venerdì 4 luglio 2025

Pedemontana e ospedale, la Seregno che avanza (senza dire dove va)

Il Giorno, ed. Monza - 2 luglio 2025

Nei giorni scorsi, sulle pagine locali de Il Giorno, è apparso in bella evidenza un articolo piuttosto allarmante sull’avvio dei lavori della Pedemontana a Seregno. Diversi Comitati di Quartiere hanno chiesto ufficialmente al sindaco Alberto Rossi un incontro, seguito da un’assemblea pubblica, per informare la cittadinanza sui lavori della Pedemontana che potrebbero avere impatti diretti e indiretti sul territorio comunale.

Ma se le ruspe rombano, l’amministrazione comunale, per ora, tace. E qui entra in gioco il nuovo motto che serpeggia tra cittadini e comitati: “Pedemontana, non se ne parla!

Il bello (si fa per dire) è che questa frase funziona su due livelli: da una parte, c’è chi la pronuncia con tono deciso, quasi a dire “non vogliamo quest’opera”; dall’altra, c’è chi la dice sospirando, perché dal Comune non arriva nemmeno mezza parola.

Nelle ultime settimane, gli sbancamenti sono ben visibili nei comuni vicini e anche a Seregno, dove sta prendendo forma la famigerata “tangenziale sud di Meda”, senza dimenticare la zona Stadio, dove è prevista una galleria. E guai a illudersi che Seregno possa cavarsela con poco: tra cantierizzazioni, viabilità impazzita e traffico pronto a riversarsi sulle strade locali, la città è già parte in causa.

Sono già passate due settimane da quando i Comitati di Quartiere - inizialmente quelli delle zone più coinvolte, come Ceredo, Sant’Ambrogio, Lazzaretto-San Giuseppe e San Carlo - hanno chiesto con urgenza di incontrare il sindaco Rossi. I temi sul tavolo non sono certo dettagli da tecnici:

  • le opere di mitigazione ambientale, cruciali per salvare il Parco agricolo del Meredo;
  • il destino del tunnel previsto dietro l’ospedale e quello del passaggio a livello di San Giuseppe;
  • la viabilità cittadina, già al limite in vie come Cadore e Wagner, dove i camion rischiano di diventare più numerosi degli alberi.

Segno evidente che la Pedemontana non è faccenda “da quartiere”: anche i Comitati di Santa Valeria e del Centro hanno deciso di farsi sentire. Ormai è chiaro a tutti che un’autostrada di queste dimensioni non si limita a scavare buche nel terreno, ma rischia di scavare solchi profondi nella qualità della vita cittadina.

Ma non è solo la Pedemontana a sollevare domande sul futuro urbanistico di Seregno.

La pagina Facebook del Sindaco Rossi - 3 luglio 2025

Mentre il sindaco sembra non trovare il tempo per parlare con i Comitati sul tema Pedemontana, lo trova invece per schierarsi a favore della costruzione di un nuovo ospedale, non su un’area dismessa o riqualificabile, ma su terreni agricoli vergini. Una scelta che stride apertamente con quanto dichiarato dallo stesso Comune nel Piano Clima, dove si auspica il consumo di suolo zero e la tutela delle aree verdi residue.

È una contraddizione che non sfugge a chi osserva la città: da un lato, si denuncia l’impatto della Pedemontana sui quartieri e sull’ambiente; dall’altro, si propone di costruire un’opera enorme come un ospedale su terreno verde, invece di dare priorità al recupero delle tante aree dismesse esistenti.

Il racconto distopico da noi pubblicato - “La salute non si costruisce sul cemento. L’Ospedale di Seregno e il costo del nuovo: una lezione urbanistica per la Brianza” - fotografa con chiarezza il problema: la salute dei cittadini si tutela con una città vivibile, verde, con aria respirabile e servizi accessibili. Non con muri e cemento.

Il vero nodo è la mancanza di una visione strategica. La consiliatura Rossi, dopo 7 anni, non ha ancora varato un nuovo Piano di Governo del Territorio, e si procede a colpi di interventi spot: un rendering qui, una pista ciclabile lì, un’inaugurazione altrove. Senza però un disegno complessivo su come Seregno dovrà essere tra dieci o vent’anni.

Nel frattempo, il silenzio sulla Pedemontana diventa sempre più rumoroso. Come dicono con sarcasmo alcuni cittadini, «fa più baccano dei camion che attraversano il Ceredo».

I Comitati e molti cittadini, però, non hanno alcuna intenzione di mollare. Sono convinti che il momento per parlare sia adesso, perché più passa il tempo, più le questioni rischiano di diventare ingovernabili. Anche perché una città senza visione rischia di trovarsi, presto, con molto cemento e pochissima salute.

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