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| Gandaloglio, esondazione Oggiono (ottobre 2024) |
Il progetto del Comune di Oggiono (LC) per rimuovere i detriti dal letto del torrente Gandaloglio solleva critiche da parte del Circolo Ambiente “Ilaria Alpi”. Secondo l’associazione, l’intervento previsto — che prevede il passaggio delle ruspe in diversi tratti del torrente — rischierebbe di alterare l’equilibrio ecologico di uno degli ultimi corsi d’acqua ancora in buona parte naturali della zona.
Per il Circolo Ambiente, i depositi di ghiaia e sedimenti non sarebbero un problema da eliminare, ma un elemento naturale della dinamica fluviale. «Il trasporto di detriti è un processo fisiologico dei torrenti — spiega il presidente Roberto Fumagalli —. Rimuoverli significa intervenire su un equilibrio naturale che si ripristinerà comunque e che, se alterato, può arrecare più danni che benefici».
L’associazione chiede in particolare che non vengano toccati gli ultimi tratti rimasti naturali, in cui il torrente può espandersi nei prati limitrofi. Si tratta della porzione a valle della SP51, tra cascina Bergamina e cascina Altobello, fino al collegamento con il canale diretto verso la futura vasca di laminazione.
«È in queste aree — sostiene il Circolo — che il Gandaloglio deve poter mantenere la sua capacità di esondare in modo naturale».
Più accettabile, secondo gli ambientalisti, sarebbe intervenire solo nei tratti ormai fortemente artificializzati, come quello a monte del ponte della Santa, dove l’alveo è stretto tra recinzioni e edifici industriali.
Alla base del progetto comunale ci sarebbero anche gli allagamenti verificatisi nel 2024 e nel 2025 nella zona del Mognago, prima del tratto destinato alla futura vasca di laminazione della Redaella. Secondo l’associazione, gli episodi dimostrerebbero che il Gandaloglio non si comporta come un canale artificiale, come ipotizzato in fase di progettazione della vasca, ma è soggetto a variazioni naturali del proprio letto.
«I fiumi non sono tubi idraulici in cui basta impostare pendenze e sezioni per controllare il flusso — ribadisce Fumagalli —. Adattarsi alla loro natura significa lasciare spazio alle esondazioni e ridurre l’impermeabilizzazione del suolo».
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| Gandaloglio al Mognago di Oggiono (novembre 2025) |
L’associazione lega il problema non solo agli interventi idraulici, ma soprattutto alle trasformazioni urbanistiche degli ultimi decenni. A Oggiono, come in altri comuni attraversati dal Gandaloglio, le zone storicamente destinate alle esondazioni naturali — in particolare tra Peslago e Mognago — sarebbero state progressivamente occupate da capannoni e villette.
Per il Circolo Ambiente, questo avrebbe aggravato gli episodi di dissesto idrogeologico, rendendo il territorio più vulnerabile alle piogge intense.
La ricetta proposta dall’associazione è opposta alla logica delle opere idrauliche: stop al consumo di suolo, rinaturalizzazione delle sponde, restituzione di spazi vitali ai corsi d’acqua e rispetto del loro ecosistema.
In attesa che l’amministrazione comunale definisca tempi e modalità degli interventi di dragaggio, la discussione sulla gestione del Gandaloglio rimane aperta. Da un lato le esigenze di sicurezza idraulica, dall’altro la richiesta degli ambientalisti di adottare un approccio più vicino alla natura del torrente e meno basato sulla movimentazione meccanica dei sedimenti.
Il confronto tra Comune, tecnici e associazioni potrebbe diventare l’occasione per ripensare il rapporto tra urbanizzazione, fiumi e rischio idrogeologico in un territorio che, negli ultimi anni, ha mostrato tutta la sua fragilità.


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