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Area boschiva nel "Parco di Riconquista Naturale della Brianza", 2137 |
Nel vasto archivio delle scelte urbanistiche compiute in Brianza durante il XXI secolo, la vicenda dell’Ospedale di Seregno occupa un posto emblematico, esempio plastico di come l’urgenza del “nuovo” abbia spesso prevalso sulla logica del riuso e sulla tutela del suolo.
Nel 2025, la comunità locale si trovò davanti a due opzioni: ristrutturare il vecchio ospedale al costo stimato di 30 milioni di euro, oppure edificare una nuova struttura ex novo per 70 milioni.[1][2]
L’ipotesi di costruire il nuovo ospedale si collocava nell’area sud-orientale di Seregno, in zone prevalentemente agricole prossime all’asse della Valassina, sebbene la localizzazione precisa non fosse stata ufficialmente definita nei documenti pubblici disponibili all’epoca.
Prevalsero le istanze di innovazione, efficienza e prestigio legate al concetto di “ospedale moderno”. Tuttavia, la decisione di costruire su suolo vergine significò sottrarre terreno agricolo, cancellare aree di biodiversità e contribuire a incrementare il fenomeno delle isole di calore, già all’epoca riconosciuto come una delle criticità ambientali più gravi per la Brianza.[3]
Già nel primo quarto del XXI secolo, l’evidenza scientifica era chiara: il verde urbano contribuisce a mitigare le temperature, ridurre l’inquinamento atmosferico e migliorare la salute mentale e fisica dei cittadini. L’Organizzazione Mondiale della Sanità sottolineava come la presenza di spazi verdi sia associata a una riduzione della mortalità prematura, a minori tassi di obesità e ad effetti benefici sulla salute mentale.[4]
La Brianza, nel frattempo, si trovava tra le aree a più alto consumo di suolo d’Italia. Secondo l’ISPRA, nel 2024 il consumo di suolo in Lombardia aveva raggiunto il 12,8% del territorio regionale, contro una media nazionale dell’8,6%.[5] In un simile contesto, ogni metro quadrato cementificato aveva un costo ambientale elevatissimo.
La storia fu anche segnata da un paradosso sanitario. Tra il 2060 e il 2090, il sistema sanitario italiano virò decisamente verso modelli di assistenza territoriale, domiciliare e tecnologicamente integrata.[6] I grandi ospedali monolitici divennero strutture sovradimensionate, troppo costose da gestire e in gran parte inutilizzate.
Così accadde anche a Seregno: l’ospedale nuovo, inaugurato nel 2032, entrò in crisi già verso il 2085. Nel 2102, la Regione Lombardia deliberò la sua definitiva chiusura e l’area fu destinata a interventi di rinaturalizzazione, finanziati dal Fondo Europeo per la Rinaturalizzazione Urbana.[7]
Oggi, nel 2137, su quello stesso suolo crescono boschi planiziali e prati stabili, parte integrante del Parco di Riconquista Naturale della Brianza. È un luogo dove la cittadinanza cammina, respira aria pulita e ricorda, non senza amarezza, le scelte del passato.
La vicenda dell’Ospedale di Seregno lascia insegnamenti chiari:
- Ristrutturare è spesso meglio che costruire. Il riuso dell’esistente riduce costi economici e ambientali e garantisce maggiore resilienza.
- Il suolo è una risorsa non rinnovabile. Una volta impermeabilizzato, non si rigenera facilmente e il danno si riverbera sul clima, sulla biodiversità e persino sulla salute pubblica.
- Salute ambientale e salute umana sono due facce della stessa medaglia. Non si può progettare sanità senza considerare l’ecosistema in cui vive la popolazione.[8][9]
Riferimenti bibliografici
- [1] Prima Monza, Ospedale, presidio di riabilitazione a Seregno, 2025.
- [2] Il Cittadino di Monza e Brianza, Seregno, convegno del Cobac sul futuro dell’ospedale: una nuova sede è la soluzione migliore?, 2025.
- [3] ISPRA, Consumo di suolo, dinamiche territoriali e servizi ecosistemici, Rapporto 2024.
- [4] World Health Organization, Urban Green Spaces and Health, 2016.
- [5] ISPRA, Consumo di suolo, dinamiche territoriali e servizi ecosistemici, Rapporto 2024.
- [6] Ministero della Salute, Piano Nazionale per la Sanità di Prossimità , 2063.
- [7] EU Green Recovery Plan, Urban Rewilding Projects in Europe, 2095-2105.
- [8] European Environmental Agency, Healthy environment, healthy lives, 2020.
- [9] World Health Organization, Environment and human health: integrated approaches, 2024.
Il dott. Renzo L. Valgrana, dell’Istituto per le Memorie Urbane dell’Alta Brianza, dopo la pubblicazione del saggio riportato sopra, ci ha segnalato il ritrovamento di un intervento dell’allora Sindaco di Seregno a favore della realizzazione di un nuovo ospedale in città . Riportiamo di seguito questo prezioso documento, che testimonia come, in quel periodo, le scelte degli amministratori locali apparissero spesso frammentate e non sempre inserite in una visione strategica complessiva per il futuro urbano.
RispondiEliminaQuando questo documento venne scritto, la consiliatura del Sindaco Alberto Rossi era già al suo ottavo anno. Il nuovo Piano di Governo del Territorio (PGT) risultava ancora in fase di elaborazione, mentre era stata presentata la bozza del Piano Clima. L’azione amministrativa procedeva prevalentemente attraverso interventi puntuali, che oggi potremmo definire privi di un disegno organico sul futuro della città , o comunque caratterizzati da elementi di contraddizione rispetto ad altre dichiarazioni di principio, in particolare per quanto riguarda la tutela del suolo.
Il documento è stato rinvenuto su una vecchia piattaforma digitale, Facebook.
LA POLITICA UNITA: UN NUOVO OSPEDALE PER SEREGNO
di Alberto Rossi, Sindaco di Seregno
Sabato mattina [28/06/2025, prima del Collasso, n.d.e] è successa una cosa bella. Si è tenuto a Seregno un bell’evento organizzato dal Cobac, che ringrazio per l’attenzione che dal primo momento ha dedicato alla questione dell’Ospedale di Seregno in tanti confronti fatti insieme. Ci sono stati tanti interventi importanti di medici del territorio, seguiti dagli interventi di diversi amministratori, di tutti i partiti politici, intervenuti per parlare della situazione dell’ospedale di Seregno.
Per una volta si sono messe da parte le differenze per un obiettivo più grande: lavorare tutti insieme perché si arrivi all’obiettivo di far nascere a Seregno un nuovo polo della riabilitazione pubblico, moderno e capace di rispondere alle esigenze del territorio, su un tema che, anche alla luce dei temi demografici, sarà sempre più strategico e rilevante.
Una posizione forte e unitaria, una bella notizia per la nostra Città per cui ringrazio tutti quelli che si sono spesi, e che segue le mozioni approvate all’unanimità sul tema in Consiglio Comunale e in Consiglio Provinciale.
Alla luce della situazione, visti gli altissimi costi di ristrutturazione dell’esistente (oltre 30 milioni di euro, in aggiunta ai 5 già stanziati, su una struttura che comunque mostra tutti i limiti degli anni e adattata da ospedale per acuti) tutti sottolineano la necessità di un presidio nuovo, pensato e dedicato espressamente alla riabilitazione.
Non siamo al punto zero: da diverso tempo l’Amministrazione è al tavolo con Asst per immaginare come ripensare il servizio e la struttura di riabilitazione pubblica della nostra Città , e a partire da questo confronto Asst ha già svolto un primo studio in merito, prima della situazione emergenziale nata negli scorsi mesi che ha portato alla chiusura dei reparti di degenza.
Questa brutta notizia sulla situazione strutturale può diventare l’occasione di un salto in avanti, con un investimento importante che riporti sul nostro territorio un polo ancor più d’eccellenza nell’ambito della riabilitazione, per tutta la Brianza e non solo. Servirà l’impegno di tutti, ma certamente il segnale di un politica unita è prezioso e importante, e non posso che essere grato a tutti per questo.