticontagio elaborato da Federparchi con la consulta dei direttori, l'Ente RomaNatura e in collaborazione con Università Campus Bio Medico di Roma

Prenotazione obbligatoria anche tramite App, mascherine, igienizzazione delle mani al punto di raccolta, rilevamento della temperatura corporea, gruppi massimo di dodici persone con distanziamento sociale sino a  due metri e dispositivi di protezione aggiuntiva per le guide da utilizzare in caso di necessità. Questi i punti fondamentali del protocollo speciale per le visite guidate nelle aree naturali protette elaborato da Federparchi con la consulta dei direttori, l'Ente RomaNatura e  in collaborazione con Università Campus Bio Medico di Roma. Il protocollo risponde alle prescrizioni previste dai decreti sull’emergenza sanitaria e  andrà rispettato in  modo rigoroso al fine di potere procedere alla fruizione dei  parchi naturali non appena la normativa in vigore consentirà tali attività. Nel frattempo Federparchi lancia una campagna di  informazione rivolta a tutti gli enti gestori delle aree protette in modo da  arrivare  preparati alla prossima riapertura che, come le altre attività, sarà graduale e regolamentata, seguendo costantemente l’evoluzione delle disposizioni governative per il contenimento dell’epidemia nella Fase Due.

La prenotazione obbligatoria online è il presupposto per accedere alle visite guidate; al momento della prenotazione i  richiedenti riceveranno copia del vedemecum di comportamento oltre ad una serie di informazioni sulle norme sanitarie in vigore. Per la visita sarà obbligatorio avere mascherine  e guanti monouso, questi ultimi da utilizzare negli spazi interni e dove necessario; nei punti di incontro dei Centri visita, sarà rilevata la temperatura corporea, chi presenterà febbre superiore ai 37.5 c non potrà partecipare. Sarà svolta  anche una verifica accurata dell’abbigliamento dei visitatori che dovrà essere adeguato alla  natura dell’escursione da compiere. Le Guide autorizzate dei parchi svolgeranno un  ruolo fondamentale non solo nell’illustrare le eccellenze naturalistiche dei luoghi da  visitare, ma anche  nel controllare il rispetto delle norme, a partire dal distanziamento sociale sino a due metri a seconda della  natura del percorso.


Area ex Schiatti di Lentate sul Seveso: l'Osservatorio PTCP presenta le osservazioni al piano integrato d'intervento (P.I.I.)


a cura del Coordinamento ambientalista Osservatorio PTCP di MB

Il coordinamento ambientalista Osservatorio PTCP di MB (soggetto al quale aderiscono 15 associazioni, gruppi e comitati della Brianza), è stato coinvolto per valutazioni su di un Piano Integrato d’Intervento (PII) elaborato in fretta e furia dalla giunta di Lentate sul Seveso. Si tratta del PII riguardante l’area dismessa ex Schiatti, dove era attiva un’industria tessile nata nei primi anni del ‘900 e ora realtà concreta di archeologia industriale segnalata come tale, nel 2015, dal FAI (Fondo Ambiente Italiano).

Il sito è posto in posizione centrale e potrebbe oltretutto costituire una cerniera, attraverso alcuni percorsi ciclabili, anche col Parco delle Groane e alcuni edifici pubblici, salvaguardando gli immobili per l’indiscutibile valore storico, testimoniale, urbanistico e sociale. Purtroppo nulla di queste peculiarità è stato oggetto di ispirazione nell’elaborazione della proposta del PII adottato (con esigua maggioranza) dal Consiglio Comunale con deliberazione n. 22 del 19 marzo 2020.

Tutto viene demolito per fare spazio al solito capannone commerciale sede dell’ennesimo supermercato. Viene inserita anche una Residenza Socio Assistenziale (RSA) con un progetto altrettanto anonimo che potrebbe essere realizzato identico altrove, ma non così in un nucleo di antica formazione.

Scompare la memoria storica e nulla di quegli edifici viene mantenuto e salvaguardato.
Il progetto adottato creerebbe un “non luogo” incapace di cogliere gli aspetti storici, urbanistici e sociali, collocandovi una funzione commerciale inutile e dannosa soprattutto per il piccolo commercio di vicinato che ancora permane in quella parte del comune. Il progetto non è nemmeno stato sottoposto alla procedura di Valutazione Ambientale Strategica (VAS) così come richiesto dalla Provincia di MB.

Abbiamo pertanto elaborato e protocollato 9 osservazioni che dovranno essere vagliate dall’amministrazione e discusse in sede di Consiglio Comunale.

Due osservazioni chiedono di non approvare il PII, così come adottato, per l’incompatibilità del PII stesso rispetto al valore storico e architettonico della struttura tenendo invece in considerazione le richieste puntuali formulate dal locale Comitato Area Schiatti, promotore di  una petizione online.
Altre due osservazioni riguardano gli aspetti agronomici e la tutela del verde lì esistente. Si fa richiesta di una dettagliata relazione agronomica con una perizia sulle condizioni degli alberi presenti e la valutazione della qualità del patrimonio arboreo nonché la conservazione delle essenze esistenti e la loro valorizzazione per l’importanza ambientale e storica.

L’inserimento nel PII di una nuova media struttura di vendita (in una zona già satura di tali strutture) desta preoccupazioni: per la viabilità, per l’inquinamento acustico e atmosferico da traffico indotto e per le ricadute negative sui negozi di prossimità. Questo ci ha portato a formulare tre osservazioni che sollecitano relazioni d’approfondimento su queste criticità, non trattate nella documentazione del PII adottato.

Importanti le ultime due osservazioni con la richiesta di annullamento della deliberazione del CC n. 22/2020,  il riavvio del procedimento assoggettando il progetto a Valutazione Ambientale Strategica (VAS). E’ stata infatti riscontrata la mancata stesura della (VAS), pur richiesta dalla Provincia di MB e anche ai sensi della LR 12/2005 che la prevede qualora, come avvenuto nel caso in esame, si attuino varianti al Documento di Piano che è atto costitutivo del Piano di Governo del Territorio (PGT) vigente.

Fridays For Future Como: tredici idee per la mobilità sostenibile

“Non torneremo alla normalità, perchè quella normalità era il problema”

Ripartiamo dalla mobilità sostenibile 

In questi mesi la nostra società ha attraversato un periodo di grandi restrizioni e dolori. Ma abbiamo assistito incredibilmente anche a cieli limpidi e azzurri senza smog, torrenti e fiumi senza inquinanti, città senza traffico e senza inquinamento acustico. Ora dobbiamo ripartire. Ma facciamolo senza più produrre le stesse quantità di gas serra di prima.

Negli ultimi mesi sempre più studi hanno concordato sulla correlazione tra diffusione del coronavirus e inquinamento dell’aria. L’università di Harvard ha affermato che sul lungo periodo basta un aumento di un solo microgrammo per metro cubo di PM 2.5 per accrescere del 15% il tasso di mortalità del Covid – 19. Proprio per questo, dobbiamo evitare che si ripetano gli stessi errori del passato. Per esempio nelle prossime fasi dell’emergenza sanitaria si dovrà evitare che il distanziamento sociale favorisca eccessivamente la circolazione di auto, altrimenti si rischierebbe di far collassare il sistema viabilistico delle nostre città, con conseguente incremento dei tassi di polveri sottili, gas serra e inquinamento.

Cosa chiediamo per Como e provincia? Una mobilità sostenibile.
In particolare, secondo noi è necessario che:
  1. Venga attivato il prima possibile con i Comuni limitrofi a Como (cintura urbana) un protocollo comune, tra i sindaci, per concordare un piano sulla mobilità sostenibile, con lo scopo di attuare una serie di misure tra le quali migliorare e potenziare la rete dei mezzi pubblici e quella delle piste ciclabili;
  2. Si attivino nelle società che gestiscono il trasporto pubblico locale, una serie di interventi al fine di rendere il TPL più frequente e intermodale, anche per assicurare il distanziamento sociale;
  3. Si inizino immediatamente i lavori per la realizzazione del tratta urbana del percorso ciclopedonale Eurovelo 5 che collegherà il centro di Como con i quartieri periferici ed è già in parte finanziato con fondi europei. Attrezzando le strade per ospitare le persone che si muovono in bici si consentirebbe l'allegerimento del trasporto pubblico e sopratutto si garantirebbe il distanziamento sociale. La bicicletta oltre ad essere un mezzo ad impatto zero sarà parte della soluzione per le fasi prossime dell'emergenza sanitaria. In provincia si potrebbe pensare alla realizzazione di una rete ciclabile in modo da mettere in collegamento le aree residenziali ai principali servizi dati alla cittadinanza (stazioni, biblioteche, plessi scolastici ed universitari, ambulatori);
  4. Si riprogettino paesi e città istituendo zone di divieto di circolazione al traffico veicolare privato come ad esempio le ZTL. Si cerchi, inoltre di estendere le ZTL laddove è possibile, sopratutto nelle aree commerciali ad alta affluenza. Si riprogettino gli spazi per i pedoni e le biciclette, togliendo invece spazio alle auto e/o ai parcheggi. Si pensi a realizzare corsie preferenziali per i bus;
  5. Si promuova la realizzazione di velostazioni sicure o rastrelliere per le biciclette in tutte le stazioni, nelle zone limitrofe ai parcheggi di interscambio, nei pressi dei plessi scolastici e universitari e nelle aree commerciali principali;
  6. Si aumenti la frequenza di treni e bus. Purtroppo molte persone avranno paura a prendere i mezzi pubblici per timore della diffusione del contagio da coronavirus. Per evitare l’affollamento dei mezzi pubblici, sarà necessario, potenziarli. Proprio nelle scorse settimane, per esempio, sono stati annunciati tagli al servizio ferroviario tra Como e Lecco. Per evitare che i pendolari siano costretti ad usare l'auto per gli spostamenti, chiediamo che sulla Como Lecco vengano ripristinate tutte le corse che sono state tagliate (ben 13 sulle 24 esistenti). E inoltre ci auspichiamo che vengano introdotte con continuità i treni alla mattina ogni ora, senza lasciare “buchi “di quattro ore (dalle 8.30 alle 12.30) come sta avvenendo ora;
  7. In provincia si metta fine alla realizzazione di qualsiasi altra colata di cemento inutile (strade, tangenziali e tangenzialine). Guardiamo a un futuro senza auto. Più piste ciclabili per le biciclette. Più treni e bus (anche per evitare l’affollamento dei mezzi). Niente nuove infrastrutture stradali come il secondo lotto della tangenziale di Como, la tangenzialina di Fecchio, la canturina Bis, la tangenziale di Cadorago – Lomazzo, la tangenzialina di Mariano Comense. Ripensiamo paesi e città per una mobilità diversa. Ripensiamoli, in un'ottica di sostenibilità ambientale e in un mondo dove uomo e ambiente tornino ad essere in piena sintonia. Questo è il momento giusto per ripensare il nostro modo di muoverci. Basta traffico e auto;
  8. Si riconsideri il lago di Como come via naturale per il trasporto sia delle merci sia dei passeggeri. La mobilità via-lago se adeguatamente progettata e pianificata è una valida alternativa alla mobilità privata inquinante. Evitiamo che con le prossime fasi dell'emergenza sanitaria possano tornare ad essere affollate le strade che costeggiano uno dei laghi più belli e suggestivi del mondo;
  9. Si rendino gratuiti i mezzi pubblici durante le prossime fasi dell'emergenza sanitaria per chi ha redditi Isee inferiori ai 25.000 Euro;
  10. Si garantisca il trasporto gratuito delle biciclette su tutti i treni. Ad oggi per tutte le corse del servizio ferroviario Trenord, indipendentemente dal tragitto, viene applicato un surplus di tre euro per ogni bicicletta trasportata. Questa misura che è stata adottata in passato ed è stata inadeguata per incentivare l'uso della bicicletta, quale mezzo di spostamento quotidiano;
  11. Si premino, attraverso incentivi alle aziende e ai cittadini, tutte le iniziative riconducibili al car-pooling coordinando questi incentivi anche e sopratutto con i comuni della provincia;
  12. Si promuovano idee come la Carta dei Tragitti Essenziali che, sulla falsariga della ETC di San Francisco, consente a chi non può usare la bici e i mezzi pubblici per motivi di salute o altro di spostarsi in taxi all’interno della città utilizzando buoni del valore di 5€ che assicurano un tragitto del valore di 4 o 5 volte il valore nominale del buono come da proposta dell’Associazione Cittadini Per L’Aria;
  13. Si contenga la domanda e i picchi di mobilità lavorativa e commerciale, promuovendo in modo diffuso lo smart working come modalità facoltativa di lavoro con priorità per i pendolari extraurbani. Si promuova la differenziazione degli orari di attività economiche e uffici, e i sistemi di consegna a domicilio, privilegiando ed incentivando quelli su bicicletta e cargo-bike.

domenica 10 maggio 2020

Mariano Comense. La giornata del verde pulito al tempo del coronavirus


Oggi, 10 maggio 2020, si è svolta a Mariano Comense in una modalità tutta nuova la Giornata del Verde Pulito 2020, nel rispetto delle norme vigenti, una squadra ridottissima munita di mascherine e guanti, ha provveduto alla pulizia delle zone limitrofe alla Chiesetta S.Martino, uno dei numerosi luoghi da riscoprire e tutelare, ricchi di storia e natura, del nostro territorio. Ecco per voi le prime immagini della giornata.

 
 

Seguiranno nei prossimi giorni, sulla pagina Facebook del Comune di Mariano Comense, dei brevi video di approfondimento con interessanti curiosità, brevi interviste ed informazioni utili.


Un plauso all'assessore del Comune di Mariano Comense Loredana Testini, alla Protezione Civile di Mariano rappresentata da Antonio Delfante, al Presidente del WWF Lombardia Gianni Del Pero, a Roberto Cerati presidente del Gruppo Naturalistico della Brianza ed al Comitato Parco Regionale Groane-Brughiera con Tiziano Grassi.

Le proposte delle associazioni e dei comitati di Monza per riprogettare con saggezza la città


L’emergenza COVID-19 ha costretto tutti noi a fare i conti con nuove paure e limitazioni, con un rigore che ha cambiato le nostre vite in ogni aspetto, dal quotidiano dentro le mura domestiche, a quello lavorativo e delle relazioni. Dobbiamo e possiamo IMPARARE qualcosa da questa “lezione” guardando al futuro con occhi e soluzioni nuove.

Il Coordinamento di Comitati e Associazioni di Monza, in anni di attività di ascolto dei cittadini monzesi sulle problematiche dei diversi quartieri, non ha mai abbandonato la volontà di interloquire con le diverse Amministrazioni succedutesi, offrendo osservazioni, riflessioni, soluzioni che avevano, ed hanno, un unico denominatore: PROGETTARE UN FUTURO SOSTENIBILE, ETICO, DI SALVAGUARDIA AMBIENTALE per la nostra città. Chiediamo quindi all’Amministrazione Comunale di non sottrarsi ad un confronto vero con quelle realtà cittadine, ma anche più largamente territoriali, che in questi anni hanno sottolineato la necessità e l’urgenza di un ripensamento dei nostri stili di vita.

I temi sul tavolo sono molti e tutti attuali perché ci impongono di RIPROGETTARE con saggezza la nostra città/vita futura:
  • Come organizzare la rete di mobilità cittadina? E’ il momento di progettare seriamente una mobilità sostenibile, fatta di nuovi percorsi ciclopedonali, di un potenziamento specifico dei mezzi pubblici adattati alle nuove necessità di distanziamento, e soddisfare in modo efficace le “vecchie”, ma ancora inevase, esigenze di contenimento dell’inquinamento atmosferico. Sono molti gli studi che associano l’inquinamento ambientale al rischio di malattie epidemiche. E’ necessario avviare al più presto la redazione del PUMS (Piano Urbano Mobilità Sostenibile) che preveda tra i suoi obbiettivi: ciclabili a lunga percorrenza (come quella lungo il Villoresi, che va integrata lungo tutto il suo tracciato); una maglia ciclopedonale a livello dei quartieri per gli spostamenti brevi (casa-scuola, casa-lavoro); riduzione del traffico; la creazione di Zone 30, sicurezza stradale e ciclopedonale.
  • Come “rilanciare” giardini e parchi cittadini per favorire l’utilizzo di spazi aperti? Alcuni giardini della nostra città necessitano di urgente manutenzione anche in vista degli adeguamenti richiesti dalle nuove ordinanze in tema di Coronavirus. Ma, in un’ottica di rilancio, bisogna innanzitutto guardare in una nuova prospettiva al Parco, ai Giardini della Villa Reale e ai Boschetti, ripensandoli come luogo ideale nel quale la salute della mente e del corpo vanno di pari passo con il rispetto e la salvaguardia di un monumento che vanta oltre duecento anni di storia e che non può essere considerato l’unico luogo di ricreazione “verde” della città.
  • Come restituire alla città le aree dismesse? L’attuale emergenza evidenzia ancora di più il valore intrinseco di aree e strutture dismesse presenti nella nostra città: la loro trasformazione va pensata con urgenza perché può dare ai cittadini, in un’ottica diversa da quella puramente immobiliare, risposte a nuovi e vecchi fabbisogni.
  • Come proteggere le aree libere? Tra le nuove esigenze che questa pandemia ci ha imposto, crediamo che debba avere un posto prioritario quello di difendere le aree ancora libere del nostro territorio: sostenibilità e benessere sono necessità non più procrastinabili. Le aree verdi e agricole sono un patrimonio a cui le nostre città, e quindi anche Monza, non possono rinunciare. Bisogna fermare il consumo di suolo perché il nostro territorio non può più perdere neanche un metro quadrato di verde: abbiamo tutti sotto gli occhi le catastrofi derivanti dalla rottura di fragili equilibri ambientali e le ripercussioni sulla nostra salute.
Per questo rilanciamo all’Amministrazione comunale la richiesta, sostenuta da una petizione online firmata già da 332 cittadini, di adesione del Comune di Monza al Parco Locale di Interesse Sovracomunale Grugnotorto Villoresi e Brianza Centrale (PLIS GruBria), per una tutela attiva delle aree verdi e agricole a ovest della città. Si tratta anche e soprattutto di difendere l'ultima linea di verde che separa e distingue la Brianza nelle sue valenze storiche, ambientali, culturali, dal dilagare della indistinta periferia milanese.

Così come andrà fatto per le aree ad est della città, con l’adesione al Parco di interesse sovracomunale Est delle Cave e in connessione al Parco Agricolo Nord Est, per un progetto di sostenibilità ambientale sovracomunale, a partire dalla soluzione di una emergenza nell’emergenza: quella dell’inquinamento provocato dalla ditta Asfalti Brianza, che proprio in questi giorni è tornata a tormentare le notti di una parte dei cittadini monzesi.

Ora non si può ricominciare come nulla fosse successo.

Un ripensamento va fatto in tempi rapidi, a partire, crediamo, dai nodi che qui abbiamo evidenziato, in un’ottica di revisione anche degli indirizzi urbanistici generali della città e degli interventi edilizi su aree libere e dismesse previsti, adottati o approvati e da noi raccolti nei dossier Libro Bianco 1 e 2, in corso di aggiornamento.

Abbiamo sperimentato, in questi mesi, l’unica conseguenza non negativa della pandemia: respirare aria pulita. Non vogliamo ripiombare nell’incubo!

Il Coordinamento di Associazioni e Comitati di Monza
Legambiente Circolo di Monza, CCR Gruppo ambiente e territorio, Comitato Parco di Monza A. Cederna, Comitato Bastacemento, Comitato via Boito-Monteverdi, Comitato via della Blandoria, Comitato Triante, Comitato quartiere S. Albino, Comitato quartiere San Donato, Comitato quartiere San Carlo e San Giuseppe, Comitato Buon Pastore, Comitato Gallarana.

sabato 9 maggio 2020

L'impatto del Coronavirus sulla mobilità non deve trasformarsi nella vendetta dell'auto sul mezzo pubblico


di Dario Balotta, presidente ONLIT (Osservatorio Nazionale Liberalizzazioni Infrastrutture e Trasporti)

La paura del virus ha svuotato i treni e gli autobus dei pendolari che hanno preferito l’auto o sono addirittura stati indotti a usare l'auto dalle irresponsabili dichiarazioni allarmistiche di chi i mezzi pubblici è pagato per renderli disponibili, come nel caso del Direttore generale di Atm Arrigo Giana e del Presidente di FNM Andrea Gibelli.

Ma il ritorno all'auto non è una risposta, e anzi è il contrario di una soluzione, perché così i polmoni risparmiati dal virus saranno attaccati dai gas di scarico, soprattutto a Milano dove la risposta del Comune alla crisi dei bar pare sarà quella di ampliare gli spazi per mettere i tavolini in strada.

Per ribaltare questa tendenza serve un cambio di passo nella qualità e nella quantità dei servizi offerti, soprattutto da Trenord, dalle Autolinee extraurbane e da Atm, che hanno affrontato l’emergenza in ordine sparso, incapaci di mettersi d'accordo anche solo sulla segnaletica (gialla e nera su Trenord, rossa e bianca quella di Atm), giusto per aumentare la confusione.

La preoccupazione di un crollo dei trasporti pubblici a Milano è doppia, perché il trasporto ferroviario prima dell’emergenza Covid-19 era già in condizioni preoccupanti per l’inefficienza dei servizi: ritardi, soppressioni e inaffidabilità tenevano lontani i lombardi dal treno. In provincia di Milano, con linee e frequenze di autobus scarse, solo il 10% usava i mezzi. Milano città, che raggiungeva una quota del 50%, ora rischia un drastico arretramento. Lo spostamento verso la mobilità privata si traduce in un disastro per le emissioni nocive nell’aria, per il traffico e per le prospettive occupazionali del settore.

Treni, tram e autobus devono sottostare a un'unica pianificazione/ integrazione dei servizi, e l'unico soggetto che la può assicurare è l'agenzia dei trasporti (l'Authority della mobilità nata alcuni anni fa) ma inattiva.