lunedì 30 gennaio 2023

Aspettando il miracolo. Un documentario racconta i rischi ambientali del territorio della provincia di Como

 

Un documentario racconta in 4 storie il territorio della provincia di Como, dal punto di vista dei rischi ambientali. 

Il filmato, dal titolo 'Aspettando il miracolo', è stato curato dal giovane regista Gabriele Gandini e prodotto dalla Fisac CGIL e dalla CGIL di Como, in collaborazione con il Circolo Ambiente "Ilaria Alpi". 

 


Come detto, il documentario racconta quattro storie. La prima riguarda il post alluvione del luglio 2021 che interessato il territorio più prossimo alle sponde del lago di Como, approfondendo quanto successo a Blevio, attraverso la toccante intervista a Enza Luzzani, residente in paese. 

 


La signora Luzzani e sua figlia hanno rischiato di morire, poiché la loro abitazione è stata travolta dalla frana di acqua e fango. 

Il documentario prosegue quindi con 3 racconti curati da gli attivisti del Circolo Ambiente "Ilaria Alpi". 

 


Dapprima Antonio Bertelè racconta il territorio del parco dello 'Zoc del Peric', compreso tra i comuni di Alzate Brianza, Lurago d'Erba e Inverigo. Nell'intervista si ricorda l'importanza della tutela della zona umida che dà il nome al parco, minacciata però dall' espansione dell'edificazione di nuovi capannoni industriali. 

 


Roberto Fumagalli racconta l'inchiesta giudiziaria connessa all'interramento dei rifiuti tossici sotto le fondazioni del nuovo ospedale Sant'Anna di Como e San Fermo della Battaglia. L'interramento abusivo fu realizzato, intorno ai primi anni del 2000, dalla Perego Strade, impresa infiltrata dalla 'ndrangheta. La vicenda rappresenta una degli esempi più eclatanti di come agiscono le ecomafie, distruggendo il territorio e mettendo a rischio la salute dei cittadini.

 


Infine Raffaella Rusconi, sempre del Circolo "Ilaria Alpi", racconta poi la vicenda dell'area verde e agricola di Scarenna, a seguito della frana, verificatasi nel 2010, che ha interrotto la vecchia strada che collegava la frazione di Asso con Caslino d'Erba. Sull'area di Scarenna incombe però ora la minaccia di una nuova strada che dovrebbe costeggiare il corso del fiume Lambro, minacciando l'equilibrio ambientale della bellissima zona verde e agricola.  

Il documentario è visibile su YouTube da alcuni giorni al link https://youtu.be/UJcsoh3xkTo

Firma con noi la petizione in difesa della Brughiera


a cura del COMITATO PARCO REGIONALE GROANE - BRUGHIERA 

👉 Sabato 28 gennaio 2023 il nostro Comitato era presente in difesa della Brughiera.... anche qui a Malpensa per dire 📣 NO ALLA COSTRUZIONE DELLA NUOVA AREA LOGISTICA AEROPORTUALE DI 90 ETTARI.

 


Del nostro Comitato erano presenti al presidio Tiziano, Cesare ed Erminio.
E' fondamentale difendere una delle aree di Brughiera più grandi della pianura Padana. Un ambiente naturale importantissimo e molto delicato da preservare contro ogni inutile intervento edificatorio. 



Aree di Brughiera bellissime e molto estese che consigliamo a tutti di visitate. C'è anche un Eco-museo all'aperto sulla storia militare e rurale di questa parte del Parco del Ticino che da quasi un secolo è stata sempre legata alle vicende dell'aeroporto.
 

Firma con noi la petizione 

SALVIAMO LA BRUGHIERA 

 


Oh Cavolo! e chi dorme più ora?

Letture per un progetto di sostegno all’evento nascita e alla genitorialità a Milano


Sabato 4 febbraio 2023 ore 10.00

in presenza all'Unione femminile nazionale, Corso di Porta Nuova 32, Milano e in diretta streaming sul canale YouTube @unionefemminilenazionale

La nascita e i primi mesi di vita sono un’esperienza eccezionale che spesso mette a dura prova neo-mamme e neo-papà, tantopiù in una città come Milano. L’Unione femminile intende promuovere un progetto di sostegno alla genitorialità in cui le generazioni possano incontrarsi e in cui supportare con specifiche competenze professionali l’esperienza “sul campo” di chi, per la prima volta, si cimenta nella cura di un/a neonato/a.
Poiché le esperienze hanno bisogno di racconti per essere comprese e trasmesse, dai racconti vogliamo iniziare per provare a coinvolgervi in questo nuovo progetto.

Incontreremo Lorenza Luzzati, fumettista che, con il collettivo Cargo, ha pubblicato un libro in cui racconta con grande ironia la propria genitorialità, Lucio Ruvidotti, fumettista e genitore, Silvia Vegetti Finzi, che nella sua lunga carriera di psicoterapeuta e scrittrice ha più volte affrontato questo tema, Imma Arcadu, ostetrica esperta e socia dell’Unione femminile
nazionale. L’incontro è rivolto a chiunque voglia confrontarsi sul tema ed è ad ingresso libero.

In collaborazione con: Cargo, Centro Filippo Buonarroti, DonneIn, Ordine della professione di ostetrica interprovinciale di Bergamo Cremona Lodi Milano Monza e Brianza.

Ingresso libero.
Per informazioni: segreteria@unionefemminile.it, tel. 026599190

domenica 29 gennaio 2023

Perché la Provincia di MB non rende pubblico il monitoraggio sugli Ambiti di Interesse Provinciale?


A cura del Coordinamento ambientalista Osservatorio PTCP di MB


Nel Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP di MB), diverse aree sono azzonate come Ambiti di Interesse Provinciale (AIP), aventi rilevanza paesaggistico-territoriale sovra locale.
All’approvazione del PTCP, nel 2013, avevano un’estensione complessiva di circa 2.100 ettari (21 milioni di mq).
 

Si tratta di superfici del Piano provinciale dove è necessaria, per poter edificare, un’Intesa tra la Provincia e il Comune proponente. Queste aree sono “a consumo di suolo” purché le superfici urbanizzabili che vengono definite in sede di intesa, prevedano “la conservazione del suolo libero in misura del tutto prevalente” (art. 34 delle Norme del PTCP).
La Provincia interpreta tale limite di prevalenza nel 51% di suolo da mantenere libero (sic!).
 

Le Intese Provincia-Comuni, prima della loro approvazione con Decreto del Presidente della Provincia e successiva sottoscrizione del Dirigente, devono passare “dall’Osservatorio provinciale del paesaggio rurale, delle pratiche agricole e conoscenze tradizionali e della Rete ecologica provinciale” (art. 5bis, comma 3), istanza dove si raccolgono pareri e contributi non vincolanti che però potrebbero essere valutati in ambito di co-pianificazione.
 

Le associazioni ambientaliste del territorio hanno indicato un loro rappresentante nell’ Osservatorio e non hanno mai motivatamente e tecnicamente condiviso le intese raggiunte poiché comunque con esse si va ad erodere la già scarsa dotazione di aree libere in Provincia. Una Provincia che in Italia, mantiene da anni il triste primato (40,6%) del suolo consumato.
 

Per monitorare l’azione dell’Osservatorio provinciale, la norma del PTCP (art. 5bis, comma 2), stabilisce: “Trascorsi tre anni dall’approvazione del PTCP, l’Osservatorio formula alla Provincia, sentiti i comuni interessati, un rapporto sul paesaggio agricolo e sugli elementi strategici di cui sopra al fine di elaborare una proposta di integrazione degli ambiti agricoli di interesse strategico e della rete ecologica nonché, annualmente, formula principi generali, strategie e programmi volti a consentire l’adozione di misure specifiche per la salvaguardia, la valorizzazione, la pianificazione, il recupero e la gestione del paesaggio.”
 

Il primo e unico rapporto relativo agli anni 2014 – 2016, è stato redatto e approvato “tempestivamente” solo nel 2019.
 

Proprio per capire gli esisti delle Intese e gli obiettivi raggiunti per la salvaguardia del suolo agricolo e libero da edificazioni, il nostro rappresentante in data 8 dicembre 2021 ha inviato al Presidente della Provincia, Luca Santambrogio e al Direttore del Settore territorio, arch. Antonio Infosini, una richiesta formale affinché si provveda a redigere il Rapporto riguardante gli anni dal 2017 al 2022, accompagnandolo con una sintetica tabella degli impegni di compensazione ambientale previsti e di quelli attuati in seguito alle Intese deliberate e sottoscritte nel corso di questi anni dalla Provincia e dai Comuni.
 

Richieste recepite dalla Provincia nella successiva seduta dell’Osservatorio del 11 gennaio 2022.
È però trascorso un anno e ancora non v’è traccia di questo Rapporto, utile a quantificare il numero delle intese, le superfici consumate, la tipologia e natura delle compensazioni ambientali e territoriali concordate e la loro effettiva implementazione.
 

Eppure nel verbale della seduta del 5 maggio 2022, è stato scritto: “Con riferimento alle intese Provincia-Comuni sottoscritte nei casi previsti dal PTCP, richiama quanto discusso in occasione della precedente seduta dell’Osservatorio e precisa che il Settore Territorio ha, al momento, impostato la verifica rispetto a: contenuti dei protocolli sottoscritti; stato di attuazione delle previsioni/interventi stabiliti in intesa. Procede all’illustrazione (slide a supporto, agli atti)”.
 

All’oggi, nessun Rapporto e nessuna Tabella è visibile, disponibile o resa pubblica.
 

Perché la Provincia, dopo aver preso un formale impegno non ha ancora redatto nulla?
Sarebbe interessante avere una fotografia aggiornata su queste intese dove si va comunque sistematicamente ad erodere suolo ancora libero.
 

Per questo sollecitiamo nuovamente affinché il Rapporto venga redatto e reso pubblico unitamente ai risultati raggiunti nel corso di questi anni rispetto ai dichiarati obiettivi di salvaguardia del territorio.

sabato 28 gennaio 2023

La Brianza in difesa della brughiera di Malpensa

Sempre sul pezzo in difesa della Brughiera.... anche qui a Malpensa.....NO ALLA COSTRUZIONE DELLA NUOVA AREA LOGISTICA AEREOPORTUALE

Si è svolta oggi 28 gennaio 2023 la manifestazione per "abbracciare" e salvare la brughiera di Malpensa. Tra i partecipanti anche il WWF Insubria ed il Comitato per il Parco Groane-Brughiera che da decenni operano per la salvaguardia della brughiera briantea.


Il Masterplan 2035 dell'aeroporto - attualmente sottoposto a valutazione di impatto ambientale avanti al Ministero dell'Ambiente e dell Sicurezza Energetica - prevede infatti un'espansione verso sud dell'Area Cargo con la distruzione di 44 ettari di un sito di grande rilevanza naturalistica. Il mondo accademico e le associazioni scientifiche ed ambientaliste si oppongono con forza a questa ipotesi anche perché esistono soluzioni alternative che non comportano la distruzione di una parte importante della brughiera.


Le associani ambientaliste si sono anche fatte promotrici di una petizione per chiedere:

  • Al Ministero dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica, a conclusione della procedura di Via, di valutare negativamente l'espansione verso sud dell'aeroporto di Malpensa con la distruzione di 44 ettari di brughiera e di indicare la compatibilità delle soluzioni alternative esistenti all'interno ed in adiacenza al sedime aeroportuale;
  • che il Parco del Ticino, la Città metropolitana di Milano, la Provincia di Varese ed i Comuni territorialmente interessati riattivino al più presto avanti a Regione Lombardia la procedura per l'inserimento di tutti gli 856 ettari della brughiera nella Rete Natura 2000;
  • che Regione Lombardia, al termine della sua istruttoria, proponga al Ministero per l'Ambiente ed alla Comunità Europea che la brughiera sia inclusa nella Rete Natura 2030. 

 

Aggiornamento 29/01/2023

Riceviamo e pubblichiamo:
di Dario Ballotta ed Eleonora Evi (Verdi-Sinistra)

"Il Master Plan 2035 non fa tesoro dei già numerosi errori di SEA nella programmazione e gestione di Malpensa 2000 fin dalla sua nascita. Scalo sovradimensionato sottoutilizzato per anni e ancora con abbondanti capacità sia per il traffico passeggeri che merci. Sbaglia il Comune di Milano (azionista di controllo di Sea) a proporre una seconda Cargo city oltretutto fuori dal sedime aeroportuale che danneggerebbe irrimediabilmente la brughiera e la biodiversità del Parco del Ticino. Dal punto di vista trasportistico con la crisi economico/energetica e la de-globalizzazione la domanda di traffico merci attuale futura non giustifica il nuovo investimento e ci si chiede perchè il sindaco di Milano lasci Sea ad insistere su questa strada. Con i numerosi piani di sviluppo del cargo merci approvati dalla regione (fuori da ogni logica programmatoria ) nell'area lombarda di Bergamo (Orio al Serio) ,Parma e Brescia(Montichiari)  a maggior ragione la Cargo city della brughiera non garantirebbe la redditività degli investimenti ma favorirebbe solo azioni speculative ai danni del territorio senza assicurarne lo sviluppo economico."

venerdì 27 gennaio 2023

Stazioni ferroviarie in chiave green. Che cosa stiamo aspettando?


di Dario Balotta ed Eleonora Evi (Verdi-Sinistra)

Le FS hanno appena lanciato un bando di gara europeo per venti nuovi impianti fotovoltaici, un altro bando sarà lanciato il prossimo autunno per altri quaranta impianti. Il valore totale è di 130 milioni di euro per la progettazione esecutiva e la realizzazione di “impianti di produzione di energia elettrica tramite pannelli fotovoltaici da istallare presso le aree di proprietà del Gruppo FS Italiane limitrofe alle sottostazioni elettriche ferroviarie”. L'obiettivo è quello di raggiungere il 40% di autoproduzione (2 gigawatt) per il 2027. E le Ferrovie Nord che fanno? Niente in questo campo nonostante utilizzino con 300 treni un'enorme quantità di energia sui loro 331 km di rete regionale, di cui il 57% a binario unico. FNM dispone di 124 stazioni tra cui quella di Cadorna e di grandi officine come quella di Novate (Mi), Iseo (Bs) e quello in costruzione di Rovato (Bs): aree vicine alla rete di trasmissione e che quindi potrebbero essere facilmente utilizzate per installare impianti di energia rinnovabile, prevalentemente fotovoltaico. Così anche le stazioni grandi e piccole superfici potrebbero rinnovarsi in chiave green. Che cosa stiamo aspettando?

Legambiente Lombardia: "I laghi sono allo stremo. Nel 2023, senza precipitazioni, la crisi idrica sarà durissima"


Il 2023 comincia con i grandi laghi prealpini tutti semivuoti, e questa è una pessima premessa per l’annata agraria che verrà, per gli agricoltori come per tutti gli utilizzatori della risorsa idrica lombarda, a partire dagli energetici.
I cinque grandi laghi che orlano l’arco prealpino lombardo costituiscono, infatti, un immenso serbatoio idrico utilizzato soprattutto per usi irrigui, grazie alle grandi opere di sbarramento degli emissari che ne regolano i deflussi, consentendo di stoccare un volume complessivo di 1,3 miliardi di metri cubi di acqua. L’acqua però scarseggia negli immissari e, per quanto gli enti regolatori si stiano già sforzando di limitare i deflussi, gli invasi sono vuoti per tre quarti: secondo i dati pubblicati dal servizio idrologico di ARPA Lombardia, infatti, il volume di acqua invasata, e quindi effettivamente utilizzabile per far fronte ai fabbisogni, è pari a circa 350 milioni di metri cubi, quando un anno fa, dopo un inizio inverno anche allora avaro di precipitazioni, c’erano comunque circa 200 milioni di mc di acqua in più nei grandi laghi. Purtroppo le prospettive, almeno per il momento, appaiono pessime: non solo il meteo non offre previsioni di precipitazioni importanti, ma anche i serbatoi che sovrastano i grandi laghi sono in pessima salute. In rapporto alle medie degli ultimi 15 anni, nei bacini idroelettrici alpini manca oltre il 25% dell’acqua normalmente presente in questa stagione, e anche la neve scarseggia: secondo i modelli di ARPA, in montagna manca l’equivalente sotto forma di neve di 700 milioni di mc di acqua, ovvero oltre il 40% della neve che si dovrebbe trovare sulle Alpi in questa stagione.


Quest’anno ad essere in sofferenza è anche il Garda, che nella siccità dell’anno scorso poté intervenire a soccorso delle portate del Po per impedire che andasse completamente in asciutta, mentre gli altri affluenti venivano letteralmente ‘tirati a secco’ per alimentare le reti irrigue. La provvista idrica del Garda nel 2023 non sarà disponibile, e quindi in caso di siccità si potrà prelevare molta meno acqua dagli altri fiumi, Ticino, Adda e Oglio in particolare, a meno di scegliere di desertificare il Polesine.

“Diciamo subito che non vogliamo guerre dell’acqua a spese dei fiumi. E questo non soltanto per difendere la biodiversità acquatica, ma anche perché eccessivi prelievi idrici da monte comporterebbero un danno gravissimo per gli utilizzatori di valle, e una espansione smisurata del cuneo salino che comprometterebbe la fertilità di centinaia di migliaia di ettari coltivati lungo il tratto terminale del corso del Po – dichiara Damiano Di Simine, coordinatore scientifico di Legambiente Lombardia – L’agricoltura lombarda deve fare affidamento su risorse idriche sempre più limitate e incerte, perché ormai il cambiamento climatico è tra noi, e non ci abbandonerà per qualche secolo”.


Legambiente è anche molto perplessa sulle soluzioni ingegneristiche che si prospettano e che dovrebbero attingere dalle risorse economiche del PNRR. Si tratterebbe di realizzare una miriade di laghetti per trattenere acque piovane da redistribuire nel momento del bisogno. “Per quanti laghetti si possano fare in Lombardia, si tratterebbe di volumi irrisori in rapporto ai miliardi di mc degli invasi già presenti. In Lombardia non mancano i volumi di invaso, ma l’acqua con cui riempirli! Occorre avere il coraggio di affrontare un cambiamento profondo dell’agricoltura, non solo modificando le tecniche irrigue, ma soprattutto gli ordinamenti colturali. Non si può pensare di affrontare il cambiamento climatico senza cambiare le colture, anche se ciò significherà ridimensionare le produzioni che afferiscono alla filiera zootecnica” conclude Di Simine.

giovedì 26 gennaio 2023

Monte San Primo: il Coordinamento ambientalista sollecita un tavolo di confronto sul cosiddetto ‘rilancio turistico’ del Monte


Il Coordinamento 'Salviamo il Monte San Primo', composto ormai da ben 28 associazioni, sollecita le Istituzioni ad aprire un tavolo di confronto sul progetto che riguarda il cosiddetto ‘rilancio turistico’ del Monte.

Il Coordinamento aveva già avuto modo, fin dallo scorso mese di novembre, di chiedere un incontro di confronto con la Comunità Montana Triangolo Lariano e con il Comune di Bellagio, ovvero gli Enti che hanno proposto il contestato progetto, che riguarda la realizzazione di nuovi impianti sciistici, con annesso impianto di innevamento artificiale.

Le richieste degli ambientalisti sono state sintetizzate nell'Appello per la salvaguardia del Monte San Primo, sul quale si stanno anche raccogliendo le firme da parte dei cittadini. Nell'Appello si è chiesto di rinunciare al progetto o, almeno, di stralciare le opere più invasive, considerato anche che i nuovi impianti sciistici verrebbero realizzati ad una quota tra i 1.100 e i 1.400 metri dove, come è ormai risaputo, nevica con sempre meno intensità e ciò sta avvenendo da alcuni decenni a questa parte. Anche l'impianto di innevamento è contestato in quanto determinerebbe spreco di energia e acqua.


Anche in occasione dell’evento organizzato lo scorso 11 dicembre sul San Primo – a cui avevano partecipato centinaia di cittadini –, il Coordinamento aveva sollecitato un confronto con gli Enti, pronto anche ad illustrare una serie di controproposte alternative per il territorio montano del Triangolo lariano. Queste controproposte vanno, a titolo d’esempio, dallo smantellamento degli impianti sciistici abbandonati, alla manutenzione e miglioramento della sentieristica, alla riqualificazione di alcuni edifici esistenti, ad una mobilità sostenibile tra cui navette per raggiungere le località con maggiore frequentazione. Le associazioni facenti parte del Coordinamento tornano pertanto a chiedere il tavolo di confronto, già sollecitato con lettere inviate via PEC, a cui purtroppo non si è ottenuta risposta.

L'obiettivo è evitare la realizzazione di nuovi impianti che impatterebbero con l’equilibrio ambientale della montagna, determinando in contemporanea lo spreco di risorse economiche, considerato che i 5 milioni di finanziamento del progetto di ‘rilancio turistico’ deriverebbero da fondi di Regione Lombardia, Comunità Montana e Ministero dell'Interno.

Il Coordinamento sta in ogni caso pensando a nuove iniziative di approfondimento sul progetto del San Primo e sul futuro dei territori montani.

Il Coordinamento 'SALVIAMO IL MONTE SAN PRIMO' è formato da:
Circolo Ambiente “Ilaria Alpi”, WWF Lombardia (e sezioni WWF Insubria), CAI Lombardia (e CrTAM Lombardia), Mountain Wilderness Italia, Fridays for Future – Como e Cantù, Gruppo Naturalistico della Brianza, Comitato Parco Groane-Brughiera, Legambiente (Coordinam. Province di Como e Lecco, Circoli di: Como, Cantù, Erbese, Lario Orientale, Lecco, Primalpe, Valle Intelvi), LIPU Como, Comitato Bevere, Associaz. Monte di Brianza, CROS (Centro Ricerche Ornitologiche Scanagatta), Associaz. Testa di Rapa, I Tetragonauti, Associaz. Territori, Gruppo Difesa Natura Suello, Emmaus Erba, Lake Pusiano eco team, Civiltà contadina – sez. Vallassina, Cgil di Como, Gruppo ‘Camminare fa bene & diverte’, Trekking Italia – sez. Lombardia, Arci provinciale Como, Enpa Como, ISDE - Medici per l’Ambiente, Borghi sul Lago – Blevio, Gruppo Volontari Protezione Ambientale – Blevio, Cooperativa Frate Jacopa

lunedì 23 gennaio 2023

Workshop su salvataggio anfibi in Lombardia

Fonte immagine: naturachevale.it

Martedì 31 gennaio 2023, dalle ore 14.30 alle 17.30
, si terrà al Belvedere “Enzo Janacci” del Palazzo Pirelli (via Fabio Filzi, 22), a Milano, un workshop dedicato al salvataggio degli anfibi in Lombardia.

A febbraio si apre la stagione di migrazione degli anfibi: rospi, rane, salamandre e tritoni, che lasciano le zone dove hanno trovato riparo durante la stagione invernale e si muovono verso le zone umide per il periodo di riproduzione. Purtroppo, molti esemplari incontrano sul loro cammino strade trafficate e sono investiti dalle auto.

Una parte importante delle attività di tutela degli anfibi in Lombardia è dedicata al salvataggio di queste specie presso le strade. Da anni sono attivi diversi gruppi di volontari -Guardie ecologiche volontarie (Gev), appassionati e cittadini- che nel periodo di migrazione degli anfibi sorvegliano le carreggiate per raccogliere gli anfibi in attraversamento e trasportarli dall’altro lato della strada affinché possano raggiungere sani e salvi gli specchi d’acqua dove si riprodurranno.

Per condividere i dati, le buone pratiche e le esperienze relative ai salvataggi e le proposte su come rendere più efficace l’azione di salvaguardia Regione Lombardia, in collaborazione con la Stazione Sperimentale per lo Studio e la Conservazione degli Anfibi in Lombardia, attiva presso il Parco dei Colli di Bergamo, organizza questo momento di confronto.

Per partecipare occorre iscriversi, compilando questo modulo da inviare a info@stazioneanfibilombardia.it.

Programma

Ore 14:00 – Registrazione dei partecipanti

Ore 14:30

  • Saluti introduttivi – Alessandra Norcini, Dirigente della Struttura Natura e Biodiversità della DG Ambiente e Clima di Regione Lombardia
  • Le attività di conservazione degli anfibi in Regione Lombardia – Elisabetta Rossi, funzionaria della Struttura Natura e Biodiversità della DG Ambiente e Clima di Regione Lombardia
  • Le attività di conservazione degli anfibi del Parco Regionale dei Colli di Bergamo – Francesca Caironi, Direttore del Parco Regionale dei Colli di Bergamo e Alessandro Mazzoleni, funzionario del Parco Regionale dei Colli di Bergamo


Ore 15:00 – I salvataggi di anfibi in Lombardia

  • Aggiornamento stato delle conoscenze delle attività di salvataggio anfibi sulle strade lombarde e il ruolo della Stazione Sperimentale Regionale nella conservazione della batracofauna regionale – Maurizio Dino e Roberto Rota, membri del comitato scientifico della Stazione Sperimentale Regionale per lo Studio e la Conservazione degli Anfibi in Lombardia


Ore 15.30 - 16:30 – Esperienze di salvataggio di anfibi a confronto

  • Il salvataggio anfibi presso il Lago d’Endine (BG) – Luca Valetti, Comunità Montana dei laghi bergamaschi
  • Il salvataggio anfibi in Valle Sabbia (BS) – Claudia Mora, GEV Comunità Montana Valle Sabbia
  • Il salvataggio anfibi sul Lario orientale – Aldo Rossi, GEV Provincia di Lecco
  • Il salvataggio anfibi al Parco delle Groane (MB) – Paolo Ventura, GEV Parco Regionale delle Groane
  • Il salvataggio anfibi al lago di Montorfano (CO) – Cristian Civati, Associazione l’Ontano di Montorfano
  • Il salvataggio anfibi a Sesto Calende (VA) – Francesco Lillo, Tutela Anfibi Basso Verbano


Ore 16:30 – 17:30

  • Tavola rotonda – confronto con i partecipanti rispetto a problematiche, esigenze e possibilità di rendere più efficace l’azione di salvaguardia


Ore 17.30 – Conclusione dei lavori


Qui puoi scaricare il programma in formato pdf

Montorfano: AAA Cercansi volontari per la campagna salvataggio anfibi


A cura del Comitato Parco Regionale Groane - Brughiera  


Come ogni anno siamo arrivati al periodo in cui i nostri amici anfibi si stanno svegliando nei boschi dopo il letargo invernale.
È per questo che il Gruppo L'Ontano di Montorfano lancia la nuova campagna SALVATAGGIO ANFIBI 2023 chiedendo a tutte le associazioni ambientaliste e ai singoli cittadini la disponibilità ad aiutare questi piccoli animali ad attraversare strade e superare recinzioni per poter depositare le ovature nelle acque del lago, che diversamente non potrebbero raggiungere vivi.

La loro sopravvivenza come specie è messa a dura prova ogni anno che passa a causa delle attività umane sul territorio che, nonostante i grandi proclami e I grandi investimenti (PNRR, ecc.), vengono costruiti nuovi edifici e nuove strade alla faccia della sostenibilità ambientale e della protezione di ecosistemi delicati come per esempio la Riserva Naturale del lago di Montorfano.  

Chiediamo quindi ad ognuno di voi la disponibilità a dedicare qualche ora serale durante la settimana contattando Matteo al numero 3454427116 o all'indirizzo e-mail associazione@gruppoontano.org

È un impegno che certamente, se si prende, poi bisognerebbe il più possibile mantenere, ma comunque non è così invasivo o asfissiante: quando si prova a dedicare qualche ora a questi piccoli animali, è incredibile.... ma ci si affeziona. Provare per credere!

domenica 22 gennaio 2023

WWF Lombardia: “Le nostre proposte si traducono in buone notizie”


di Gianni Del Pero, Presidente Delegato WWF Lombardia


Le proposte e le iniziative delle Associazioni Ambientaliste nel nostro territorio sono state accolte con favore dalle Amministrazioni locali e dagli Enti gestori delle Aree protette.
  1. Finalmente daremo il via al collegamento ciclopedonale tra Bosco delle Querce e Parco delle Groane e della Brughiera, con riforestazione già avviata anche con sponsor privati, orti sociali e frutteto didattico, sulle tracce di quello che era il progetto di compensazione ambientale elaborato per Pedemontana da Seveso a Lentate. Grazie al finanziamento di 85.000 del Comune di Meda al quale si sono aggiunti contributi di due aziende a copertura dei costi per estese forestazioni.
  2. Abbiamo avviato le indagini di caratterizzazione della diossina residua e con finalità geotecnica per la Ciclovia MI-ME che collegherà il Parco Nord, attraverso il Parco GruBria, al Parco delle Groane e della Brughiera a Meda. L'opera scaturita dai tavoli tecnici del Patto BrianzaRestart promosso dalla Provincia di Monza, sottoscritto da alcuni di noi, è interamente finanziata dal PNRR.
  3. Notizia del giorno, buona, è che abbiamo ottenuto la sospensione dell'abbattimento di alcuni tigli di Viale delle Rimembranze di Meda evidenziando come l'ambito fosse tutelato dalla legge e che l'Ente competente fosse la Soprintendenza.
  4. Proprio in questi giorni hanno preso il via le prime escursioni, forme di fruizione sostenibile delle aree protette alternative a strade e autostrade, del 𝘀𝗲𝗻𝘁𝗶𝗲𝗿𝗼 𝟱𝟰𝟯 nel Parco Pineta di 𝗔𝗽𝗽𝗶𝗮𝗻𝗼 𝗚𝗲𝗻𝘁𝗶𝗹𝗲 𝗲 𝗧𝗿𝗮𝗱𝗮𝘁𝗲.  ll progetto di sistemazione, pensato due anni fa, è stato finanziato da una società privata con circa € 55.000. Nel 2022 è stato completato ed è diventato un percorso sicuro, utilizzato quotidianamente e correttamente gestito a livello naturalistico.
  5. Le aree di laminazione del Lura tra Lomazzo e Bregnano nel Parco del Lura sono diventate un'Oasi di Biodiversità. Non servono altri commenti...venite a visitarle.
  6. Abbiamo sottoscritto il rinnovo della convenzione con ASST Rhodense (proprietaria dell'area) per la Gestione dell'Oasi del Caloggio di Bollate e con il Comune di Seveso (finalmente, nei mesi scorsi) anche quella per la Gestione dell'Oasi del Fosso del Ronchetto. Con la Provincia di Como abbiamo mosso i primi passi per recuperare alla fruizione pubblica la storica Oasi del Bassone - Torbiere di Albate.

Oggi, quindi, solo buone notizie e ...una buona giornata.

 



venerdì 20 gennaio 2023

Piano della mobilità sostenibile di Mariano Comense. Le valutazioni delle associazioni ambientaliste

Nei giorni scorsi le associazioni del Coordinamento per la Mobilità Sostenibile – No Canturina Bis hanno presentato al comune di Mariano Comense le osservazioni al piano della mobilità sostenibile.

Vista la rilevanza del documento lo pubblichiamo integralmente.

 


Spett.le Settore Urbanistica, Edilizia Privata e SUAP
Settore Sportello Unico per l’Edilizia e Sportello Unico per le Attività Produttive
Comune di Mariano Comense,

Mariano, 19 Gennaio 2023
PIANO URBANO DELLA MOBILITA’ SOSTENIBILE (P.U.M.S.) – Procedimento di verifica assoggettabilità alla valutazione ambientale strategica (V.A.S.)

Con la presente si sottopongono all’attenzione dell’Amministrazione Comunale osservazioni, suggerimenti e proposte per Il Piano per la Mobilità Sostenibile di Mariano (PUMS) per il quale è convocata Conferenza dei Servizi per la verifica di assoggettabilità alla V.A.S., che nel testo dei comunicati viene anche definita “verifica di esclusione”

Il Piano per la Mobilità Sostenibile è uno strumento di pianificazione strategica di medio-lungo periodo si propone di soddisfare la domanda di mobilità nelle aree urbane e metropolitane, in coerenza con i principi di sostenibilità e di innovazione per una mobilità più efficiente e a bassa impronta ecologica aumentando l'efficienza del sistema di trasporto pubblico attraverso la promozione della mobilità pedonale e ciclistica e la diffusione di veicoli a zero emissioni.
La premessa utilizzata anche dal Comune di Mariano ci pare, in verità, scarsamente presa in considerazione nella articolazione e, ancor più nelle conclusioni ,del Piano che viene sottoposto alla Cds e alcuni contenuti, in particolare il capitolo “A.7.1 Riqualificazione della SP 36 Canturina”, ci sembrano del tutto fuori tema rispetto alla mobilità sostenibile.

Come abbiamo già avuto modo di evidenziare in sede di osservazioni al documento di Scoping per la VAS al PGT si auspica la riformulazione dei documenti di pianificazione predisposti  dal Comune di Mariano rivedendo le conclusioni, in primo luogo per quanto riguarda il tema della cosiddetta “Tangenzialina Ovest”.
Non ritieniamo, infatti, accettabile nel quadro di azioni di sostenibilità e compatibilità ambientale la riproposizione della “Canturina Bis” e della sua “conseguenza” o “anticipazione”, la "Tangenziale Ovest” di Mariano prospettata addirittura all’interno del Parco Regionale delle Groane e della Brughiera e chiediamo lo stralcio del capitolo e una nuova impostazione del Piano in conformità alle premesse di sostenibilità che lo stesso Piano richiama.
Valgono infatti anche per il PUMS le osservazioni alla VAS del PGT: “si cita la pianificazione sovralocale della Provincia di Como: Tangenziale ovest–prosecuzione della Canturina bis…per proseguire con “Talune scelte quali i sottopassi Ferroviari, la razionalizzazione dell’asse di Viale Lombardia, la promozione della realizzazione di un sistema di servizi pubblici di collegamento con le città per mettere a sistema i servizi sovralocali…per migliorare la qualità della vita cittadina, eliminando le criticità derivanti dall’attraversamento del centro urbano da parte del traffico sovralocale e diminuendo l’inquinamento atmosferico.” Obiettivi che vengono demoliti invece di essere perseguiti, insistendo con asfalto e cemento spalmati nel nostri unico e vero patrimonio, l’Ambiente Naturale rappresentato dall’intangibile Parco delle Groane e della Brughiera.

Suggeriamo un ripensamento dei documenti di pianificazione, dal PGT al PUMS, una valutazione ambientale strategica coerente, lo stralcio integrale delle previsioni di opere infrastrutturali in quanto in palese contrasto con le premesse stesse del piano.
Al fine di risolvere la congestione delle arterie stradali esistenti si ritiene importante intervenire sulla rete infrastrutturale esistente potenziando i servizi pubblici di trasporto in conformità con le premesse della mobilità sostenibile, attuando una mobilità integrata nei pressi delle stazioni per efficientare le coincidenze tra trasporto pubblico su gomma e su ferro, adeguando l’attuale offerta del TPL in termini di frequenza affinché venga massimizzato il beneficio sociale e ambientale dei mezzi collettivi, incentivando l’uso del mezzo collettivo per agevolare la popolazione a privilegiare gli spostamenti quotidiani con l'uso di bus e treni e ammodernando le infrastrutture ferroviarie per favorirne l’utilizzo.
Le Associazioni aderenti a questo documento, in particolare sottolineano che il tracciato della tangenziale ovest di Mariano Comense non è compreso in nessuna pianificazione sovraordinata (Piano Territoriale Provinciale e Piano Territoriale Regionale), è stato dichiarato inaccoglibile all’interno del Piano Territoriale del parco delle Groane  e della Brughiera, e che l’inserimento del tracciato nella variante di PGT come il suo richiamo nel Piano Urbano della Mobilità Sostenibile si configura come ingiustificato consumo di suolo.

Ritenendo che la previsione di una tangenziale esterna al centro cittadino trasferisca solo il traffico in un’area verde ora incontaminata ( e facente parte di un Parco Regionale) e incentivi l’uso del mezzo privato e che come tale sia una proposta inaccoglibile e incompatibile con la valutazione ambientale strategica, considerando anche l’accresciuta sensibilità ambientale della popolazione e le recenti evidenze degli effetti nefasti dei cambiamenti climatici in corso che richiedono un cambio radicale di paradigma anche nell’affrontare il tema della mobilità urbana.
Ed è anche per questo che non riteniamo accettabile l’esclusione della VAS che, anzi, deve essere sviluppata con rigore proprio per la specificità degli interventi relativi alla mobilità sostenibile e la loro “incidenza” sulle aree protette. Dovrà infatti essere riconosciuta e valorizzata  la rete sentieristica per la promozione della mobilità pedonale che dal contesto urbano consenta l’attraversamento a piedi della Brughiera, lungo le direttrici Sant’Agostino-Cattabrega, Impianto di Depurazione-Cascina Mordina con integrazione e collegamento alla Dorsale del sentiero Meda-Montorfano con connessioni da Parco Spinola, camminamento Roggia Vecchia e Cascina Belvedere e recuperando ipotesi di percorsi pedonali a tema anche promossi dalla stessa Amministrazione Comunale (Sentieri Verdi, Anello Mordina) . La rete sentieristica non è né definita né accennata e viene di fatto assegnata alla sola fase “terminale” dell’attuazione del PUMS.
L’impatto indotto e la gravissima incidenza potenziale della stessa “Canturina-Tangenzialina”, per quanto irrealizzabile per l’ambito protetto interagente del Parco Regionale della Brughiera, a nostro parere richiederebbe la Valutazione di Incidenza VINCA ma ci auguriamo che il PUMS sia quantomeno assoggettato alla Valutazione Ambientale Strategica.

Osserviamo in termini generali che gli studi effettuati evidenziano che nelle ore di punta il traffico è sempre intasato e non è possibile trovare una soluzione a questo con la creazione di una nuova strada, Si deve intervenire sulle cause e non sugli effetti del traffico: già in passato in consiglio comunale era stata formulata la proposta di una navetta elettrica (Ci sono pulmini elettrici che trasportano 10/15 persone) che unisse i punti più frequentati dai cittadini, Mercato, ospedale ecc....in modo da diminuire gli spostamenti in macchina interni al paese.
Questa proposta può avere una possibilità maggiore con l'aiuto dei fondi del PNRR, dove sono previsti investimenti per lo sviluppo della mobilità elettrica delle amministrazioni comunali, ma anche con l’Amministrazione Provinciale che ha recentemente finanziato interventi di mobilità sostenibile a Cantù-Asnago e Cadorago-Parco Lura per rimanere in ambiti prossimi e simili a quello marianese.  Questo consentirebbe di porre rimedio alla mancanza di riconoscibilità del disegno della rete delle ciclabili, che ora sono una serie pezzetti frammentati che non hanno collegamento, e la realizzazione di vere piste ciclabili, non solo percorsi tracciati sull'asfalto come quelli esistenti, scoraggiando l'uso delle auto, tutt'altro. Sono stati fatti parcheggi in centro in Piazza Roma che avrebbe dovuto essere invece pedonalizzata. Si è andati in direzione opposta a quella della Comunità Europea che prevede, con ‘abolizione dei motori termici e il passaggio all'auto elettrica, una sostanziale diminuzione delle auto circolanti nei prossimi anni.

Più in dettaglio con riferimento specifico al documento in esame formuliamo specifiche osservazioni, proposte di miglioramento e una proposta di intervento di messa in sicurezza immediata di un tratto della rete sentieristica e ciclopedonale in Mariano.
In riferimento ad “un sistema viabilistico in nuova sede che aggira il nucleo abitato centrale per il quale il Comune di Mariano ha predisposto uno suo specifico DFAP che è stato assunto come Allegato all’interno del progetto della “Canturina bis” di cui a pag 91/97:

•    non si prendono in considerazione l’impatto e le conseguenze della prevista tangenziale ovest sul traffico e sulla qualità dell’aria della zona Cavalcavia, Viale Lombardia e aree limitrofe che, già sottoposta ad un considerevole volume di autoveicoli in attraversamento, verrebbe ulteriormente caricata dal traffico attirato dalla nuova struttura viaria,  scaricando veicoli proprio sull’asse di via Como, viale Lombardia, via Milano;
•    la considerazione che tale opera sia utile per sgravare il centro cittadino non tiene conto che la città è estesa e densamente abitata per esempio nella zona di cui sopra, a confine con il comune di Cabiate, e in cui si trova il polo scolastico dell’istituto Jean Monnet che attrae circa 1500 studenti;
•    sull’asse di viale Lombardia è presente una pista ciclabile incompiuta, che il PUMS prevede di completare a breve termine, ma il traffico attirato dalla tangenziale causerebbe un ulteriore peggioramento della qualità dell’aria per i ciclisti in transito;
•    non si evidenzia il notevole consumo di suolo agricolo all’interno del Parco Groane che da premesse (pag 13 dal Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale di Como) dovrebbe essere contrastato.
•    Si ritiene infine inutile e dannoso agire su aree verdi del territorio comunale, per di più inserite nel Parco regionale delle Groane, tenendo conto vieppiù della previsione di ampliamento della sp 32 Novedratese, che contribuirà a fluidificare il traffico di passaggio da Cantù alla ss 36 Milano Lecco.

In riferimento ad “un Progetto di Fattibilità Tecnico-Economica per la chiusura dei due attuali passaggi a livello posti in corrispondenza di via Vittorio Veneto/San Francesco e via Mauri/XXIV Maggio, poco a nord della stazione ferroviaria di Mariano Comense” “Gli scenari viabilistici (…) prevedono, il primo, il senso unico in via XXIV Maggio verso nord e quello in via Vittorio Veneto verso sud, mentre il secondo prevede l’orientamento inverso. La valutazione comparativa tra le due ipotesi analizzate permette di affermare che la seconda permette di garantire un buon deflusso veicolare sulla viabilità principale e, al contempo, di non gravare sulla viabilità locale/residenziale”:
•    non si prende in considerazione l’impatto dei due nuovi sottopassi previsti da FNM sul traffico veicolare, che verrà incrementato (come da studi commissionati dal Comune), anziché scoraggiato,  grazie alla possibilità di attraversare più rapidamente il centro cittadino; Si ritiene, infine, che l’eventuale inserimento di due sottopassi nel centro cittadino, in prossimità dell’area scolastica di via Trieste-Passalacqua, e in quella di S.Francesco tutelata dai Beni Culturali, attirerà inevitabilmente maggior traffico automobilistico, come già previsto dagli studi sul traffico preliminari, in aree già congestionate. Le previsioni di progetto impediscono il transito ciclabile e pedonale in almeno uno dei due sottopassi e contrastano con il principio affermato nelle premesse di promozione della mobilità sostenibile.
•    non si fa cenno alla presenza, tra i due assi viari interessati dai sottopassi, del polo scolastico “IV novembre”, che comprende una scuola dell’infanzia, una scuola primaria, una scuola secondaria; negli orari di ingresso e uscita dalle scuole bambini, ragazzi e genitori a piedi, in bicicletta, in auto, devono poter circolare in sicurezza nelle vie XXVI maggio, Passalacqua Trotti, Trieste, Trento e Vittorio Veneto.
•    non viene evidenziato che la realizzazione dei sottopassi renderà più difficile o addirittura impossibile, su una delle due vie, l’attraversamento pedonale e ciclabile.
•    Almeno in previsione, l’interramento della ferrovia sarebbe la soluzione migliore.

Si avanzano inoltre le seguenti proposte a miglioramento del PUMS:
Anticipare nello scenario di breve periodo le seguenti azioni:
-    completamento della rete della ciclabilità con realizzazione degli interventi mancanti per raggiungere la configurazione finale del sistema dei percorsi per la mobilità dolce prospettato nel quadro strategico d’insieme;
-    predisposizione del biciplan comunale;
-    realizzazione di una velostazione nei pressi della stazione ferroviaria;
-    realizzazione di un sovrappasso ferroviario ciclo-pedonale;
-    la creazione della rete stradale scolastica, almeno (come obiettivo minimo) con la chiusura delle strade in orario scolastico;
-    ulteriore rafforzamento degli spazi pedonali nei centri storici, comprese le zone 30.
Inoltre: realizzazione di collegamenti ciclopedonali nelle periferie e nelle strade di collegamento tra Mariano i comuni limitrofi (per esempio collegamento Mariano-Cabiate, zona via Santa Caterina da Siena)
Tutte queste scelte, attuate in tempi brevi, incentiverebbero la mobilità dolce a scapito di quella veicolare, mettendo in condizione i cittadini di muoversi più agevolmente nel territorio, inducendo la riduzione del traffico motorizzato e una maggior cura dell’ambiente che, se attraversato solo con mezzi a motore, rischia il degrado.
Più in dettaglio con riferimento specifico al documento in esame con una proposta di intervento di messa in sicurezza immediata di un tratto della rete sentieristica e ciclopedonale in Mariano.

Nella “Relazione di Piano” al capitolo C.3.2 Scenario di Piano a medio-lungo termine (10 anni) vengono elencati alle pagine 132 e 133 alcuni interventi che non avranno la priorità di realizzazione a breve termine. Tra questi interventi riscontriamo che l’interconnessione tra la rete ciclo-pedonale urbana e la rete sentieristica del Parco Regionale delle Groane e della Brughiera Briantea viene incredibilmente relegata ad una realizzazione ipotetica in un futuro non meglio precisato da qui a 10 anni. Riteniamo che la connessione di queste due reti di Mobilità Sostenibile debba essere uno dei punti strategici (non il solo certamente) di un Piano come questo che possa rilanciare la ricucitura (indispensabile) tra il tessuto urbano della Città e le aree importantissime del Parco Regionale. A tale proposito il gruppo di associazioni che si sta occupando ormai da quasi 40 anni del Sentiero Meda-Montorfano (CAI e SEM di Meda con il Comitato Parco Groane Brughiera) sta elaborando una proposta di progetto da sottoporre alle Amministrazioni Comunali, per un collegamento ciclo-pedonale proveniente dal Comune di Cabiate che intercetti i sentieri e le strade vicinali tra i vivai e la zona della cascina Belvedere nel Comune di Mariano Comense per terminare a Olgelasca di Brenna. Si tratterebbe di un percorso esistente facilmente trasformabile in ciclopedonale (mantenendo comunque il fondo naturale dove attualmente presente) che dal Comune di Cabiate - stazione FNM lungo via della Resistenza passa dal Depuratore di Mariano per salire ai vivai connettendosi al Sentiero ME MO lungo via del Ciocchino. Da qui lungo via Belvedere, tracciato storico del sentiero, proseguirebbe sulla strada del Radizzone attraversando i boschi di Olgelasca di Brenna, terminando all’Oratorio Romanico di Sant’ Adriano.

•    Sempre nel capitolo C.3.2 della Relazione di Piano si parla di “Completamento degli interventi infrastrutturali di messa in sicurezza nei punti più a rischio della rete stradale” inserendo tra gli esempi l’attraversamento ciclopedonale della Novedratese tra via Como e via per Arosio come un intervento che non merita di essere affrontato da subito ma anche questo lasciato nel limbo per i prossimi 10 anni. Chiediamo invece con la presente che il superamento ciclopedonale in sicurezza dell’attuale rotonda in corrispondenza del cavalcavia stradale della Novedratese, sia inserito nei progetti di immediata o prossima realizzazione. Riuscire a collegare con una ciclovia in sicurezza il territorio urbano di Mariano Comense con l’asse a nord in direzione Cantù ricucendo anche il tracciato storico del Sentiero Meda-Montorfano, pensiamo sia sicuramente un punto di forza per il PUMS allo studio da parte del Vostro Comune. Attualmente il tracciato del sentiero Me MO non passa più da questo pericoloso nodo stradale ma, con il parere favorevole del Parco Regionale, è stato deviato da via Belvedere lungo via Matteotti, via Grossi e poi in direzione Cascina San Martino per poter attraversare qui in sicurezza la Novedratese utilizzando il sottopasso. Alleghiamo il link della mappa del sentiero ME MO da cui si evince la deviazione a cui facciamo riferimento: (cliccare qui).

Ovviamente questa è stata una scelta “imposta” dovuta alla pericolosità del nodo strategico di via Como angolo via per Arosio di cui chiediamo possa essere da subito inserito tra i progetti di messa in sicurezza ciclo-pedonale in questo PUMS e nei futuri documenti di PGT.

•    Ultimo punto che vogliamo affrontare con queste nostre considerazioni è relativo al capitolo “A.7.1 Riqualificazione della SP 36 Canturina”
Riteniamo incompatibile e “insostenibile” con i contenuti specifici di un Piano Urbano della Mobilità Sostenibile inserire un capitolo corposo su un progetto viabilistico stradale che nulla centra con la viabilità ciclopedonale urbana del Comune. Anzi si affronta in questo capitolo “molto approfondito” tematiche che sono completamente agli antipodi di una politica di pianificazione di Mobilità Sostenibile che si dovrebbe occupare principalmente di dotare le nostre città di percorsi ciclopedonali sicuri per tutti, dai bambini agli anziani. Si parla di nuovi e costosissimi tracciati stradali che non farebbero altro se non aumentare l’attrattività nell’utilizzo del mezzo di trasporto privato a discapito della sicurezza di chi vorrebbe vivere in modo sostenibile (come recitano le premesse di ogni PUMS) il proprio ambito urbano dove si sposta, studia o lavora. Vogliamo ribadire che si devono concentrare le risorse e le competenze per attuare questo PUMS nel mettere in sicurezza la mobilità “fragile” e “sostenibile” dei cittadini e non nel prevedere nuove tangenziali che attraversano un Parco Regionale distruggendo definitivamente anche un sentiero storico come il ME MO percorso e vissuto da migliaia di persone in tutte le stagioni a piedi e in bicicletta. Chiediamo quindi che il capitolo A.7.1 sia stralciato dalla Relazione di Piano di questo PUMS essendo incompatibile con i contenuti dello stesso.

Per le Associazioni Aderenti al presente documento
Amici della Brughiera Mariano
Circolo Ambiente “Ilaria Alpi”
Comitato No alla Strada Nel Parco
Comitato Parco Regionale Groane-Brughiera
con Club Alpino Italiano (CAI) sez. Meda - Società Escursionisti Medesi (SEM)
Fridays For Future Cantù-Como
Gruppo Naturalistico della Brianza
Legambiente Cantù – Legambiente Como
WWF Insubria Area Groane - Area Como
WWF Lombardia


anche riunite in Coordinamento per la Mobilità Sostenibile – No Canturina Bis

Dr. Geol.
Gianni Del Pero
Presidente WWF Insubria – Presidente Delegato WWF Lombardia

lunedì 16 gennaio 2023

Vita e morte nel legno: l'invisibile biodiversità degli insetti del bosco


Quando camminiamo in un bosco sentiamo il rumore delle foglie sotto i piedi e gli uccelli cinguettare, eppure non ci accorgiamo dell'incessante rosicchiare e scavare degli insetti che si nutrono del legno, come operai silenziosi all'interno di grotte di cellulosa. Durante questa serata Riccardo Poloni - entomologo e naturalista del Gruppo di Scienze Naturali Modenese e dottorando in ecologia evolutiva al CRNS di Montpellier - ci farà scoprire qualcosa di più sulla biodiversità di questi insetti, su come sono importanti per gli ecosistemi forestali e sul perché sia importante proteggerli. 

 

È consigliata la prenotazione qui: https://forms.gle/jLyAWuHCH635Ltvm9 o alla mail: seratebiodiversita@gmail.com

 

Programma del corso "La biodiversità e la sua tutela"

organizzato dall'associazione "Il Picchio Verde APS"


Con il patrocinio del Parco della Collina di San Colombano e del Parco regionale dell'Adda Sud. L'associazione ringrazia i cinque comuni del Parco della collina di San Colombano per aver concesso la disponibilità delle sale: Comune di San Colombano al Lambro, Comune di Miradolo Terme, Comune di Sant'Angelo Lodigiano, Comune di Graffignana, Comune di Inverno e Monteleone

Como: la socialità è possibile!


a cura di:
Unione degli Studenti Como (como.unionedeglistudenti@gmail.com)
Fridays For Future Como (Fridayforfuturecomo@gmail.com)


Sembrava impossibile; ma per una notte, quella di sabato 14 gennaio 2023 all’ex tintostamperia in Val Mulini persone di ogni generazione hanno potuto godersi un assaggio di socialità libera, la cui assenza a Como è spesso causa di disagio soprattutto da parte dei giovani.

La serata si inserisce come parte di “Gener-Azioni”, il programma che vuole dare una nuova vita in chiave creativa alla tintostamperia dismessa e abbandonata da molti anni; questa sede sta diventando sempre di più un punto di riferimento per le attività culturali del territorio.

L’evento è stato gratuito e aperto a chiunque, nell’ottica di creare uno spazio accessibile e libero da logiche di consumo. Si è iniziato con un piccolo concerto di musica dal vivo seguito da performance di drag e burlesque per poi chiudersi con un lungo dj set di musica tekno; non sono mancati anche i numerosi banchetti di autoproduzioni artigianali o artistiche, giocoleria, arte di qualsiasi tipo. Il “Quarto spazio” è stato luogo simbolo della possibilità di socializzare e di divertirsi in maniera sicura ed esente dall’obbligo di consumo. Insomma per Como una vera e propria boccata d’aria fresca.

“Quarto spazio” è la possibilità di riprenderci Como e i nostri spazi: non sulle nuvole, ma per le strade, le piazze, le case. Il percorso sul tema degli spazi a Como prosegue, con un’assemblea pubblica indetta per venerdì 20 gennaio 2023 dalle due realtà organizzatrici dell’evento: dall’Uds alle 15:00 in ex tintostamperia; segue alle 18:45 l’assemblea aperta di Fridays al TeatroGruppo Popolare in via Castellini, 7 (a pochi passi dall’ex tintostamperia). 


giovedì 12 gennaio 2023

Pronta la Carta del Potenziale Archeologico della Provincia di Monza e Brianza

L’innovativo strumento di conoscenza predittiva utile per conciliare le esigenze operative di chi deve programmare interventi di infrastrutturazione nel sottosuolo con la tutela dei beni del “passato”. La Brianza? Terra con centri ad alto potenziale di ritrovamenti.



Nata da una convenzione tra BrianzAcque e la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le province di Como, Lecco, Monza e Brianza, Pavia, Sondrio e Varese, indica preventivamente se in una determinata area c’è la possibilità di rinvenire depositi di interesse archeologico.

La provincia di Monza e Brianza ha la propria carta del potenziale archeologico. Digitale e interattiva, serve ad indicare preventivamente se, in una determinata area, c’è la possibilità che esistano depositi di interesse archeologico, risultando in particolare di utilità a quegli enti che progettano opere con scavi. Lo strumento, tra i primi in Italia ad essere realizzato su un’area così vasta, è frutto di una convenzione unica nel suo genere, siglata nel 2019 tra BrianzAcque, gestore unico del Servizio Unico Integrato di Monza e Brianza con la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le province di Como, Lecco, Monza e Brianza, Pavia, Sondrio e Varese. La volontà congiunta è stata quella di invertire la prospettiva diffusa che vede la tutela archeologica come un’interferenza per chi si occupa di opere pubbliche e per trasformarla in un’occasione volta allo sviluppo infrastrutturale sostenibile e alla valorizzazione del territorio.

La Carta del Potenziale Archeologico è stata presentata in mattinata nella sede della Provincia di Monza e Brianza ai Sindaci, alla stampa e ai rappresentanti degli uffici tecnici provinciali, comunali e dei professionisti che operano nel comparto dell’archeologia.

Fig. 1. Monza, Via Parini. L’imprevisto archeologico prevedibile. La posa delle condutture del teleriscaldamento si scontra con i resti delle mura viscontee della città il cui tracciato è noto dalla cartografia storica. Archivio fotografico Soprintendenza Archeologia della Lombardia.

Da qui in avanti, per la programmazione di lavori di reti e servizi idrici BrianzAcque disporrà della nuova “mappa interattiva” con indicazioni del grado di potenziale archeologico di ogni singola area (nullo, improbabile, basso, indiziato da ritrovamenti materiali localizzati, certo). Di conseguenza, l’ente gestore del SII, potrà contare su uno strumento in grado di orientare la progettazione di nuovi interventi nell’ambito di competenza in modo da preservare la zone che più verosimilmente conservano depositi di interesse archeologico o di tracce stratificate del passato senza il rischio di ritrovamenti imprevisti, che possono interferire con le attività di cantiere e rallentare i tempi con conseguente aumento dei costi. Grazie a quanto stabilito nella convenzione, finanziata da BrianzAcque per un importo di 100 mila euro, l’accesso al portale è consentito anche ad altri enti territoriali pubblici quali Regione Lombardia, Provincia, Comuni.

Ha affermato Enrico Boerci, Presidente e AD di BrianzAcque: “Questo documento è un esempio di gestione responsabile e sostenibile degli investimenti - ha affermato Enrico Boerci, Presidente e AD di BrianzAcque - Anche in questo caso, un obbligo posto da una norma positiva è stato visto e interpretato come un’opportunità di sviluppo per il territorio brianzolo anziché come mero adempimento amministrativo e tecnico richiesto dal Codice degli Appalti. Ne è nato uno strumento informatizzato che semplifica di molto il processo progettuale, ne riduce i tempi e la possibilità di incappare in depositi archeologici nel corso dell’esecuzione dei lavori. Lo abbiamo pensato per noi e per la Soprintendenza, ma ci fa piacere condividerne la consultazione con altri enti pubblici con funzioni di indirizzo nel governo del territorio, con l’ambizione che possa diventare una case history per altri contesti nel panorama nazionale”.

Per la Soprintendenza la Carta del Potenziale archeologico è un importante strumento per consentire una migliore tutela del patrimonio culturale coniugandola con le complesse esigenze infrastrutturali che un territorio ad alta densità abitativa come quello della Provincia di Monza e della Brianza necessita. Una progettazione consapevole del potenziale archeologico del territorio consentirà scelte di ubicazione delle opere e di programmazione dei lavori meglio ponderate evitando imprevisti e rallentamenti.

Provincia tra le più urbanizzate e popolose d’Italia, sempre interessata da complessi progetti di infrastrutturazione, Monza e Brianza è anche terra di grande interesse archeologico con un patrimonio ricco, testimone delle storie che vi si sono svolte fin dalla preistoria e di cui l’archeologia consente di individuare e indagare i segni superstiti impressi nel terreno.

Fig. 2. Vimercate, Via Vittorio Emanuele II. L’imprevisto archeologico prevedibile. Sotto i piani pavimentali di un demolito edificio del centro storico riemergono i muri di un atelier di lavorazione del metallo di età post-medievale che, a loro volta, coprivano resti di età romana. Il centro storico di Vimercate è noto per rinvenimenti analoghi, effettuati anche in stretta prossimità con l’area di cantiere. La mancata previsione della necessità di scavi archeologici ha comportato un notevole aumento dei costi di realizzazione. Archivio fotografico Soprintendenza Archeologia della Lombardia.

Le ricerche, condotte nei 55 comuni della Brianza per un’estensione di 405,4 kmq. hanno confermato la presenza di centri ad alto potenziale archeologico, come ad esempio Monza e Vimercate e mostrato come aree che presentano la possibilità di rinvenire depositi archeologici siano presenti a macchia di leopardo in tutto il territorio provinciale. Allo stesso tempo è stato possibile indicare “zone” in cui il rischio di intercettare resti archeologici è minore.

“Ringrazio il Presidente Enrico Boerci, il team di Brianza Acque e tutti i partner per il grande lavoro svolto nel realizzare questa Carta, frutto dell’impegno coordinato di quasi quattro anni. Questo strumento coadiuverà soprattutto la programmazione territoriale sia di enti pubblici che privati, e quindi di tutti gli addetti ai lavori del nostro territorio, evitando dilatazioni dei tempi di cantiere a causa di ritrovamenti archeologici inaspettati. Un segno tangibile che dimostra come anche oggi è possibile pensare in grande e sviluppare collaborazioni proficue al servizio delle buone pratiche della pubblica amministrazione” – ha commentato il presidente della Provincia di Monza e della Brianza, Luca Santambrogio.

Ha aggiunto il presidente di ATO Monza e Brianza, Silverio Clerici: ”La “ Carta del potenziale archeologico “ della Provincia di MB, geniale intuizione collaborativa della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio, per le province di Como Lecco Monza e Brianza Pavia Sondrio Varese e della società Brianzacque Srl, ha generato una opportunità conoscitiva, scientifica ed operativa a disposizione non solo della stessa Brianzacque per i propri interventi nel sottosuolo, ma anche e soprattutto per gli operatori e per i professionisti dei vari settori che intendono intervenire su un territorio come la Brianza ricca di reperti e di testimonianze di più civiltà per lo più sconosciute e sepolte da secoli. Per le Pubbliche Amministrazioni costituisce inoltre , con la “ Carta della qualità dei suoli liberi “ che Brianzacque ed ATO MB hanno inteso mettere a loro disposizione, importanti momenti conoscitivi e propedeutici alla programmazione urbanistica dei loro Territori, in grado di indirizzarne scientificamente un coerente e corretto uso del suolo”.

“La semplificazione dei procedimenti amministrativi passa anche da percorsi virtuosi di sinergia tra enti, come nel caso della Carta del Potenziale, uno strumento che concorrerà a ottimizzare le funzioni pianificatorie e di controllo, a beneficio del patrimonio archeologico, del Servizio Idrico Integrato e soprattutto del territorio di Monza e Brianza” – ha sottolineato il direttore del settore Progettazione e Pianificazione di BrianzAcque, Massimiliano Ferazzini.

Il lavoro lungo e complesso di redazione dello strumento, che ha richiesto l’apporto di un team di archeologi, geologi, geoarcheologi e informatici è il risultato dell’esame incrociato di diversi livelli di informazioni. Oltre alla cartografia archeologica elaborata dalla Soprintendenza, alla bibliografia archeologica e storica, sono stati presi in considerazione i catasti storici, i dati geologici ricavabili dalle mappe geologiche regionali, i carotaggi effettuati da BrianzAcque e le informazioni derivanti dalle interpretazioni di riprese aeree e satellitari. Né poteva mancare una ricognizione dei reperti conservati presso la Soprintendenza e nei musei del territorio per meglio verificare l’inquadramento cronologico dei diversi siti.

La carta, resa disponile in questi giorni e che trova pochi confronti a livello nazionale per ampiezza del territorio considerato contemporaneamente, sarà soggetta nel tempo a periodici aggiornamenti.

Fonte: BrianzAcque. Immagini per gentile concessione del MiC - SABAP-CO-LC


Circolo Ambiente: "L'antico borgo agricolo di Fabbrica Durini deve essere recuperato"


di Roberto Fumagalli e Franco Invernizzi, Circolo Ambiente “Ilaria Alpi”


Come Circolo Ambiente "Ilaria Alpi" ribadiamo la nostra posizione, più volte espressa, sul destino del borgo di Fabbrica Durini, valida anche per Carbusate, frazioni i cui vecchi fabbricati, da decenni in abbandono, devono essere recuperati. Questo per conservare la memoria storica del borgo e per evitare nuovo consumo di suolo nel resto del paese. L'attuale e le passate Amministrazioni Comunali di Alzate Brianza,  succedutesi negli ultimi 40 anni, evidentemente hanno sottovalutato il problema urbanistico a Fabbrica e a Carbusate: il loro compito infatti avrebbero dovuto essere quello di affrontare di petto l'intera gestione urbanistica delle due frazioni, anzitutto non consentendo la nuova edificazione a Fabbrica, soprattutto lungo la via Aldo Moro, e poi spingendo per il recupero dei vecchi edifici, evitando appunto la snaturazione della frazione con l'eccessivo consumo di suolo.

Ora occorre insistere per il recupero dei vecchi edifici agricoli, in forte degrado, sia di Fabbrica Durini, che di Ca' Nova, che di Carbusate;  ovviamente il tutto deve avvenire senza l'utilizzo di fondi pubblici (nemmeno del PNRR), trattandosi di proprietà private. Pertanto come prima cosa l'Amministrazione Comunale deve procedere direttamente con il recupero dell'edificio che ospitava l'ex Cooperativa,  l'unico di proprietà comunale.

Ci aspettiamo atti concreti, e non le solite parole, da parte delle Istituzioni.