lunedì 20 gennaio 2025

Monitoraggio delle bonifiche da diossina lungo la Pedemontana: incongruenze e preoccupazioni espresse dagli ambientalisti


Un gruppo di associazioni ambientaliste e liste civiche ha sollevato importanti preoccupazioni riguardanti i lavori di bonifica da diossina lungo la tratta B2 dell’Autostrada Pedemontana Lombarda (APL). I gruppi coinvolti (Sinistra e Ambiente–Impulsi Meda, Legambiente circolo “Laura Conti” Seveso, Seveso Futura, Passione Civica per Cesano Maderno, Altra Bovisio Masciago, Comitato Ambiente Bovisio Masciago, Cittadini per Lentate) hanno evidenziato incongruenze nella documentazione ufficiale e nella gestione delle operazioni di bonifica, richiedendo chiarimenti e maggiore trasparenza alle istituzioni competenti.

L’analisi della documentazione fornita da Pedemontana il 19 dicembre 2024 (leggi qui) ha portato alla luce diverse problematiche:

Certificazioni incomplete per le analisi chimiche

  • Matrice Atmosfera: La certificazione Accredia fornita per Edison Next copre i parametri PM10 e PM2.5 ma non quelli relativi alle diossine, nonostante siano rilevanti per la qualità dell’aria e la salute pubblica.
  • Matrice Suolo: La società Silea, incaricata delle analisi di classificazione dei rifiuti, non dispone della certificazione Accredia necessaria per le diossine, in apparente contrasto con quanto indicato nel “Progetto Esecutivo di Bonifica” del 2023.

Soglie di limite non conformi

  • Atmosfera: Nonostante la normativa tedesca stabilisca un limite di 150 fg/m³ per diossine/furani, gli ambientalisti sottolineano l’esistenza di un limite più restrittivo di 40 fg/m³ indicato dalla Commissione Consultiva Tossicologica Nazionale e dall’Istituto Superiore di Sanità. L’adozione di tale valore sarebbe, secondo i gruppi, più cautelativa per la salute pubblica.
  • PM10 e PM2.5: I valori di soglia definiti per questi parametri sembrano eccessivamente distanti dalle medie storiche rilevate in zona, senza un’adeguata giustificazione legata agli scenari climatici o alla movimentazione di grandi volumi di terreno.

Le terre derivanti dagli scavi potrebbero essere classificate come non pericolose e recuperate senza adeguati trattamenti, sollevando dubbi sulla corretta gestione. Alcune aziende indicate per lo smaltimento risultano autorizzate solo allo stoccaggio o al recupero di inerti, non allo smaltimento definitivo. Inoltre, nelle tabelle di Pedemontana manca una specifica sui siti per rifiuti pericolosi, il che appare problematico qualora emergano materiali contaminati durante i lavori.

Gli ambientalisti hanno trasmesso una nota dettagliata ai principali enti coinvolti, tra cui APL, ARPA Lombardia, Regione Lombardia, ATS Monza e Brianza, oltre ai sindaci dei Comuni interessati (per scaricare il documento cliccare qui). La richiesta è quella di affrontare le incongruenze rilevate e adottare misure più rigorose, sia in termini di monitoraggio che di gestione dei materiali derivanti dalla bonifica.

Attraverso questo intervento, i gruppi ribadiscono la necessità di un costante dialogo con le istituzioni e di una piena trasparenza verso i cittadini. La questione della bonifica da diossina non è solo un tema tecnico, ma anche una responsabilità verso la salute pubblica e la tutela dell’ambiente.

L’attenzione resta alta, con l’auspicio che i chiarimenti richiesti portino a una maggiore sicurezza e a un miglioramento delle procedure adottate nei lavori di bonifica.

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