domenica 28 febbraio 2010

Appello per salvare la Brughiera: manca solo Cantù!

Giovedì 4 marzo alle 20.30, a Cantù, presso il Salone dei Convegni in piazza Marconi si terrà una seduta del Consiglio Comunale. All'ordine del giorno lo stop alla realizzazione della variante fuori terra dell'autostrada "VA-CO-LC" che taglierebbe in due la Brughiera, distruggendo, con orribili viadotti, una parte importante della Brughiera fra il Grillo ed Orsenigo.

Claudio Bizzozero, del Comitato Salvabrughiera, nel richiedere sostegno ai cittadini ha dichiarato: "All'appello contro la variante fuori terra dell'autostrada hanno risposto finoro tutti i Comuni della zona. Manca solo Cantù. Se anche il nostro Comune, come noi speriamo, si esprimesse giovedì sera contro l'ipotesi di variante autostradale, questa variante non si farebbe e la Brughiera sarebbe salva".

Inquinamento Lambro: le testimonianze audio

In merito all'inquinamento del Lambro da parte di alcune sostanze chimiche a monte di Carate Brianza (leggi qui) abbiamo ricevuto le testimonianze audio di Giacomo Canzi del Gruppo Ecologico Amici del Lambro di Sovico e di Emiliano Ronzoni presidente del Parco Valle del Lambro.

Per ascoltare la testimonianza audio di Giacomo Canzi clicca qui.
Per ascoltare la testimonianza audio di Emiliano Ronzoni clicca qui.

sabato 27 febbraio 2010

Nuova emergenza: riversate sostanze chimiche nel Lambro a monte di Carate Brianza

Nuova emergenza per il fiume Lambro. Nel pomeriggio di oggi, intorno alle 16,30, alcuni ciclisti che stavano transitando ad Agliate e alcuni pescatori a Sovico hanno notato una lunga macchia di colore blu scuro, inodore e non oleosa galleggiare sul corso d'acqua.

Si ipotizza che si tratti di materiale di scarico di tintoria proveniente da qualche azienda di tessuti della zona. Sul posto sono intervenute le Guardie Ecologiche del Parco che hanno subito prelevato alcuni campioni per analizzare la sostanza. Sono intervenuti anche il personale della Protezione Civile, della Polizia Provinciale e dell'Arpa che stanno monitorando la situazione.

Ascolta le testimonianze audio qui.

Leggi anche: Lambro: scaricati altri veleni

Pedemontana, tratta B2: quanta diossina 34 anni dopo?

Sulle problematiche irrisolte lungo il tracciato dell'autostrada Pedemontana, su questo blog, ci siamo occupati più volte. L'ultima notizia riguarda lo stop ai lavori richiesto dai sindaci della tratta B2.

L'argomento è stato oggetto di un'ampio servizio pubblicato sul settimanale "L'Espresso". ne riprendiamo quì alcuni stralci.

"In quel tratto la Pedemontana dovrebbe sovrapporsi all'attuale Milano-Meda, una superstrada trafficatissima dove già oggi passano 60 mila auto al giorno. I lavori saranno però pesanti, perché la carreggiata sarà allargata parecchio, fino a dieci metri in più. E questo comporta due problemi. Il primo è il rischio di paralisi di una zona sovraffollata di persone e aziende, visto che per andare a Milano in auto alternative valide non ne esistono. Per questo motivo, nell'incontro del 3 marzo, i sindaci di Seveso, Meda, Lentate, Barlassina, Bovisio Masciago e Cesano Maderno sono pronti a chiedere provvedimenti radicali. Tra i quali, uno stop dei lavori fino a dopo l'Expo del 2015 e una semplice riqualificazione della superstrada per un tratto di una decina di chilometri, senza opere strutturali."

"Un problema difficile da affrontare, invece, è legato a un nemico con il quale dalle parti di Seveso devono convivere da tempo: la diossina sprigionata dall'esplosione del 1976 nell'impianto chimico dell'Icmesa. Per poter aprire i cantieri, la società concessionaria dell'autostrada, la Pedemontana Lombarda Spa, ha dovuto effettuare una serie di indagini per verificare, a oltre trent'anni dall'incidente, la presenza del veleno nelle aree dove si scaverà. La verifica serviva per vedere se sarà necessaria una bonifica di proporzioni ciclopiche, un'operazione che in Pedemontana sperano di evitare per non correre il rischio di veder dilatati i tempi dei lavori e per non affrontare costi che al momento non sono nemmeno stati quantificati. "L'espresso", però, ha potuto leggere i rapporti con i risultati dell'analisi e la fondatezza di queste speranze non sembra scontata. Il primo rapporto, datato luglio 2008, ha riguardato 64 diversi punti di carotaggio. In 44 di questi punti, in pratica in due su tre, fra i campioni prelevati a diversa profondità ne è stato trovato almeno uno dove la concentrazione di diossina è superiore ai limiti previsti dalle norme per utilizzare l'area a verde pubblico o privato (pari a 0,00001 milligrammi di diossina ogni chilo di terra). In otto di questi carotaggi, poi, la quantità è ancora più elevata, superiore al livello fissato a scopo commerciale o industriale (pari a 0,0001 milligrammi ogni chilo di terra). Un secondo rapporto, datato agosto 2008, ha ulteriormente aggravato questo secondo dato, quantificando in dieci i campioni dove la concentrazione di diossina supera il secondo limite, quello più allarmante."

"I due rapporti sono ricchi di informazioni interessanti. La prima è che più ci si avvicina ai terreni dove c'era la fabbrica esplosa, più i campioni prelevati dai primi strati di terreno sono puliti. L'area all'epoca maggiormente contaminata, in effetti, fu l'unica ad essere bonificata e oggi vi si trova un parco naturale, chiamato il "Bosco delle Querce", aperto al pubblico e cresciuto su uno strato superficiale di terreno portato da fuori (vedi mappa ...). Allontanandosi verso Sud, i campioni assumono una tonalità uniforme: la diossina è quasi ovunque superiore - negli strati superficiali del terreno - ai limiti previsti per il verde pubblico. In alcuni casi lo sforamento è limitato ma più spesso supera di 3 o 4 volte (e talvolta anche di 7 o 8) la soglia di legge. Attenzione però: i dieci casi più critici sono distribuiti sull'intera tratta, da Meda a Cesano Maderno. Segnale che problemi ce ne sono ancora un po' ovunque."

Per leggere l'intera inchiesta "L'autostrada nella diossina" di Luca Piana pubblicata su "L'Espresso" del 26/02/2010 clicca qui.

Leggi anche, su questo blog:
- I sindaci della Milano-Meda mettono in scacco la Pedemontana
- Pedemontana fatti più in là. I sindaci della tratta B2 propongono di tagliare in due il Parco delle Groane
- "Insieme in rete" relaziona sull'incontro con Pedemontana
- Pedemontana: parte l'autostrada delle prescrizioni!

La foto in alto è stata ripresa da "Sapere" n. 796 nov.-dic. 1976

La flora e la fauna del Parco dei Colli Briantei

Mercoledì 3 Marzo 2010 - Ore 21.00
Videoproiezione : “La Flora e la Fauna del Parco dei Colli Briantei
a cura di Luca Fantoni e Danilo Porta
Auditorium di Villa Mariani , Via Don Buttafava - Casatenovo
(ingresso libero)

L’evento pubblico nasce dalla collaborazione tra l’amministrazione comunale di Casatenovo e l’Ente Parco dei colli Briantei, rinnovatosi di recente.
Il Parco avvia, con questa prima iniziativa, una serie di incontri e manifestazioni pubbliche che consentiranno ai cittadini di conoscere ed apprezzare l’eccezionale patrimonio naturalistico e paesaggistico del parco e dei territori limitrofi come quello dei pianalti di Casatenovo.

La Videoproeizione sulla flora e la fauna del Parco dei Colli è resa possibile dalla collaborazione con Luca Fantoni e Danilo Porta, fotografi naturalisti con all’attivo diversi premi e pubblicazioni a livello Italiano ed internazionale e che proprio nel parco hanno realizzato buona parte del loro materiale .

Sarà una serata diversa, un viaggio attraverso immagini e sensazioni, alla scoperta di una natura viva e sorprendente nascosta a soli due passi dalla Brianza che urla, fuma e produce.

Evento organizzato da:
Comune di Casatenovo e Parco dei Colli Briantei

In collaborazione con:
Gruppo Valle Nava - Casatenovo,
Associazione Sentieri e Cascine – Casatenovo,
Associazione per i Parchi del Vimercatese – Vimercate

Aiutaci a salvare la Riserva Naturale Lago di Piano

Le amministrazioni comunali di Carlazzo e Bene Lario hanno chiesto alla Regione di poter gestire direttamente la Riserva Naturale Regionale Lago di Piano oggi gestita dalla Comunità Montana Valli del Lario e del Ceresio.

Queste richieste hanno sollevato forti perplessità da parte delle associazioni ambientaliste Legambiente, Lipu e Wwf, cittadini e visitatori, poiché nel corso degli ultimi anni, le stesse Amministrazioni Comunali hanno sostenuto politiche del tutto contrarie alla tutela dell'ambiente e, nel caso specifico, della Riserva Naturale (un'area protetta da leggi europee, nazionali e regionali).

Alcuni fatti:

Durante l'elaborazione del Piano di Governo del Territorio (2008) il Comune di Carlazzo
- presentò una proposta di delocalizzazione del Camping Ok La Rivetta (con progetti di edificazione) nel cuore della Riserva Integrale e in un'altra area classificata di Massima Naturalità (ad alta vocazione faunistica e vegetazionale), un Habitat Prioritario Europeo;
- introdusse il progetto di trasformare un tratto di pista ciclabile a ridosso della Riserva (asfaltandola) in una strada a traffico veicolare allo scopo di “decongestionare” la viabilità della Strada Statale 340 (per soli 300 metri).

Il Comune di Bene Lario (2004) grazie anche a dei fondi europei realizzò una strada carrozzabile sul Monte Calbiga sostituendola ad un sentiero, sfregiandone la fiancata che si erge sopra la Riserva. Oggi quella strada ha ceduto in più punti è inutilizzabile.

Le Amministrazioni di Carlazzo e Bene Lario hanno inoltre sempre negato qualsiasi contributo alla Riserva dimostrando di non credere affatto alle funzioni e alle finalità dell’Area Protetta.

Legambiente, Lipu e Wwf chiedono il tuo aiuto:

- Per sensibilizzare l'opinione pubblica affinché la Riserva possa continuare ad essere gestita con la stessa competenza e professionalità attraverso la quale, nel Rapporto 2008, è stata dichiarata dal Ministero dell'Ambiente l'Area Protetta meglio gestita di tutta la Lombardia;
- Per non assistere inermi alla perdita di un gioiello naturalistico, paesaggistico e culturale unico.

ADERISCI, FIRMA, FAI FIRMARE E DIFFONDI IL PRESENTE APPELLO, AFFINCHE’:

- La Regione Lombardia non affidi ai Comuni di Carlazzo e Bene Lario la gestione della Riserva Naturale Lago di Piano.

- La Comunità Montana Valli del Lario e del Ceresio non rinunci alla gestione della Riserva.


La Riserva Lago di Piano è un tesoro insostituibile ed è un patrimonio di tutti, una volta distrutta sarà persa per sempre

Per leggere il testo dell'appello completo clicca qui.
Per aderire scrivi al seguente inirizzo e-mail: wwf.como@tiscali.it
Per visitare il sito della Riserva Naturale Lago di Piano clicca qui.

Foto tratta dal sito della Riserva.

venerdì 26 febbraio 2010

Lambro: prime verifiche sulla presenza di fauna ittica nelle zone inquinate

“Nel fiume italiano Ambra (Lambro), che scorre verso Melegnano da Milano per otto stadi (stadio=185 cm), pescano il temolo; in questo corso d’acqua non se ne trova uno più grande, che abbia il peso maggiore di una libbra e mezza “(da De aquatilibus lib.1 pag 282 di Petri Bellonii Cenomani ovvero Pierre Belon 1517-1564).

Oggi un'unità operativa del centro Naturalistico del Parco Valle Lambro ha effettuato i primi prelievi dei pesci nei tratti inquinati del Lambro a ridosso di Milano.
Obiettivo dell'intervento accertarsi della presenza di fauna ittica, verificarne lo stato di salute e decidere il suo eventuale spostamento in altri tratti del fiume meno inquinati.

Parco Lambro, Parco San Maurizio a Cologno Monzese e tratto a sud del depuratore di Monza sono state le località interessate dagli interventi. Nel tratto dal depuratore di Monza a San Maurizio non è stata rilevata presenza di pesci, se non per giovani esemplari di cavedani trasportati a sud dalla forte piena della notte. E' questo un tratto dalla forte corrente, molto canalizzato e antropizzato che non offre condizioni per la vita dei pesci. Non appena però gli operatori sono entrati nel Parco Lambro, con ambiente più naturale e rinaturazione delle sponde, è stata rilevata una buona quantità di pesci seppur di natura non particolarmente pregiata (cavedani, alborelle, carassi).

Nell'immagine la copertina del libro "Lambro, l'inquinamento occulto" di Luciano Erba.
La pubblicazione può essere richiesta a:
Comitato Bevere - Via Garibaldi 4 - 20040 Capriano di Briosco (Mi)
info@comitatobevere.org

Villasanta: parte la mobilitazione dei cittadini del fiume

Eco-city sull'area della Lombarda Petroli (Progetto CMR)

MOBILITIAMOCI COME CITTADINI DEL FIUME
presidio presso la Lombarda Petroli di Villasanta
Sabato 27 febbraio 2010 - ore 15

I "cittadini del fiume" manifestano tutto il loro sdegno, per un sistema di protezione ambientale che si è dimostrato solo cartaceo, in quanto non ha retto nell'emergenza e non ha fatto prevenzione, ma anche dichiarano tutta la loro voglia di non arrendersi.

Green Man rivolge un appello ad associazioni ambientaliste e singoli cittadini a trovarsi sabato 27 febbraio ore 15 davanti alla Lombarda Petroli a Villasanta, dove programmeremo le manifestazioni da sviluppare successivamente costituendo il COMITATO DEI CITTADINI DEL FIUME .

L'obiettivo è istituire una catena di iniziative, da Villasanta a Piacenza, entro le prime due settimane di marzo, che caratterizzino tutta l'asta del fiume Lambro sino al Po, con una mobilitazione che segua lo stesso percorso fatto dall'onda nera. Sarà una ideale catena umana di solidarietà perchè la gente non si senta impotente e senza speranza di fronte a quanto successo e non perda la voglia di battersi per la difesa dell'ambiente e lo sviluppo sostenibile.

Crediamo importante dimostrare che, di fronte ad un sistema che non funziona, si pone invece una società civile sempre attiva e propositiva. In particolare Green Man lancia
sin da ora la proposta che si costituisca una task force condivisa, istituzioni e cittadini, che lavori a definire una lista di priorità di intervento lungo il percorso del fiume, via via individuate da chi in questa zona vive.

GREEN MAN - Monza
Istituto per la democrazia partecipativa e la cittadinanza europea
info@greenman.it

Legambiente: "Sul Lambro inteventi approssimativi e intempestivi!"

Sono passati 3 giorni da quando, in un surreale deposito di idrocarburi a Villasanta, tra serbatoi arrugginiti e muri scrostati, una ignota ma esperta mano criminale ha attivato valvole e pompe per far defluire gasolio e olio combustibile nelle fogne. Per ore i liquami petroliferi sono colati intasando e mettendo ko l'impianto che depura gli scarichi di 800.000 brianzoli, e da lì nel Lambro, senza che nessuno intervenisse per fermare quella che si è trasformata in marea nera, che ha raggiunto il Po ed ora minaccia il delta del grande fiume e gli approvvigionamenti idropotabili di intere città come Ferrara. Sulla 'mano criminale' si sono spesi fiumi di dichiarazioni di giusto sdegno. Cosa guidasse quella mano resta un mistero: il gesto di un folle? Una vendetta? Un avvertimento mafioso? Per ora sappiamo solo che la magistratura sta indagando sui contorni poco chiari della vicenda, che includono gli interessi legati alla trasformazione urbanistica del sito industriale ed anche sospetti di interessi da parte della criminalità organizzata.

Ma quello che appare nella sua sconcertante evidenza, fin d'ora, è la totale mancanza di dispositivi di sicurezza e l'inadeguatezza della reazione da parte delle istituzioni: se la colata è potuta durare per ore, è perchè nessun sistema di allarme si è attivato. Come ciò sia stato possibile in un sito industriale che accoglie migliaia di tonnellate di combustibili, è un mistero. Lombarda Petroli è una delle 287 industrie lombarde classificate 'a rischio di incidente rilevante', come tale obbligata a possedere e notificare un piano di emergenza. Per meglio dire: era una industria a rischio, in quanto esattamente un anno fa essa ha dichiarato di non detenere più gli ingenti quantitativi di idrocarburi da cui deriva la condizione di rischio. Gli interrogativi su cui dovrà indagare la magistratura sono relativi alla veridicità della dichiarazione e, soprattutto, all'assenza di controlli, in primo luogo da parte di Regione Lombardia.

Le vicende successive allo sversamento hanno poi messo in luce un incredibile livello di approssimazione e intempestività degli interventi, a fronte di un disastro che avrebbe dovuto richiedere l'immediata attivazione della protezione civile nazionale, non solo per dichiarare uno stato di emergenza ma anche, e soprattutto, per l'efficace coordinamento degli interventi: proprio la palpabile assenza di regia ha fatto sì che un grave atto di sabotaggio si trasformasse in catastrofe. Ma evidentemente la protezione civile e i poteri speciali, invocati per l'organizzazione di grandi eventi come Expo 2015, vengono invece tenuti alla porta quando si tratta di mettere in atto immediate azioni di contenimento di un danno grave per il più grande bacino fluviale italiano.

Molti cittadini sono ora giustamente indignati per l'accaduto, e chiedono a gran voce che il Lambro torni ad essere un fiume:

Abbracciamo il Lambro
Appuntamento sabato 27 alle ore 11.30 nel Parco Lambro di Milano.

Ingresso via Feltre (MM2 Udine):

Indignati per la selvaggia aggressione al fiume e al suo prezioso ecosistema stringiamo in un abbraccio simbolico il Lambro con una lunga catena umana.

Partecipate!

Firmate l'appello per chiedere che ci sia restituito il fiume curato e pulito!




Per approfondire leggi:
- Lambro, il mistero di quelle cinque ore trascorse dal sabotaggio fino all'allarme
- Ne è passato di gasolio sotto i ponti: le undici domande sul Lambro
- Lambro, specialisti rivelano: «Quegli assorbenti non servono»



giovedì 25 febbraio 2010

Asso: la cascata della Vallategna approda in parlamento


Il futuro del nostro paese non passa per scelte miopi come quella di cementare una cascata per far posto ad un centro commerciale. E’ quanto sta per accadere nel comune di Asso in Brianza, dove l’amministrazione intende adottare un Piano Attuativo, con contestuale variante al piano regolatore, per permettere la costruzione di un supermercato in prossimità della famosa cascata della Vallategna”, la denuncia arriva in parlamento con un’interrogazione presentata da Ermete Realacci e da Chiara Braga.

La cascata della Vallategna”, spiega Realacci nell’interrogazione, “fa parte del patrimonio paesaggistico e culturale della Brianza e dell’intero Paese, al punto da essere citata anche da Stendhal, nel diario del suo viaggio in Italia e per questo chiediamo al Governo quali azioni intende intraprendere salvare la cascata che verrebbe deturpata irrimediabilmente dalla realizzazione del supermercato in un’area paesaggisticamente così preziosa e per scongiurare il pericolo di dissesto e frane di un’area già precaria geologicamente come il territorio del comune di Asso”.

Nell’interrogazione si fa rilevare, inoltre, come la Soprintendenza per i Beni Architettonici e per il Paesaggio, proprio grazie all’importante valore della cascata per il paesaggio circostante e “ritenendo la zona interessata dal futuro intervento estremamente vulnerabile dal punto di vista paesaggistico - ambientale”, ha messo in mora il Comune di Asso dall’intraprendere qualsiasi azione prima di aver considerato l’impatto ambientale della nuova struttura commerciale. E non solo la Sopraintendenza per i Beni Architettonici e per il Paesaggio, con lettera datata 6 marzo 2009, ha reiterato la richiesta di inviare “tutta la documentazione progettuale dell’intervento al fine di poter esprimere tempestivamente le proprie valutazioni” da parte dell’Amministrazione comunale di Asso.

Infine, l’individuazione del nuovo comparto commerciale di un’area sottostante una parete verticale, peraltro di dubbia stabilità geologica, potrebbe costituire un grave pericolo per i lavoratori e per i futuri fruitori del supermercato.

Leggi anche:
- La cascata di Vallategna... non si cancella! Il Circolo Ambiente chiama alla mobilitazione
- Il supermercato e la cascata

Lambro: interrotto il corridoio ecologico. Il Parco: un piano per ripartire!

Nei giorni scorsi un team di specialisti del Centro Tecnico Naturalistico del Parco Valle Lambro ha iniziato i sopralluoghi e i campionamenti necessari per monitorare il danno ecologico prodotto dallo svasamento del petrolio nel Lambro.
Dalle prime risultanze è emerso che in questo momento il corridoio ecologico del Lambro è interrotto, con grave pregiudizio per le specie e gli habitat.

Diamo inoltre notizia che nei giorni precedenti il criminoso evento il Parco ha sottoscritto con la Regione un protocollo per un “Nuovo modello di governance del bacino idrico del Fiume Lambro a nord di Monza”.

In attuazione di questo protocollo al parco sono state trasferite significative e strategiche competenze sia a carattere idraulico che di riqualificazione fluviale ed in particolare:

PREDISPOSIZIONE DEL PIANO DI RISANAMENTO
articolato nelle seguenti linee operative:
  1. Atlante delle criticità: nello studio si approfondirà lo stato conoscitivo delle criticità ambientali e idrogeologiche del fiume e dei suoi affluenti. Questo studio, in gran parte già realizzato per quanto riguarda il tratto di fiume e dei suoi affluenti nel perimetro del Parco, verrà esteso alla parte di bacino di competenza esterno al perimetro del Parco con particolare riferimento agli ambiti posti a monte del lago di Pusiano e, per le Bevere, ai tratti canalizzati nelle aree maggiormente antropizzate.
  2. Atlante delle opportunità: consiste nell’individuazione delle opportunità territoriali ovvero delle aree e dei territori per cui è ipotizzabile la riconversione ad ambito fluviale. Master Plan degli interventi: rappresenterà la sintesi dell’approccio criticità – opportunità e individuerà le azioni principali per il risanamento del fiume attraverso l’individuazione di azioni strutturali, non strutturali, di governo delle acque e di polizia fluviale.
  3. Piano annuale delle manutenzioni: rappresentazione per il bacino delle opere di manutenzione straordinaria delle opere idrauliche ed opere di difesa spondale.
  4. Piano per l’avvio e la messa a sistema delle attività di polizia idraulica sul reticolo idrico minore, in collaborazione con i Comuni, per la razionalizzazione delle attività ed il controllo del territorio, a partire da un progetto pilota dedicato alla Bevere di Brianza.
COSTITUZIONE E IMPLEMENTAZIONE DI UN FORUM DI PARTECIPAZIONE
Il Forum sarà teso ad instaurare un proficuo rapporto tra il Parco Regionale della Valle del Lambro e gli enti locali del bacino del Lambro compresi e non compresi nel perimetro del Parco e a far partecipare al processo di pianificazione le numerose associazioni di volontariato ambientale che da decenni si interessano al problema del fiume e dei suoi affluenti.

FORMAZIONE DI UN NUCLEO DI GUARDIE ECOLOGICHE DEDICATE ALLA TUTELA FLUVIALE
Il processo di risanamento del fiume Lambro e dei suoi affluenti richiede una maggior presenza sul territorio delle guardie ecologiche volontarie attraverso la creazione di un nucleo di guardie dedicate all’attività di vigilanza sul fiume e sui suoi affluenti, in funzione di vera e propria polizia idraulica.

FORMAZIONE SULLA RIQUALIFICAZIONE FLUVIALE PER I TECNICI COMUNALI E DEI PARCHI ADERENTI AI CONTRATTI DI FIUME

Nella fase di costruzione del Contratto di Fiume è emersa la necessità di divulgare presso gli uffici tecnici comunali e presso gli uffici tecnici dei parchi le nozioni di riqualificazione fluviale quale elemento fondamentale della partecipazione degli Enti locali al processo di risanamento del fiume e di sviluppo della cultura fluviale.

Nella foto: immagine dell'area Lombarda Petroli di Villasanta tratta dal Urbanfile

mercoledì 24 febbraio 2010

I sindaci della Milano-Meda mettono in scacco la Pedemontana

Qualche giorno fa, su questo blog, abbiamo dato notizia dell’intenzione dei sindaci di Cesano, Seveso, Meda, Lentate e Barlassina di chiedere un rinvio a dopo l’Expo 2015 della realizzazione della tratta B2 dell’autostrada Pedemontana, i cui cantieri erano stati inaugurati il sabato precedente con grande spesa e relativo cerimoniale.

La B2 è il 'cuore' della Pedemontana, ma è anche il tratto più critico in quanto tra Desio e Lentate S/S la Pedemontana coincide con l'attuale superstrada Milano – Meda, una delle strade più congestionate della Lombardia ma anche una strada che svolge una insostituibile funzione di collegamento locale tra i centri della Bassa Brianza. L'innesto di nuovo traffico, da Est e da Ovest, è evidentemente incompatibile con la situazione permanente di semi-paralisi in cui versa questa arteria: per questo, la richiesta dei sindaci di posticipare a dopo il 2015 l'ampliamento di questa strada equivale a rendere inservibile l'intero progetto di Pedemontana.

“Benvenuti signori Sindaci ad arricchire il fronte del no al tratto B2 della Pedemontana – dichiarano Gemma Beretta e Paolo Conte, presidenti dei circoli Legambiente di Seveso e Desio - E’ da tempo che le associazioni ambientaliste e la popolazione locale segnalano l’impraticabilità del progetto, con tanto di potenziali rischi connessi alla movimentazione di terra nelle aree adiacenti al Bosco delle Querce, aree mai bonificate e con valori di diossina presenti presumibilmente ancora elevati”.

Bene dunque se, sia pure in ritardo, i Sindaci si coalizzano in un “fronte del no” (o quantomeno dei perplessi, visto che essi parlano di rinvio e non di sospensione del progetto) e bene, soprattutto, che si impegnino alla realizzazione subito delle opere di compensazione ambientale.

“Gli stessi Sindaci, però, vorrebbero sorprenderci anche con vecchi progetti riesumati (la vecchia Pedegronda, che tagliava in due il Parco delle Groane) o con nuove ipotesi di ulteriore viabilità stradale. E’ il momento invece di puntare finalmente sulla mobilità ferroviaria, che è l’unico modo per alleggerire il problema posto dal tratto B2 e sottrarre traffico da e per Milano, ad esempio realizzando grandi infrastrutture di interscambio gomma-ferro all'intersezione della superstrada con le importanti linee ferroviarie Milano-Chiasso e Milano-Camnago”.

Secondo gli esponenti ambientalisti è necessario investire su un progetto condiviso fra tutte e cinque le comunità su compensazioni e mitigazioni ambientali (per Seveso e Meda, ad esempio, è fondamentale l’ampliamento e la valorizzazione del Bosco delle Querce verso Meda Sud e Baruccana).

La Pedemontana ha avuto come elemento positivo quello di sensibilizzare alle tematiche ambientali una buona parte della popolazione che vive sui territori “minacciati” dal progetto (i Road Shock organizzati dalle associazioni ambientaliste in rete hanno visto la partecipazione complessiva di più di mille donne e uomini attenti e partecipi). Che le amministrazioni locali si avvalgano di questa partecipazione e di questa intelligenza del territorio aprendo, finalmente, un vero percorso di progettazione condivisa, attraverso la costituzione di tavoli con tutte le realtà associative e territoriali attive. Legambiente offre sin da ora, come sempre, la propria competente e fattiva partecipazione.

L'onda nera del Lambro minaccia l'ecosistema del Po

Lo sversamento nel Lambro di 600.000 litri di gasolio dalle cisterne dell'ex raffineria Lombarda Petroli di Villasanta può essere il colpo di grazia "per un fiume da decenni in un vergognoso stato di degrado". Ma l'onda nera, che intanto prosegue il suo viaggio, rappresenta "una gravissima minaccia" per l'ecosistema del Po, con danni ambientali che non risparmieranno nemmeno alcuni siti di interesse comunitario.
Lo sottolinea il Wwf che spiega come le prime specie a essere direttamente colpite dal disastro ambientale sono le specie acquatiche, pesci, anatre selvatiche, le colonie di aironi che proprio in questi giorni hanno iniziato a nidificare sulle sponde del Po.
Sono decine gli animali ripescati senza vita. In allerta il centro di recupero animali selvatici Wwf di Vanzago, dove già ieri sono stati portati i primi germani reali interamente coperti di gasolio che verranno curati dai veterinari del centro. Purtroppo, spiegano gli esperti, i danni di questo sversamento si ripercuoteranno su tutta la catena alimentare, con conseguenze che dureranno nel tempo, e si registrano già gravissime conseguenze sul settore agricolo che gravita intorno al sistema fluviale.
"Per rimediare a questo disastro ambientale, non basterà bonificare le macchie nere, si dovrà anche ricreare un habitat naturale capace di sostenersi
- spiega Stefano Leoni, presidente del Wwf Italia - Il Lambro è da più parti dato per morto, ma il rilancio dei 130 km del fiume non solo è possibile ma è soprattutto necessario per il benessere di tutto l'ecosistema del Po e delle attività che da esso dipendono".

Fonte: Apcom

Guarda i video e la sassegna stampa su Vorrei

Leggi anche:
- Villasanta, disastro ambientale: ecco la storia della Lombarda Petroli
- Petrolio nel Lambro è disastro ambientale. Alla "Lombarda" annunciato il sequestro dell'area

Cioccobici con Equibici

Domenica 28 febbraio 2010
biciclettata (facile facile) di fine inverno con degustazione di cioccolata calda.

Ritrovo ore 14.15 davanti biblioteca di Lissone in bicicletta.

Ore 14.30 Partenza per Nova Milanese. Visita al museo delle ceramiche Villa Vertua Masolo di Nova Milanese

Cioccolata calda per tutti i partecipanti - (Gratis a soci per i soci di Equibici)

Per informazioni: info@equibici.it

La cascata di Vallategna... non si cancella! Il Circolo Ambiente chiama alla mobilitazione


«Non è la cascata di Vallategna il culmine estremo settentrionale della tua Brianza… il confine tra Brianza e Valassina è fluttuante non è un luogo definito, nè quella cascata e nemmeno quelle colline, ma è scritto nel cuore e non si cancella»
Stendhal

ASSO (CO) – “Presidiamo il Consiglio Comunale di Asso per dire no al supermercato della cascata”. È questo l’appello che il Circolo Ambiente “Ilaria Alpi” lancia ai cittadini di Asso e della Vallassina in vista della seduta del Consiglio Comunale di venerdì 26 febbraio, convocata per votare il progetto per la realizzazione di un nuovo supermercato ai piedi della cascata della Vallategna.

In occasione della seduta, l’associazione ambientalista invierà una diffida ai Consiglieri Comunali, affinché non venga approvato il Piano Attuativo e la variante urbanistica per la realizzazione del supermercato.

Nella diffida si rammentano le possibili violazioni di leggi e norme:
  • violazione della Legge Regionale sull’urbanistica (n. 12/2005);
  • violazione degli strumenti urbanistici vigenti, sia comunali (PRG) che sovracomunali (PTCP);
  • violazione delle normative per la tutela idrogeologica, per la vicinanza ai corsi d’acqua e alla parete rocciosa.
Inoltre la diffida menziona che “la realizzazione della nuova struttura di vendita al dettaglio comporterà un sicuro aumento del traffico veicolare, sia di autoveicoli (utenti del supermercato), che di mezzi pesanti (rifornimento merci), causando una congestione della viabilità e il conseguente aumento dell’inquinamento atmosferico e acustico”.

Infine il Circolo Ambiente rimarca l’impatto ambientale dell’opera: “l’area oggetto di richiesta risulta prossima al corso del fiume Lambro e a quello del torrente Foce, pertanto ricade nella fascia di rispetto di 150 mt. dalle relative sponde”; “il progetto risulta previsto a ridosso della cascata della Vallategna, tutelata paesaggisticamente; in tal senso si rileva la mancanza del parere della Soprintendenza ai Beni Ambientali, per la parte paesaggistica”.

A tal proposito gli ambientalisti rammentano che lo scorso anno il Soprintendente, Arch. Alberto Artioli, aveva già messo in guardia il Sindaco di Asso, scrivendo queste parole: “Si ritiene necessario ricordare l’estrema vulnerabilità dal punto di vista della sostenibilità paesaggistica di edificare a ridosso della cascata e del corso del Lambro…”.

Conclude il Circolo Ambiente “Ilaria Alpi”: “Il Comune di Asso deve rinunciare al progetto del supermercato. La costruzione a ridosso della cascata rappresenterebbe un danno ambientale e paesaggistico irreversibile. Al contrario la zona della cascata va tutelata dal punto di vista paesaggistico-ambientale”.

CIRCOLO AMBIENTE “Ilaria Alpi”

Leggi anche:
-
«Quel supermercato cancellerà la cascata amata da Stendhal»
- La cascata della Vallategna

martedì 23 febbraio 2010

Lambro, un disastro ambientale senza precedenti

''Un disastro ambientale senza precedenti per l'ecosistema del fiume Lambro che ne pagherà a lungo le conseguenze''. Non usano mezzi termini i volontari di Legambiente che da stamane lavorano per frenare l'onda di petrolio, riversatasi nel fiume che attraversa la Brianza e che rischia di raggiungere il Po. Almeno 600mila i metri cubi di sostanza inquinante, fuoriuscita dai depositi della ex-raffineria Lombarda Petroli di Villasanta, che si sono riversati in acqua.
Si tratta di uno ''dei più gravi disastri ambientali verificatisi di recente in Lombardia, che potrebbe avere conseguenze di lungo periodo, considerata anche la messa fuori servizio del grande depuratore di Monza San Rocco, che tratta le acque fognarie di oltre mezzo milione di brianzoli'', spiegano i volontari. ''Qualunque ne sia la causa, accidentale o dolosa - sottolinea Damiano Di Simine, presidente regionale di Legambiente- questa nuova catastrofe torna a mettere in luce l'insufficienza della prevenzione dei rischi industriali''

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Fonte: Eddyburg

Foto di Matteo Speziali (MB News)

Leggi anche: Villasanta. Petrolio nel Lambro: ecco le reazioni politiche e le prime responsabilità

Lago di Sartirana: un habitat per la rarissima cicuta virosa e la rana di lataste

Lo scorso 12 febbraio si è tenuta a Sartirana la presentazione del Piano di gestione della riserva lacustre.

Di particolare interesse l'intervento della biologa Barbara Raimondi: “Siamo al confine tra l`ambito metropolitano urbano e quello delle prealpi che gode di un grande pregio naturalistico, una posizione cuscinetto in una fascia di alta potenzialità ecologica tra il Parco dell`Adda e il Parco di Montevecchia. La formazione del bacino di Sartirana è da collocarsi all`interno di una depressione morenica, nel cosiddetto episodio di Cantù. Si è trovato traccia dei bacini di Malpaga, Sabbione e Novate ma l`unico ad essere resistito è stato proprio quello di Sartirana. Uno specchio di 0.11 kmq, con una profondità massima di tre metri, 3 punti immissari e un unico emissario rappresentato dalla roggia Ruschetta. Si tratta di un lago mesotrofo, carico di nutrienti e in condizioni di alta trofia che, unitamente ad un ph basico, crea condizioni decisamente non ottimali per la fauna."

Una delle peculiarità forse sconosciuta ai più è la presenza della cicuta virosa o acquatica: una pianta velenosa e rarissima (in natura ne esistono tre specie tra cui quella nota per aver dato la morte a Socrate), presente in pochissime aree del Nord Italia. Altre curiosità botaniche sono i boschi di ontano nero (a nord), il saliceto cinerino e il cipresso calvo, pianta non autoctona (spontanea in Florida) con radici che fuoriescono dalla terra e che permettono all`arbusto di respirare.

Sartirana è inoltre tra i 250 siti di riproduzione in Europa della rana di lataste.

Fonte: Merateonline
Foto tratta dal sito della Riserva Naturale Lago di Sartirana

Leggi anche: Un misterioso laghetto sulle alture di Merate

Un misterioso laghetto sulle alture di Merate


LA BRIANZA CHE NON CONOSCEVO
di Gianni Casiraghi

Se vi dicessi quanto tempo ho “perso”, fin da giovane, a studiare e fantasticare escursioni e viaggi, perlopiù irrealizzabili, su carte geografiche di ogni genere, forse vi spaventereste. Anche la geografia della Brianza, nel suo piccolo, si è rivelata generosa con questo mio singolare divertimento, alcuni luoghi hanno da sempre attirato la mia curiosità.
Il Lago di Sartirana Briantea è uno di questi, immaginato fino a ieri solo con la fantasia.

"Chi invece di discendere a Merate seguiti l’altura, dopo Cicognola trova Sartirana, paese antico, con laghetto limaccioso e malinconico e con case de’ Calchi". Così lo storico Cesare Cantù ci descrive la posizione e la natura di Sartirana e del suo piccolo lago intermorenico, generato dalle glaciazioni del quaternario, la cui origine è del tutto simile a quella del Lago di Montorfano.

Sartirana, il cui nome deriva da Sartorius un antico possidente di età romana, affonda, invece, le sue radici storiche in epoca gallo-celtica come testimoniato nella ricca documentazione ritrovata nel vicino Convento di Sabbioncello.

Appena discosta dagli abituali itinerari turistici, Sartirana, da un decennio assurta alla notorietà grazie alla sua nuova chiesa parrocchiale, vero capolavoro, opera del grande architetto ticinese Mario Botta, è attorniata da ridenti e famose località come Calco, Merate – con le sue residenze patrizie impreziosite da secolari parchi – ed Imbersago con il “leonardesco” traghetto sull’Adda ed il, celeberrimo e amatissimo dai brianzoli, Santuario della Madonna del Bosco, che vi dista soli tre chilometri.

Anche il lago sembra voler competere in discrezione con il borgo da cui prende il nome. Infatti, per via della sua collocazione quasi sommitale, al centro di una conca lievemente terrazzata, non si mostra tanto volentieri, nascondendosi timido ai passanti più distratti che difficilmente lo scorgono tra la rigogliosa vegetazione che lo circonda. Ma se si lascia svelare, ti cattura subito con il suo fascino: melanconico, quando ci restituisce, come d’incanto, un ameno angolo di Brianza ormai altrove scomparsa; misterioso, allorché ci ricorda la leggenda dalla quale, secondo la tradizione orale contadina, ne trae le origini. Il racconto narra che un mattino al posto di Sartirana e dei suoi abitanti, causa l’inospitalità di questi ultimi, comparve misteriosamente un lago: delle case e della gente non vi era più traccia.

Le Prealpi sullo sfondo, la cui vista abbraccia il San Genesio e i monti di Lecco spingendosi fino all’Albenza ed al Canto in terra bergamasca, incorniciano un paesaggio dal grande valore naturalistico, non a caso la Regione Lombardia, per la sua tutela, nel 1984, ha deciso di istituirvi una Riserva naturale parziale biologica.

Il Lago di Sartirana, con meno di 10 ettari di superficie e soli 2,5 metri di profondità media, è tra i laghi minori lombardi maggiormente eutrofizzati.
Un sentiero ad anello e alla portata di tutti, da percorrere preferibilmente in senso antiorario, prende avvio dalla splendida foce del suo emissario: la Roggia Annoni. Se dapprima le rive sono territorio di pesca per un notevole numero di esperti praticanti, attratti della ricca fauna ittica presente, più avanti, l’attenzione ricade sugli estesi canneti e sulle rare quanto coloratissime ninfee galleggianti. Lambite le antiche dimore di Cassina Fra’ Martino (resti del castello - XV sec.), il sentiero scivola nell’ombra di un bel bosco, incontrando un’ampia zona paludosa caratterizzata da piante tipiche dei boschi umidi (Ontano Nero, Frangola, Salicone.) e, di li a poco, l’area delle Pozze: le risorgive che alimentano il lago. Non meno incantevole è la sponda ad occidente. Su un lato, verdeggianti radure si alternano a maestosi alberi, mentre su quello opposto, tra molti platani, il sentiero costeggia il suggestivo e selvaggio ambiente dei canali artificiali - realizzati per il ricircolo dell’acqua - che delimitano le isole maggiori della Riserva, rifugio di numerose ed interessanti specie di volatili, sia nidificanti che di passo, non difficili da ammirare nelle loro emozionanti evoluzioni.

Pubblicato su “Il Paese” di Macherio

Leggi anche: Lago di Sartirana: un habitat per la rarissima cicuta virosa e la rana di lataste

Per saperne di più sulla Riserva Naturale Lago di Sartirana clicca qui.

Cercasi volontari per il "Progetto Rospi"

VENERDI 5 MARZO 2010, dalle 20.30 presso il Cascina Monterobbio, in via San Paolino 5 (Zona Barona) a Milano si terra' una cena di finanziamento e di reclutamento volontari in vista dell'imminente migrazione dei rospi dei boschi verso i laghi.

Dal 2000 la LAC Lombardia collabora al Progetto Rospi nella località di Nesso-Lezzeno sul lago di Como, a Conca di Crezzo e a Melgone, sul lago di Lecco.
La migrazione dei rospi verso luoghi di riproduzione dura quasi 50 giorni, dall'ultima settimana di marzo a meta' maggio.
Purtroppo, per far questo i BufoBufo devono attraversare la strada costiera che da Como porta a Bellagio e un gran numero di loro rimane schiacciato sotto le ruote delle automobili, soprattutto durante i fine settimana.
L'incremento del numero di rospi censiti e salvati in 10 anni di intervento e' stato notevole, dai 2000 del primo anno a oltre 10000 del 2009.
Per non vanificare questi piccoli successi, continuano ad essere necessari volontari disposti ad impegnarsi nel salvataggio, dedicando una o più sere a tale attività.

La cena del 5 marzo vuole essere un momento per far far conoscere i piccoli BufoBufo, per presentare l'attività e, soprattutto, per reclutare nuove persone disposte a dedicare qualche serata al salavataggio.

Il costo della cena è di € 12,00, bevande escluse.
Ti chiediamo di portare i piatti che userai, perché crediamo che il riuso sia un'idea da praticare il più possibile!

Il menu è vegan (privo di ingredienti di origine animali):
- Antipasto: samosa di verdure e cecione
- Primo: penne al pesto di cavolo nero
- Secondo: seitan in agrodolce
- Dolce

La prenotazione all'indirizzo info@abolizionecaccia.it è obbligatoria
Ti chiediamo di segnalarci eventuali allergie/intolleranze alimentari


Per Informazione, adesioni ed iniziative:
Lega Abolizione Caccia - Lombardia
Email: info@abolizionecaccia.it
Telefono: 0247711806


Leggi anche: Nesso-Lezzeno: parte la campagna anfibi 2010

lunedì 22 febbraio 2010

Cormano: assemblea del Comitato cittadino "No inceneritore"


Per ingrandire il volantino cliccare sull'immagine

Audizione in Provincia del presidente del Parco Valle Lambro

Lunedì 22 febbraio il Presidente del Parco Valle del Lambro Emiliano Ronzoni è stato ascoltato dalla Commissione Urbanistica del consiglio provinciale di Monza e Brianza in merito alla riunione sul cosidetto progetto "Milano 4".

Sul portale di "Insieme in rete per uno sviluppo sostenibile" è possibile accedere alla cronaca video dell'audizione.

Intanto divampa la polemica sul ruolo avuto nella vicenda dal vicepresidente della Provincia Antonino Brambilla. E Ronzoni smentisce se stesso.

Per accedere ai filmati dell'audizione clicca qui.

Leggi anche, su questo blog:
- Caro presidente, salvi il parco!
- Si moltiplicano le adesioni all'appello per salvare il parco
- FAI e Italia Nostra scrivono al Presidente del Parco
- Il Parco Valle Lambro risponde all'appello
- Parco Valle Lambro: una risposta ambigua

domenica 21 febbraio 2010

Pedemontana fatti più in là. I sindaci della tratta B2 propongono di tagliare in due il Parco delle Groane

Tempo fa, su questo blog, abbiamo parlato delle criticità non ancora risolte del tracciato dell'autostrada Pedemontana che va da Bovisio Masciago a Lentate sul Seveso.
I sindaci della tratta B2 (Lentate, Barlassina, Meda, Seveso, Cesano, Bovisio), ormai a lavori avviati, hanno dunque preso carta e penna per formulare una loro proposta alternativa.

In particolare chiedono:
  1. la sospensione dei lavori, sulla tratta B2, almeno fino a dopo la conclusione di Expo 2015;
  2. la realizzazione immediata delle opere connesse (la riqualificazione degli svincoli esistenti con particolare attenzione a quelli di Meda e di Barlassina/Lentate, la realizzazione di una terza corsia tra Cesano Maderno e Meda);
  3. la realizzazione degli interventi di mitigazione e compensazione presenti nel progetto approvato dal Cipe;
  4. un contributo straordinario per l'interramento della Ferrovie Nord.
Nel frattempo propongono di valutare la proposta di realizzare un nuovo collegamento a doppia corsia per senso di marcia fra Cesano Maderno e Saronno pensando così di distribuire i flussi di traffico su due direttrici: la nuova superstrada Cesano - Saronno e la superstrada esistente Cesano - Lentate.

La proposta ricalca in gran parte una analoga del 2003, scartata in fase di Studio di impatto ambientale (vedi tracciato D - in azzurro - nella cartina a destra) e avrebbe il risultato di tagliare in due il Parco Regionale delle Groane, con conseguenze devastanti dal punto di vista ecologico.

E' evidente che, nonostante il lungo periodo di gestazione di questa autostrada, non si è riusciti a trovare soluzioni accettabili non diciamo per la popolazione o per le associazioni ambientaliste, ma nemmeno per gli attori istituzionali coinvolti!

A noi sarebbe parso più logico che, prima di avviare i lavori di Pedemontana, venissero risolti i problemi; ma si sa, quando si avvicinano le elezioni urge posare la prima pietra di qualcosa!

In rosso i confini del Parco delle Groane

Il percorso dell'autostrada Pedemontana

E' L'ORA DELLA TERRA!

Il 27 marzo dalle 20.30 aderisci all’evento globale del WWF – L’ora della Terra.
In tutto il pianeta si spegneranno le luci per un’ora.
Monumenti, palazzi, negozi, appartamenti. Comunità, scuole, singole case.
Un appuntamento planetario che quest’anno ha un significato ancora più forte: è il nostro modo per dire ai potenti che dopo il deludente vertice di Copenhagen noi non molliamo. Continueremo a chiedere un accordo globale sul clima efficace e vero.
Se vivi su questo pianeta, non puoi mancare.

Per approfondire clicca qui.
Per aderire all'evento clicca qui.

sabato 20 febbraio 2010

Pedemontana bis: nuova iniziativa del Comitato intercomunale per la difesa del territorio

Giovedì 25 febbraio ore 21.00

ASSEMBLEA PUBBLICA PRESSO LA SALA CONSILIARE DEL COMUNE DI CAPIAGO INTIMIANO - Via Serenza n. 7

Per parlare della variante fuori terra del secondo lotto della tangenziale di Como (inserita nel progetto di un’eventuale autostrada Varese-Como-Lecco).

Per vedere il video integrale dell’interessante e partecipato incontro di Senna Comasco del 10 febbraio scorso cliccare qui.

Oasi WWF del Caloggio: ultimati i lavori per preservare la zona umida


Nelle foto: La posa del telo bentonico nel fontanile Litta al Caloggio.
Si spera che questa zona umida rifugio di quasi 100 metri cubi, perciò ragguardevole, mantenga l'acqua nei periodi in cui il secondario del Villoresi è in secca.
Con il riempimento delle ultime piogge sembra proprio che funzioni!
Tritoni, raganelle rane verdi e dalmatine ringraziano.

Leggi anche:
- L'airone bianco maggiore all'oasi Wwf del Caloggio
- Bucaneve al Parco delle Groane

venerdì 19 febbraio 2010

Ciclovia "Brianza Centrale EST ": si parte per tracciare il percorso


Una ciclovia da Monza a Carate Brianza per collegare il Parco di Monza, il Bosco urbano di Lissone, il Plis Brianza Centrale e il Parco della Valle del Lambro.

Una piccola infrastruttura per la mobilità sostenibile, dai bassi costi realizzativi, che consentirebbe di mettere in relazione tutte le aree verdi residuali che resistono all'interno della
conurbazione ad est della superstrada Milano-Lecco SS36 "Valassina":
  • i piccoli parchi di quartiere; le ultime aree agricole; le zone boscate, vecchie e di nuova realizzazione;
  • le aree di fruizione pubblica dei parchi urbani e sovracomuali;
  • gli ambiti agricoli di alto valore paesistico come il viale alberato presso l'oratorio delle Torrette di Macherio e, soprattutto, la grande piana agricola tra Albiate e Carate Brianza, gioiello del Parco Regionale della Valle Lambro.
Un primo sopralluogo è fissato per domenica 7 marzo (tempo permettendo) con partenza, alle ore 9,30 / 9,45 dalla chiesetta del Santuario della Misericordia di Vedano al Lambro - Via della Misericordia angolo Via Europa.


Leggi anche: Monza - Carate: la nuova ciclovia

Energie rinnovabili a Triuggio

PICCOLI ESPERIMENTI E LABORATORI SULL’UTILIZZO DI ENERGIE RINNOVABILI:
EOLICA, IDRAULICA E SOLARE


GIOVEDI’ 25 FEBBRAIO 2010 - ORE 20,30
PRESSO IL CENTRO CIVICO
VIA DELLE GRIGNE, 32
CANONICA DI TRIUGGIO


A cura di : M. Barattieri e T. Viganò
Per Info : adn.triuggio@gmail.it


Partecipa con le tue idee relative all’impiego di energie rinnovabili e al risparmio dell’energia, recapitandole entro il 31 marzo 2010 alla sede Amici della Natura - Via delle Grigne, 32 - il 1°e 3° lunedì del mese dalle ore 21.00 alle ore 22.30
Riceverai un simpatico omaggio

Parco Valle Lambro: una risposta ambigua

In merito all'appello "Caro Presidente, salvi il parco!", Emiliano Ronzoni ci scrive:

"In questi due anni di presidenza credo di avere dato, assieme al Cda del Parco, non poche attestazioni di attenzione vigile, e anche appassionata, ai valori del Parco Valle Lambro. Nel merito l’unica volontà fatta propria dal Parco è il diniego, espresso su mandato del Cda da me e dal consigliere delegato all’urbanistica Alfredo Vigano, alle richieste di modifica di azzonamento delle aree nel parco presentate a suo tempo dal comune di Arcore in sede di proposta per la variante di Ptcp. Altro non c’è, come ribadito anche nel comunicato stilato all’unanimità con il Cda e che vi allego (leggi qui).

Quello che prometto a Lei e ai tanti che mi hanno scritto è una difesa gelosa delle prerogative del parco, con un’azione prudente e realista, attenta più all’efficacia dell’azione prima ancora che ai proclami.

Quello che vi chiedo è, se possibile e sempre sia questo il caso, di non cedere in maniera subitanea e irriflessa ai richiami di schieramento. Il parco non lo meriterebbe."


Il nostro commento:


La risposta di Ronzoni al nostro appello vuole essere rassicurante e noi vorremmo proprio che lo fosse; ma, forse scottati da troppe esperienze negative avute in altre circostanze, scorgiamo anche qualche elemento di ambiguità che non ci lascia del tutto tranquilli. Ci riferiamo alla premessa di "difesa gelosa delle prerogative del parco", e non sappiamo proprio di quali prerogative esattamente stia parlando; avremo preferito che parlasse semplicemente di "difesa del parco" tout court. Anche l'"azione prudente e realista" viene spesso invocata proprio da chi è disponibile a scendere a compromessi. Ma forse siamo troppo sospettosi.

Quello che però non ci va proprio giù e che ci chieda "di non cedere in maniera subitanea e irriflessa ai richiami di schieramento". Da parte di questo blog lo scopo dell'adesione all'appello era semplicemente quello di salvare il parco da una possibile cementificazione. Non si capisce in base a quali considerazioni ci si possa accusare di cedere a richiami di schieramento. E quale sarebbe questo schieramento?
Detto poi da chi ricopre quella funzione per nomina ed appartenenza politica ...

Leggi anche, su questo blog:
-
Caro presidente, salvi il parco!
- Si moltiplicano le adesioni all'appello per salvare il parco
- FAI e Italia Nostra scrivono al Presidente del Parco
- Il Parco Valle Lambro risponde all'appello

mercoledì 17 febbraio 2010

Il Parco Valle Lambro risponde all'appello


Comunicato del Parco Valle Lambro

In merito alle recenti notizie circa l'ipotesi di interventi edilizi in aree del Parco Valle Lambro nel comune di Arcore, il Presidente e il Consiglio d'Amministrazione del Parco Valle Lambro all'unanimità intendono ribadire che:
Al momento non è pervenuta al Parco alcuna richiesta di accordo di programma tra Comune di Arcore, Regione Lombardia e Parco Valle Lambro, per interventi localizzati in area ricompresa nel parco regionale;
Ogni eventuale accordo di programma per interventi localizzati in area ricompresa nel parco regionale, sarà valutata dal Parco, facendo valere le proprie ragioni e prerogative di tutela del territorio.

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Leggi il commento rilasciato dalle associazioni:
- Valle Lambro: l'Ente farà valere la tutela del territorio
- Elenco aggiornato delle adesioni

Leggi su questo blog:
-
Caro presidente, salvi il parco!
- Si moltiplicano le adesioni all'appello per salvare il parco
- FAI e Italia Nostra scrivono al Presidente del Parco

Articoli apparsi sulla stampa:
- Arcore, Berlusconi vuole Milano 4. Un business da 220 milioni di euro
- Residenza per anziani ad Arcore? Idea: la costruisce Berlusconi
- Arcore, parte dalla rete la protesta degli ambientalisti contro “Milano 4”. Berlusconi si fermerà?
- Arcore, bufera sul caso Berlusconi. I dettagli del progetto Milano 4
- Arcore: ambientalisti mobilitati. Un appello al Parco Valle Lambro
- La lettera per Emiliano Ronzoni
- Parco Lambro: «Non sappiamo nulla di Milano 4, la Idra non ci ha mai scritto»
- Una crociata contro l'ipotesi della cittadella "Milano 4"

Bosco della Moronera: il mistero della cascina sepolta - 2

Lo scorso 3 febbraio abbiamo pubblicato la notizia dell'individuazione all'interno del Bosco della Moronera delle fondamenta di un insediamento piuttosto esteso.
All'inizio si era ipotizzato che potesse trattarsi di una cascina abbandonata all'inizio del '900. Da ulteriori sopralluoghi e dall'analisi dei materiali utilizzati sembrerebbe invece che la costruzione risalga presumibilmente alla fine del '600.
Della vicenda è stata interessata la Soprintendenza per i Beni Archeologici di Como.

Leggi anche:
- Bosco della Moronera: il mistero della cascina sepolta
- Bosco della Moronera: il taglio preventivo
- Pedemontana: requiem per il bosco della Moronera