sabato 31 marzo 2012

Monza: primo mercato del baratto

Illustrazione: zumar7.com

Sabato 31 marzo 2012: Sit-in davanti alla Harlan di Correzzana per salvare i macachi


Gli animalisti: «Non molliamo Salveremo i macachi»
In marcia verso Correzzana. Sabato grande sit-in davanti alla Harlan


articolo di Antonio Caccamo - tratto da il Giorno del 30/3/2012


La quarantena è finita. Ora che ne sarà delle scimmie di Correzzana? I 104 piccoli macachi sono ancora rinchiusi nelle gabbie della Harlan. Ma da domani sono «pronti» per essere spediti nei laboratori di vivisezione che li hanno richiesti. Pronti a combattere perché questo non accada ci sono gli animalisti. Sabato 31 marzo torneranno con striscioni, tamburi e fischietti nel paese brianzolo decisi a liberare le scimmie. Non solo. L'associazione «Io non ho paura» ha «formalizzato» la proposta di acquisto dei macachi: «Quelli della Harlan non ci hanno neppure risposto», dice Susanna Chiesa, presidente di Freccia 45, che il 21 febbraio ha avuto la soffiata del carico di macachi diretto in Brianza scaricato all’aeroporto di Roma Fiumicino da un aereo dell’Air China. «Questo silenzio ci preoccupa. Tutte le promesse fatte dai politici sino ad oggi sono state vane: i macachi non sono stati comprati e non sono salvi».

I militanti animalisti sono già in marcia verso Correzzana: «Ci siamo dati apppuntamento alle 11 - dice Chiesa -. Organizzeremo un sit-in di protesta fuori dall’azienda e poi sfileremo in corteo verso il municipio. Hanno aderito più di 20 associazioni. Ci sarà il fronte aninalista al gran completo. Noi non molliamo. Non ci rassegniamo all’idea che queste creature innocenti finiscano la loro vita sui tavoli della sperimentazione tra indicibili sofferenze». Dalla Harlan Laboratories Inc di Indianapolis (Stati Uniti), 3.000 dipendenti sparsi in 12 Nazioni, tutto tace. Intanto Michela Vittoria Brambilla, da animalista, è pronta a comprare i macachi.

«Sono ben consapevole che la somma eventualmente richiesta sarebbe molto alta - si parla di circa 2.000 euro ciascuno -, ma considero che siano soldi ben spesi se possono servire per donare la libertà a queste sfortunate creature. Avevo fatto la richiesta già al presidente David Broecker e avevo ottenuto la garanzia che intanto i 796 macachi che avrebbero dovuto completare la maxi importazione della Harlan non sarebbero più arrivati. Questo è stato un primo risultato davvero importante e che non va dimenticato: se non avesse assecondato la nostra richiesta, ora ci troveremmo con 900 macachi al posto di 104 in quel capannone».

Aveva posto anche un’altra questione al presidente della Harlan: la possibilità di entrare a documentare con le telecamere le condizioni delle piccole scimmie. Ma su questa richiesta e su quella di acquistare i macachi «Broecker non poteva prendere una decisione al momento - trattandosi di una multinazionale i passaggi sono complessi - ma mi aveva garantito che una volta tornato a Indianapolis, mi avrebbe fatto pervenire una risposta ufficiale per queste due richieste. Da allora, sono in attesa. Gli ho già scritto tre volte - l’ultima ieri - per sollecitarlo, ma ancora nulla e la quarantena giunge al termine».

«Tanti italiani - aggiunge l’ex ministro - seguono con angoscia la vicenda, così come sono addolorati per il destino dei cani di Green Hill. Così chiedono che “venga fatto qualcosa”. Ma tutto quanto possibile è stato già fatto. Non solo perché ho addirittura chiesto di acquistarli al prezzo che avrebbero presentato ai loro clienti, ma anche e soprattutto perché ho utilizzato le opportunità che il mio ruolo mi garantisce per scrivere la norma di legge che potrà mettere fine per sempre a queste vergogne nazionali. Questa norma è contenuta nell’articolo 14 della legge comunitaria sulla vivisezione, che attende l’ultimo passaggio al Senato. Il testo prevede il divieto di allevare cani, gatti e primati destinati alla vivisezione su tutto il territorio nazionale».

«Le insidie ci sono. Ma non credo che i senatori, dopo che la Camera e i ministri della Salute e delle politiche comunitarie hanno già dato parere favorevole, si permetteranno di andare contro il volere della stragrande maggioranza degli italiani che, grazie ai media, ora sono al corrente della vicenda e la seguono con il fiato sospeso». La Brambilla si augura «che la Regione Lombardia approvi in fretta la legge che contiene le medesime previsioni e che ho presentato insieme al presidente Formigoni qualche settimana fa. Rappresenta uno strumento ancora più veloce della legge dello stato, per fermare questi traffici di morte che alimentano una pratica che deve essere finalmente superata».

venerdì 30 marzo 2012

Il gelso monumentale di Giussano


Il gelso bianco, un monumento
Riconosciuto il valore storico: la pianta di via Addolorata


articolo tratto da "Il Cittadino" del 24/3/2012

Non sono solo le ville nobiliari o gli edilici un tempo a funzione politico e militare, come il Casone o la «Colombera», a rappresentare il passato della città. Ad avere un'importanza storica, come testimonianza da preservare, è un albero. E anche la Provincia di Monza e Brianza lo ha riconosciuto come elemento storico.
Si tratta di un grandioso esemplare di gelso bianco che si puo ammirare recandosi in via Addolorata all’altezza del civico 24. E' impossibile, passando dal centro cittadino, non rimanere colpiti dalla bellezza del «Morus Alba», di cui il piano territoriale di coordinamento provinciale, approvato dal consiglio provinciale lo scorso 22 dicembre, ha riconosciuto la monumentalità.
L'albero, più che centenario ma in buona salute, forte e rigoglioso, si trova all’interno di una corte denominata «Corte Nuova», anch’essa importante perché segnalata nel catasto teresiano come giardino della più nota e conosciuta villa Mazenta.
Il vecchio gelso risulta essere oggetto di tutela anche da parte dei Beni culturali come «albero monumentale» in ragione non solo delle sue grandi dimensioni, ma anche del valore storico-cu1turale che gli viene attribuito, considerato che i gelsi bianchi, importati dall'Asia, iniziarono a essere presenti sul territorio solo nel quindicesimo secolo e vennero usati dai contadini nell’allevamento dei bachi da seta, tanto che, nell’Ottocento, tale attività costituiva una grossa parte della produzione artigianale lombarda.

"Le testimonianze della storia giussanese presenti sul tenitorio sono numerose e ancora esistenti
- ha commentato la giussanese Emanuela Castelli - e meriterebbero quindi di essere riscoperte e riqualificare perchè il nostro passato rimanga nel nostro futuro".

Sulla sua salvaguardia si è espresso l’assessore all’Urbanistica Ettore Trezzi, dal momento che il centro storico sarà sottoposto a una riqualificazione globale: "E’ intenzione dell' amministrazione - queste le sue parole - nell' ambito della sistemazione del centro cittadino conservare il gelso bianco di viaAddolorata e preservarlo. Pur in un progetto disistemazione del cuore della città, il gelso non sarà toccato".

Carate Brianza: "Cosa aspettiamo ad aderire al Parco Brianza Centrale?"


Articolo tratto da Il Cittadino del 24/3/2012

Un unico parco da Seregno ai Comuni del nord Milano. E’ stato annunciato martedì 20 marzo a Desio dai sindaci dei Comuni coinvolti. E Tommaso Brenna, consigliere comunale Pd a Carate, coglie la palla al balzo e rilancia: «Perché non fare lo stesso a Carate?».

L'idea del grande parco sovracomunale presentato martedì a Desio è quella di mettere a disposizione circa 350 ettari di aree non ediñcate esteme al perimetro della zona urbanizzata per connettere il Plis della Brianza centrale (a Seregno) e il Parco del Grugnotorto (che va daVaredo sino a Cinisello).

«Questo a dimostrazione - cosi Brenna - che se c’è la volontà politica si possono fare importanti interventi a tutela del territorio. Tra l’altro Seregno e Desio sono governate,da`anrministrazioni di colori politici diversi. A questo punto un’idea: ci sono diverse aree del territorio comunale di Carate, non ancora edificate, proprio confinanti con il Plis della Brianza centrale (zone al di là della Valassina, nell’area della cava Borgonovo al confine con Albiate). Cosa aspettiamo?». Il parco sovracomunale trai territori comunali di Carate, Seregno, Verano e Giussano, oggi in gran parte occupati da cave, è tra l’altro uno dei sogni di Marzio Galliani, referente di Adiconsum Brianza.

Zero rifiuti. Se ne parla ad Erba

“Un incontro per conoscere i danni ambientali derivanti dai rifiuti e le pratiche per prevenirli”. Sono questi gli obiettivi che il Circolo Ambiente “Ilaria Alpi” intende perseguire con la presentazione del libro dal titolo “Zero rifiuti” (edito da AltrEconomia), a cui parteciperà l’autrice Marinella Correggia. L’incontro si terrà sabato 31 marzo alle ore 16 presso la sala civica di Crevenna di Erba.

Il sottotitolo del libro spiega bene gli argomenti che verranno trattati: “Manuale di pratiche individuali e collettive per prevenire i rifiuti, cambiare la propria vita e l’economia”.  Il libro-manuale spiega perché prevenire è meglio che smaltire. Infatti la sfida di oggi non è solo riciclare, ma “prevenire” i rifiuti: ridurre o azzerare gli scarti e sostituire oggetti usa-e-getta con beni durevoli.

La presentazione del libro sarà curata dall’autrice Marinella Correggia, giornalista e scrittrice; tra i suoi molti libri “Manuale pratico di ecologia quotidiana” (Mondadori), “La rivoluzione dei dettagli” (Feltrinelli), “Io lo so fare” e “Il Cuoco leggero” (Altreconomia).

Durante l’incontro verranno inoltre illustrati alcuni dati sulla produzione dei rifiuti e sulla raccolta differenziata in Provincia di Como e nel Comune di Erba. Verranno inoltre date informazioni pratiche su come ridurre la quantità di rifiuti prodotti dalle attività domestiche.

Come detto, la presentazione del libro si terrà sabato 31 marzo alle ore 16 presso la sala civica di Villa Ceriani-Bressi (ex Villa S. Giuseppe), sita in via Foscolo n. 23 a Crevenna di Erba.  L’incontro è realizzato in collaborazione con la Biblioteca Comunale di Erba e col patrocinio del Comune di Erba.

CIRCOLO AMBIENTE “Ilaria Alpi”

Quanto mi è cara la terra

Viaggio tra i Comuni che non cementificano il territorio

La copertina del numero di aprile 2012 di Altreconomia è dedicata alla terra.

All'interno un servizio ci racconta le storie dei Comuni che hanno scelto di non cementificare, dalla Brianza alla Valsusa.

Il reportage è anche un documentario, e a questo link trovate il trailer.

Una siepe per salvare il nostro futuro


Sabato  24 marzo 2012 le famiglie del Progetto "Spiga e madia" si sono trovate a Caponago per aiutare Franco Viganò a piantumare una siepe sui confini dei terreni che potrebbero essere distrutti dal passaggio della Tangenziale Est Esterna.

E' stato un evento molto bello che ha consolidato il desiderio di difendere la terra e di cominciare a fare rete con altri enti: occorre inoltre pensare a forme di pressione politica sui partiti che, tranne rarissime eccezioni, sembrano vivere su altri pianeti.

Si sta inoltre lavorando per diffondere la campagna www.fermalabanca.org per chiedere a Banca Intesa di smettere di finanziare il trasporto su gomma, prendendo con decisione la via del trasporto pubblico.

Giussano - Osservazioni al PTCP: La salvaguardia degli Ambiti Agricoli Strategici

Osservazione n. 25 presentata dal Comitato per l'Ampliamento del Parco Brianza centrale al PTCP della Provincia di MB e riguardante il Comune di Giussano

Immagine  PTCP di Monza e Brianza  (adottato) Tavola 6d - Ambiti di interesse provinciale
Immagine  Comune di Giussano - Piano di Governo del Territorio - Le aree verdi e gli ambiti di frangia urbana
A settentrione del suo territorio, sui lati della vecchia “Valassina” ed al confine con Arosio e con la Provincia di Como, in parte aderenti al territorio del Parco della Valle del Lambro, sopravvivono le ultime aree verdi di frangia del Comune di Giussano.Di esse, nonostante le chiare indicazione del Piano delle Regole del vigente Piano di Governo del Territorio (pag.46), come si evince nella dettagliata immagine della Tavola 6d del PTCP, sono ricomprese negli ambiti di tutela previsti dal Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale solo le aree del settore occidentale (n°1) della grande ed ondulata stanza agricola ad ovest di via Viganò (vecchia Valassina) che continua verso nord, sul territorio del Comune di Arosio, per collegarsi ecologicamente, nonostante la presenza di importanti ed invasive infrastrutture stradali come, ad esempio, la SP32 “Novedratese”, ai territori protetti del Parco Regionale della Valle Lambro.

Il rimanente settore orientale (n°3) nonché altri due lembi minori di territorio (n°2 e n°5), anch'essi in continuità con gli spazi aperti della grande area agricola, sono completamente esclusi da ogni ambito di tutela del PTCP di Monza e Brianza. Stesso dicasi per altre quattro aree verdi di frangia ad est della vecchia Valassina. Un paio (n°4 e n°6) risultano, in qualche modo, direttamente e indirettamente, anch'esse connesse agli spazi aperti sul settore opposto della strada provinciale. Le ultime due, quelle più prossime a Villa Longoni (n°7 e n°8) sono, invece, a tutti gli effetti, in continuità con le aree agricole del parco regionale.

Tutto ciò premesso, con l'obiettivo di favorire una completa salvaguardia delle ultime aree agricole e naturali di frangia del territorio del Comune di Giussano, già urbanizzato per circa il 72% (vedi dati 2008 – studio sull'usodel suolo condotto dal Politecnico di Milano per conto della Fondazione Cariplo), in piena sintonia con quando indicato dal vigente Piano di Governo del Territorio del Comune di Giussano, riconsiderata la loro, indiscutibile, continuità con i sistemi agricoli e naturali del Parco Regionale della Valle del Lambro

si richiede: l'inclusione delle aree contrassegnate dai numeri 2, 3, 4, 5, 6, 7 e 8, contornate in rosso  nell'immagine allegata del PTCP, negli Ambiti destinati all'attività agricola di interesse strategico (Tavola 7 del Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale  –  art. 6) e l'inclusione delle stesse aree nonché di quella contrassegnata con il numero 1, contornata in giallo nell'immagine allegata del PTCP, nella Rete Verde di Ricomposizione Paesaggistica (Tavola 6a del Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale – art. 31);

in subordine si richiede: l'inclusione delle aree contrassegnate dai numeri 2, 3, e 4, contornate in rosso  nell'immagine allegata del PTCP, negli Ambiti destinati all'attività agricola di interesse strategico (Tavola 7 del Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale  –  art. 6) e l'inclusione delle aree contrassegnate dai numeri 2, 3, 4, 5, 6, 7 e 8, contornate in rosso  nell'immagine allegata del PTCP, nonché di quella contrassegnata con il numero 1, contornata in giallo nell'immagine allegata del PTCP, nella Rete Verde di Ricomposizione Paesaggistica (Tavola 6a del Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale – art. 31).

Lissone - Osservazioni al PTCP: La salvaguardia degli Ambiti Agricoli Strategici

Osservazione n. 11 presentata dal Comitato per l'Ampliamento del Parco Brianza centrale al PTCP della Provincia di MB e riguardante il Comune di Lissone - zona   Bosco Urbano
Ortofoto estratta dal Rapporto finale DiAP Politecnico di Milano per il documento di inquadramento del Piano d’Area Pedemontana “Dopo la crescita La riforma degli spazi aperti e delle aree produttive della provincia di Monza e Brianza”
La tutela che il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale, adottato dalla Provincia di Monza e Brianza, riserva alle aree agricole e forestali del Bosco Urbano di Lissone e alle limitrofe aree agricole nel territorio comunale di Biassono pare, a nostro avviso, del tutto insufficiente per preservare, nel prossimo futuro, il potenziale agricolo e naturalistico degli ultimi brani (brandelli) di paesaggio rurale sopravvissuti nella conurbazione di Lissone, Biassono e Vedano al Lambro. Non basta, infatti, a parer nostro, l'inserimento dell'intero articolato e, spesso, frammentato sistema verde negli Ambiti di riqualificazione (Tavola 6c Ambiti di Azione Paesaggistica del Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale – art. 33) per garantire, prendendo come esempio il caso del Comune di Biassono, la sopravvivenza delle ultime aree agricole (se si escludono quelle all'interno del Parco Regionale della Valle del Lambro) dalla programmata ennesima espansione del polo industriale intercomunale, che garantirebbe si una ricaduta compensativa sulla vicina area del laghetto ma, al contempo, sancirebbe anche il definitivo sacrificio dell'ultimo suolo libero, ad ovest del capoluogo, del resto, già sotto scacco dalla nuova strada provinciale, opera connessa all'autostrada Pedemontana. Un probabile preludio di scenari ancor peggiori.

Alla luce di quanto descritto, si ritiene inaccettabile un ulteriore consumo di suolo nei territori di comuni come Lissone, che vanta un indice, non certo invidiabile, del 85,38 % (secondo i dati DUSAF del 2009), e Biassono, che con il 69,06% (sempre in base ai dati DUSAF 2009) non sfigura di certo per negatività, soprattutto, se, come nel caso particolare del secondo, la nuova espansione urbana è segnatamente di puro fine speculativo, che poco ha da spartire con gli illustrati obiettivi del Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale.

In ultima analisi, trattandosi  allo stato di attuale di:
aree agricole, a tutti gli effetti, attualmente coltivate e presidiate da agricoltori ed aziende locali;aree di grande rilevanza paesistica, perchè assicurano la continuità degli spazi aperti all'interno della conurbazione della Brianza Centrale. Facendo, inoltre, riferimento a quanto, in parte, suggerito nel Rapporto finale DiAP Politecnico di Milano sul documento di inquadramento del Piano d’Area di Pedemontana, con l'obiettivo primario di contribuire al massimo contenimento del consumo di suolo agricolo e naturale, si richiede il completo inserimento negli Ambiti destinati all'attività agricola di interesse strategico (Tavola 7 del Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale – art. 6) delle aree agricole e forestali del Comune di Lissone, contornate in rosso nell'immagine allegata.

Osservazione n. 14 presentata dal Comitato per l'Ampliamento del Parco Brianza centrale al PTCP della Provincia di MB e riguardante il Comune di Lissone zona   Santa Margherita – Cascina Bini

Immagine  PTCP di Monza e Brianza  (adottato) Tavola 7 - Ambiti destinati all'attività agricola di interesse strategico
Immagine  PTCP di Monza e Brianza  (adottato) Tavola 2 - Elementi di caratterizzazione ecologica del territorio
All'interno degli spazi aperti a sud della linea ferroviaria Seregno-Carnate, nel punto dove si incontrano i confini dei Comuni di Lissone, Macherio e Sovico e più precisamente nelle aree delimitate dalle località Cascina Bini, Santa Margherita, Bareggia, Torrette, Pedresse, Cascina Greppi e Bosco del Ratto (altrimenti denominato il Boscone) sono stati individuati Ambiti destinati all'attività agricola di interesse strategico ( Tavola 7 del Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale – art. 6 ) dai quali, a nostro avviso, sono state escluse in modo del tutto incomprensibile:a) tutte le aree interessate dalle opere compensazione ambientale (Progetto Locale n°24) previste dalla realizzazione dell'Autostrada Pedemontana;b) le aree interessate dalle opere di mitigazione ambientale previste dalla realizzazione dell'Autostrada Pedemontana, a ovest di via Edison (Bareggia di Macherio);c) due porzioni di aree agricole, poste a nord e a sud del nuovo insediamento residenziale di via Bosco del Ratto(Macherio) che, da ogni punto di vista, risultano del tutto indistinguibili dalle contigue aree incluse negli Ambiti destinati all'attività agricola di interesse strategico;d) le aree agricole costituenti la zona di rispetto attorno al nuovo ipotizzato cimitero di Lissone.

Rilevato che:
l'intero contesto territoriale, in precedenza descritto, risulta interamente incluso nella Rete Verde di Ricomposizione Paesaggistica (Tavola 6a del Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale – art. 31);l'intera contesto territoriale, in precedenza descritto, risulta interamente incluso negli Ambiti di riqualificazione (Tavola 6c Ambiti di Azione Paesaggistica del Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale – art. 33);
gran parte delle aree agricole, oggetto della presente osservazione (contornate ed evidenziate in rosso nelle immagini allegate), fanno parte del corridoio primario della RER - Rete Ecologica Regionale, di connessione tra le aree del Parco Regionale della Valle del Lambro e quelle degli spazi aperti, agricoli e naturali, sul confine tra i Comuni di Albiate, Carate Brianza, Seregno, Lissone, Macherio e Sovico (Tavola 2 del Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale - Elementi di caratterizzazione ecologica del territorio).

Sottolineato che:
l'intero contesto territoriale, in precedenza descritto, costituisce un importante elemento di discontinuità nel paesaggio urbano, ancora in grado di garantire un minimo di continuità degli spazi aperti all'interno della convulsa conurbazione della Brianza Centrale e, per questa semplice ragione, dovrebbe essere interamente tutelato, anche a prescindere da altre sue peculiarità;l'intero contesto territoriale, in precedenza descritto, ha una forte valenza ecologica a prescindere dalla sua completa inclusione nella Rete Ecologica Regionale ed, in subordine, dalla sua inclusione nella “Rete Verde”;  in esso, infatti - nonostante la forte pressione antropica, su di esso, esercitata, negli ultimi decenni - trovano, ancora, rifugio numerose specie di mammiferi, di uccelli, di anfibi, di rettili e di invertebrati nonché, seppur rare, sono sopravvissute alcune specie arboree, arbustive e di sottobosco tipiche dei boschi di querco-carpineto;le aree di cui al punto d, oggetto della presente osservazione, fatto salvo due attività del tutto incompatibili col tessuto rurale, risultano tuttora interamente coltivate; gli ambiti di territorio, di cui al punto a), interessati dalle opere di compensazione ambientale (Progetto Locale n°24), approvate in via definitiva dal CIPE - Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica, per la loro filosofia progettuale, pensata in origine dal gruppo di lavoro DiAP Politecnico di Milano, coordinato dal Professor Arch. Arturo Lanzani, che li voleva fruibili ma, al contempo, conservativi ed implementativi delle caratteristiche agricole e forestali dei territori ricompresi, proprio per la loro effettiva e, da tutti, riconosciuta continuità con gli spazi aperti esistenti e con il tessuto agricolo circostante, essendo, inoltre, le stesse, attualmente coltivate uniformemente con le parti rimanenti dei fondi, di cui sono parte, hanno tutti i requisiti per essere inseriti tra gli Ambiti destinati all'attività agricola di interesse strategico (Tavola n°7 del Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale – art. 6 );
parimenti, a nostro avviso, risulta davvero difficile comprendere quale differenza corra tra gli Ambiti destinati all'attività agricola di interesse strategico (“Ambiti Agricoli Strategici”), fruibili attraverso le strade consortili e vicinali e le aree agricole dei progetti locali di Pedemontana, fruibili sempre grazie alla identica trama di viabilità rurale, in taluni casi recuperata e, semmai, implementata da qualche nuovo percorso ciclopedonaleè nostro compito, inoltre, evidenziare che se il Progetto Locale n°24 delle opere di compensazione ambientale dell'Autostrada Pedemontana, per varie ragioni, anche parzialmente, non venisse realizzato, lascerebbe, di fatto, le aree ad esso destinate, previste nel progetto approvato in via definitiva dal CIPE, totalmente prive di reali strumenti di tutela e, conseguentemente, soggette a possibili, nonché facilmente prevedibili, future espansioni urbanistiche, con relativo consumo di suolo e di aree agricole, che, relativamente al caso in oggetto, sono, senza ombra di dubbio, tra le più prossime all'autostrada Pedemontana.Fatto, infine, riferimento anche a quanto, non casualmente, è suggerito nel Rapporto finale DiAP sul documento di inquadramento del Piano d’Area Pedemontana “....Una parte significativa dell’area è inserita tra le Aree agricole strategiche. Si suggerisce tuttavia una loro estensione comprendendo tutte le aree di compensazione ambientale di Macherio e di Lissone, la zona di rispetto attorno al nuovo ipotizzato cimitero, le aree a sud del Dosso tra i comuni di Seregno e Albiate...”.con l'obiettivo di contribuire:al massimo contenimento del consumo di suolo agricolo e naturale all'interno della conurbazione della Brianza Centrale; all'estensione della norma di massima tutela del PTCP all'intero contesto degli spazi aperti residuali   sul confine dei Comuni di Lissone, Macherio e Sovico; alla salvaguardia di uno dei più significativi ed integri brani di paesaggio rurale di tutto il settore centrale del territorio della Provincia di Monza e Brianza; al rafforzamento di uno dei più delicati e frammentati corridoi primari della Rete Ecologica Regionale.

Si richiede, a garanzia della loro massima tutela, la completa inclusione negli Ambiti destinati all'attività agricola di interesse strategico (Tavola 7 del Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale - art. 6) delle aree, contornate ed evidenziate in rosso nelle immagini allegate alla presente osservazione, corrispondenti a:A) tutte le aree interessate dalle opere compensazione ambientale dell'Autostrada Pedemontana (Progetto Locale n°24 approvato in via definitiva dal CIPE - Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica),  ricadenti sul territorio del Comune di Lissone;B) le aree agricole costituenti la zona di rispetto attorno al nuovo ipotizzato cimitero di Lissone.

Biassono e Lissone - Osservazioni PTCP: La salvaguardia degli Ambiti Agricoli Strategici

Osservazione n. 13 presentata dal Comitato per l'Ampliamento del Parco Brianza centrale al PTCP della Provincia di MB e riguardante il Comuni di Biassono e Lissone zona Bosco Urbano
Immagine: ortofoto estratta dal Rapporto finale DiAP Politecnico di Milano per il documento di inquadramento del Piano d’Area Pedemontana“Dopo la crescita La riforma degli spazi aperti e delle aree produttive della provincia di Monza e Brianza”
La tutela che il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale, adottato dalla Provincia di Monza e Brianza, riserva alle aree agricole e forestali del Bosco Urbano di Lissone e alle limitrofe aree agricole nel territorio comunale di Biassono pare, a nostro avviso, del tutto insufficiente per preservare, nel prossimo futuro, il potenziale agricolo e naturalistico degli ultimi brani (brandelli) di paesaggio rurale sopravvissuti nella conurbazione di Lissone, Biassono e Vedano al Lambro.Non basta, infatti, a parer nostro, l'inserimento dell'intero articolato e, spesso, frammentato sistema verde negli Ambiti di riqualificazione (Tavola 6c Ambiti di Azione Paesaggistica del Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale – art. 33) per garantire, prendendo come esempio il caso del Comune di Biassono, la sopravvivenza delle ultime aree agricole (se si escludono quelle all'interno del Parco Regionale della Valle del Lambro) dalla programmata ennesima espansione del polo industriale intercomunale, che garantirebbe si una ricaduta compensativa sulla vicina area del laghetto ma, al contempo, sancirebbe anche il definitivo sacrificio dell'ultimo suolo libero, ad ovest del capoluogo, del resto, già sotto scacco dalla nuova strada provinciale, opera connessa all'autostrada Pedemontana.

Un probabile preludio di scenari ancor peggiori.Alla luce di quanto descritto, si ritiene inaccettabile un ulteriore consumo di suolo nei territori di comuni come Lissone, che vanta un indice, non certo invidiabile, del 85,38 % (secondo i dati DUSAF del 2009), e Biassono, che con il 69,06% (sempre in base ai dati DUSAF 2009) non sfigura di certo per negatività, soprattutto, se, come nel caso particolare del secondo, la nuova espansione urbana è segnatamente di puro fine speculativo, che poco ha da spartire con gli illustrati obiettivi del Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale.

In ultima analisi, trattandosi  allo stato di attuale di:aree agricole, forestali e a parco urbano, a tutti gli effetti, attualmente presidiate da agricoltori ed aziende locali;aree di grande rilevanza paesistica, perchè assicurano la continuità degli spazi aperti all'interno della conurbazione della Brianza Centrale. Facendo, inoltre, riferimento a quanto, in parte, suggerito nel Rapporto finale DiAP Politecnico di Milano sul documento di inquadramento del Piano d’Area di Pedemontana, e, parallelamente, considerata l'effettiva esistenza della connessione ecologica, verso nord, dell'intero ambito agricolo-forestale che gravita attorno al Bosco Urbano di Lissone, con l'ipotizzato e, successivamente, adottato corridoio ecologico della Rete Verde di Ricomposizione Paesaggistica lungo l'asse, est-ovest, dell'Autostrada Pedemontanacon l'obiettivo primario di contribuire al massimo contenimento del consumo di suolo, agricolo e naturale, ed, in secondo luogo, di irrobustire, in misura considerevole, il sistema paesistico-naturalistico all'interno della conurbazione della Brianza Centrale si richiede il completo inserimento delle aree agricole, naturali e a parco urbano (contornate in rosso nell'immagine allegata) nella Rete Verde di Ricomposizione Paesaggistica (Tavola 6a del Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale – art.31).

Macherio, Sovico e Biassono - Osservazioni al PTCP: L'ampliamento della Rete Verde di Ricomposizione Paesaggistica

Osservazione n. 10 presentata dal Comitato per l'Ampliamento del Parco Brianza centrale al PTCP della Provincia di MB e riguardante i Comuni di Macherio, Sovico e Biassono zona   SP 6 Monza – Carate Brianza

PTCP di Monza e Brianza  (adottato) Tavola 6d - Ambiti di interesse provinciale
Ortofoto estratta da Google Maps. Comune di Macherio (area a parco pubblico circoscritta dalle via Donizetti, Mascagni e Milano Comune di Biassono) area privata sul lato est di via Libertà
Rilevato che anche l'adottato corridoio di connessione ecologica della Rete Verde di Ricomposizione Paesaggistica (Tavola 6a del Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale  - art. 31) tra Macherio e Biassono, che corre lungo l'asse dell'autostrada Pedemontana, presenta diversi punti dove la continuità ecologica è a forte rischio (uno fra tutti: lo svincolo autostradale fra i due citati comuni).

Ancora peggiore, a nostro modesto avviso, è l'altra ipotesi di corridoio ecologico, sempre previsto nella “Rete Verde”, che, solo in linea teorica, garantisce una comunicazione (quasi) diretta tra le aree sovicesi dell'istituendo Plis “Alma Solis” (proposta di ampliamento del Parco Brianza Centrale) con quelle del Parco Regionale della Valle del Lambro. Ma se, per certi versi, non possiamo non apprezzare la condivisibile ricucitura del corridoio locale che, seppur con difficoltà, collega le aree del futuro parco sovracomunale con i frammenti di inedificato appena ad ovest dell'attuale provinciale SP6 Monza-Carate Brianza, è indubbio, viceversa, che si fatica a comprendere come può dirsi tale la continuità ecologica pensata lungo l'asse della stessa SP6 (vedi zona A cerchiata in rosso sull'immagine estratta dalla Tavola 6d del PTCP di MB), così come quella in attraversamento del centro urbano di Macherio (vedi zona B cerchiata in rosso sull'immagine estratta dalla Tavola 6d del PTCP di MB), comprendente, come si potrebbe constatare, con un appropriato quanto indispensabile sopralluogo diretto, un forzato percorso lungo un ampio parcheggio, la conseguente percorrenza di via Milano (considerato che l'area del parco storico annesso a Villa Rivolta e chiusa sui lati sud e, soprattutto, est da un'alta recinzione in muratura e, di conseguenza, risulta impermeabile per la fauna terrestre), il passaggio sul sagrato delle chiesa parrocchiale ed, infine, il successivo attraversamento dell'oratorio maschile e del confinante centro sportivo di Macherio, anch'esso delimitato ad ovest da un'impenetrabile recinzione in cemento.

Per tutte queste ragioni, pur condividendo lo sforzo di individuazione di possibili corridoi ecologici est-ovest all'interno dell'intricata ed iper cementificata conurbazione della Brianza Centralesi richiede di rivedere l'opportunità mantenere all'interno della Rete Verde di Ricomposizione Paesaggistica (Tavola 6a del Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale  - art. 31) l'adottato corridoio ecologico tra Sovico e Macherio in subordine, nell'atto di favorire una reale, seppur frammentaria e delicata, connessione ecologica tra le aree sovicesi dell'istituendo Plis “Alma Solis” (proposta di ampliamento del Parco Brianza Centrale) con quelle del Parco Regionale della Valle del Lambrosi richiede l'inclusione nella Rete Verde di Ricomposizione Paesaggistica (Tavola 6a del Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale  - art. 31) :

a) delle aree a parco pubblico, situate nel territorio comunale di Macherio, circoscritte dalle vie Donizetti,    Mascagni e Milano;

b) della porzione triangolare di area privata, nel territorio del  Comune di Biassono, ad est di via Libertà;come indicato, con perimetrazione color rosso, nell'immagine di ortofoto, allegata alla presente richiesta.

Biassono - Osservazioni al PTCP: La salvaguardia degli Ambiti Agricoli Strategici

Osservazione n. 12 presentata dal Comitato per l'Ampliamento del Parco Brianza centrale al PTCP della Provincia di MB e riguardante il Comune di Biassono zona Bosco Urbano - Misericordia
Immagine: ortofoto estratta dal Rapporto finale DiAP Politecnico di Milano per il documento di inquadramento del Piano d’Area Pedemontana “Dopo la crescita La riforma degli spazi aperti e delle aree produttive della provincia di Monza e Brianza”
La tutela che il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale, adottato dalla Provincia di Monza e Brianza, riserva alle aree agricole e forestali del Bosco Urbano di Lissone e alle limitrofe aree agricole nel territorio comunale di Biassono pare, a nostro avviso, del tutto insufficiente per preservare, nel prossimo futuro, il potenziale agricolo e naturalistico degli ultimi brani (brandelli) di paesaggio rurale sopravvissuti nella conurbazione di Lissone, Biassono e Vedano al Lambro.Non basta, infatti, a parer nostro, l'inserimento dell'intero articolato e, spesso, frammentato sistema verde negli Ambiti di riqualificazione (Tavola 6c Ambiti di Azione Paesaggistica del Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale – art. 33) per garantire, prendendo come esempio il caso del Comune di Biassono, la sopravvivenza delle ultime aree agricole (se si escludono quelle all'interno del Parco Regionale della Valle del Lambro) dalla programmata ennesima espansione del polo industriale intercomunale, che garantirebbe si una ricaduta compensativa sulla vicina area del laghetto ma, al contempo, sancirebbe anche il definitivo sacrificio dell'ultimo suolo libero, ad ovest del capoluogo, del resto, già sotto scacco dalla nuova strada provinciale, opera connessa all'autostrada Pedemontana.

Un probabile preludio di scenari ancor peggiori.Alla luce di quanto descritto, si ritiene inaccettabile un ulteriore consumo di suolo nei territori di comuni come Lissone, che vanta un indice, non certo invidiabile, del 85,38 % (secondo i dati DUSAF del 2009), e Biassono, che con il 69,06% (sempre in base ai dati DUSAF 2009) non sfigura di certo per negatività, soprattutto, se, come nel caso particolare del secondo, la nuova espansione urbana è segnatamente di puro fine speculativo, che poco ha da spartire con gli illustrati obiettivi del Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale.In ultima analisi, trattandosi  allo stato di attuale di:aree agricole, a tutti gli effetti, attualmente coltivate e presidiate da agricoltori ed aziende locali;aree di grande rilevanza paesistica, perchè assicurano la continuità degli spazi aperti all'interno della conurbazione della Brianza Centrale. Facendo, inoltre, riferimento a quanto, in parte, suggerito nel Rapporto finale DiAP Politecnico di Milano sul documento di inquadramento del Piano d’Area di Pedemontana, con l'obiettivo primario di contribuire al massimo contenimento del consumo di suolo agricolo e naturale,

si richiede il completo inserimento negli Ambiti destinati all'attività agricola di interesse strategico (Tavola 7 del Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale – art. 6) delle aree agricole e forestali del Comune di Biassono, contornate in rosso nell'immagine allegata.

Brianza Centrale - Osservazioni al PTCP: Rete della mobilità dolce

Osservazione n. 9 presentata dal Comitato per l'Ampliamento del Parco Brianza centrale al PTCP della Provincia di MB e riguardante i Comuni di Albiate, Biassono, Carate Brianza, Lissone, Macherio, Seregno e Sovico

Immagine  su base  CTR -  Carta Tecnica Regionale  della Regione Lombardia
Immagine  su base  CTR -  Carta Tecnica Regionale  della Regione Lombardia
Immagine  su base  CTR -  Carta Tecnica Regionale  della Regione Lombardia

Con l'obiettivo di integrare la Rete provinciale della mobilità dolce (Tavola 3b – art. 35 del PTCP) relativamente alle aree agricole e forestali dell'arco geografico, parte della conurbazione della Brianza Centrale, compreso tra la superstrada SS36 Milano-Lecco, ad ovest, l'asta naturale del Parco Regionale della Valle del Lambro, ad est, il territorio di Carate Brianza a nord ed, infine, i Comuni di Biassono e Lissone, a sud, attraverso le immagini elaborate su base CTR - Carta Tecnica Regionale della Regionale Lombardia nelle quali sono state evidenziate le trame dei principali percorsi rurali e forestali (color viola) i  più significativi percorsi ciclopedonali extraurbani esistenti (color rosso) ed i percorsi di prossima realizzazione (color blu) derivanti dalle opere di Compensazione Ambientale dell'Autostrada Pedemontana Lombarda.si richiede il completo inserimento dei percorsi indicati, nelle immagini allegate, nella Rete della mobilità dolce (Tavola 3b – art. 35 del PTCP – Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale di Monza e Brianza).

giovedì 29 marzo 2012

Giornata ecologica, pulizia delle rive del Lambro


Gli Amici della Natura di Triuggio in collaborazione con il Parco  Valle Lambro e con il sostegno dei Contratti di Fiume di Regione Lombardia, organizza per sabato 31 marzo 2012 una giornata ecologica.

A partire dalle ore 8.15, con ritrovo presso il parcheggio di Canonica (borgo storico, via Emanuele Filiberto), si darà vita ad un'attività di gruppo volta alla pulizia delle rive del Lambro e alla cura del sentiero "Canonica - Valle del Rio Cantalupo". Il termine dei lavori previsto per le ore 12:30.

L'invito a partecipare è aperto a tutti; le attrezzature necessarie saranno messe a disposizione dagli Amici della Natura. Si prega di prenotare la propria partecipazione comunicando i dati anagrafici occorrenti ai fini assicurativi.

Per informazioni: adn.triuggio@gmail.com

mercoledì 28 marzo 2012

Bosco della Moronera: "Pesce d'aprile contro il cemento"


Le associazioni "Immagina Lomazzo" e "Altro  Futuro", in collaborazione con "Ecologisti e Reti Civiche" e i gruppi "Insieme in Rete per uno Sviluppo Sostenibile", organizzano per il 1 Aprile 2012 una passeggiata consapevole all'interno del bosco della Moronera, l'ultimo grande corridoio ecologico tra Como e Saronno,
sacrificato sull'altare dell'ennesima autostrada...

I partecipanti creeranno una coreografia visibile dagli aerei.

Come in altre situazioni italiane, esistevano valide alternative a questo sacrificio: prima della passeggiata sarà allestita una galleria-flash di altri ecomostri che minacciano, in particolare, il comasco e la Brianza. Saranno davvero in grado di contribuire ad una "ripresa miracolosa", come si dice? Non sarà questo il vero pesce d'aprile?

Programma:

ore 14:00 inaugurazione di una Mostra sugli scempi ambientali presso il parco della Trebbiatura
ore 15:00 partenza per la visita al bosco della Moronera
ore 17:00 rientro 

Ritrovo presso il parco della Trebbiatura, via Dante, angolo via Vittorio Veneto, Manera, fraz. di Lomazzo (Co).

In treno: Ferrovie Nord Milano, fermata "Rovellasca".
In auto: Autostrada A9, uscita "Lomazzo Sud"
In caso di maltempo l’evento verrà spostato a data da definirsi.

Link per prenotare la maglietta "Lasciare libero il paesaggio" (se si raggiungono 100 prenotazioni a 7 euro partono le stampe; i proventi copriranno le spese per le attività di sensibilizzazione sul consumo di suolo): http://www.produzionidalbasso.com/pdb_983.html

Troppe case per un mercato che non c'è

Articolo tratto da Vita del 27 marzo 2012

In Lombardia c’è un’offerta che non tiene conto del reale fabbisogno abitativo. E le proiezioni di qui a sei anni lo dimostrano appieno. Almeno questo è quanto emerge dalla ricerca condotta dal Politecnico di Milano per conto della Cisl e del Sicet Lombardia che è stata presentata il 27 marzo scorso durante il convegno “Offerta e fabbisogno di abitazioni in Lombardia”. Tra i dati, infatti, emerge come nel 2018 mancheranno 920.313 vani (pari a 418.324 case popolari) a canone sociale, 323.779 vani (147.172 alloggi) di edilizia convenzionata. In compenso, si registrerà un surplus di edilizia libera pari a 809.184 vani (ossia 367.811 case). E questo perché i Comuni hanno previsto nei piani urbanistici un eccesso di edilizia residenziale libera, per un mercato che non c'è, che da solo basterebbe a coprire il 65% della domanda di alloggi a canone sociale o convenzionato.

I dati della ricerca non lasciano spazio a molti dubbi. Esiste un fabbisogno forte e crescente di edilizia sociale da destinare all’affitto, con punte nella provincia di Milano, con Monza e Brianza, che genera un fabbisogno irrisolto al 2018 di 431.816 vani (196.280 alloggi) di edilizia sociale, 106.225 (48.284 abitazioni) di convenzionata.
Al secondo e terzo posto si collocano Brescia, con 129.024 vani (58.647 alloggi) di edilizia pubblica a canone sociale e 37.216 vani (16.916 abitazioni) di edilizia convenzionata, e Bergamo, con 85.377 vani (38.808 abitazioni) di edilizia sociale e 19.331 vani (8.787 alloggi) di convenzionata. Sul fronte dell'eccesso di edilizia libera, Bergamo sale al primo posto, con 138.263 vani (62.847 abitazioni), seguita da Brescia, con 107.518 vani (48.872 alloggi), e da Mantova con 102.556 vani (46.616 alloggi).

«Chiediamo al governo, alla Regione e ai Comuni un cambio di passo» ha affermato Gigi Petteni, segretario generale Cisl Lombardia. «La politica abitativa nazionale deve voltare pagina, perché a tanta domanda di case popolari non si risponde con i soli fondi immobiliari, ma tornando a investire nell’edilizia pubblica con un vero Piano per la casa, che in questa fase difficile sarebbe anche una leva importante per lo sviluppo. Le risorse si possono trovare impegnando le maggiori entrate erariali derivanti dalla lotta all’evasione fiscale nel settore e chiedendo una maggiore compartecipazione del comparto immobiliare al finanziamento dell’edilizia pubblica e sociale».

Sul fabbisogno di abitazioni a canone sociale e convenzionato incidono molti fattori: la formazione e lo scioglimento di nuove unioni, la tendenza a vivere da soli, le necessità indotte dagli studenti fuori sede e della condizione abitativa degli anziani soli, l'aumento della popolazione straniera. Su quest’ultimo fronte, in particolare, i ricongiungimenti familiari incidono del 10,62% sulla domanda complessiva di abitazioni stimata nel periodo 2009-2018. L’intera componente determinata dagli stranieri rappresenta nella Regione Lombardia il 35,67%.
I dati della ricerca, inoltre, mostrano una condizione reddituale che tende ad aggravarsi, sulla base della componente straniera e delle nuove situazioni di povertà e di precarietà che si vengono a creare nel territorio nazionale.

«Per costruire nuova edilizia pubblica si può puntare sul recupero e il riuso dei nuovi “vuoti urbani”» ha sottolineato Pierluigi Rancati, segretario generale Sicet Lombardia. «C’è un enorme patrimonio fondiario costituito da immobili dismessi del demanio statale, da caserme, scali ferroviari, aree d’impianti industriali dismessi o da delocalizzare». In particolare, ha aggiunto Rancati «sulle aree industriali dismesse, come anche sulle grandi aree di trasformazione urbana si devono stabilire con norma regionale obblighi di cessione gratuita, di quote consistenti di superficie territoriale da destinare all’incremento dello stock abitativo sociale, frenando l’eccesso d’offerta e di consumo di suolo per la costruzione d’edilizia libera (circa 368.000 abitazioni previste dai piani urbanisti), visto che il fabbisogno per questa tipologia è pressoché ovunque sovradimensionato».

Scarica qui la sintesi della pubblicazione.

Vive solo chi si muove: le reti ecologiche per la conservazione della biodiversità

Tratto da Varese News

Giovedì 29 marzo a partire dalle 9,30 e per tutta la giornata, alle Ville Ponti si parlerà di "urbanistica per gli animali": cioè, delle reti di connessione tra le aree naturali che permettono alle specie viventi di sopravvivere più agevolmente nei vari territori.

Perchè non solo la scomparsa ma anche la frammentazione delle aree naturali sono infatti tra le prime cause del declino della biodiversità: nel progettare quartieri, città e infrstrutture non si deve perciò  trascurare la necessità di spostamento delle specie animali, seguendo i mutamenti climatici.  «Questi processi naturali devono essere preservati - sottolinea Laura Gianetti, presidente dell’Ordine Architetti di Varese - e un plauso va all’Amministrazione provinciale, a Regione Lombardia, Fondazione Cariplo e Lipu per l’impegno profuso in questi ultimi cinque anni in progetti di connettività ecologica nella nostra provincia. Dal canto nostro, insieme con gli Ordini architetti di Como e di Lecco, stiamo portando avanti, nell’ambito del progetto Moslo (Mobilità sostenibile in Lombardia) la “via verde pedemontana”. Attraverso la realizzazione di piste ciclopedonali lungo il sedime del treno, grazie al recupero degli antichi tracciati di tratte ferroviarie che di fatto congiungono le tre province, intendiamo realizzare una sorta di corridoio verde che collegherà Varese, Como e Lecco».

Il convegno, prendendo le mosse dal volume “La connessione ecologica per la biodiversità - corridoi ecologici tra Parco del Ticino e Parco del Campo dei Fiori”, realizzato dalla Fondazione Lombardia per l’Ambiente e Lipu (Lega italiana protezione uccelli) grazie al contributo della Fondazione Cariplo, intende fornire un quadro completo dei progetti realizzati per ribadire l’importanza del mantenimento di una rete ecologica efficiente. E vanta anche un parterre d’eccezione: che annovera i vertici delle istituzioni varesine oltre che rappresentanti di numerose altre realtà associative, organizzazioni, enti di ricerca, università, istituzioni a livello nazionale e internazionale.

Scarica qui il programma della giornata.

Carate Brianza - Osservazioni al PTCP: L'ampliamento della Rete Verde di Ricomposizione Paesaggistica

Osservazione n. 8 presentata dal Comitato per l'Ampliamento del Parco Brianza centrale al PTCP della Provincia di MB e riguardante il Comune di Carate Brianza, zona  vie Colombo, Tintoretto, Caravaggio e per Albiate

Ambiti di interesse provinciale - Immagine  PTCP di Monza e Brianza  (adottato) Tavola 6d
Elementi di caratterizzazione ecologica del territorio - Immagine  PTCP di Monza e Brianza  (adottato) Tavola 2

Con l'obiettivo di rafforzare il delicato corridoio ecologico primario della RER - Rete Ecologica Regionale (Tavola 2 del PTCP - Elementi di caratterizzazione ecologica del territorio), in corrispondenza di uno dei suoi settori più fragili e frammentati, ovvero nel tratto di connessione compreso tra le aree del Parco Regionale della Valle del Lambro e quelle, agricole e naturali, sopravvissute sul confine tra i Comuni di Albiate, Carate Brianza, Seregno, Lissone, Macherio e Sovico.

Visto e considerato che già una parte delle aree dell'ambito di trasformazione residenziale. previsto dal PGT di Carate Brianza, circoscritto dalla vie Colombo, Tintoretto, Caravaggio e per Albiate, sono state incluse nella Rete Verde di Ricomposizione Paesaggistica (Tavola 6a del Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale – art. 31),

si richiede l'inclusione nella Rete Verde di Ricomposizione Paesaggistica (Tavola 6a del Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale – art. 31) delle restanti aree, interessate dall'ambito di trasformazione residenziale. previsto dal PGT di Carate Brianza (circoscritto dalla vie Colombo, Tintoretto, Caravaggio e per Albiate), così come indicato nella perimetrazione e nel contorno in rosso nelle immagini allegate.

martedì 27 marzo 2012

Il pane a "km zero" non ha bisogno di nuove strade!


Alberi contro la Tem "Così salviamo i campi"
Protesta dei Gas di Caponago
Articolo di Antonio Caccamo - tratto da Il Giorno del 25/3/2012

Zappe, rastrelli, annaffiatoi, stivali e cibo per il pranzo al sacco. I Gas, cioè i gruppi di acquisto solidale della Brianza, protestano contro la Tangenziale est esterna. Per contestarla hanno piantato per un giorno intero alberi e arbusti nel loro campo di grano da cui ricavano la farina che garantisce il pane biologico a 600 famiglie. Il progetto si chiama «Spiga & Madia». E sono pronti a fare le barricate per difenderlo.

Il fatto è che il loro pezzo di campagna è messo in pericolo dal passaggio della nuova tangenziale milanese, destinata a collegare l’autostrada A4 all’A1, da Agrate e Melegnano. Intanto sabato 500 persone hanno aiutato Franco Viganò, l’agricoltore che lavora il terreno per conto dei gruppi d’acquisto, a piantare una siepe a protezione del campo di grano: «Non ci sono solo gli interessi del cemento e dell’asfalto, ma anche quelli del pane biologico e di un corretto uso del territorio», manda a dire Roberto Brambilla, ingegnere con la passione dell’ambiente, menere scava la buca dove riporre un arbusto.

C’è allarme, perché i cantieri della nuova tangenziale milanese apriranno entro fine marzo. «Non si sa quando la tangenziale sarà completata. L’unica certezza è che cancellerà “Spiga & madia”», spiega Marco Balconi, vicepresidente del Distretto economia solidale della Brianza (Desbri), a cui si deve il progetto del pane a «chilometro zero»: «Sarà costruita una rotonda per collegare la Tangenziale all’A4 proprio in mezzo al terreno dove 600 famiglie dei gruppi di acquisto solidali della Brianza coltivano da anni il grano per il loro pane biologico».

La società Tangenziale esterna Spa ricorda però che la contestata rotatoria lungo la provinciale Monza-Melzo, tra Caponago e Pessano con Bornago, è «un’opera prevista nel progetto preliminare della Tangenziale est esterna di Milano, approvato dal Cipe». E aggiunge che il disegno originario, lungo il canale Villoresi, è stato modificato su richiesta della Provincia di Milano per limitare il consumo di aree agricole e l’impatto ambientale sul Villoresi. Sarà realizzato, per esempio, un sottopasso al canale e saranno piantati alberi a protezione del torrente Molgora. In più: una pista ciclopedonale tra Caponago e Pessano con Bornago, un ponte sulla Monza-Melzo e altro verde pubblico nel parco del Molgora. Da Cascina Canepa in bici si potrà raggiungere la ciclabile per l’Adda.

Guarda anche le videointerviste pubblicate su "Vorrei"

Festa delle uova nel Parco del Molgora

Sovico - Osservazioni al PTCP: L'ampliamento della Rete Verde di Ricomposizione Paesaggistica

Osservazione n. 4 presentata dal Comitato per l'Ampliamento del Parco Brianza centrale al PTCP della Provincia di MB e riguardante il Comune di Sovico, zona  Cascina Canzi e Cascina Virginia
Ambiti di interesse provinciale - Immagine  PTCP di Monza e Brianza  (adottato) Tavola 6d

Immagine Comune di Sovico - Piano di Governo del Territorio  Tavola  6.1   Documento di Piano  –  Quadro strategico  / Gli Ambiti di Trasformazione

Fatto riferimento a quanto è suggerito nel Rapporto finale DiAP sul documento di inquadramento del Piano d’Area Pedemontana  “...La Rete verde d’altra parte ricomprende le zone a sud tra Lissone e Macherio, ma esclude le aree agricole strategiche e le aree attualmente non edificate di Sovico e di Albiate. Si suggerisce una sua estensione ad est comprendendo almeno le zone agricole strategiche di Albiate e Sovico...”, visto e considerato che le aree oggetto della presente osservazione: sono indicate dal PGT del Comune di Sovico come Aree di potenziamento della fruibilità ambientale (vedi Tavola 6.1  Documento di Piano – Quadro strategico / Gli Ambiti di Trasformazione);

fatta eccezione per alcuni orti e per una piccola zona boscata (ex vivaio), sono aree agricole attualmente coltivate e presidiate da agricoltori locali, quali la nota azienda di allevamento e vendita diretta di carni e bovine  “Pio Bove”;

sono aree di grande valore paesistico, perchè assicurano la continuità degli spazi aperti all'interno della conurbazione della Brianza Centrale;

costituiscono  un possibile, ulteriore, irrobustimento del corridoio ecologico primario della RER - Rete Ecologica Regionale, di connessione con il Parco Regionale della Valle del Lambro (Tavola 2 del PTCP - Elementi di caratterizzazione ecologica del territorio), ad ovest delle Cascine Canzi e Virginia;

si richiede il completo inserimento delle aree, contornate in rosso nelle immagini allegate, nella Rete Verde di  Ricomposizione Paesaggistica  (Tavola 6a  del Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale – art.31).

Il percorso della metrotramvia a Seregno

Plis Brianza Centrale - Nell'immagine l'area che verrà sacrificata per far posto al prolungamento di via Platone
Il precedente post sulla metrotramvia a Seregno ha suscitato curiosità nei lettori di questo blog. Pubblichiamo pertanto una descrizione del percorso nel territorio comunale e diverse immagini tratte sia dalla relazione che dagli elaborati tecnici.

DAL CONFINE COMUNALE CON DESIO AL DEPOSITO-OFFICINA

Metrotramvia - L'immissione su viale Europa da via Mazzini di Desio
La metrotramvia si immette nel Comune di Seregno in viale Europa, strada che segue il confine tra i Comuni di Desio e Seregno e che dà a questa parte del tracciato un andamento ovest-est.

La ridotta ampiezza di viale Europa, poco superiore ai 12 m, non consente di dare alla metrotranvia una sede propria, per cui la linea passa in sede promiscua a doppio binario.
All’inizio del viale è localizzata la fermata Desio-San Carlo con banchine laterali ricavate sui marciapiedi.
ll raddoppio del binario inizia già nell’ultimo tratto di via Mazzini, in modo da ricavare un tratto a doppio binario in sede propria atto a ospitare un tram proveniente da Seregno fermo in attesa di immettersi nella tratta a singolo binario.

IL DEPOSITO-OFFICINA

Pianta del deposito-officina di Desio-Seregno
Nell'area fra il quartiere San Carlo e via Milano a cavallo del confine fra i Comuni di Desio e Seregno viene realizzato il nuovo deposito. L’area del deposito, che rientra nel Parco locale di interesse sovracomunale della "Brianza Centrale”, è stata accuratamente concordata fra i due Comuni interessati.

Il nuovo deposito-officina, ubicato al confine fra i Comuni di Desio e Seregno, è dimensionato per ospitare tutti i tram bidirezionali (ovvero i tram specializzati per l’esercizio della seconda parte della linea, da Calderara a Seregno FS), nonché una buona parte di quelli destinati al servizio Milano Castello-Calderara. In particolare la rimessa del deposito è in grado di ospitare 34 tram a grande capacità, aventi lunghezza di circa 35 metri.

Per l’effettuazione della manutenzione dei rotabili della linea il deposito comprende un’ofñcina dotata di fosse d’ispezione, passerelle per la manutenzione degli equipaggiamenti sul tetto delle vetture, sistema per il sollevamento dei rotabili, gru a bandiera, carro ponte, ecc. il deposito è altresi dotato di tornio in fossa e di impianto di lavaggio.

Il deposito officina - Prospetto ovest
Il dimensionamento del deposito garantisce la possibilità di rimessaggio delle vetture sia nelle operazioni di avvio e di chiusura giomaliera del servizio sia il ricovero dei veicoli guasti o in esubero durante l‘esercizio.

DAL DEPOSITO ALLA FERMATA SEREGNO-PLATONE

L'area del Parco Brianza Centrale che verrà sacrificata per far posto al prolungamento di via Platone
Il deposito, collocandosi a cavaliere tra i Comuni di Desio e Seregno, fa si che viale Europa non sbocchi più su via Milano; ma la metrotranvia porta con sé il completamento dell’asse viario di via Platone, fra viale Europa e via Avogadro, offrendo così un nuovo collegamento tra viale Europa e via Milano.

La "nuova" via Platone all'interno del Plis Brianza Centrale
Quì la metrotranvia si mantiene a doppio binario, ma in sede propria, su parterre centrale carreggiate laterali larghe 5,50 m.
Oltrepassata via Avogadro la sede tranviaria, sempre a doppio binario, diviene di tipo promiscuo, collocarsi nella carreggiata esistente di via Platone. Questa scelta da una parte non comporta penalità di rilievo nell’esercizio tranviario per via dei modesti volumi di traffico, per lo più di tipo locale; dall'altra consente l’inserirnento della metrotranvia senza stravolgimenti dell’assetto viario, preservando le alberature, i parcheggi e gli spazi ciclo-pedonali esistenti.
La fermata Seregno-Platone, ubicata poco prima dell'intersezione fra via Platone e via Pacini, ha banchine laterali ricavate una sul marciapiede e l’altra sul parterre che separa la carreggiata dall’area parcheggio.

DALLA FERMATA SEREGNO-PLATONE ALLA FERMATA SEREGNO-EDISON

Metrotramvia - l'inserimento in via Colzani
Oltrepassata la fermata Seregno-Platone e l’ìntersezione con via Pacini, la metrotranvia torna a singolo binario in sede propria, con carreggiate laterali larghe 4,00 m.
La collocazione della sede tranviaria e degli spazi stradali adiacenti risulta compatibile con il piano di lottizzazione in essere sul lato occidentate di via Platone compreso fra le vie Erodoto e Colzani.
In fondo a via Platone la metrotranvia, sempre a binario unico in sede propria, piega a destra inserendosi in via Colzani, dove è collocata la fermata Seregno-Edison, con raddoppio del binario e banchina a isola.

DALLA FERMATA SEREGNO-EDISON AL CAPOLINEA DI SEREGNO FS

Metrotramvia - Capolinea di via Milano a Seregno
Lo spazio libero presso lo sbocco di via Colzani su via Milano permette di allargare le carreggiate e di organizzare con adeguate canalizzazioni l’ìntersezione stessa e la svolta della metrotranvia in via Milano. ll parterre centrale, su cui corre il binario tranviario, assume una forma a goccia.

Presso l’ìntersezione Colzani-Milano è ubicata la sottostazione elettrica “Seregno-Colzani", con il relativo piazzale di pertinenza e manovra. Questo è recintato con recinzione alta 2,50 m, realizzata con pannelli rigidi costituiti da maglia di tondini in acciaio elettrosaldati, e con cancello scorrevole.

Infine la metrotranvia va ad attestarsi a ridosso della stazione ferroviaria di Seregno, fra lo scalo merci e la trincea della rampa del sottovia di via Milano.

Tale attestamento della metrotranvia:
• rappresenta una soluzione di prima fase rispetto a uno scenario futuro, la cui collocazione nel tempo è difficilmente definibile. Ci si riferisce al progetto RFl di quadruplicamento della linea Chiasso-Monza, nell’ambito del quale lo scalo merci di Seregno dovrebbe essere rilocalizzato. A quel punto la metrotranvia potrà essere attestata parallelamente ai binari ferroviari, utilizzando lo stesso sottopasso della
stazione, che avrà anche uno sbocco sul iato sud della stazione stessa;
• presuppone la realizzazione del previsto sottopasso (o sovrappasso) pedonale della ferrovia in corrispondenza di via Milano e della nuova autostazione, la quale a sua volta è collegata alla stazione ferroviaria tramite il marciapiede del primo binario, recentemente all’uopo allungato.

La fermata terminale della metrotranvia, a tre binari, richiede:
• l’arretramento di 9,20 m del muro di recinzione dello scalo merci;
• un adeguamento delfingresso carraio allo scalo;
• l'accorciamento di tre binari tronchi dello scalo.
Tali modifiche, concordate con RFI, non compromettono la funzionalità dello scalo merci.

Leggi anche:
- Metrotramvia a Seregno: un intervento invasivo
- Relazione tecnica metrotramvia

lunedì 26 marzo 2012

Albiate - Osservazioni al PTCP: La salvaguardia degli Ambiti Agricoli Strategici

Osservazione n. 3 presentata dal Comitato per l'Ampliamento del Parco Brianza centrale al PTCP della Provincia di MB e riguardante il Comune di Albiate, zona Cascina Dosso – via delle Valli
Ambiti destinati all'attività agricola di interesse strategico - Immagine  PTCP di Monza e Brianza  (adottato) Tavola 7
Elementi di caratterizzazione ecologica del territorio - Immagine  PTCP di Monza e Brianza  (adottato) Tavola 2
Preso atto delle differenti destinazioni urbanistiche indicate dagli azzonamenti del PGT di Albiate (Polo produttivo Albiate Seregno Della Valle) ma, al tempo stesso, sottolineata la più che discutibile necessità di ampliamento del polo produttivo sul confine con il Comune di Seregno, in primo luogo, per la cessata attività di una delle due aziende operanti in loco ma anche in considerazione della bassa accessibilità del sito  (Tavola 14 del PTCP - Ambiti di accessibilità sostenibile).

Fatto, infine, riferimento a quanto è suggerito nel Rapporto finale DiAP sul documento di inquadramento del Piano d’Area Pedemontana “... Una parte significativa dell’area è inserita tra le Aree agricole strategiche. Si suggerisce tuttavia una loro estensione comprendendo tutte le aree di compensazione ambientale di Macherio e di Lissone, la zona di rispetto attorno al nuovo ipotizzato cimitero, le aree a sud del Dosso tra i comuni di Seregno e Albiate...”,

visto e considerato che le aree oggetto della presente osservazione sono:
quelle a sud di via delle Valli, aree agricole attualmente coltivate e presidiate da agricoltori locali;
quelle a nord di via delle Valli, aree a prato stabile polifita ed, in parte minore, incolti (rifugio della microfauna);

aree di grande rilevanza paesistica, perchè assicurano la continuità degli spazi aperti all'interno della conurbazione della Brianza Centrale;

aree di notevole rilevanza ecologica perchè:
a)  area di un corridoio primario, della Rete Ecologica Regionale, di connessione con il Parco Regionale della Valle del Lambro (Tavola 2 del PTCP - Elementi di caratterizzazione ecologica del territorio) sulle quali, in particolare, insiste una zona di cespuglieto, importante habitat per la microfauna della zona;
b) riconosciuta come parte della Rete Verde di ricomposizione paesaggistica (Tavola 6a del PTCP - Progetto di tutela e valorizzazione del paesaggio - art. 31);

essendo parte delle stesse già destinate a diventare “Aree di fruizione del PLIS e corridoi ecologici soggetti a compensazione” dell'ambito di trasformazione del Polo produttivo Albiate Seregno Della Valle (PGT Albiate Tavola E1 - Carta delle previsioni e degli obiettivi urbanistici);

a garanzia della massima tutela del corridoio ecologico primario della RER

si richiede il completo inserimento delle aree, contornate in rosso nelle immagini allegate, negli Ambiti destinati all'attività agricola di interesse strategico (Tavola 7  del Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale - art. 6).

In subordine, si richiede il completo inserimento negli Ambiti destinati all'attività agricola di interesse strategico (Tavola 7  del Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale – art. 6) delle aree destinate a diventare “Aree di fruizione del PLIS e corridoi ecologici soggetti a compensazione” dell'ambito di trasformazione del Polo produttivo Albiate Seregno Della Valle (PGT Albiate – Tavola E1 - Carta delle previsioni e degli obiettivi urbanistici).

Osservazione n. 5 presentata dal Comitato per l'Ampliamento del Parco Brianza centrale al PTCP della Provincia di MB e riguardante il Comune di Albiate, zona nord-est  di Cascina Dosso
Ambiti di interesse provinciale - Immagine  PTCP di Monza e Brianza  (adottato) Tavola 6d
Preso atto delle differenti destinazioni urbanistiche contenute nel PGT di Albiate  (Ambiti di trasformazione: Area Campelli Strecciola e Area Robetti-Europa  / Tavola E1 - Carta delle previsioni e degli obiettivi urbanistici) ma, al contempo, fatto riferimento, anche, a quanto è suggerito nel Rapporto finale DiAP sul documento di inquadramento del Piano d’Area Pedemontana  “...La Rete verde d’altra parte ricomprende le zone a sud tra Lissone e Macherio, ma esclude le aree agricole strategiche e le aree attualmente non edificate di Sovico e di Albiate. Si suggerisce una sua estensione ad est comprendendo almeno le zone agricole strategiche di Albiate e Sovico...”,
visto e considerato che le aree oggetto della presente osservazione:

sono aree agricole attualmente coltivate e presidiate da agricoltori locali;sono aree di alto valore paesistico, perchè, in primo luogo, garantiscono la continuità degli spazi aperti all'interno della conurbazione della Brianza Centrale ma anche perchè assicurano, inoltre, alcune visuali di pregio che meritano di essere conservate o, meglio ancora, migliorate e valorizzate come, ad esempio, il cannocchiale visivo verso Cascina Canzi e la discontinua quanto caratteristica alberatura lungo il margine sud di via Nazario Sauro;
costituiscono un possibile, ulteriore ed importante, irrobustimento del corridoio ecologico primario della RER- Rete Ecologica Regionale, di connessione con il Parco Regionale della Valle del Lambro (Tavola 2 del PTCP - Elementi di caratterizzazione ecologica del territorio), a nord-est di Cascine Dosso;
con l'obiettivo di contribuire al massimo contenimento del consumo di suolo agricolo e naturale all'interno della conurbazione della Brianza Centrale e di rafforzare uno dei settori più delicati e frammentati dell'intera Rete Ecologica Regionaleconseguentemente ad una differente ricollocazione dei diritti volumetrici, già acquisiti, degli Ambiti di trasformazioni urbanistica, sopra indicati, previsti dal vigente PGT del Comune di Albiate.

si richiede il completo inserimento delle aree, contornate in rosso nell'immagine allegata, negli Ambiti destinati all'attività agricola di interesse strategico (Tavola 7 del Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale - art. 6) e nella Rete Verde di Ricomposizione Paesaggistica (Tavola 6a del Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale – art. 31).

In subordine, si richiede il completo inserimento delle aree, contornate in rosso nell'immagine allegata, nella Rete Verde di Ricomposizione Paesaggistica (Tavola 6a del Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale – art. 31).

Osservazione n. 6 presentata dal Comitato per l'Ampliamento del Parco Brianza centrale al PTCP della Provincia di MB e riguardante il Comune di Albiate, zona via Cesare Battisti – via San Carlo
Ambiti di interesse provinciale - Immagine  PTCP di Monza e Brianza  (adottato) Tavola 6d

Elementi di caratterizzazione ecologica del territorio - Immagine  PTCP di Monza e Brianza  (adottato) Tavola 2
Preso atto delle differenti destinazioni urbanistiche contenute nel PGT di Albiate  (Ambito di trasformazione: Area Gramsci est / Tavola E1 - Carta delle previsioni e degli obiettivi urbanistici) ma, al contempo, fatto riferimento, anche, a quanto è suggerito nel Rapporto finale DiAP sul documento di inquadramento del Piano d’Area Pedemontana  “...La Rete verde d’altra parte ricomprende le zone a sud tra Lissone e Macherio, ma esclude le aree agricole strategiche e le aree attualmente non edificate di Sovico e di Albiate. Si suggerisce una sua estensione ad est comprendendo almeno le zone agricole strategiche di Albiate e Sovico...”, visto e considerato che l'area, tra le albiatesi via Cesare Battisti e via San Carlo, oggetto della presente osservazione: 

è un'area agricola attualmente coltivata e presidiata da agricoltori locali;è un'area di grande valore paesistico, perchè assicura la continuità degli spazi aperti all'interno della conurbazione della Brianza Centrale;è un'area di estrema rilevanza ecologica perchè parte del delicato corridoio primario della RER - Rete Ecologica Regionale, di connessione con il Parco Regionale della Valle del Lambro (Tavola 2 del PTCP - Elementi di caratterizzazione ecologica del territorio) e perchè, di fatto, costituisce anche l'unico vero varco che garantisce ancora la continuità di connessione ecologica tra il Parco Regionale della Valle del Lambro e le aree, agricole e naturali, sopravvissute sul confine tra i Comuni di Albiate, Seregno, Lissone, Macherio e Sovico;

con l'obiettivo di contribuire al massimo contenimento del consumo di suolo agricolo e naturale all'interno della conurbazione della Brianza Centrale e, soprattutto, di rafforzare ed ampliare un delicato varco ecologico compreso in uno dei settori più fragili e frammentati dell'intera Rete Ecologica Regionale  conseguentemente ad una differente ricollocazione dei diritti volumetrici, già acquisiti, dell'Ambito di trasformazioni urbanistica, sopra indicato, previsti dal vigente PGT del Comune di Albiate.

si richiede il completo inserimento delle aree, contornate in rosso nelle immagini allegate, negli Ambiti destinati all'attività agricola di interesse strategico (Tavola 7 del Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale - art. 6) e nella Rete Verde di Ricomposizione Paesaggistica (art. 31 – Tavola 6a del Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale). 

In subordine, si richiede il completo inserimento delle aree, contornate in rosso nelle immagini allegate, nella Rete Verde di Ricomposizione Paesaggistica (Tavola 6a del Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale – art. 31).

Osservazione n. 7 presentata dal Comitato per l'Ampliamento del Parco Brianza centrale al PTCP della Provincia di MB e riguardante il Comune di Albiate, zona  via 2 Giugno – via Sant'Ambrogio – via San Carlo
Ambiti di interesse provinciale - Immagine  PTCP di Monza e Brianza  (adottato) Tavola 6d
Elementi di caratterizzazione ecologica del territorio - Immagine  PTCP di Monza e Brianza  (adottato) Tavola 2
Con l'obiettivo di rafforzare il delicato corridoio ecologico primario della RER - Rete Ecologica Regionale (Tavola 2 del PTCP - Elementi di caratterizzazione ecologica del territorio), in corrispondenza di uno dei suoi settori più fragili e frammentati, ovvero nel tratto di connessione compreso tra le aree del Parco Regionale della Valle del Lambro e quelle, agricole e naturali, sopravvissute sul confine tra i Comuni di Albiate, Carate Brianza, Seregno, Lissone, Macherio e Sovico.

Fatto, anche, riferimento a quanto è suggerito nel Rapporto finale DiAP sul documento di inquadramento del Piano d’Area Pedemontana “...La Rete verde d’altra parte ricomprende le zone a sud tra Lissone e Macherio, ma esclude le aree agricole strategiche e le aree attualmente non edificate di Sovico e di Albiate. Si suggerisceuna sua estensione ad est comprendendo almeno le zone agricole strategiche di Albiate e Sovico...”,

si richiede l'inclusione nella Rete Verde di Ricomposizione Paesaggistica (Tavola 6a del Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale – art. 31) degli Ambiti destinati all'attività agricola di interesse strategico, contornati in rosso nelle immagini allegate, situati nel territorio del Comune di Albiate e, più precisamente, compresi tra le vie 2 Giugno, Sant'Ambrogio e San Carlo.