giovedì 26 giugno 2025

Il silenzio del rumore: via Cadore a Seregno si salverà dal traffico di attraversamento?

Hausfriede, ceramica (particolare) di Maria Schwamberger-Riemer, 1959. Fonte immagine: Wikipedia

“Il silenzio del rumore / delle valvole a pressione / i cilindri del calore / serbatoi di produzione...”


Così cantava Franco Battiato, descrivendo un mondo in cui il rumore della macchina industriale è talmente pervasivo da diventare silenzio interiore, assenza di alternativa, abitudine.

Dopo aver segnalato con soddisfazione l’eliminazione della rotonda a sud del Parco del Meredo (leggi qui), abbiamo ricevuto una lettera da una cittadina del quartiere Ceredo. Il quadro che ne emerge - fatto di traffico pesante, rumore costante e senso di abbandono - richiama quel mondo descritto da Battiato, dove il rumore diventa la norma. Ma a differenza della rassegnazione evocata nella canzone, qui a pesare è anche il silenzio dell’amministrazione, che la cittadina non accetta e denuncia con forza.

Riportiamo le sue parole:

    "Buongiorno, vi chiedo se siete a conoscenza che, provenienti da via Indipendenza (Meda), arrivano e attraversano via Cadore, in entrambi i sensi di marcia, innumerevoli camion al giorno, carichi di terra (scoperti). Come mai non si immettono in via Wagner? Sapevo che non sono autorizzati a venire su via Cadore.
    Qui in via Cadore siamo molto bistrattati: nessuna deterrenza contro la velocità, alto numero di mezzi, nessun asfalto insonorizzante (asfalto messo solo fino alle scuole di via Tiziano, alla vigilia della rielezione del sindaco). Il rimanente tratto non interessa a nessuno. Ah sì, interessa solo a Pedemontana. Il livello di inquinamento, sia acustico che atmosferico, è altissimo. Grazie, cordiali saluti."


Il quadro che emerge è quello di una strada dimenticata, attraversata ogni giorno da mezzi pesanti, rumorosi e spesso non coperti, in un contesto urbano che dovrebbe essere tutelato. Polveri, rumore e traffico si sommano alla percezione - forte - di essere stati abbandonati dalle istituzioni.

Al momento non risulta chiaro se esista un divieto formale al transito dei mezzi pesanti in quel tratto. Ma il dubbio sollevato è legittimo e richiederebbe un chiarimento ufficiale da parte del Comune.

P.U.T. Seregno. Le opere di mitigazione previste su Via Cadore, incompatibili con l'innesto della tangenzialina di Pedemontana

È bene ricordare che il Piano Urbano del Traffico (PUT) di Seregno prevede una trasformazione proprio per via Cadore, con l’intento di renderla una strada a traffico moderato, più sicura e vivibile per chi ci abita. Ma questa visione si scontra con il progetto della Tangenziale Meda Sud - Seregno, che prevede uno sbocco proprio su via Cadore tramite una nuova rotonda. Il rischio è che la strada, invece di essere alleggerita, venga ulteriormente congestionata.

PGT di Meda che evidenzia la rotonda della tangenziale di Pedemontana nel Comune di Seregno

Nel dibattito ormai pluriennale attorno alla Tangenziale, il nostro blog ha sempre mantenuto una posizione chiara e coerente: contrarietà alla sua realizzazione, almeno per come è stata concepita. Non per ideologia, ma per una lettura concreta del territorio, dei suoi bisogni reali e delle sue fragilità.

Abbiamo da subito segnalato l’impatto devastante che l’opera potrebbe avere sul Parco del Meredo e sul quartiere del Ceredo, che rischia di diventare il terminale di un traffico pesante crescente.

In questo contesto, colpisce la differenza tra i due Comuni interessati: Meda difende il proprio territorio, ottiene modifiche e protezioni, mentre Seregno resta silente. Un silenzio che pesa e che, nei fatti, lascia via libera a decisioni prese altrove, ma che ricadono direttamente sui quartieri seregnesi.

La cittadina che ci ha scritto ha segnalato anche ad ARPA Monza la questione dell’inquinamento acustico. L’Agenzia ha risposto inviando una PEC al Comune di Seregno. Eppure, nessuna risposta, nessun segnale concreto.

In un altro messaggio, ci confida: “È una battaglia di una singola cittadina contro dei giganti.” Una frase che fa riflettere. Ma non dovrebbe essere così.

Questo caso mette in evidenza la necessità di un monitoraggio attivo, di una maggiore attenzione da parte dell’amministrazione, e di un coinvolgimento reale dei comitati di quartiere. Via Cadore non è solo una strada: è un luogo di vita, con case, scuole, famiglie. Non può essere sacrificata nel nome di un’infrastruttura calata dall’alto.

Accendere i riflettori su ciò che sta accadendo è un dovere. E Brianza Centrale continuerà a farlo.

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