sabato 31 dicembre 2011

Buon Anno Brianza?



GRIDA DI DOLORE
tratto da Fumanefutura

Opera teatrale, di danza e di musica. 
L’ambiente, la salute, il territorio.
Storie, canti, sogni, offese, speranze.

Questa terra, non era meno bella né della Toscana, né di nessun altro idilliaco paesaggio, cinquant’anni fa; c’erano pochi luoghi altrettanto carichi di dolci e tranquille bellezze, all’inizio.
All’inizio, prima che inconsci ed irresponsabili manipoli di forsennati amministratori, cosiddetti progettisti del territorio, non la trasformassero nel grande affare da consumare, che ancora è, un fuoco che non si placa. Che è diventato un modello di sviluppo da esportazione.

Ancora hanno fame di squarci sinistri ,di cave, di ferite profonde, di moltiplicare i nastri d’asfalto ovunque, di ponti , e rotonde ed ora dell’ultima delle opere assurde, le gallerie.
Quando capiranno che la terra ed il nostro corpo sono una cosa sola?, che non lo possiamo amputare, o ritagliare a nostro piacimento, che la possiamo solo rispettare ed amare. Che siamo noi gli uccellini , che qualcuno caccia, non c’è separazione tra la terra, la natura e noi, siamo aspetti diversi dello stesso identico respiro. Un corpo unico, gli alberi sono i polmoni, i fiumi sono le reni, le montagne sono le ossa, noi umani il sistema nervoso, o forse solo la peluria.

Ogni piccolo danno che la natura subisce è un danno che arriva direttamente al nostro corpo fisico ed allo spirito e li ferisce, li amputa di qualcosa, e le ferite penetrano profondamente, assopiscono il desiderio innato di bellezza, alterano il nostro naturale ordine di valori
Due o tre millenni per costruire un paesaggio mirabile, quasi perfetto, come possono essere perfette le cose umane.

Cinquanta anni per riempire le pance ed i portafogli di alcuni, per svuotare il territorio della bellezza, dare spazio ad un terribile, squallido ordinario. La bellezza, che è nutrimento del corpo, dello spirito, della mente, del pensiero. Che ci è stata donata dai padri e di cui abbiamo voluto diventare padroni assoluti, fino ad ucciderla. Siamo ipernutriti con le menti denutrite, e neanche più affamate, siamo ormai assuefatti al valore del nulla, e non chiediamo neanche più, senza sogni e senza speranza, come ci vuole il potere.

Non riescono torte buone con ingredienti cattivi. Chi vuol fare cemento con ciò che resta delle immondizie sa di fare case che probabilmente saranno dannose, forse velenose. Se si coltivano i campi con troppi veleni non può nascere un prodotto sano. Prima di tutte le tecniche sono necessari sapienza, amore e pazienza.

Per continuare a leggere gli altri brani dello spettacolo cliccare qui.

giovedì 29 dicembre 2011

La virtuosità finanziaria (con molte eccezioni) dei comuni della Brianza

Lo scorso mese di novembre un gruppo di lavoro istituito dalla Regione Lombardia, Finlombarda e ANCI Lombardia ha individuato gli indici di virtuosità finanziaria dei Comuni lombardi.

Le analisi del gruppo di lavoro si sono basate sui consuntivi di bilancio 2006, 2007 e 2008 forniti dal Ministero degli Interni. I parametri presi in considerazione per l’elaborazione degli indicatori afferiscono a quattro aree: flessibilità di bilancio, livello e sostenibilità del debito, capacità programmatoria e di spesa, autonomia finanziaria e capacità di riscossione.

I Comuni che hanno sforato in passato il patto di stabilità non sono stati esclusi dalla classifica, ma hanno subito una penalizzazione proporzionale col numero di anni di sforamento.

L'indice di virtuosità attribuito verrà utilizzato dalla regione per assegnare ai Comuni una quota (il 5% dei 50 milioni di euro) del plafond di 70 milioni di spesa teorica cui la Regione rinuncia in favore degli enti locali.

Pubblichiamo di seguito la classifica di virtuosità finanziaria dei comuni della Brianza stilata dalla Regione Lombardia.

Tabella elaborata dal blog Brianza Centrale su dati Anci Lombardia

lunedì 26 dicembre 2011

Seregno: nuova pista ciclo-pedonale e rimboschimenti al Parco agricolo del Meredo


L'amministrazione Comunale di Seregno ha recentemente deliberato un intervento di riqualificazione all'interno del Parco Agricolo del Meredo (PLIS Brianza Centrale). Riportiamo di seguito ampi stralci della relazione tecnico-descrittiva allegata alla delibera.

L’area di intervento è localizzata nella parte ovest del Parco Brianza Centrale e precisamente, nella zona denominata Meredo. Si tratta di un area preservata dall’edificazione grazie anche alla presenza di due linee ferroviarie (Monza – Chiasso e Saronno - Seregno), che hanno nel tempo delimitato un grosso “triangolo” della superficie di circa 82 ettari. L’uso del suolo è prevalentemente agricolo, anche se negli ultimi anni sono stati realizzati una serie di interventi pubblici finalizzati alla riqualificazione ambientale ed alla incentivazione della fruizione per il tempo libero: percorsi ciclopedonali in calcestre, alberature ad alto fusto, nuovi boschi con piante forestali, aree a prato ed arredi.

Strada Vicinale alle Brughiere di San Pietro
Per dare continuità a questa politica di riqualificazione, si è ritenuto di intervenire nella medesima zona con le seguenti opere:
  • riapertura di una strada vicinale denominata “alle brughiere di San Pietro, attualmente infestata da rovi e con presenza anche di discariche abusive.
  • realizzazione di un percorso ciclopedonale in calcestre della lunghezza di 750 ml circa e dell’ampiezza di 2 ml
  • formazione di un bosco misto con piante forestali della superficie di circa 6500 mq
  • posa di essenze arboree ad alto fusto in continuità a quanto già presente in loco
  • posa di alcune panchine in pietra
Macerie e rifiuti - Vicinale alle Brughiere di San Pietro
Nel dettaglio il progetto prevede interventi di pulizia del sottobosco della Vicinale alle Brughiere di San Pietro: rimozione microdiscariche puntuali di macerie, rifiuti vari, pneumatici, taglio di rovi ed infestanti. Per consentire la realizzazione del percorso ciclopedonale all’interno del bosco esistente, si prevedono anche interventi di potature e la rimozione di alcune robinie e sambuchi.

Area formazione nuovo bosco
Allineamento tracciato ciclopedonale in progetto
Il percorso sarà realizzato in calcestre per uniformarsi a quanto già realizzato in zona, e consentirà di creare, insieme ai percorsi esistenti un “anello” completo.


Il primo tratto della nuova pista che si collegherà al percorso della vicinale ai boschi di San Pietro, sarà costeggiato da un filare di 15 Acer Pseudoplatanus.


La seconda parte della pista sarà realizzata grazie alla cessione gratuita di un'area da parte dei signori Roncoroni e Bellini Lucini.

Esempio rimboschimento con essenze di tipo forestale già eseguito al Meredo
Per i nuovi rimboschimenti sono previste essenze di tipo forestale, quali: Quercus robur (Farnia), Prunus avium (ciliegio selvatico), Tilia europea, Fraxinus excelsior, Acer campesrte, Carpinus betulus,Malus sylvestris,Crataegus monogyna, Ulmus minor, Acer platanoides (riccio),Taxus baccata, Ilex aquifolium, Rosa canina, Cornus sanguinia, Cornus mas, Sambucus nigra,Corylus avellana.
E’ prevista inoltre la posa di alcune panchine in pietra per incentivare la fruizione delle nuove aree in progetto.

Per le opere in progetto è previsto un periodo di manutenzione a carico dell’impresa appaltatrice per una stagione vegetativa completa.
Il costo complessivo dell’intervento, come da quadro economico, ammonta a € 100.881,41.

domenica 25 dicembre 2011

Befana 2012 sul fiume Lambro

Quando arriva la Befana, chi viene sulle sponde del Lambro è lì per vedere quel che è invisibile agli occhi. Per questo, i più curiosi, come sempre, sono i bambini, i cui occhi limpidi sono i migliori per vederci chiaro al buio… Vedere cosa? La Befana che porta con sé sul fiume la sua corte dei miracoli. Li accompagna e li introduce, con giravolte e raggiri. Come sarebbe possibile altrimenti vedere quel che è invisibile agli occhi, se non lateralmente, se non attraverso uno sguardo differente, obliquo, quello della critica e dell’arte?

Sul fiume appare una grande struttura, a metà tra giocattolo e cavallo di Troia. Ecco il titolo di quest’anno: le giravolte indicano l’elemento del gioco; i raggiri fanno pensare all’astuzia. Il cavallo evoca la congiura che i partecipanti ordiscono per forzare l’immaginario preconfezionato e impoverito, dunque chiuso come le mura di una città. Il nostro stile di vita e il nostro sistema consumistico hanno infatti bisogno per imporsi di esercitare un’enorme violenza simbolica e di assoggettare l’infanzia a tale immaginario impoverito. Devono privare i bambini della loro capacità di vedere l’invisibile, per costringerli ad una rappresentazione della realtà univoca, da accettare - o meglio, da vendere - a scatola chiusa.

La Befana reagisce a questa normalizzazione con uno stratagemma. Il suo inganno consiste nell’allestire sul fiume delle cornici poetiche; sono finzioni, bugie. Come cornici di un dipinto, sono supporti vuoti. Poi ogni bambino diversamente, attraverso la propria fantasia, le riempirà di  un’immagine, di un dipinto. E’ grazie alla loro immaginazione che l’invisibile si renderà visibile.

[…] La lanterna è la più potente delle invenzioni che portiamo sul fiume, la più carica di significati e di segreti. Ogni bimbo è un universo che nel momento in cui guarda il fiume coi fuochi, registra, progetta fantasticando, illumina con una miriade di pensieri diversi il buio che troppo spesso lo circonda. Noi gli diamo la lanterna, la chiave di lettura per i messaggi cifrati che incontrerà […] la più semplice e la più poderosa, quella che spaventa il buio e lo mette in fuga.

Se vuoi collaborare alla realizzazione della Befana sul Lambro cliccare qui.

A cura della C.C.A. e del Comitato per il diritto al Mito/Festa del Bambino in collaborazione con la gente della Valle del Lambro

venerdì 23 dicembre 2011

Befana sul fiume Lambro 2012: Giravolte e raggiri per approdi di feste


Il laboratorio della Befana sul fiume Lambro è in piena attività. Sono gli ultimi giorni di lavoro e gli organizzatori attendono tanti volontari al capannone in via dell’Isola .
Nessuno è indispensabile ma tutti sono necessari. 

Il laboratorio Befana è aperto il sabato e la domenica pomeriggio dalle 15,00 alle 18,30. Nei giorni dal 27 al 30 dicembre i volontari saranno all'opera tutti i giorni comprese le sere.

E' il venticinquesimo anniversario !
Dobbiamo fare cose belle!

News dal sito:
- Nuove immagini: i lavori in laboratorio procedono...
- Nuovi scritti nella sezione contributi culturali.

 
Per il programma cliccare qui.

Per informazioni: 
Tel. 0362-906294 Fax 0362-906294 
E-mail befana.lambro@libero.it

Foto tratta da befanalambro 

Basta palazzi negli ultimi campi di Cinisello Balsamo! Legambiente chiede la tutela del Parco Grugnotorto Villoresi

«DIFENDI anche tu il Parco Grugnotorto Villoresi». Questo il messaggio che lanceranno i volontari Legambiente impegnati in un volantinaggio oggi davanti al Centro Sarca di Sesto San Giovanni. Mattina e pomeriggio, i difensori del parco distribuiranno ai clienti del centro commerciale targato Ipercoop un volantino con cui vogliono informare della loro battaglia contro la cementificazione di Cinisello. «Chiediamo a Coop Lombardia di rinunciare al progetto e di ritirarsi dal contenzioso che la vede schierata a danno dei cittadini di Cinisello - si trova scritto sul volantino - Coop Lombardia vuole edificare insieme a Fondi Rustici l’equivalente di 16 palazzi di 8 piani nel parco Grugnotorto Villoresi». E anche quel pizzico di sarcasmo: «La Coop sei ancora tu?», chiedono gli ambientalisti ai fruitori del Centro Sarca.

«Speriamo di poter trovare un accordo», spiega Ivan Fumagalli, presidente del circolo cinisellese che sarà coadiuvato dai volontari di Legambiente Sesto e anche da quelli di Legambiente Lombardia. E sempre Legambiente Lombardia ha diramato un comunicato che sostiene la battaglia del gruppo cinisellese: «Coop Lombardia e Fondi Rustici devono rinunciare alla costruzione di palazzi - si legge nel comunicato diffuso ieri mattina - All’interesse collettivo Coop Lombardia sembra anteporre un mero interesse economico a svantaggio dei cittadini, del parco e dell’ambiente. È stata quindi promossa una raccolta di firme online con cui si chiede a Coop Lombardia di rinunciare completamente a questo progetto e di ritirarsi dal contenzioso legale promosso con Fondi Rustici che la vede schierata a danno dei cinisellesi».

Due squadre di volontari distribuiranno i volantini sia durante il mattino sia nel pomeriggio. «È importante che tutto l’associazionismo ambientalista e i singoli cittadini sensibili alla tutela dei parchi e del territorio - si legge ancora nel comunicato - sostengano attivamente questa importante iniziativa volta alla salvaguardia del parco sovracomunale del Grugnotorto-Villoresi».

(da Il Giorno, 17 giugno 2011)

Firma la petizione su: www.cinisello.legambiente.org

In Lombardia il suolo è un bene comune


In Lombardia il suolo è un bene comune: approvata la prima legge che lo stabilisce. "Ora si voti la proposta di legge popolare contro il consumo di suolo"

E' una legge di modifica alla 31/2008, il testo Unico delle leggi regionali in materia di agricoltura, approvata ieri sera dal Consiglio Regionale, quella che segna, per la prima volta in Italia, un principio fondamentale: il suolo è un bene comune. Comincia proprio così l'articolo 4-quater della norma: “la Regione riconosce il suolo quale bene comune” per poi procedere elencando alcune funzioni del suolo, dalla produzione di alimenti, alla biodiversità, alla produzione di vere e proprie funzioni ambientali connesse alla qualità dell'acqua e dell'aria. Insomma, una legge di sani principi, su cui però il legislatore lombardo non ha avuto il coraggio di appostare norme di tutela e prevenzione del consumo di suolo, la grande “piaga ambientale” di una regione in cui ogni giorno, nonostante la crisi, spariscono 13 ettari di suolo agricolo su cui vengono spalmate strade e capannoni.

“Anche se nascosto nelle pieghe di un testo unico, affermare che il suolo è un bene comune rappresenta un grande cambiamento di prospettiva”, lo afferma Legambiente Lombardia, l'associazione che da anni si batte perchè questo riconoscimento avvenga ma, soprattutto, produca risultati in termini di riduzione dei consumi di suolo. In Lombardia sono scomparsi fino ad oggi 330.000 ettari di campi, oltre un quarto di tutte le aree agricole, e nell'ultimo cinquantennio il suolo urbanizzato è cresciuto del 350% rispetto a quanto avvenuto nel corso dei 2000 anni precedenti. A scomparire sono i terreni più fertili e produttivi, con perdita permanente di un prezioso potenziale produttivo e aumento vertiginoso dei rischi connessi al dissesto idrogeologico, per effetto dell'impermeabilizzazione dei terreni e per la realizzazione di edifici e abitazioni a ridosso di corsi d'acqua e in terreni esposti a frane e smottamenti. Purtroppo, però, la legge approvata ieri si ferma alla dichiarazione di principio, senza prevedere norme che incidano sulle vere cause del problema: gli enormi profitti che vengono conseguiti dalla speculazione immobiliare sui terreni agricoli. Legambiente non nasconde la propria forte delusione per la soppressione dell'unica parte di legge che prevedeva uno strumento efficace, ovvero l'obbligo per le province di redigere un piano di tutela delle aree agricole. La speranza, adesso, è che il principio del “suolo bene comune” venga immediatamente recepito a livello tecnico nei comuni che ancora sono in fase di redazione del PGT e a livello valutativo da coloro (ARPA in primis) che sono coinvolti nelle valutazioni ambientali strategiche. Se il suolo è un bene comune, il suo peso ambientale aumenta non di poco e ogni trasformazione deve di conseguenza essere rivalutata e produrre compensazioni ancor maggiori di quelle previste. La cosa migliore è, di nuovo, evitare consumi di suolo.

“Ora non c'è più nessuna scusa per ritardare l'approvazione della proposta di legge di iniziativa popolare da noi sottoposta ormai due anni fa al Consiglio Regionale con 13.000 firme di cittadini lombardi se davvero vogliamo tutelare il suolo e il paesaggio lombardo dai morsi della speculazione immobiliare e finanziaria, occorre introdurre misure vincolanti per rendere la cementificazione delle aree agricole molto meno vantaggiosa rispetto al recupero delle aree e degli immobili dismessi e sottoutilizzati presenti con grande abbondanza nelle nostre città; ma occorre anche rivedere il programma di grandi infrastrutture stradali previste dalla stessa Regione Lombardia: la sola BreBeMi, per esempio, sigillerà per sempre oltre 600 ettari di campi agricoli: un bene comune distrutto per farci un'opera inutile oltre che tossica”.

La proposta di legge popolare contro il consumo di suolo elaborata da Legambiente prevede, tra le altre misure, oneri compensativi obbligatori per ogni nuova urbanizzazione su aree verdi, agricole o naturali, con l'intento da un lato di spingere gli operatori edilizi a privilegiare l'edilizia del recupero e della ristrutturazione, che sarebbe esente da queste misure, e dall'altro di imporre una compensazione, in termini di aree verdi fruibili, per ogni perdita di suolo che risulti realmente indispensabile. (ufficio stampa Legambiente Lombardia, 22 dicembre 2011)

Cosa dice la norma: oltre al riconoscimento del suolo come bene comune, e alla definizione di 'cosa è' un'area agricola allo stato di fatto (importante perchè nella legge urbanistica della Lombardia si prevede che le urbanizzazioni di aree agricole siano soggette ad una maggiorazione degli oneri di urbanizzazione: una maggiorazione troppo piccola per essere davvero incisiva, ma è qualcosa), un comma della legge chiarisce che 'la sospensione temporanea o continuata dell'attività agricola non determina in modo automatico la perdita dello stato di fatto di suolo agricolo'. Anche se mal scritto, questo comma potrebbe diventare importante se ad esso seguiranno più chiari orientamenti giurisprudenziali: infatti in Lombardia le edificazioni sono vietate in zona agricola, ma con una eccezione che diventa regola e che riguarda le aree agricole dismesse da almeno 3 anni. E' facile comprendere come chiunque sia proprietario di aree agricole su cui edificare non deve fare altro che dismettervi l'attività e ottenere una certificazione in tal senso dalla Provincia, per poter subito dopo costruire. Infine la norma prevede l'obbligo per la Regione (anche se non viene indicata una scadenza!) di individuare un metodo condiviso per la valutazione del consumo di suolo, tenendo conto anche del significato produttivo del suolo perso. Complessivamente si tratta di una norma di buoni propositi, non incisiva di per sè, ma passibile di generare una produzione normativa utile a frenare il consumo di suolo.

Comuni ricicloni: il crollo della Brianza


articolo tratto da "Il Cittadino" del 18/12/2011

Comuni ricicloni, vince Mantova
La Brianza crolla, si salva Bellusco


E' San Giorgio di Mantova il vincitore assoluto di Comuni Ricicloni Lombardia, edizione 2011. Il piccolo comune si è imposto su tutti ottenendo il primo posto grazie ad un indice di buona gestione di 78,20 e ad una elevata percentuale di raccolta differenziata (82,7%) che ha permesso ad ogni abitante del paese di risparmiare, in un anno, emissioni pari ad oltre 128 chilogrammi di CO2. Al secondo posto di classifica generale troviamo Roverbella, (MN) con un indice di gestione di 78,01, e al terzo Travagliato (BS), con un punteggio di 77,88.

Questi i primi riconoscimenti assegnati dall'annuale concorso di Legambiente sulle prestazioni in materia di raccolta differenziata, presentati questa mattina durante una conferenza a Milano, a cui hanno partecipato tra gli altri Damiano Di Simine, presidente Legambiente Lombardia, Stefano Ciafani, vice presidente nazionale di Legambiente e l'assessore regionale al Territorio e Urbanistica Daniele Belotti. Anche per la nona edizione di Comuni Ricicloni Lombardia, Legambiente ha innalzato le soglie minime per entrare nelle classifiche dei virtuosi.

L'associazione quest'anno ha portato l'asticella al 60% di raccolta differenziata per i comuni con più di 10mila abitanti e al 65% per i più piccoli, anticipando così i requisiti che la legge rende obbligatori a partire dall'anno prossimo. E i primi a non riuscire ad allinearsi sono i capoluoghi di provincia: troppo bassa la percentuale di raccolta differenziata della grandi città lombarde per poter essere proclamate “Riciclone”. Solo Sondrio (57%) e Lecco (54%) hanno una percentuale vicina alla soglia, per 8 capoluoghi su 12 invece non si supera nemmeno il 50%. Sempre più lontani i due capoluoghi maggiori: Brescia e Milano, per quest'ultima la raccolta differenziata (dato del 2010) è ferma al 33,8%.

Alcuni dati: per quanto riguarda la raccolta differenziata nelle province lombarde, Monza è al quarto posto con una media del 58,2%, alle spalle della capolista Cremona, di Varese e di Lecco. Pochi i Comuni che possono vantare una percentuale di differenziata superiore al 65%: solo 13

Se la top ten lombarda dei Comuni ricicloni è guidata da due amministrazioni mantovane, la migliore performance brianzola spetta a Bellusco, poco più di 7mila abitanti che riciclano il 71,5% dei rifiuti prodotti. Nei bassifondi della classifica gli altri Comuni che hanno partecipato all'iniziativa: spicca Cornate d'Adda il 65,3% di differenziata e un indice di buona gestione del 62,68%, più staccati Biassono (66,8% di differenziata ma 61% di buona gestione) e Brugherio (63% di differenziata, 58,95% di buona gestione).

Giussano viene invece portato come esempio per quanto riguarda le buone pratiche nelle scuole. Il Comune ha realizzato un progetto formativo intergenerazionale rivolto agli alunni delle scuole elementari e medie per nonni e genitori e incentrato sul tema della riduzione dei rifi uti e della raccolta differenziata. Sono stati previsti corsi di formazione per gli alunni della scuola elementare sulla corretta gestione dei rifi uti; per gli alunni delle scuole medie corso di formazione in classe di scenografi a e riprese audio-video dedicate ai rifiuti; presentazione del progetto ai nonni e ai genitori da parte degli alunni delle scuole elementari e medie, nonchè alla cittadinanza in occasione di un evento locale importante quale la Festa del verde.

Altro progetto degno di nota è quello promosso da InnovA21. Il progetto La famiglia sostenibile è realizzato dall'agenzia InnovA21 per lo sviluppo sostenibile, che annovera tra i soci i comuni di Barlassina, Bovisio Masciago, Cesano Maderno, Desio, Meda, Seveso e Varedo, con il contributo della Fondazione Cariplo e la collaborazione della catena di supermercati Superdì/Iperdì, di Gelsia Ambiente, Brianzacque, Fondazione Legambiente Innovazione, Movimento a difesa del cittadino e Conai. Le 127 famiglie aderenti al progetto, coordinate dall'agenzia InnovA21 e in rete tra loro, da maggio 2011 fi no a giugno 2012, si impegneranno a modifi care i propri stili di vita e di consumo aumentando l'attenzione all'uso dell'elettricità e del gas della propria abitazione, alla produzione e gestione dei rifi uti, alla modalità di spostamento sul territorio, agli acquisti nell'ottica di una maggior sostenibilità ambientale.

Per approfondire:
- L'articolo pubblicato su "Il Cittadino"
- Il comunicato di Legambiente
- Il Dossier di Legambiente (formato pdf)

Cementeria Holcim: no alla cava sul Cornizzolo e all’incenerimento dei rifiuti!


Il Circolo Ambiente “Ilaria Alpi” replica ai sindaci di Merone e Monguzzo sui progetti per l’apertura di una nuova cava a Civate e per la combustione del CDR a Merone

“I sindaci di Merone e di Monguzzo hanno come primo obbligo quello di difendere l’ambiente e la salute dei cittadini, non gli interessi della multinazionale Holcim!”.  Così il Circolo Ambiente “Ilaria Alpi” replica ai primi cittadini di Merone e Monguzzo che si dicono non contrari all’apertura di una nuova cava sul Cornizzolo.

Gli ambientalisti ribadiscono il loro no sia alla nuova cava a Civate che all’incenerimento del CDR (Combustibile Derivato dai Rifiuti, ovvero spazzatura ad alto potere calorifico) nel cementificio di Merone.

Dichiarano i responsabili del Circolo Ambiente: “Occorre respingere con forza i due scellerati progetti della Holcim: la nuova cava rischierebbe di rovinare irrimediabilmente l’equilibrio ambientale della montagna, mentre l’incenerimento del CDR potrebbe causare un peggioramento della qualità dell’aria e quindi minacciare i polmoni dei cittadini. Il Coordinamento Cornizzolo (di cui fa parte anche la nostra associazione) e molti comuni della zona di Civate hanno detto no alla cava. Peccato che, al contrario, i comuni di Merone e di Monguzzo si dicano non contrari alla cava e favoriscano l’incenerimento del CDR”.

Gli ambientalisti ribadiscono il loro no alla richiesta di una nuova cava, riprendendo quanto nel 2010 la stessa Holcim scriveva sul proprio sito web: “La crisi del mercato dell'edilizia è grande e profonda. … il settore delle costruzioni rimane in una fase di stagnazione...”, ed ancora “…la crisi del settore delle costruzioni che anzi sembra oggi intensificarsi.”. Alla luce di questi fatti, non si capisce la necessità di avere a disposizione nuove cave per fare cemento!

Sul CDR, chiarisce il Circolo Ambiente “Ilaria Alpi”: “E’ paradossale che i sindaci di Merone e di Monguzzo citino la possibilità che la cementeria si trasformi in un inceneritore, quando i loro comuni nei mesi scorsi mesi hanno autorizzato la costruzione di un nuovo silos per lo stoccaggio del CDR. E questo all’insaputa della popolazione! Noi diciamo che si deve impedire di bruciare rifiuti nel cementificio, mentre la Regione Lombardia e la Provincia di Como hanno autorizzato la Holcim a incenerire fino a 100 mila tonnellate all’anno di diversa origine, che creano inquinamento dell’aria”.

Concludono i responsabili del Circolo Ambiente: “Si deve impedire che la Holcim contribuisca a peggiorare la qualità della vita e dell’ambiente nel territorio. Le istituzioni non devono autorizzare l’apertura di nuove cave e devono dire basta all’incenerimento dei rifiuti nei forni del cementificio!”.

Info: CornizzoloNoCava

Lomazzo: il PGT "a la loro manera"


All'armi, siam allarmisti?

La lista civica Il Patto di Lomazzo prosegue l'analisi del PGT proposto dalla giunta Rusconi alla luce dei nuovi documenti pubblicati (solo sul sito internet del Comune...). L'ultima serata di presentazione è stata davvero deludente: immagini che si potevano decifrare solo con un binocolo, proiettate sulla porta dell'ex asilo Garibaldi e, dopo le proteste del pubblico, su un telone  piuttosto sgonfio. Sembrava la metafora del PGT stesso: a fronte di annunci trionfali ("abbiamo ridotto il consumo di suolo") la realtà si presenta con una triplice aggressione al paese da parte di svincoli autostradali (Lomazzo nord, Lomazzo sud e Pedemontana; tanto la sede stradale non è conteggiata nel calcolo del consumo di suolo!), vasche di laminazione e appartamenti come funghi. Ciò che più disturba è l'ostinazione nel rifiutarsi di coinvolgere la popolazione nelle scelte che impegnano il futuro. 

Un altro esempio. La stampa locale ha riportato l'intervento del sindaco che tranquillizza sui "fusti" dell'A9, rimproverando la segnalazione del Patto come "inutile allarmismo". Se fosse stata davvero inutile il sindaco non avrebbe mollato la sua scrivania per fare  un sopralluogo. Altro che "togliersi un sassolino dalla scarpa"! Dovrebbe  ringraziare l'opposizione quando si prende cura del territorio al posto suo, lui che aveva detto: "Metteremo le tende in Regione per essere informati sulla Pedemontana" e poi non ci ha fatto sapere mai niente. Abbiamo dovuto scoprire dai giornali che il passaggio sulla Moronera sarà sopraelevato e che c'è stato un taglio del 90% sui soldi delle compensazioni ambientali destinati a Lomazzo!

Avremo il danno ambientale (per costruire il sovrappasso cancelleranno ugualmente il bosco),  i 10 milioni si sono ridotti ad 1 milione e 400 mila, gli alberi non saranno ripiantati (perché, comunque, non ci sarebbe fisicamente lo spazio dove collocarli senza far sloggiare case, strade o campi agricoli)  e gli abitanti della zona avranno un'autostrada sulla testa giorno e notte...

Altri esempi? La bretella per il mega centro commerciale previsto nell'area ex Galvas. La Provincia ha stroncato la proposta  prima ancora che i cittadini la conoscessero nei dettagli.
La proposta dei cittadini di attuare un censimento dei locali vuoti, prima procedere alla costruzione di nuovi edifici che poi restano invenduti, è caduta nel vuoto.
Pensiamo che il compito di chi amministra sia proprio fare sopralluoghi, valutare le alternative, ascoltare le critiche e... le segnalazioni dei cittadini.

mercoledì 21 dicembre 2011

Osservatorio PTCP Monza e Brianza: "Passare dalle parole ai fatti"


Comunicato stanpa del Coordinamento Ambientalista “OSSERVATORIO PTCP”

Il consumo di suolo nella Provincia di Monza e Brianza ha raggiunto percentuali elevatissime e insostenibili.
La nascita della Provincia di Monza e Brianza è stata accompagnata da questo grido di allarme anche da parte degli amministratori provinciali.
Abbiamo ascoltato discorsi politici e proclami sulla tutela del suolo, abbiamo assistito al proliferare di Convegni indetti dalla stessa amministrazione provinciale sul tema del consumo di suolo.
A quali decisioni concrete corrispondono questi proclami?
Per il momento a nessuna.
Il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale avrebbe potuto essere un’ occasione per mettere l’ambiente al centro delle scelte urbanistiche in Brianza.
Il PTCP avrebbe permesso alla Provincia di esprimere un’ipotesi di tutela del territorio, anche al di sopra degli interessi particolari dei singoli Comuni, per lo più amministrati da uomini e donne (poche) che non si distinguono per l’attenzione alle problematiche ambientali.
Unica eccezione l’attuale amministrazione di Desio, che ha recentemente rivisto il proprio PGT con una variante che salva da progetti edificatori 1.400.000 mq di territorio.
Questa operazione avrebbe dovuto trovare anche un riconoscimento nel Piano Territoriale della Provincia di Monza e Brianza, ma di fatto ciò non è ancora accaduto.
Come associazioni e gruppi ambientalisti abbiamo scelto di essere soggetto PROPOSITIVO in un rapporto di confronto con la Provincia, disposti a entrare in tensione con quelle amministrazioni del territorio più ostili a comprendere la difficoltà del tempo presente.
Questo perché è più che mai importante intervenire per una responsabile gestione della cosa pubblica e dell’ambiente.
Per questo, ci si è costituiti in un coordinamento denominato OSSERVATORIO PTCP.
Il coordinamento ha prodotto una serie di proposte riunite in tre documenti presentati alla Provincia e in una serie di progetti ed osservazioni “dal basso”, mossi da una conoscenza dettagliata dei singoli ambiti territoriali ove questi soggetti agiscono.

Questo lavoro è confluito in un documento tecnico propositivo finale inoltrato alla Provincia di MB contenente OSSERVAZIONI E RICHIESTE ESPLICITE DI MODIFICA ED INTEGRAZIONE al PTCP sulle NORME APPLICATE, sulle AREE AGRICOLE STRATEGICHE, sulla RETE VERDE.

Modifiche sviluppate sulla base di segnalazioni arrivate da gruppi e associazioni dell’Osservatorio per ben 44 comuni della provincia.

Ci ha guidato una vision ambientalista sul nostro territorio che non è utopista ma è una visione concreta per salvaguardare il bene collettivo che ci rimane e di cui intendiamo assumerci a tutti gli effetti la responsabilità, contagiando altri cittadini e cittadine già sensibili in tal senso.
L’Assessore Antonino Brambilla non ha disdegnato l’interlocuzione con noi dell’ OSSERVATORIO PTCP.
Purtroppo, questa interlocuzione si è spesso limitata ad una semplice azione informativa, non cogliendo sinora gli elementi di condivisione a lui proposti.
Esiste quindi una contraddizione evidente tra le dichiarazioni verbali fatte dagli Amministratori Provinciali, lo stato dell’arte dell’attuale elaborazione del PTCP e la scarsa volontà sinora dimostrata nell’accettare le nostre proposte di tutela del territorio.
C’è una domanda cui vale la pena di tentare di dare una risposta: perché questa amministrazione ha allora parlato come se fosse ambientalista?
Alla base v’è una ricerca commissionata dalla stessa Provincia di Monza e Brianza all’illustre sociologo Mannheimer che ha messo in evidenza come per i cittadini e le cittadine di questo territorio il verde e l’ambiente, la riqualificazione degli spazi e dell’aria che respiriamo, sia al primo posto degli interessi e di quello che viene richiesto agli amministratori.
Forse anche per questo, nel suo discorso inaugurale della Provincia di Monza e Brianza il presidente Dario Allevi si era preso questo compito con i cittadini e le cittadine, le associazioni e i gruppi presenti.
Però, allo stato attuale d’elaborazione del PTCP, siamo ben lontani da una reale e fattiva VOLONTA’ DI ATTUARE, POLITICHE AMBIENTALI SERIE, CORAGGIOSE E FORTI PER TUTELARE IL TERRITORIO E QUANTO RESTA DEGLI AMBIENTI NATURALI DELLA BRIANZA.
Fino a questo momento abbiamo più la percezione che la Provincia si sia assunta semplicemente un ruolo “notarile”, prendendo atto dei “desiderata” delle Amministrazioni Comunali, senza tentare di avere un ruolo ATTIVO nel contrastare l’esasperato consumo di suolo brianzolo.
Di più, è stato ignorato e si è evitato di prendere posizioni definite contro situazioni che devasteranno ulteriormente la Brianza, quali lo scellerato piano edificatorio che a Monza sacrifica ai poteri forti, l’area verde della Cascinazza.
E ancora non è stato preso in considerazione l’ampliamento possibile del Bosco delle Querce verso la via della Roggia di Seveso, annettendo quest’area nella Rete Verde insieme alla zona delle Cave di Meda, dando vita a un progetto di possibile, per quanto minimo, contrasto alla devastante azione prevista dalla Regione Lombardia con lo sbancamento del Bosco delle Querce per il passaggio dell’Autostrada Pedemontana.
Non sono mancate incomprensibili amnesie sulla salvaguardia di alcuni ambiti agricoli destinati alle opere di compensazione ambientale di Pedemontana (Lissone, Macherio ecc..) così come su una efficace tutela di significative emergenze dall'alto valore naturale e paesistico insistenti nel settore collinare della provincia come, ad esempio, la porzione settentrionale della Torbiera dei Cariggi (tra Veduggio, Renate e Briosco).
Per non disturbare, s’è scelto di non osare, evitando d’inserire terreni liberi e verdi in quanto tali, nel PTCP.
Aree che proprio in virtù dell’assedio del cemento, SONO DA CONSIDERARE TUTTE STRATEGICHE per la vivibilità della Brianza.
Così, mentre amministrazioni coraggiose, come quella di DESIO, dimostrano che una nuova politica urbanistica e di tutela del territorio E’ POSSIBILE, la Provincia di MB perde un’occasione per DIMOSTRARE CON I FATTI la sua “dichiarata e sbandierata” sensibilità ambientale.
Si profila un’opportunità mancata.
Fatto questo che aggraverà ulteriormente la condizione di selvaggia urbanizzazione in cui versa il territorio provinciale.

L’attuale stesura del PTCP, sicuramente, non consente alla Provincia di fregiarsi di patenti ambientali a proprio uso e consumo.
Il documento di proposte ed osservazioni, che presentiamo al tavolo di confronto con l’Assessore Brambilla e agli estensori del PTCP, offre un’ulteriore possibilità di rilancio.
La revisione del PTCP con le nostre istanze darà la misura delle reali intenzioni della Provincia rispetto alla salvaguardia del territorio e allo stop all’indiscriminato consumo di suolo, e sarà la base del nostro giudizio politico finale su questa delicata partita di politica ambientale.

Aiutiamo gli uccelli selvatici a superare il freddo inverno


In questa stagione possiamo aiutare gli uccelli selvatici a superare questo periodo di gelo con la somministrazione di alimenti naturali quali semi, mele o appositi preparati.

Se si hanno bimbi piccoli sarà molto bello osserarvare con loro l'ora della "pappa" degli uccellini.

Come preparare tortine per uccelli

Ingredienti:
· 0,5 kg circa di farina di frumento per dolci
· 1 kg circa di farina per polenta di mais giallo
· 0,5 kg circa di zucchero (possibilmente grezzo)
· Almeno 4 confezioni di margarina vegetale da 250 grammi

Ingredienti facoltativi:
· una bustina di uva passa
· 1 o 2 mele tagliate a cubetti
· fichi secchi tagliati a cubetti o strisce
· un etto di semi di girasole
· 1 bicchiere di riso crudo
· 1 o 2 bustine di pinoli
· Una manciata di riso soffiato (per cani)

Preparazione:
Si mettono in una terrina tutti gli ingredienti con l'esclusione della margarina. Si mischia tutto in modo da creare un prodotto il più possibile omogeneo. A parte si mette in una pentola la margarina e la si scalda a fuoco medio fino alla sua completa fusione. Si versa la margarina fusa sopra nella terrina sopra il miscuglio. Si mischia il tutto con un cucchiaione o con le mani sino ad ottenere un impasto il più possibile omogeneo. Con le mani si formano delle tortine a forma di palla (evitare di comprimerle troppo) che si mettono a raffreddare a parte.

Somministrazione
Le tortine vanno somministrate agli uccelli in luoghi non accessibili a cani e gatti perché appetitose anche per loro. Possibilmente vanno messe su davanzali, sopra i tetti, tra i rami degli alberi, ecc. Non appena qualche Pettirosso o Cinciarella si accorgerà della leccornia non mancheranno le successive scorribande di Passeri, Storni e Merli. Nelle giornate invernali di neve o gelo se si fornisce questo od altri alimenti per uccelli riduce o elimina la mortalità dei piccoli passeriformi che nell'arco di un inverno raggiunge anche il 70% di una sola popolazione.

Specie che si nutrono di questo alimento:

Merlo, Storno, Cinciallegra, Cinciarella, Cincia Mora, Pettirosso, Passero d'Italia, Passera mattugia, Fringuello, Verdone, Ballerina bianca, Tortora dal collare orientale, Picchio rosso maggiore, Picchio verde, Codirosso spazzacamino, Gazza, Ghiandaia.

Fonte: http://www.lacveneto.it/

Fiaccolata e concerto di corni delle alpi in difesa del Cornizzolo


sabato 17 dicembre 2011

Autostrada VA-CO-LC, ovvero come distruggere le ultime aree verdi per risparmiare 15 minuti di tragitto


Sotto lo slogan “No all’autostrada Varese-Como-Lecco, per una mobilità sostenibile”, mercoledì 14 dicembre 2011, a Inverigo (CO), presso la sala del Consiglio Comunale, si è svolta una partecipatissima serata che ha visto Associazioni Ambientaliste, Amministratori Comunali e Provinciali, Consiglieri Regionali e Cittadini discutere su questa inutile opera autostradale che Raffaele Cattaneo, Assessore alle Infrastrutture e Mobilità di Regione Lombardia, vorrebbe “imporre” al territorio.

I rappresentanti istituzionali che hanno accolto l'invito a partecipare alla serata sono stati i seguenti: SERGIO MINA Assessore al Territorio Parchi e Grande Viabilità della Provincia di Como, ANGELO RIBOLDI Sindaco di Inverigo, BARTESAGHI ALBERTO Consigliere della Provincia di Como e di Inverigo, SERGIO MOLTENI Assessore di Alzate B.za, EMILIANO RONZONI Presidente del Parco Regionale Valle del Lambro, RINALDO REDAELLI VICE Sindaco di Lurago d'Erba, SALVATORE COLOMBO Assessore di Lurago d'Erba, LICIA VIGANO' Sindaco di Orsenigo, DOSSENA LEONARDO Sindaco di Lambrugo, CARLO ANDREA FRIGERIO Sindaco di Capiago - Intimiano, LUCA GAFFURI Consigliere Regionale PD.

Le associazioni ambientaliste dell’area comasca (ma non solo) e i cittadini hanno potuto ascoltare le posizioni degli amministratori intervenuti ai quali sono state rivolte molte domande e considerazioni, tutte nella direzione di bloccare la VA.CO.LC.


Dal confronto è emersa con forza la posizione di contrarietà di associazioni e cittadini riguardo ad un’opera inutile e devastante per il territorio, quale sarà la VA.CO.LC. Anche da parte degli amministratori e del presidente del Parco Valle del Lambro è emersa la volontà di opporsi a questa nuova autostrada, con posizioni più determinate da parte di alcuni sindaci, come quello di Orsenigo, Licia Viganò, che già dal 2010 vi si oppose con tutti i mezzi istituzionali a sua disposizione.


Durante la serata si è discusso anche della tangenziale di Como - 2° lotto, Opera Connessa inserita nel Sistema Regionale di Pedemontana. Come molti sanno, il 1° lotto è già in fase di realizzazione nella zona di Grandate (CO) mentre il 2° lotto che prevedeva un tratto in galleria a nord di Montorfano è stato bloccato dal Cipe (Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica) per ragioni che ancora non sono chiare: solo economiche? idrogeologiche? di opportunità?
Non ci è dato di sapere...... 
Ma comunque la sostanza non cambia: non è possibile considerare la Tangenziale di Como come slegata dalla proposta di nuova autostrada VA.CO.LC in quanto è ormai palese a tutti che Regione Lombardia o meglio ancora Raffaele Cattaneo pensa alla tangenziale come ad un “semplice tratto” della nuova e inutile arteria autostradale.
Infatti le diverse proposte di variante (ad oggi sono quattro!) finora individuate come alternative a quella a nord di Montorfano, contenuta nel progetto definitivo di Pedemontana, sono considerate da Regione Lombardia “tutte” perfettamente inseribili nel progetto di autostrada VA.CO.LC.


Durante la serata diversi interventi dal pubblico hanno esortato gli Amministratori a chiedersi, prima di accettare proposte di nuovi tracciati stradali che devasterebbero le ultime aree a verde e che attraverserebbero i paesi (in galleria o in superficie), se il prezzo ambientale e sociale, che ricadrebbe inevitabilmente sui cittadini, vale 15 o 30 minuti in meno di tragitto per raggiungere questa o quella destinazione.
E ancora, chiedersi se è ragionevole pensare che in presenza di un’autostrada a pagamento, i cittadini scelgano di pagare e non di utilizzare la rete stradale locale per spostarsi come fanno ora.
Da varie parti si esorta le Istituzioni a considerare solo ipotesi alternative per il 2° lotto della Tangenziale di Como che considerino il recupero e l’adeguamento degli assi viari esistenti e il potenziamento dei mezzi pubblici di trasporto nonché  l’ammodernamento ed elettrificazione della ferrovia Como – Molteno – Lecco attualmente quasi dimessa.

A fine serata gli organizzatori hannio raggiunto un accordo con gli amministratori intervenuti affinché, all’interno delle proprie sedi istituzionali, vengano discusse le forme e le iniziative più appropriate per esprimere chiaramente a Regione Lombardia la propria posizione contraria all’autostrada. Il presidente del Parco Valle del Lambro, Emiliano Ronzoni, ha proposto inoltre di impegnarsi affinché i sindaci dei Comuni del proprio consorzio si attivino per dichiararsi contrari al passaggio della VA.CO.LC. all’interno della zona più pregiata del Parco.

"Riteniamo dunque che la serata sia stata proficua per comprendere lo stato delle cose su un tema così importante per il futuro dei nostri territori" - hanno dichiarato gli organizzatori - "Il nostro impegno al riguardo sarà sempre quello di difendere gli ultimi spazi verdi o a parco rimasti da opere inutili che vengono spacciate per “indispensabili”, mettendone a nudo le malcelate logiche di aggressione al territorio, finalizzate solo al profitto di pochi e a danno per tutti. Questo è l’obiettivo per il quale chiediamo l’aiuto dei cittadini e degli amministratori dei nostri Comuni:  non è più possibile (ormai viene “gridato” da più parti) affrontare i gravissimi problemi di inquinamento del suolo, delle acque e dell’aria rivolgendo lo sguardo e le risorse solo al trasporto privato di persone e merci su gomma, utilizzando per tanto esclusivamente i combustibili fossili. Inoltre per rispondere alla gravissima crisi economica che stiamo attraversando, causata anche dall’uso scellerato delle risorse e da scelte basate solo sul vantaggio economico di pochi, siamo obbligati a rivolgere i nostri sforzi verso scelte sostenibili, sia nei confronti dell’ambiente che di un uso responsabile delle risorse sempre meno disponibili."

Le Associazioni Ambientaliste organizzatrici dell’incontro:
“Orrido di Inverigo” (Inverigo), “Le contrade” (Inverigo), “Comitato Bevere” (Briosco), “Circolo Ambiente Ilaria Alpi” (Merone), “Comitato per il Parco Regionale della Brughiera”, “Associazione l'Ontano” (Montorfano), “Salvabrughiera” (Capiago Intimiano), “Comitato per l'ampliamento del Parco Brianza Centrale” (Seregno – Macherio),  “Associazione Torrette Bini Dosso Boscone” (Macherio).

In difesa della collina della Rotonda a Inverigo


Pubblichiamo il testo della petizione in difesa della collina della "Rotonda" di Inverigo.

Riteniamo sia importante che tutti si adoperino per salvaguardare i tesori ambientali e storici del nostro territorio.


Testo della petizione

La villa Cagnola, detta “La Rotonda”, di Inverigo unitamente all’Arco della Pace di Milano può essere considerata il capolavoro artistico di Luigi Cagnola e uno dei documenti più insigni del neoclassicismo lombardo. Per tale ragione lo Stato l’ha inclusa tra i beni culturali di interesse nazionale, da preservare con attenzione ai sensi della legge 1089/1939.

Anche i Piani Territoriali della Regione Lombardia e della Provincia di Como hanno valorizzato “La Rotonda” nel contesto del paesaggio di Inverigo, definito parte essenziale dell’identità regionale; analogamente il Parco Regionale della Valle del Lambro ha disposto la “tutela della visuale sensibile di rilevanza regionale denominata panorama della Rotonda di Inverigo”.

Il legame della cittadinanza con “La Rotonda”, immagine identitaria, e l’attenzione al paesaggio circostante sono particolarmente rafforzati dalla consapevolezza che don Carlo Gnocchi volle fare di questo bene, oltre che una sede di assistenza ai “mutilatini”, un faro di cultura e di spiritualità ben in vista per la gente di Lombardia (“Settembre brianteo”, 1951).

Ora la visuale della “Rotonda” e l’integrità del suo contesto sono gravemente minacciati da un progetto edificatorio adottato dalla Giunta Comunale, comprendente un motel e quattro condomini; tale insediamento è previsto sul versante nord-ovest della collina, non lontano dalla facciata principale della villa, caratterizzata dallo scalone monumentale e dai corpi edilizi a imitazione dei propilei di Atene.

Per firmare la petizione contro la realizzazione del progetto edificatorio e per chiedere la preservazione e il restauro del paesaggio collinare della “Rotonda” di Inverigo cliccare qui.

Brianza solare


La Brianza si converte al fotovoltaico

di Alberto Terraneo, tratto da L'Esagono del 19/12/2011

Fa bene all’ambiente, all’economia e - alla lunga - pure al portafoglio. E siccome quando di mezzo c’è la “pecunia” i brianzoli non sono secondi a nessuno, la Provincia di Monza si è gettata sul fotovoltaico. Pannelli installati sui tetti delle aziende, nei giardini dei privati, sulle pareti delle abitazioni esposte al sole. Pazienza se il rigore invernale e il freddo primaverile frenano i raggi solari e riducono i guadagni allungando i tempi in cui ammortizzare dell’investimento iniziale. La voglia matta di energia rinnovabile, tradotta tecnicamente in “crescita tumultuosa” come riportato dal primo Atlante statistico mensile delle installazioni fotovoltaiche della Provincia curato dalla Energy Saving srl di Monza, ha collocato la Brianza al sesto posto in Italia per kilowatt prodotti per chilometro quadrato. Al Nord, non esiste area che superi la media di 120 che si riscontra nell’hinterland monzese. Un record confermato dalla presenza di alcune delle più importanti aziende produttrici di pannelli che proprio qui hanno trovato la loro sede, con 2.407 impianti collocati nei Comuni della Provincia, per un totale di quasi 50mila kilowatt prodotti, poco meno dello 0,5 del totale italiano.

Numeri “spalmati” per il territorio con Giussano al primo posto per impianti presenti (107), davanti a Cesano, Monza, Brugherio, Besana e Lissone. Fanalino di coda Roncello(8), poco meglio per Camparada (11), Aicurzio (12), Vedano (13), Sulbiate (14), Ronco Briantino e Ornago (15). Per potenza installata, Brugherio (3.420 kW) precede Monza e Lissone, Brugherio che guida anche la classifica dei kiloWatt per chilometro quadrato (336,5) dove si mettono in evidenza anche Burago (303), Varedo (247) e Bovisio (245), con Triuggio fanalino di coda con appena 21.

Ma è sulla percentuale di copertura dei consumi elettrici complessivi che il solare mostra tutti i propri limiti: la media brianzola non supera l’1,1%, pressoché dimezzate in riferimento alle utenze. È Mezzago a distinguersi in positivo con quasi il 4% del fabbisogno complessivo garantito dall’utilizzo di pannelli fotovoltaici, oltre il 3% anche Correzzana, Burago, Busnago, Misinto e Ornago. Più in difficoltà le città con numero maggiore di abitanti: Monza si ferma ad un modesto 0,6%, Desio peggio ancora (0,54%), Seregno e Lissone si aggirano all’1,5% mentre Vimercate è fra le peggiori con un esiguo 0,3%. Peggio di tutti fa Arcore (0,21%) che invece lascia a Monza il ruolo di fanalino di coda nel numero di utenze coperte da fotovoltaico. Gioca a sfavore del capoluogo il numero di abitanti che riduce ad uno 0,16% il dato complessivo, primeggia Busnago che invece gode di nuclei energeticamente sostenibili per quasi il 2,5%. Oltre la barriera del 2% soltanto Correzzana, percentuali modeste anche per Desio e Carate.

giovedì 15 dicembre 2011

Ferma la banca che distrugge il territorio

(Immagine tratta dal web)
Parte la campagna nazionale di pressione sul Gruppo Intesa Sanpaolo in relazione alla costruzione di quattro grandi infrastrutture lombarde: Pedemontana, Bre.Be.Mi., Tangenziale Esterna Milano (Tem) e autostrada Cremona-Mantova, che avranno un pesante impatto sull’ambiente e sulle popolazioni residenti. Promotori dell’iniziativa sono le associazioni A Sud, Beati i Costruttori di Pace, Centro Nuovo Modello di Sviluppo, Comitato NoExpo, Coordinamento Comitati Pendolari Regione Lombardia, Coordinamento Nord Sud del Mondo, Distretto di economia solidale della Brianza, Insieme in rete per uno sviluppo sostenibile, Movimenti civici, Movimento Stop al Consumo di Territorio, Rete civica italiana, con l’adesione di un numero crescente di organismi nazionali e locali.

Intesa Sanpaolo risulta essere il gruppo bancario di gran lunga più esposto in tali infrastrutture, sia come finanziatore che come azionista delle società concessionarie. Per questo la Campagna chiede all’istituto di ritirare il proprio appoggio alla costruzione delle nuove arterie, dimostrando così di avere a cuore la tutela del territorio e la salute dei cittadini.

In particolare i promotori chiedono a tutti i clienti della banca di “votare con il portafoglio”, ovvero scrivere al proprio direttore di filiale sui temi sollevati dalla Campagna e, se la risposta non sarà soddisfacente, di chiudere ogni rapporto con l’istituto. Nelle prossime settimana non mancheranno altre iniziative pubbliche di pressione, anche in accordo con i comitati locali, mantenendo al tempo stesso la più ampia  disponibilità ad un’interlocuzione con i responsabili della banca.

Le grandi opere di collegamento in Lombardia distruggeranno 53 milioni di metri quadri di terreni agricoli (dati Coldiretti), aumentando l’inquinamento e la cementificazione in un territorio già fortemente infrastrutturato. Inoltre secondo l’Agenzia europea per l’ambiente ogni anno nella sola pianura padana muoiono circa 7000 persone a causa dell’inquinamento. Nonostante ciò la Regione Lombardia continua a investire in autostrade confermando la propria arretratezza nel trasporto pubblico su ferro e la propria indifferenza rispetto a milioni di pendolari. Il risultato è un continuo aumento delle emissioni di Co2, in spregio agli accordi di Kyoto e in controtendenza con quanto sta avvenendo in altre regioni europee. L’attuale crisi finanziaria rende ancora più insostenibile questa politica, che in Lombardia comporterà investimenti superiori ai 9 miliardi di euro solo per le quattro opere citate. Risorse che potrebbero essere spese in opere ben più utili.

Per ricevere informazioni scrivere cliccando qui e/o qui.

Promuovono: A Sud, Beati i Costruttori di Pace, Centro Nuovo Modello di Sviluppo, Comitato NoExpo, Coordinamento Comitati Pendolari Regione Lombardia, Coordinamento Nord Sud del Mondo, Distretto di economia solidale della Brianza, Insieme in rete per uno sviluppo sostenibile, Movimenti civici, Movimento Stop al Consumo di Territorio, Rete civica italiana

Aderiscono: Altreconomia, A.R.C.I. Noerus (Co), Astrov (Gorgonzola, Mi), Associazione Convivio (Pc), Associazione Europea di Psicoanalisi, Associazione di Promozione Sociale Altritasti (At), Associazione Pro Loco Amici del Lago di Arignano (To), Blog Tg Roma Talenti, Campagna per la Riforma della Banca Mondiale, Circolo Ambiente “Ilaria Alpi”, Circolo Vegetariano VV.TT. Treia (Mc) - Rete Bioregionale Italiana, Comitato No Tem Comazzo (Lo), Comitato No Tem Si Metro, Comitato per il Parco A. Cederna - Monza (Mb), Coordinamento Energia Felice, Dimensioni Diverse (Mi), Ecoistituto del Veneto “Alex Langer” Mestre (Ve), Ecologisti e Civici, Ecomuseo Borgo La Selva - Casole d'Elsa (Si), Fabio News, Gas Città Studi (Mi), Gas Cuccagna (Mi), Gruppo Consiliare “Per Comazzo”, Finansol.it, Iscub Istituto di Cultura Bioecologica (Le), Kronos Lombardia, Lista civica Voce alla Città  - Tolentino (Mc), Lista di Cittadinanza per Unaltracittà (Fi), Liste Civiche Marche, “Lonato in movimento” - Lonato del Garda (Bs), Lupus in Fabula Fano (Pu), Medicina Democratica - Movimento di Lotta per la Salute onlus sezione di Alessandria, Portale Albanesi.it, Presidio Permanente Contro Pedemontana, Presidio Permanente Martesana, Rete di Salvaguardia del Territorio - Etruria/Tuscia (Vt), Sinistra Unita per Carugate (Mi), Vento Civico movimento politico - Tolentino (Mc), Wwf Modena onlus, Alex Zanotelli, missionario comboniano, direttore Mosaico di Pace

martedì 13 dicembre 2011

Desio: seminario (e fiaccolata) sui beni confiscati alle mafie

Lo sguardo di Leonardo da Vinci sull’Adda


Presentazione della galleria interattiva “Leonardo in Adda”

Un luogo per scoprire e seguire lo sguardo di Leonardo da Vinci, uno sguardo scientifico, appassionato, aperto a ogni forma ed essere; un ambiente dove toccare con mano gli scritti più noti e riprodurre i suoi esperimenti. Tutto questo è la galleria interattiva “Leonardo in Adda”, ospitata nei locali seminterrati della Casa del Custode delle Acque e delle Arti a Vaprio d’Adda (Milano). Il percorso museale, realizzato da Koiné Teatro Sostenibile grazie a un contributo della Fondazione Cariplo, sarà presentato domenica 18 dicembre. La galleria è uno degli spazi museali previsti nel progetto ABcD/Distretto Bioculturale dell’Adda del Parco Adda Nord.

La posizione della galleria non è casuale, né tanto meno azzardata. La Casa del Custode (le cui prime notizie risalgono al 1542) sorge fra il naviglio della Martesana e il fiume Adda, a pochi passi da Villa Melzi d’Eril, dimora che a lungo ospitò il genio leonardesco durante i soggiorni milanesi. Durante la sua permanenza, Leonardo condusse studi ed esperimenti per il trattato “Delle Acque” e ritrasse numerosi paesaggi del corso dell’Adda; concepì migliorie per le chiuse idrauliche e progettò il naviglio di Paderno per collegare il lago di Como con il capoluogo lombardo. Numerosi schizzi, disegni e citazioni testimoniano il suo amore per le terre, e soprattutto le acque, dell’Adda.

La galleria “Leonardo in Adda” fa ora rivivere lo sguardo e il pensiero del genio di Vinci e li traduce per il pubblico. All’interno della Casa sono state allestite tre sale: “Il teatro del Codice Atlantico”, “Il catalogo dei moti e delle acque” e “Il trattato del paesaggio”. I visitatori, divisi in gruppi e dotati di cuffie, attraverseranno gli ambienti e, grazie alla magia del teatro, si ritroveranno nella mente del genio. Sarà possibile toccare i fogli di una fra le più fedeli riproduzioni del Codice Atlantico (realizzata da Giunti Editore e concessa in uso al Parco Adda Nord grazie ad un esclusivo accordo di collaborazione), scrutarne i particolari e poi osservare i differenti moti dell’acqua come li osservò e li descrisse Leonardo (nella seconda sala è stato collocato un grande acquario contenente circa un metro cubo di acqua). L’ultima sala, una videoinstallazione sui paesaggi leonardeschi, verrà ultimata nella prossima primavera.

Eccezionalmente domenica 18 dicembre 2011 sarà possibile visitare in anteprima due delle tre sale previste: il "teatro del Codice Atlantico" e il "catalogo dei moti e delle acque", mentre sarà inaugurata in primavera la sala dedicata al "trattato del paesaggio".

Le visite audio guidate si terranno per tutto il pomeriggio, dalle 15 alle 18, a gruppi di 16 persone, e sono già prenotabili allo 02 92273118, mentre in mattinata le autorità e i responsabili dell'allestimento illustreranno l'importanza e l'innovatività di questa esposizione, che sarà il cardine dell'Ecomuseo Adda di Leonardo.

Tesoretto di Corneliano, presentazione del volume


E' un vero e proprio tesoro quello ritrovato a Corneliano Bertario, in comune di Truccazzano, in territorio del Parco Adda Nord, nel 2008: si tratta di monete di grande valore, risalenti al 250/300 d.C. 

Per valorizzare questa scoperta il Parco Adda Nord si è impegnato a finanziare la pubblicazione, promossa dall'associazione culturale "Il grillo parlante", che ha lo scopo di divulgare questo importante ritrovamento.
Il volume  sarà presentato giovedì 15 dicembre alle ore 18 presso il Castello Borromeo di Corneliano Bertario dal professor Ermanno Arslan, che si è occupato della catalogazione delle monete. Alla conferenza seguirà rinfresco.

L'evento è organizzato dal Comune di Truccazzano in collaborazione con la Soprintendenza per i beni archeologici della Lombardia, la Provincia di Milano, il Parco Adda Nord, l'associazione culturale "Il grillo parlante" e la cooperativa di consumo reduci e partigiani di Truccazzano.

GRANDI INFRASTRUTTURE: I NO CHE FANNO DIVENTARE ADULTI


di Damiano Di Simine, Presidente di Legambiente Lombardia

Quanto sta avvenendo in questi giorni sul teatro (o teatrino) delle infrastrutture lombarde suona come amara conferma. Potremmo compiacerci di aver previsto tutto o quasi: che la BreBeMi sarebbe diventata un bagno di sangue finanziario, che il project financing dell'infrastruttura era uno specchietto per allodole e una mangiatoia per speculatori (e potremmo sederci lungo la sponda del fiume a vedere passare le repliche dello show per le altre autostrade: la TEM, la Pedemontana, la VA-CO-LC, la Cremona-Mantova, il TIBRE, la Broni-Mortara, la Valtrompia, la Bergamo-Treviglio, la Rho-Monza, la Vigevano-Malpensa...), che la fretta di avviare i cantieri avrebbe favorito astuzie e devastazioni ambientali... e invece no, non possiamo dirci compiaciuti, perchè il programma di gigainfrastrutture stradali lombarde è una ipoteca pesantissima sul futuro economico della nostra regione. Perchè in un regime di scarsità sarebbe preferibile concentrare le poche risorse disponibili sulle infrastrutture davvero necessarie, dalle fogne alle opere di sicurezza del territorio, anzichè gettarle nel frullatore della speculazione e dell'ecomafia. Perchè il sistema dei controlli ambientali si è dimostrato corrotto oltre che inefficace. Perchè aziende come BreBeMi, che dovrebbero farsi pienamente carico delle loro responsabilità, non si accorgono di quello che ogni cittadino è in grado di vedere con i suoi occhi, e cioè che i loro stessi cantieri sono diventati immondezzai abusivi, e nonostante ciò si dichiarano parte lesa... poverini, non avevano tempo di guardare cosa succedeva nei cantieri, visto che erano troppo impegnati a tagliare nastri e a scrivere diffide contro Legambiente.

Ora la palla della BreBeMi non la gioca la politica, ma la magistratura. Quella che doveva essere la prima autostrada realizzata in project financing è diventato il sito inquinato più lungo d'Italia, 57 km di cantiere da verificare, caratterizzare e bonificare.

Eppure il governo di tecnici continua a staccare assegni per questa come per altre grandi opere: sarà perchè il ministro delle Infrastrutture è stato fino a poche settimane fa a capo della principale banca/socio privato di BreBeMi, o perchè il suo sottosegretario è stato fino a poche settimane fa a capo della principale banca/finanziatrice di BreBeMi (entrambi nel gruppo Intesa, nello stesso gruppo ci sono sia i finanziatori che i beneficiari dei finanziamenti dell'opera: no comment) il che ci dice che in Italia nemmeno un governo di tecnici è capace di prescindere dal conflitto d'interessi.

Dobbiamo continuare ad avere il coraggio di dire che l'ideologia autostradale non è solo l'anticamera di nuove cementificazioni, ma anche un ostacolo alla ripresa economica. Ai predicatori di questa religione, che dai titoli dei (loro) giornali sostengono le autostrade come magico volano di sviluppo dobbiamo dire che, perchè una infrastruttura sia davvero veicolo di benessere, non basta che serva a muovere capitali: deve anche essere una infrastruttura UTILE. Le infrastrutture inutili non servono a migliorare l'economia, ma solo a gonfiare le bolle speculative e l'economia criminale. Diciamo NO alle infrastrutture autostradali lombarde, non per integralismo ambientalista, ma per la ragione contraria: perchè abbiamo l'ambizione di una Lombardia che sappia tornare ad essere locomotiva di sviluppo, un generatore di occupazione, un modello di benessere, ma siamo consapevoli che non c'è nessun futuro in opere che sono pura zavorra alimentata dalle clientele politiche e imprenditoriali. O ci liberiamo di questo peso, o restiamo schiacciati dalla crisi anche per i prossimi decenni. Siamo solo noi a dire tutto ciò? dove sono le organizzazioni dell'economia, quelle agricole, quelle imprenditoriali, quelle sindacali? dove sono le Camere di Commercio? dove sono le istituzioni? e le opposizioni che fanno? ciascuno coltiva il proprio orticello? Non è di questo che c'è bisogno, non vogliamo essere solo noi i David che lottano contro i Golia degli intrecci perversi di interessi legati alla spesa pubblica declinante.

Lasciamo lavorare la Magistratura, forse avremo almeno alcune risposte alle nostre domande, e capiremo tutti meglio quali siano i nodi a cui sono legati i lacci che impediscono alla Lombardia di essere un modello di sostenibilità e competitività.


17 DICEMBRE, CALCIO (BG)
MANIFESTAZIONE CONTRO LA BREBEMI
 
PROGRAMMA:
09:45: ritrovo davanti alla Chiesa di Calcio;
10:00 - 11:30: manifestazione a piedi per le vie del paese.


BreBeMi - Legambiente: “Chiediamo lo stop di tutti i cantieri e controlli a tappeto lungo il tracciato dell'opera:l'inquinamento potrebbe generare un danno ambientale gravissimo perché l’autostrada intercetta le falde acquifere di mezza Lombardia"
“Le analisi vanno eseguite sull’intera tratta della Brebemi e non solo sui due lotti appaltati alla Locatelli Spa”. A dichiararlo è Legambiente che già nell’estate scorsa, in seguito a delle segnalazioni, aveva sollecitato i comuni interessati dall’autostrada a effettuare monitoraggi sui materiali utilizzati nei cantieri. E se le indagini di queste ore, che hanno portato agli arresti di politici e imprenditori, dimostrano che Legambiente “aveva visto giusto”, l’associazione insiste ora su un monitoraggio completo dei lavori Brebemi. I motivi che spingono Legambiente a fare questa richiesta sono contenuti nella missiva di risposta con cui il comune di Treviglio informava di aver richiesto all’Arpa di avviare i monitoraggi sui sedimi utilizzati per la Brebemi. In quella lettera però, il Dirigente del Settore Gestione del Territorio  affermava anche che: “Risulta peraltro che il Consorzio BBM stia utilizzando tali materiali su tutta la linea autostradale”.
“In base a quello che si afferma in questa lettera non è pensabile concentrare le analisi esclusivamente ai lotti in cui lavorava la Locatelli Spa – dichiara Dario Balotta, responsabile Trasporti Legambiente Lombardia - Se quello che dichiara il dirigente del comune di Treviglio è vero bisogna subito avviare attenti e scrupolosi monitoraggi sull’intera tratta della Brebemi, analizzando i materiali per riempimenti utilizzati in tutti i cantieri”. L’associazione rende noto inoltre che su segnalazione di Legambiente verranno presto presentate interrogazioni urgenti sulla vicenda al Senato e in Parlamento Europeo. “Se il cantiere BreBeMi risulterà contaminato – insiste Damiano Di Simine, presidente Legambiente Lombardia - occorrerà intervenire molto rapidamente per la messa in sicurezza e la successiva bonifica: è bene che gli accertamenti vengano effettuati al più presto, per limitare le cessioni di sostanze tossiche al suolo e il rischio di avvelenamento delle acque sotterranee: si tratterebbe di un danno ambientale gravissimo, dal momento che l’autostrada intercetta le falde acquifere di mezza Lombardia”. (ufficio stampa, legambiente lombardia, 4 dicembre 2011)


lunedì 12 dicembre 2011

Sindaci della Brianza, non ci sono più scuse



di Paolo Pileri, docente del Politecnico

tratto da "La Stampa" del 9/12/2011

Cari Comuni, custodi dell’identità nazionale tra valli, campagne e pianure, con la reintroduzione dell’ICI, ribattezzata IMU, non ci sono più scuse per consumare suolo per incamerare gli oneri di urbanizzazione per i bilanci locali. Se quest’ora richiede coraggio, voi avete un altro appuntamento non meno importante: quello con il paesaggio di questa Italia che tutto il mondo apprezza. Tra le vostre mani avete la possibilità di fermare i consumi di suolo di un Paese che non cresce demograficamente ai ritmi delle terre edificate: siamo attorno alla pazzesca stima di 120-150 ettari al giorno. Siete voi che progettate e approvate i piani urbanistici che sono il quarto pilastro dell’ambientalismo moderno, positivo e costruttivo, strumento principale per sottrarre l’ambiente al «libero gioco» delle forze di mercato.

La tutela del suolo quale risorsa ambientale e bene comune è una priorità ed è quasi tutta nelle vostre mani. Certo, anche regioni e province hanno grosse responsabilità. Ma voi, con i vostri piani urbanistici, potreste dare una risposta cruciale per lasciare al paese e ai suoi futuri abitanti quel che rimane della bellezza delle campagne, delle colline, delle valli alpine e dei versanti a mare. Fermate i piani che state elaborando: rispedite al mittente le richieste di edificazione inutili da un punto di vista urbanistico e utili per i tornaconti finanziari che, però, lo avete toccato con mano, vi generano ulteriori spese che si scaricano sul futuro: una sorta di girone perverso. Il suolo libero che è stato urbanizzato era agricolo nel 90% dei casi.

L’urbanizzazione speculativa di questi ultimi 15 anni non ha solo degradato il nostro paesaggio come ha già ben spiegato Salvatore Settis, ma ha diminuito la nostra produzione agricola contribuendo ad aumentare la nostra dipendenza da altri mercati e dal costo dell’energia. Possiamo permettercelo? No. Dobbiamo tutelare i nostri suoli agricoli che producono il cibo più buono del mondo e insieme a tutti gli spazi aperti (i prati e le foreste italiane), ci fanno respirare e ci preservano dai danni delle alluvioni.

Foto tratta dal sito del Comune di Seregno

domenica 11 dicembre 2011

Jocelyn Parot in Brianza

Mercoledì 14 dicembre 2011 
ore 17.00
Vimercate, piazza Unità d’Italia presso la Sala Cleopatra

Incontro con Jocelyn Parot, segretario generale di URGENCI.

URGENCI è un Network internazionale con base in Francia ed importanti nodi in USA e Giappone che connette varie forme solidaristiche di parternariato tra cittadini, piccoli agricoltori, consumo critico e attori istituzionali, promuovendo un modello di agricoltura biologica finalizzato alla sovranità alimentare locale.

"Vorremmo in questa occasione - ha dichiarato Corrado Boccoli,  assessore all'agricoltura del Comune di Vimercate - iniziare un confronto tra pubbliche amministrazioni, realtà associative e imprenditoria agricola per iniziare un percorso che traguardi sul nostro territorio progetti di partenariato tra il sistema agricolo locale e le città ed eventualmente porre le basi di prossimi progetti nel vimercatese".

Confermare la partecipazione scrivendo a: ecologia@comune.vimercate.mb.it, via fax al 0396659247, oppure confermando telefonicamente al dott. Walter Bossi - 0396659216

Trasporti e pendolari: aumentano tariffe e disservizi


Legambiente e l'orario invernale: «Restano i problemi strutturali»

Tratto da "L'Eco di Bergamo" del 10/12/2011

Mentre l'aria resta avvelenata in tutta la Lombardia e le città si arrabattano per contenere i danni alla salute dei cittadini lombardi, Trenord ha annunciato l'arrivo del nuovo orario invernale. Nonostante le minacce di tagli della manovra economica del governo - scrive Legambiente Lombardia - la Regione è riuscita ad attivare137 nuove corse giornaliere (aumentano la Milano-Pavia, la Seregno-Carnate e la Malpensa-Bellinzona) portandole a quota 2.337.

Ma il servizio ferroviario lombardo è sempre più dipendente dalle risorse statali nonostante dieci anni di sbandierato federalismo dei trasporti che ha permesso alla regione di approvare nuove inutili autostrade come la Brebemi e la Tem, anziché rendersi indipendente sul piano finanziario e puntare sulla mobilità sostenibile. Infatti le ferrovie lombarde hanno i fondamentali economici non in linea con le più sviluppate e competitive reti delle altre regioni europee.

«I costi sono più alti ed i ricavi più bassi, la produttività di Trenord è inferiore del 20% - dice Dario Balotta, responsabile trasporti di Legambiente Lombardia -. Rimangono scadenti i servizi forniti ai pendolari schiacciati come sardine sui treni spesso in ritardo quando non soppressi, come avvenuto mercoledi sera scorso quando da Milano a Brescia i pendolari hanno impiegato due ore e un trasbordo di treno a Rovato».
«Le tariffe - prosegue - sono aumentate di oltre il 20% solo quest'anno e per aumentare l'offerta di nuove corse del 30% negli ultimi 10 anni si sono dovuti aumentare i contributi pubblici del 61% togliendoli ad altri servizi. Risorse che non sempre son servite per treni utili ma anche per far girare treni semivuoti per anni come quelli diretti a Malpensa (più perde passeggeri Malpensa più aumentano i collegamenti). Da un anno si fanno sconti e tariffe promozionali sul nuovo treno Malpensa-Milano Centrale che ha la tariffa più bassa dei treni pendolari».

Ma Legambiente punta l'attenzione anche sul grande dimenticato del trasporto pubblico locale: le auotolinee. «La rete degli autobus resta scollegata alla rete ferroviaria, e quest'anno ha dovuto subire tagli per 58 milioni, che hanno portato all'annullamento quasi totale dei servizi festivi e delle corse serali extraurbane, mentre Trenord, la controllata regionale, complessivamente si è visto aumentare le risorse di 37,1 milioni. L'integrazione delle reti (ferro e autobus), delle coincidenze orarie e delle tariffe son rimaste sulla carta».

Per Legambiente è lunga la lista delle carenze che affliggono il TPL su gomma, che invece dovrebbe svolgere una funzione strategica, attraverso l'integrazione di sistema, per migliorare i servizi e togliere dalla strada nuove e importanti quote di traffico.

sabato 10 dicembre 2011

La Polizia Provinciale sequestra un canile abusivo a Cesano Maderno

La Polizia Provinciale MB -  in collaborazione con con l’ENPA di Milano - ha scoperto e sequestrato un canile abusivo nel comune di Cesano Maderno dove sono stati trovati circa una ventina di cani di razza, in prevalenza Border Collie e Pastori Maremmani, in stato di indicibile condizione.

Inoltre, nel retro del campo di addestramento sono state dissotterrate una decina di carcasse di cani morti a causa delle cattive condizioni in cui erano tenuti.

È stato poi verificato che gli scarichi delle deiezioni animali confluivano attraverso scarichi illegali nel terreno.
La donna, D.C. di 46 anni, che gestiva il canile abusivo e il campo di addestramento è stata denunciata per vari reati tra cui il maltrattamento di animali, lo scarico abusivo di liquami nel sottosuolo e lo smaltimento abusivo di rifiuti.

Tutto il sito è stato posto sotto sequestro, i cani sono stati affidati ai canili comunali e saranno attivate immediatamente le procedure per trovare loro una sistemazione definitiva presso famiglie che ne faranno richiesta.

Fonte: Provincia MB