martedì 11 novembre 2025

Seregno non può permettersi di perdere altro suolo agricolo


Domenica 9/11/2025 abbiamo fatto una passeggiata nel Parco del Meredo, all’interno del PLIS GruBrìa. Quello che abbiamo visto merita attenzione: i lavori per la nuova tangenziale Meda–Seregno avanzano rapidamente, e il contrasto tra il cantiere e il paesaggio agricolo e verde è ormai evidente e doloroso.


La novità più visibile riguarda l’area vicino alla ferrovia, dove sta prendendo forma il futuro cavalcavia. Le sponde sono state spianate su entrambi i lati e il terreno appare già consolidato per accogliere il ponte. Il paesaggio agricolo — campi, prati, vegetazione di margine — sta cedendo spazio al cemento.


A sud, la strada è tracciata fino alla curva dell’ex rotonda. Sbancamenti e scavi definiscono già il percorso della nuova carreggiata. Quello che fino a poco tempo fa era territorio verde e ricco di biodiversità appare ora sacrificato all’infrastruttura.


Le foto che abbiamo scattato documentano questo paradosso: da un lato il verde del parco, dall’altro il cantiere che avanza. Il problema non riguarda solo la tangenziale: riguarda l’approccio delle amministrazioni pubbliche che continuano a guardare al parco come a uno spazio vuoto, ignorando la biodiversità che ospita, e a proporre interventi, come ad esempio il nuovo polo ospedaliero, che sottraggono suolo agricolo e verde.


Oggi, in un territorio già fortemente compromesso come Seregno, ogni nuova occupazione di suolo deve essere evitata. Interventi pubblici e privati devono concentrarsi su aree già edificate, recuperando e rigenerando ciò che esiste. Il nuovo Piano di Governo del Territorio (PGT) dovrebbe riflettere questa priorità, promuovendo rigenerazione urbana, depavimentazione e tutela dei polmoni verdi del territorio.


I dati sul consumo di suolo a Seregno parlano chiaro: il 54,09% del territorio è già urbanizzato o impermeabilizzato, con oltre 2 ettari consumati solo nel 2023‑2024 (leggi qui). In questo contesto, proteggere il Parco GruBrìa e le aree agricole circostanti non è più una scelta, ma una responsabilità concreta verso l’ambiente e il futuro della comunità.

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