martedì 28 aprile 2020

La pompa di Meda. Romanzo sintetico verista ambientale


Oh, dio, che pompa!...
(Romanzo sintetico verista ambientale)
di GIFRI, tratto da "Il Corriere di Monza e della Brianza" di domenica 6 Marzo 1921

CAPITOLO I. IL FUOCO! IL FUOCO
Nelle ore inoltrate di una gelida sera invernale, quando già sulle case dell'industre paese di Meda alitava lo spirito di Morfeo, dalla piazza Cavour balzò improvviso ed acutissimo un grido che molti altri, in un battibaleno, ne richiamò dai vicoli e dalle vie adiacenti, mentre torme di borghigiani, infilati in fretta e furia i pantaloni si precipitavano nella strada ed accorrevano verso il punto donde era partito il primo grido, il quale era quello di:
- Il fuoco ! il fuoco !

CAPITOLO II. FIAMME NELLA NOTTE
Si trattava, dunque, di un incendio; che - pertanto -, favorito dal soffiare di un venticello alquanto sostenuto, divampava rapidamente. Spettacolo pauroso. Lunghe spade di fuoco si ergevano sinistre contro il cielo ad arrossarne l'arco, a ferirne l'oscurità, a squarciarne con impeto violento il velario delle tenebre. Timor panico nelle donne; un istante di perplessità affannosa ed angosciata negli uomini. Quindi corse fra un gruppo di giovanotti questa voce:
- Andiamo a prendere la pompa!
E via.

CAPITOLO III. LA POMPA
Dopo una diecina di minuti, giunse sul posto dell'incendio un carretto traballante e tutto sgangherato. Era la pompa. Si dipana il tubo, lo si avvita al più vicino attacco dell'acqua potabile e... Un momento. E si ha il piacere di constatare che l'umico tubo esistente è praticamente inservibile perché troppo vecchio e tutto sforacchiato. Madonna campanile, che pompa! Basta. Di necessità bisognò far virtù e, in mancanza di meglio, fu giocoforza giovarsi del sistema primordiale di gettar acqua nel braciere ardente soltanto colle secchie. Sistema che aveva il sapore arcadico di un ritorno all'antico. Non mancò di destare l'interesse di qualche spettatore amante di curiosità preistoriche. Peccato che con questo metodo non si potesse spegnere il rogo se non quando l'incendio ebbe a morire di morte naturale!...

CAPITOLO IV. IL COMMENTO DI TIMOTEO
Timoteo Stattisano, che aveva assistito allo spettacolo, disse:
- Che non ci siano i pompieri, transeat. All'occorenza siamo un po' tutti pompieri. Ci si può arrangiare, sia pure alla bell'e meglio. Ma ciò che costituisce una vergogna vera e propria è il fatto che un paese come Meda, grossa borgata di otto a novemila abitanti, centro industriale di non piccola importanza e località che si permette il lusso di  manate di biglietti da mille per allungare il campanile e per cambiare il concerto di campane, non sia dotata almeno di una pompa funzionabile! E' una vergogna!
Disse. E sputò. Poi andò a rimettere nel letto la propria carcassa.


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