“Il costo di non aver realizzato la Pedemontana per anni è stato altissimo. Troppo spesso una piccola minoranza ha rallentato o bloccato lo sviluppo del Paese, ma dobbiamo sempre avere il coraggio di guardare lontano anche contro il mondo del ‘no’”.
Pietro Salini
Rispondiamo al comunicato stampa diffuso oggi da Webuild, in cui l’amministratore delegato Pietro Salini ci racconta che la Pedemontana Lombarda è “un passo decisivo verso un’Italia più moderna e connessa.”
Peccato che la modernità, secondo Webuild, passi sempre dallo stesso copione: più cemento, più asfalto, più miliardi di euro spesi per nuove autostrade, come se fossimo ancora nel boom economico degli anni ‘60.
Salini ci regala il solito discorso epico: il dopoguerra, il miracolo economico, la Lombardia locomotiva d’Italia. Una narrazione stantia, buona per galvanizzare platee istituzionali, ma che ignora una realtà banale: nel 2025, il futuro non si costruisce solo a colpi di viadotti e svincoli.
Viviamo nell’epoca della crisi climatica, dell’inquinamento record, delle città congestionate, dei treni regionali da terzo mondo. Ma per Webuild la priorità è sempre la stessa: nuovi chilometri d’autostrada, nuovi pedaggi, nuovo consumo di suolo.
Salini sostiene che “la competitività delle imprese dipende anche da un sistema viario efficiente.” Ma non dice che la Pedemontana, finora, ha visto traffico ben sotto le previsioni, con buchi finanziari ripianati dai contribuenti. Non dice quanto ci costerà davvero, né se quei miliardi non sarebbero meglio spesi su treni, trasporto pubblico, logistica green, o manutenzione delle infrastrutture esistenti.
Perché sì: la competitività passa pure da un sistema viario efficiente, ma anche da aria respirabile, territori non devastati, e servizi pubblici dignitosi. Non è difficile da capire.
Immancabile, arriva poi il lamento: “Troppo spesso una piccola minoranza ha rallentato lo sviluppo del Paese.” Eccolo, il grande classico. Chiunque osi sollevare dubbi è subito etichettato come appartenente al “mondo del no”.
Ma non è il mondo del no. È il mondo del come. Come spendiamo miliardi di soldi pubblici? Come proteggiamo il territorio? Come facciamo scelte davvero lungimiranti? Non è essere contrari allo sviluppo. È pretendere sviluppo intelligente.
La Pedemontana non è il simbolo di un’Italia moderna. È il simbolo di un Paese bloccato in un’idea vecchia di sviluppo, dove “fare infrastrutture” è sempre visto come bene assoluto, anche quando serve solo a bruciare risorse e divorare territorio.
Altro che “visione lungimirante”. Questa è la solita minestra riscaldata. E francamente, comincia a farci male allo stomaco.
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