martedì 24 giugno 2025

Il Bosco delle opportunità: “No alla frammentazione, sì a una visione comune”


Con una lettera aperta indirizzata alla sindaca di Seveso, Alessia Borroni, il Laboratorio Parco Fluviale Valle del Seveso ha espresso preoccupazione per la decisione del Comune di non aderire al progetto sovracomunale del Parco Fluviale e di voler mantenere separata l’area del Bosco delle Querce dal nascente ambito di tutela naturalistica.

Una posizione definita “meritevole di confronto” dal Laboratorio, che rivendica con forza il valore strategico, ambientale e culturale dell’inserimento del Bosco in un progetto più ampio, capace di affrontare con visione sistemica le sfide ecologiche del presente.

La lettera sottolinea come, già nella delibera regionale del luglio 2024, il progetto del Parco Fluviale fosse stato riconosciuto come "strategico" per la rigenerazione del territorio. È proprio in questa direzione che il Laboratorio - promosso dall’Associazione Amici del Parco Nord - sollecita l’amministrazione sevesina a ripensare la propria scelta, evitando derive localistiche che rischiano di isolare l’area invece di valorizzarla.

In vista del cinquantesimo anniversario del disastro Icmesa del 1976, il Laboratorio propone di trasformare la memoria di quella tragedia in un motore per il rilancio ambientale. “Il Bosco delle Querce – si legge nella lettera – è un luogo nato dal dolore e dalla resilienza, simbolo della capacità di rinascita del territorio”. Ma per diventare pienamente risorsa per le generazioni future, ha bisogno di una cornice ampia, intercomunale e condivisa.

Senza mai cadere in toni polemici, il Laboratorio respinge l’idea che l’integrazione nel Parco Fluviale possa “cancellare l’identità locale”. Al contrario, essa la rafforza, collegando il patrimonio ambientale di Seveso a una rete più ampia, in grado di garantire una maggiore tutela, coerenza gestionale e visibilità.

Non si tratta - precisano - di “svendere” un bene prezioso, ma di investirlo di un nuovo significato, trasformandolo in laboratorio di innovazione ecologica per tutta l’area metropolitana.

Il messaggio finale è chiaro e costruttivo: il Laboratorio chiede alla Sindaca Borroni l’apertura di un confronto trasparente, per definire insieme una visione comune che onori la memoria storica e rilanci il territorio verso un futuro sostenibile.

Un invito al dialogo, più che una critica. Ma anche una sfida ad abbandonare logiche di chiusura in favore di una governance del verde più ambiziosa e collettiva.

La lettera aperta 


Gentile Sindaca Alessia Borroni, 
abbiamo letto con attenzione le sue dichiarazioni in merito alla scelta di non aderire al progetto del Parco Fluviale della Valle del Seveso e alla volontà di tenere separata l'area del Bosco delle Querce dal nascente ambito di tutela naturalistica. È una posizione che solleva interrogativi e merita un confronto aperto. 
Come Laboratorio Parco della Valle del Seveso sentiamo la responsabilità di rispondere pubblicamente, anche in considerazione del fatto che l'Associazione Amici del Parco Nord - promotrice del Laboratorio - è espressamente citata nella delibera regionale del luglio 2024 come soggetto proponente del progetto del Parco Fluviale del Seveso. È un riconoscimento importante, che ci impegna a promuovere un risultato in risposta ai problemi storici del territorio e capace di affrontare con urgenza le sfide ambientali e climatiche che ci troviamo di fronte.

Il Bosco delle Querce non è un'area qualsiasi. È un luogo nato dal dolore e dalla resilienza, simbolo della memoria collettiva, anche oltre i confini della città di Seveso, e testimonianza della capacità d' trasformare il disastro Icmesa in un progetto di rinascita. Proprio per questo riteniamo che oggi meriti una visione all'altezza delle sfide ambientali e culturali del nostro tempo.

Nel 2026 ricorreranno i cinquant'anni dal disastro Icmesa. Sarà un'occasione unica per fare del Bosco dele Querce il cuore di un progetto sovracomunale, capace di rigenerare il territorio e restituire al Seveso dignità, bellezza e funzione ecologica. Come accade già in altri contesti - basti pensare alla Villa Reale e al Parco di Monza, inseriti nel Parco Regionale della Valle del Lambro - anche qui è possibile mantenere autonomia gestionale e simbolica, entrando però in una cornice più ampia e condivisa.

Un parco intercomunale non cancella le identità locali. Al contrario, le valorizza, rafforzandole all'interno di un percorso di cooperazione, con l'obiettivo comune di migliorare la qualità dell'aria, proteggere il suolo e affrontare insieme l'emeraenza climatica. 
Non si tratta di "svendere" un bene prezioso, ma di investirlo di un nuovo significato, attraverso un progetto ambizioso e rispettoso delle capace di parlare non solo a Seveso, ma all'intero territorio della media Valle del Seveso.
 
Per questo le chiediamo di aprire un confronto sereno, con l'obiettivo di costruire insieme un futuro in cui la memoria sia motore di trasformazlone e non pretesto per l'isolamento. 

Restiamo a sua disposizione per ogni utile approfondimento e la ringraziamo fin d'ora per l'attenzione e la collaborazione. 
Con stima e fiducia, 
Arturo Calaminici, Coordinatore Laboratorio Parco Valle del Seveso 

  

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