venerdì 30 marzo 2018

Da Cantù a Mariano Comense lungo il cammino di Sant'Agostino


Domenica  8 Aprile 2018

Da Cantù a Mariano Comense:
  • dal Santuario della Madonna dei Miracoli a Cantù al Santuario della Madonna di Rogoredo ad Alzate Brianza (Km 18)
  • dal Santuario della Madonna di Rogoredo ad Alzate Brianza al Santuario della Madonna di San Rocco di Mariano Comense (km 9)

Programma:
  • ore 9,00: ritrovo a Cantù al Santuario della Madonna dei Miracoli
  • ore 9.15: partenza per Alzate Brianza: Sosta per il Pranzo al Sacco a Montorfano e arrivo alla Madonna di Rogoredo entro le ore 14.30.
  • ore 14.50: Partenza per Mariano Comense con breve sosta alla chiesa di Sant'Adriano a Olgelasca, chiesa romanica XI – XII secolo (da confermare), quindi arrivo alla Madonna di San Rocco entro le ore 16,30.
Camminata in buona parte nella brughiera brianzola e passaggio dal lago di Montorfano: percorso leggermente ondulato senza difficoltà di percorrenza.

Per chi non se la sentisse di percorrerla interamente la tappa è suddivisibile in due parti: da Cantù a Montorfano (dove sosteremo per il pranzo al sacco) e da Montorfano a Mariano Comense (o per chi desiderasse renderla ancora più breve da Alzate a Mariano Comense).

Purtroppo non è una di quelle tappe facilmente raggiungibili con mezzi pubblici: si consiglia quindi di trovarsi al Santuario di Cantù con auto proprie: qui sarà possibile tornare al pomeriggio con Bus di linea che collega Mariano a Cantù con corse ogni ora (Linea C80 al minuto 0,40 circa di ogni ora: Fermata in Via Como nelle immediate vicinanze del Santuario di S. Rocco).
Chi invece si ferma a Montorfano potrà rientrare a Cantù (fermata via Fossano scuole, vicino al Santuario, valida anche per la linea C80), dove si è lasciata l'auto al mattino, con bus con corsa ore 15.00 (linea C45).

A copertura delle spese sostenute per l'organizzazione (Offerte ai Santuari e eventuale visita Chiesetta di Sant'Adriano) è gradita un'offerta libera da parte dei   partecipanti che sarà raccolta durante la pausa per il pranzo al sacco.

Info ed adesioni: ellembi47@gmail.com

Da Albavilla ad Alzate con l'associazione "La Martesana"

Lunedì 2 Aprile 2018 

Programma
  •   8,30 Ritrovo davanti alla chiesa  di  S Dionigi  a  Carcano di Albavilla
  •   9,00 Visita alla chiesetta romanica di  Corogna
  • 11,00 Località  S Bartolomeo  e  Parravicina 
  • 11,30 Salita  per visita ai resti  Castello di Montorfano
  • 12,30 Pranzo al sacco a  Montorfano
  • 14,00 Partenza per Alzate
  • 15,00 Visita Torre di Alzate e  chiesetta di S. Giorgio
  • 16,00 Visita  Villa del Soldo  - con auto navetta ritorno a Carcano
Percorso facile - breve salita al castello - percorso di 12 Km – portare  pranzo al sacco - abbigliamento adatto e scarpe da Trekking – In caso di cattivo tempo sarà rimandata

Riserva di Montorfano: pulizie di primavera con i volontari de "L'Ontano"


Giovedì 22 marzo 2018 nel primo pomeriggio i volontari de L'Ontano hanno ripulito nuovamente la Riserva perchè i cestini dell’immondizia erano sempre più colmi e la spazzatura si accumulava anche per terra attorno ai raccoglitori.

Diverse segnalazioni sono arrivate per questa situazione, così i nostri volontari hanno deciso autonomamente e volontariamente di intervenire per ripulire tutta l’area.L’intervento era già stato programmato per la settimana precedente ma è stato rimandato a causa del maltempo. Speriamo che con l’arrivo della bella stagione le autorità competenti e l’ente gestore della Riserva  collaborino  e  si  coordinano  tra  di  loro  per  risolvere  questa  situazione  dovuta anche ad uno scarso controllo dell’area.

Non è la prima volta e non sarà di certo l’ultima, che L’Ontano, di sua spontanea volontà, non sollecitato da alcuno, effettua interventi di questo genere a favore  della “Natura”, (pulizia e ripristino dei sentieri, di rogge e zone umide, pulizia e governo dei boschi) realizzando così concretamente alcuni degli obiettivi  dell’Associazione: il rispetto e la tutela dell’ambiente.

Avvicinandosi la primavera i volontari hanno già effettuato la pulizia dei sentieri del Monte e prima dell'inizio della "Campagna di salvataggio Anfibi" hanno pulito  e sistemato il prato Fontana e la roggia al  di là della strada  provinciale che rappresenta l'unico e importantissimo corridoio ecologico verso il lago.

Il Sindaco ha ringraziato pubblicamente i volontari perché offrono un esempio pratico di buona volontà e collaborazione.

martedì 27 marzo 2018

Gli anfifi della Pozza Meder cercano aiuto

Molti di Voi aiutano già concretamente gli anfibi. Adesso ci viene chiesto un aiuto straordinario.

COMUNICATO URGENTE

Nella notte tra sabato e domenica scorsi, ignoti hanno sversato una notevole quantità di olio motore esausto nella Pozza Meder, sull'Altopiano di Cariadeghe nel comune di Serle (BS), provocando volutamente un vero e proprio disastro ambientale.

La pozza rappresenta infatti un importante sito di riproduzione frequentato da centinaia di rospi, rane e tritoni (comprese specie tutelate dalla Direttiva Habitat), da poco giunti in acqua per riprodursi.
Volontari stanno procedendo alla cattura degli animali, alla loro pulizia manuale in acqua pulita e alla stabulazione provvisoria in ambienti sani. Essi stanno inoltre recintando la pozza, con turni di vigilanza anche notturna, per impedire che altri Anfibi, ancora in migrazione, si immergano nel laghetto inquinato. Nel contempo parte dell’olio è stato rimosso con attrezzatura di spurgo mentre la protezione civile sta fornendo acqua pulita per le operazioni di immediato soccorso.

L'Arpa e la Prefettura invieranno mezzi e attrezzature per la bonifica, si tenterà di aspirare progressivamente l'acqua, ma con apposita rete per salvaguardare ogni anfibio presente ancora nell'invaso; purtroppo non sarà possibile salvare gran parte delle ovature.

La zona verrà circondata da barriera anti-ingresso per evitare che gli anfibi ancora in migrazione verso lo stagno si contaminino; gli esemplari intercettati verranno spostati in pozze vicine.
Dato l’impegno necessario,  si cercano volontari  disponibili a partecipare  alle operazioni.

Gli interessati possono contattare Raoul MANENTI (cell. 3490733107), che si recherà in loco domani e potrà fornire indicazioni più dettagliate.

Per i volontari è necessaria adeguata dotazione di  stivaloni,  guanti anti oleiminerali e - indumenti usa e getta o tute resistenti lavabili.

sabato 24 marzo 2018

"Le delizie della villeggiatura": presentazione del volume su Villa Tittoni di Desio


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Che aroma... le aromatiche!


WWF Lecco in piazza con la Festa di Primavera


Per celebrare l’Ora della Terra 2018, il più grande evento mondiale contro i cambiamenti climatici, WWF Lecco in piazza con le piante officinali

Un’ora riempita da centinaia di milioni di gesti simbolici, come spegnere le luci della propria casa e dei monumenti, che si trasformano in un appello planetario contro il cambiamento climatico e per la difesa del Pianeta. È questa l’energia positiva di Earth Hour - Ora della Terra, la più grande mobilitazione globale del WWF che tornerà sabato 24 marzo, dalle 20.30 alle 21.30 di ciascun paese. Dal Pacifico alle coste atlantiche si spegneranno monumenti, luoghi simbolo, compresi Colosseo e Basilica di San Pietro, sedi istituzionali, uffici, imprese e abitazioni private di tutto il mondo con centinaia di eventi e iniziative speciali sul web e nelle migliaia di città coinvolte in un vertiginoso gioco colorato dell’ON-OFF delle icone mondiali.


La partecipazione all’iniziativa si fonda sulla semplicità ma nello stesso tempo sulla significatività di un gesto: spegnere la luce di una casa, di un edificio, di un monumento, l’illuminazione di una strada o di una particolare area di una città per un’ora, partecipando in tal modo  ad un’iniziativa di forte valenza simbolica, un’occasione per rendere esplicita la volontà di sentirsi uniti nella sfida globale al cambiamento climatico che nessuno può pensare di vincere da solo.
“Insieme è possibile”, questo è stato lo slogan che ha caratterizzato l’edizione 2017 di Earth Hour, che su scala internazionale ha coinvolto 187 diversi Paesi e milioni di persone e su scala nazionale.
Quest’anno l’intenzione è di chiedere alle persone, alle istituzioni, alle collettività e alle imprese di “connettersi” per salvare il Pianeta e vedere le connessioni tra i grandi problemi ambientali, dal cambiamento climatico alla perdita della biodiversità, e la nostra vita, il nostro benessere, la nostra salute, il nostro futuro. Lo slogan 2018 è infatti “Connect2earth”.


CAOS CLIMATICO. Il cambiamento climatico infatti è una delle minacce più devastanti per gli ecosistemi, la biodiversità, la straordinaria ricchezza della vita sulla Terra. Il 2017 si è chiuso come il secondo anno più caldo mai registrato, insieme al 2015 e dopo il 2016. Ma nel 2017 non c'era El Niño, il fenomeno periodico provocato dal surriscaldamento delle acque dell'Oceano Pacifico, quindi il dato è ancor più preoccupante. In questo secolo si sono anche avuti 17 dei 18 anni più caldi mai registrati, contando anche il 2000.  Tra le tante specie simbolo colpite dal climate change il WWF Italia ha scelto il leopardo delle nevi, per il quale sostiene concretamente i progetti di tutela. A chiusura del bilancio 2017 la sezione lecchese del WWF ha destinato una donazione di 2.000,00€ al progetto internazionale per la tutela del leopardo delle nevi.
Questo splendido felino per millenni ha dominato le cime più alte dell’Asia, dall’Himalaya al Karakorum, vivendo tra i 3.000 e i 4.000 metri di altitudine e adattandosi alle condizioni più estreme. Purtroppo il riscaldamento globale sta distruggendo il suo habitat: la specie è ridotta a meno di 7000 individui e l'effetto clima sull'Himalaya potrebbe cancellare il 30% del suo habitat. Lo stato di salute della specie è strettamente connesso con quella umana: ben 3 miliardi di persone vivono grazie alle risorse idriche dei 7 grandi fiumi asiatici alimentati dalla catena himalayana e la sofferenza dei ghiacciai derivata dal riscaldamento globale è un pericolo anche per loro.

I COMUNI LECCHESI. Come ogni anno WWF Lecco ha inviato a tutti i Sindaci lecchesi l’invito ad aderire all’Ora della Terra, attraverso lo spegnimento simbolico di un luogo significativo di competenza dell’Amministrazione Comunale (una piazza, un edificio o un monumento..), proponendo anche, dove possibile, all’organizzazione di attività di sensibilizzazione dedicate. Lanciato l’invito in questi giorni dal WWF Lecco, è stato il Comune di Dolzago, con il Sindaco Paolo Lanfranchi, il primo comune ad aderire, assicurando lo spegnimento delle luci del Municipio per tutta la notte e la sensibilizzazione dei cittadini sul tema del risparmio energetico. A seguire sono giunte le adesioni dei Comuni di Brivio, Calco, Cernusco Lombardone, Colle Brianza, Lecco, Pasturo… la mappa aggiornata dei Comuni aderenti è disponibile sul sito web del WWF Lecco.


LA FESTA DI PRIMAVERA. In occasione di Earth Hour WWF Lecco dà appuntamento a tutti i lecchesi con la “Festa di Primavera”, un tavolo propagandistico previsto per la giornata appunto di sabato 24 marzo in piazza XX settembre a Lecco.
Per sostenere le attività del WWF lecchese sarà possibile, a fronte di una piccola offerta, ricevere una pianta di erbe aromatiche, per rendere un po' più verde la nostra primavera. Sul tavolo del WWF ci saranno rosmarino e lavanda, salvia e timo, mentuccia e finocchietto selvatico... A quanti ritireranno una piantina verrà anche donato un sacchetto di compost, prodotto nell'impianto di compostaggio Annone Brianza, per ricordare ancora una volta ai lecchesi l'importanza di una corretta raccolta differenziata dei rifiuti. Durante la giornata sarà presente al tavolo anche l'amico Michael Wolfger, austriaco trapiantato nel lecchese, diplomato Mastro Giardiniere. Michael ha già collaborato negli scorsi anni con il WWF Lecco nella proposta di corsi sui muri a secco, mentre in questa occasione metterà a disposizione dei lecchesi la sua esperienza professionale per suggerimenti e consigli sulla creazione dell’angolo delle aromatiche, sulla corretta piantumazione e cura.

martedì 20 marzo 2018

La pioggia non ferma i volontari WWF

Sabato, sotto una pioggia battente, volontari WWF Lecco impegnati in un intervento di manutenzione naturalistica sugli stagni del Barro


Pioggia battente per tutta la mattina, temperatura intorno ai 4°C, ma una decina di volontari WWF si sono comunque impegnati, nella mattinata di sabato scorso, in un importante attività di ripristino ambientale di uno degli ambienti umidi più importanti del Parco Regionale del Monte Barro. Tramite tecniche poco invasive è stato effettuato un intervento di piccola manutenzione naturalistica della funzionalità ecologica dello stagno di Prà Pozzetto, invaso da detrito e a rischio interramento a causa dell’espansione di alcune macrofite semi-acquatiche.


L’intervento è stato effettuato nell’ambito della Campagna “One Million Ponds” che punta a ricostruire quel sistema linfatico prezioso fatto di laghi, stagni, pozze, fontanili, torbiere e acquitrini, una gamma variegata di habitat tra terra e acqua, fondamentali per proteggere la nostra biodiversità.

Sotto il coordinamento scientifico del Ph.D. Raoul Manenti , Ricercatore Universitario e Consigliere WWF Lecco, i volontari della sezione lecchese del WWF si sono impegnati nella rimozione del materiale organico in eccesso presente nel sito.


Gli stagni, accumulando molto detrito derivante dalla vegetazione circostante, dal dilavamento delle sponde e dalla decomposizione delle piante acquatiche tendono in tempi più o meno lunghi ad interrarsi. Nell’area di Prà Pozzetto, il forte accumulo di foglie in decomposizione e l’abbondante copertura di vegetazione semi-acquatica stavano rischiando di determinare condizioni poco favorevoli alla vita dei diversi organismi che lo popolano e ne fanno un ambiente umido importante per il territorio del Parco Monte Barro.


Si è quindi reso necessario rimuovere gli abbondanti strati di foglie in decomposizione e una parte delle piante semi-acquatiche presenti. In realtà gli stagni sono degli ecosistemi piuttosto fragili in cui la presenza di sponde riccamente ricoperte di vegetazione, la presenza di rami semi-sommersi e di vegetazione acquatica e semiacquatica costituiscono degli elementi da valorizzare in quanto favoriscono la presenza di un’elevata biodiversità. Nel caso specifico però dello stagno di Pra Pozzetto vi è l’esigenza di coniugare la naturalità del sito con le esigenze di fruizione dell’area, per cui si ha un esteso taglio della vegetazione riparia e una periodica manutenzione del sito, che è comunque di origine artificiale. L’intervento svolto sabato ha interessato solo una porzione dell’invaso. La stagione ormai avanzata ha fatto sì che vi fossero infatti in acqua numerose ovature di rana dalmatina e rana temporaria.


L’intervento quindi è stato effettuato in modo tale da non alterare le condizioni dello stagno avendo cura di non rimuovere le ovature. Tutto il detrito e la vegetazione che sono stati asportati dallo stagno, sono poi stati attentamente setacciati dai volontari per recuperare eventuali organismi rimasti intrappolati. In particolare si è rilevata la presenza di numerosi molluschi gasteropodi della specie Planorbarius corneus, varie larve di salamandra pezzata (Salamandra salamandra) e diversi odonati tra cui le larve della libellula Cordulegaster boltoni. Tutte le specie sono state ovviamente reintrodotte nello stagno dopo l’intervento di manutenzione.


Il detrito vegetale raccolto è stato disposto in alcuni punti strategici circostanti lo stagno, in modo tale da poter costituire un’opportunità di rifugio e un luogo riproduttivo per diversi organismi terrestri.

domenica 18 marzo 2018

Solchi di verità e giustizia a Seregno


Sabato 17 marzo 2018 si è tenuta a Seregno - organizzata da Libera e sostenuta dalla Rete delle associazioni seregnesi per la legalità - la manifestazione per ricordare le vittime delle mafie.


Nonostante la pioggia è stata una bellissima e partecipata manifestazione.

Grazie a Libera e agli amici ed amiche che l'hanno organizzata.

 
 


sabato 17 marzo 2018

Una passeggiata storico naturalistica alla scoperta della "Fontana del Guercio" e della "Testa del Nan"


Domenica 25 marzo 2018 si terrà la passeggiata nella Riserva Naturale della Fontana del Guercio inizialmente prevista per il giorno 18 e rimandata a causa del maltempo.

Che relazione esiste tra la Testa del Nan ed il borgo di Seregno?

I fatti sono ben descritti nel libro “Corti e contrade” pubblicato l'anno scorso da "Seregn de la memoria".

Gli autori, Chiara Ballabio e Zeno Celotto, durante una passeggiata all’interno del parco Regionale della Brughiera, vi presenteranno gli avvenimenti storici alle origini della Testa del Nan e che legano la Riserva della Fontana del Guercio all’antico borgo di Seregno.

La passeggiata si concluderà con l’ospitalità offerta dagli “Amici della cascina Sant’Ambrogio”

Biglio, tra soria e natura


Manutenzione naturalistica con il WWF Lecco


Nell’ambito della campagna “One Million Ponds” il WWF Lecco invita i cittadini a collaborare a un intervento di manutenzione naturalistica sugli stagni del Barro

Zone Umide sorvegliate speciali a causa dell'effetto clima che le sta prosciugando, una pressione che si aggiunge al consumo del suolo, all'inquinamento e alla caccia. Sono gli ecosistemi più a rischio del pianeta: in Europa ne sono scomparsi il 90% solo nell’ultimo secolo. Dei circa 3 milioni di ettari originari, all’inizio del ventesimo secolo ne restavano meno della metà, 1.300.000 ettari. In Italia il colpo finale è stato dato tra l’800 e il 900 (lago del Fucino, bonifiche delle paludi pontine, tanto decantate da Goethe nel suo Viaggio in Italia, le zone umide ferraresi).

Per arrestare il ritmo di questa perdita e far conoscere l'enorme valore delle zone umide il WWF ha lanciato la nuova Campagna “One Million Ponds” che punta a ricostruire quel sistema linfatico prezioso fatto di laghi, stagni, pozze, fontanili, torbiere e acquitrini, una gamma variegata di habitat tra terra e acqua, 15 dei quali rari e tutelati dalla Direttiva europea “Habitat”, fondamentale per proteggere la nostra biodiversità. L’occasione è la Giornata Mondiale delle Zone Umide che si celebra il 2 febbraio.


Nell’ambito della campagna “One Million ponds”, WWF Lecco sarà impegnato sabato 17 marzo, con un’attività di ripristino ambientale di uno degli ambienti umidi più importanti del Parco Regionale del Monte Barro. Tramite tecniche poco invasive è previsto un intervento di piccola manutenzione naturalistica della funzionalità ecologica dello stagno di Prà Pozzetto, attualmente invaso da detrito e a rischio interramento a causa dell’espansione di alcune macrofite semi-acquatiche.

L’attività sarà anche l’occasione per conoscere alcuni dei più caratteristici abitanti degli stagni, come larve di salamandra, larve di libellula, molluschi, insetti acquatici ecc… e discutere dell’importanza di non diffondere organismi alloctoni negli ambienti umidi.


Alla giornata, che si svolge sotto il coordinamento scientifico del Ph.D. Raoul Manenti , Ricercatore Universitario e Consigliere WWF Lecco, possono affiancarsi volontari maggiorenni che si possono ritrovare alle 9.00 presso il parcheggio del "Cappello dell'Alpino" a Galbiate (strada Galbiate-Eremo), dotati di stivali, guanti da lavoro (chi può anche attrezzatura da lavoro: secchi, vaschette, rastrello, forcone...), bevande, qualcosa da mangiare e tanta buona volontà.

Invarianza idraulica e manutenzione del territorio: le posizioni di Legambiente e WWF

di Andrea Agapito Ludovici (WWF Italia) e Damiano Di Simine e Lorenzo Baio (Legambiente) 

Osservazioni relative alle bozze di Regolamento Regionale (art. 7 L.R. n. 4/2016)

La bozza di regolamento presentata è ben impostata tecnicamente, le soluzioni proposte sono complete e positivamente includono i SUDS (Sustainable Urban Drainage Systems); a tal proposito si ritiene importante, nello sviluppo del paragrafo 10 “Modalità di integrazione tra pianificazione urbanistica comunale e previsioni del piano d’ambito, al fine del conseguimento degli obiettivi di invarianza idraulica e idrologica”, di proporre ai Comuni l’adozione di specifici “Piani di drenaggio sostenibile” come strumenti pianificatori, a sé stanti o ad integrazione degli strumenti della pianificazione comunale, al fine di recuperare la perduta permeabilità, indicando priorità di interventi e modalità di declinazione degli stessi nella programmazione comunale delle opere pubbliche, segnatamente quelle che riguardano il reticolo idrico minore, il verde pubblico e i servizi di sottosuolo. L'approccio territoriale che individua i bacini più critici e impone vincoli maggiori in queste aree appare valido e strutturato.

Ciononostante si ritiene che il regolamento dovrebbe prevedere azioni di monitoraggio, di controllo e meccanismi sanzionatori per valutare l’efficacia, l’efficienza degli interventi e la loro effettiva realizzazione in attuazione al regolamento stesso (non sarebbe la prima volta che le regole previste siano del tutto inattuate in mancanza di sanzioni e controlli; un esempio è quello della fascia di 10 metri da lasciare a vegetazione spontanea, Dlgs.152/2006, che nessuno rispetta).

Come già si è avuto modo di dire in varie sedi, si reputa molto positiva l'introduzione per legge dei concetti di invarianza idraulica/idrologica come obbligo progettuale per i nuovi interventi di trasformazione del territorio e di ristrutturazione degli edifici esistenti, anche se l'implementazione della norma dovrebbe richiedere leve finanziarie o fiscali atte a compensarne il maggior costo e a introdurre elementi progressivi di penalizzazione per le non conformità. Attualmente infatti tali interventi non risultano facilmente accessibili né convenienti per l'operatore privato: è bene che diventino standard costruttivo obbligatorio ma, soprattutto per favorire l’adeguamento di edifici esistenti (in parte ignorati dal presente regolamento), occorrono agevolazioni economiche per i privati. All'estero è prevista una modulazione della fiscalità sulla proprietà edilizia, che è commisurata non alla superficie di pavimento, ma alla superficie impermeabile, e che può essere ridotta nella misura in cui il proprietario dimostri di aver ridotto tale superficie attraverso interventi strutturali (de-sigillatura di superfici pavimentate, tetti verdi, accumuli di acque piovane, ecc…). Crediamo sia una buona pratica da importare anche nel nostro territorio.

Il regolamento potrebbe essere un’opportunità per andare oltre i limiti della l.r 12/2005 e prevedere di intervenire non solo sulla nuova edificazione e sugli interventi di demolizione e ricostruzione: quindi si richiede uno sforzo affinchè possa essere introdotto nel presente regolamento una specifica parte volta a migliorare la situazione della superficie urbana già esistente (il cosiddetto "retrofitting" urbano per migliorare la risposta idrologica). Si tratta di una debolezza che si intende sottolineare affinchè si possa incidere sul tessuto urbano; a tal proposito si dovrebbero inserire specifiche prescrizioni sui regolamenti edilizi e prevedere nel Piano di Drenaggio urbano sostenibile del Comune apposite indicazioni e facilitazioni per chi si adopera al recupero di permeabilità. In conclusione si ritiene certamente importante operare sul “nuovo”, ma è indispensabile avviare un percorso che consenta di recuperare sul “vecchio” attraverso una politica di incentivi e un Piano per il drenaggio Sostenibile Urbano che consenta una visione complessiva di area urbanizzata vasta e una maggior efficacia negli interventi da realizzare.

Si propone quindi di:
  • rafforzare l’integrazione delle politiche e degli interventi come sollecitato dall’Unione Europea. In particolare delle due direttive, la Direttiva Acque 2000/60 e la Direttiva Alluvioni 2007/60;
  • esplicitare meglio l’interconnessione con le azioni del Piano di Gestione per il Fiume Po e le linee di indirizzo all’autorità competente (ADBPO);
  • valorizzare i Contratti di Fiume come strumento di programmazione partecipata;
  • prevedere piani di drenaggio sostenibile urbano da adottare nei Comuni;
  • inserire linee guida volte a migliorare la situazione della superficie urbana già esistente ("retrofitting idrologico" urbano).
  • indicare le modalità di raccordo degli strumenti con la nuova versione del PTA (Piano di Tutela delle Acque) attualmente in fase di revisione.
In modo puntuale si rileva inoltre che non c’è concordanza tra i 5 schemi esemplificativi delle misure di invarianza riportati nell’allegato A della bozza di norma (pag. 65 e seguenti) e della presentazione (pag. 6 e seg.).
  1. Bisognerebbe chiarire meglio cosa si intende per superficie Sp e per superficie S; in particolare che Sp non è relativo solo all’edificio, ma anche a cortili e viabilità interna.
  2. La non assoggettabilità alle misure di invarianza idraulica per i casi 1, 4 e 5 (l’ultimo chiamato erroneamente ancora 4) della parte Sp non modificata dovrebbe essere subordinato alla consistenza della superficie S residua del lotto dopo intervento e alla incidenza della Sp ristrutturata rispetto alla preesistente, ovvero: se nuova o ristrutturata Sp è maggiore del 50 della preesistente e la S residua libera del lotto è maggiore di 2 o 3 volte la nuova Sp, sarebbe logico in quanto possibile assoggettare tutta la nuova Sp all’invarianza idraulica (lo spazio è disponibile!).
  3. In alternativa a quanto sopra si potrebbe comunque monetizzare la non esecuzione se non possibile.
  4. Con riferimento allo schema esemplificativo riportato a pag. 18 della presentazione (pag. 65 della bozza di norma) il rispetto delle portate limite previste per gli ambiti di completamento o di trasformazione (retinati in rosso) comportano l’applicazione dei criteri all’intera superficie territoriale interessata e non solo quella effettivamente edificata (vedi osservazione in premessa).
MANUTENZIONE DIFFUSA DEL TERRITORIO

(Indirizzi per la programmazione, la progettazione e la realizzazione degli interventi di manutenzione diffusa del territorio, dei corsi d’acqua e delle opere di difesa del suolo, nonché di specifiche tecniche per la gestione della vegetazione nella sezione incisa degli alvei, delle fasce di rispetto lungo le sponde dei corsi d’acqua e delle relative opere idrauliche)

Questo regolamento presenta una prima parte sostanzialmente condivisibile ed una seconda inadeguata perché squilibrata, per eccesso di genericità e presenza di aspetti contraddittori

E’ ricorrente la sovrapposizione di termini, prassi e contenuti che si riferiscono a piani, programmi e progettazioni, senza che sia chiarito quale debba essere un ordine gerarchico tra queste fattispecie.

I livelli sono mischiati e spesso sovrapposti. La responsabilità di valutazioni, che richiedono spesso competenze plurispecialistiche, sembra ricada sulle spalle del tecnico che dovrebbe stilare il piano o il programma.

Al di là delle osservazioni e considerazioni puntuali che sono state inserite nel documento in modalità “revisione”(allegato) si propone di tenere distinti i livelli di pianificazione, programmazione e progettazione. E’ importante che vi siano dei Piani di manutenzione che dovrebbero essere redatti da team interdisciplinari, contenere gli indirizzi di gestione per i diversi tratti fluviali, a seconda delle caratteristiche del corso d’acqua e del contesto territoriale, quindi del rischio presente; dovrebbero essere definite le zone dove non c’è bisogno di manutenzione o dove questa sia richiesta in misura solo sporadica o per situazioni particolari, dove questa è prioritaria nonchè la periodicità e i criteri generali di intervento. Il piando dovrebbe avere un orizzonte temporale di 5/10 anni. I programmi d'intervento dovrebbero essere compilati annualmente dalle unità di difesa del suolo, debitamente formate, che dovrebbero individuare gli interventi secondo indirizzi e criteri del Piano.

Poi ci sono i progetti, gli interventi che dovrebbero far riferimento a quaderni di opere tipo o, comunque a una manualistica, peraltro piuttosto consolidata

Si suggerisce fortemente l’introduzione di un glossario (come inserito nel regolamento sull’invarianza, anzi a sua integrazione) per chiarire bene cosa si intende con i molti termini introdotti (Mitigazione del rischio idraulico, regolare deflusso delle acque, Pericolosità, Rischio idraulico, Rischio idrogeologico, Tratte critiche , Fasce Fluviali, Specie alloctone, Specie alloctone invasive.

Si rileva anche un forte squilibrio tra gli aspetti ecologici e ambientali e quelli prevalentemente idraulici e c’è una concezione che predilige non una visione integrata dell’azione di manutenzione (quindi multiobiettivo) ma una trattazione di vari aspetti come fossero componenti distinte (gli aspetti ambientali, quelli paesaggistici…) quasi che ambiente e paesaggio fossero un “di più” e non, al contrario, l’infrastruttura verde portante, che presiede l’erogazione di servizi ecosistemici che attengono anche alla regolazione dei regimi idrologici, delle dinamiche e funzionalità dei corsi d’acqua e delle strutture morfologiche del territorio da questi innervato.

Appare strana la dimenticanza di alcuni provvedimenti come quello dei 10 metri di sponda per la vegetazione spontanea (Dlgs.152/2006 art.115) che dovrebbero invece trovare spazio ed essere contestualizzati e valorizzati in un regolamento del genere, piuttosto che l’approssimazione riguardo la normativa di tutela della natura (Dir Habitat e Uccelli).

Inoltre si ritiene necessario un maggior approfondimento e dettaglio sulle problematiche di necessario contenimento delle specie alloctone invasive.

Nella bozza di regolamento sembra che si debba garantire la manutenzione sempre e dovunque, ma in molti casi potrebbe non aver senso (ci sono dei tratti del Ticino in pianura che sono molto prossimi alla naturalità ed è bene non toccare assolutamente!) Non si capisce poi con quali risorse si possa assolvere a tale imperativo; a tal proposito si sottolinea come si debba porre fine agli interventi fatti ‘a compensazione’, in cambio di legna o  inerti,  che sono una delle cause del deterioramento della vegetazione spondale.

Inoltre, visti i regolamenti molto interessanti e comparabili anche con la situazione lombarda, redatti da Regione Veneto e Regione Emilia Romagna, suggeriamo una valutazione di questi documenti che possono suggerire come strutturare in maniera efficace il regolamento in questione.

Per scaricare le osservazioni in formato pdf cliccare qui.

giovedì 8 marzo 2018

Escursione storico-naturalistica alla Fontana del Guercio e alla Testa del Nan

[Attenzione: la passeggiata, a causa delle previsioni meteo avverse, è stata rimandata a domenica 25 marzo]

Che relazione esiste tra la "Testa del Nan" ed il borgo di Seregno?

I fatti sono ben descritti nel libro “Corti e contrade” pubblicato l'anno scorso da "Seregn de la memoria".

Domenica 18 25 marzo 2018 gli autori, Chiara Ballabio e Zeno Celotto, vi accompagneranno a Carugo, in una passeggiata all’interno del parco Regionale della Brughiera, per presentarvi gli avvenimenti storici che legano la Riserva della Fontana del Guercio all’antico borgo di Seregno.

La passeggiata si concluderà con l’ospitalità offerta dagli “Amici della cascina Sant’Ambrogio”

Per scaricare la locandina in formato pdf cliccare qui.

Palazzo Litta si presenta a Cesano Maderno


di Daniele Santambrogio, Associazione "Vivere il palazzo e il giardino Arese Borromeo"

Venerdì 16 marzo 2018 alle ore 21 in Sala Aurora a Palazzo Arese Borromeo (ingresso libero) si terrà la presentazione del recente libro dedicato a Palazzo Litta di Milano.

Saranno presenti alcuni degli autori che illustreranno il loro lavoro di ricerca storico-artistica su uno dei più bei palazzi nobiliari milanesi.
Come noto esiste un profondo legame storico tra Palazzo Litta di Milano e il nostro palazzo di Cesano, dal momento che furono entrambi realizzati a metà Seicento dallo stesso committente, il conte Bartolomeo III Arese, il primo come residenza cittadina, il secondo come dimora di campagna.