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Il 10 luglio 2011 più di mille persone circondano in un simbolico abbraccio il Bosco delle Querce, riuscendo a far ridurre lo sbancamento previsto per la Pedemontana da 12 a soli 2 ettari. |
Il 10 luglio 1976, alle 12.37, un reattore chimico dello stabilimento Icmesa di Meda, di proprietà del gruppo Givaudan-Roche, liberò nell’aria una nube contenente diossina TCDD, una delle sostanze più tossiche conosciute. La contaminazione colpì gravemente i territori di Seveso, Meda, Cesano Maderno, Bovisio Masciago e Desio, cambiando per sempre la storia di questa parte della Brianza.
Nei giorni successivi, migliaia di persone furono evacuate, animali abbattuti, terreni raschiati fino a tre diversi livelli di profondità. Quella tragedia ambientale e sanitaria, la più grave avvenuta in Italia in tempi di pace, ha lasciato segni indelebili nelle vite delle persone e nel paesaggio.
Su circa 43 ettari di territorio pesantemente contaminato, è nato il Bosco delle Querce di Seveso e Meda, uno spazio unico, simbolo di rinascita e memoria, dove ancora oggi la vegetazione cresce su terreni bonificati e isolati da strati impermeabili. Il Bosco è non solo polmone verde, ma luogo di educazione ambientale e testimonianza viva di ciò che accadde.
Come illustrano le mappe diffuse da Sinistra e Ambiente Meda, la realizzazione dell’Autostrada Pedemontana Lombarda rischia di sacrificare porzioni importanti del Bosco delle Querce. In marrone e viola tratteggiati sulla cartografia sono indicate le aree che saranno interessate dal disboscamento per la costruzione delle carreggiate e delle opere complementari, come svincoli e vasche di laminazione.
Tra queste aree figura anche la zona verde di via della Roggia a Seveso, destinata a due rotonde e a una vasca per la raccolta delle acque. Un sacrificio che preoccupa ambientalisti e cittadini: l’infrastruttura stradale si sovrappone proprio ai terreni teatro della tragedia del 1976, contaminati allora dalla diossina e bonificati a caro prezzo.
L’ampliamento della Pedemontana non è soltanto un consumo di suolo, ma una ferita simbolica a un luogo sorto come risposta civile a un disastro industriale. Il Bosco delle Querce dovrebbe restare intatto, memoria viva e monito per le generazioni future.
Questa sera, la memoria si incontra
Proprio oggi, giovedì 10 luglio 2025, alle ore 21.00, al Bosco delle Querce di Seveso e Meda, in via Ada Negri, si terrà l’iniziativa “Insieme per il Bosco - Storie di riparazione di Territori e Comunità”.
L’incontro vedrà protagonista la Fondazione Stava 1985, con il presidente Graziano Lucchi, e la Fondazione Alexander Langer, rappresentata da Christine Stuffrein e Marzio Marzorati. Si parlerà del parallelo fra il disastro di Seveso e il crollo della diga mineraria di Stava (1985), due tragedie industriali italiane con pesantissime ricadute ambientali e sociali. Modera Sergio Astori.
Un’occasione per riflettere su come la memoria possa trasformarsi in impegno concreto per tutelare i territori e difendere la salute delle comunità.
A 49 anni dal disastro Icmesa, il Bosco delle Querce resta simbolo di rinascita. Ma la sua integrità oggi è di nuovo a rischio. Difendere questo luogo significa non dimenticare.
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