Riceviamo e pubblichiamo una riflessione sul fondamentale ruolo del Parco Grugnotorto Villoresi e Brianza Centrale (GruBria) in questo momento difficile. La lettera è stata scritta da Arturo Lanzani, Presidente del Parco con il contributo del CdA ed è stata inviata a tutti i Sindaci ed Assessori dei comuni aderenti.
di Arturo Lanzani, Presidente del PLIS GruBria
Carissimi sindaci, carissimi assessori,
il ciclone che ci ha attraversato e che ci attraversa ancora – L’EPIDEMIA COVID 19 - credo ci obblighi a riflettere anche sul ruolo di questo piccolo consorzio e sulla necessità di potenziarne l’azione.
Ci sono due ragioni per pensarlo.
La prima è che da molti studi stanno emergendo delle correlazioni evidenti tra inquinamento e mortalità del virus (si stima maggiore del 20% in condizioni critiche come le nostre).
I nostri Comuni possono fare sostanzialmente tre cose per dare il loro contributo a ridurre questo inquinamento: spingere alla eliminazione di qualsiasi forma di riscaldamento degli edifici che contribuisce alla produzione di polveri sottili; incentivare forme di trasporto individuale e collettivo non inquinante (e tra questo quello ciclistico) e infine incrementare il patrimonio boschivo.
Il Parco in collaborazione con voi può e deve essere un attore centrale per la promozione di almeno alcune di queste azioni: l’incremento boschivo e la realizzazione di percorsi ciclopedonali attraenti utilizzabili per la mobilità tra i nostri Comuni ed anche per alcuni di essi almeno nella direzione di Monza e Milano.
La seconda ragione è che non è escluso, stante quanto sostiene la ricerca medica, che nel prossimo autunno-inverno si ricrei una seconda ondata dell’epidemia e che in generale in futuro non si ripetano fenomeni infettivi simili (che Oms e ricerca medica dal 2007 riteneva sempre più probabili).
Di tutte le misure attivate per contenere la diffusione del virus una delle meno condivise a livello europeo e mondiale è stata il divieto di movimento negli spazi pubblici a patto che ciò avvenga in forma individuale, con rispetto delle distanze e con mascherina (e non casualmente questo divieto sta per essere eliminato in alcune regioni).
Questo divieto è stato introdotto in quasi tutta Europa per gli spazi commerciali e di intrattenimento indoor (dove si è limitato l’accesso alle strutture alimentari con scaglionamento) e in molte piazze e vie dei centri urbani con forte presenza commerciale ed eguale elevata alta frequentazione.
Questo divieto viceversa non è stato attivato nella maggior parte degli altri paesi negli spazi verdi e soprattutto nei percorsi in spazi verdi e agricoli frequentabili dai cittadini in condizioni di sicurezza.
In Italia, e a volte giustamente da voi stessi ancor prima di interventi regionali e nazionali, è invece stato introdotto.
Questa diversità di comportamento è indubbiamente legata ad una densità di metri lineari di percorsi pedonali e di mq a verde per cittadino enormemente superiori in altre nazioni.
Ciò ha consentito in quei paesi di permettere una frequentazione di questi spazi in condizione di sicurezza, limitando disagi fisici e psichici sulle persone.
Per creare condizioni di sicurezza nella frequentazione dello spazio aperto il Parco può fare molto: potrebbe infatti coordinare e indirizzare una azione di recupero (relativamente low cost) delle molte vicinali dei vostri Comuni, spesso degradate nel fondo, private della vegetazione che storicamente le affiancava e talvolta addirittura cancellate con le arature (ma catastalmente ancora riconoscibili), promuovendo in concerto con voi la realizzazione di qualche nuovo tratto che
consenta di collegarli (acquisendo piccole strisce a cavaliere di proprietà).
Il tutto con costi relativamente contenuti (rispetto alle risorse investite in altri luoghi).
A conferma di quanto sopra scritto, a detta di molti dei frequentatori abituali del parco, si è assistito, proprio nelle prime settimane dell’applicazione dei provvedimenti di distanziamento sociale, ad un sensibile aumento, in termini numerici, degli utenti, nonché vostri concittadini, del parco Grubria che, proprio grazie alla maggiore ampiezza degli spazi fruibili per ogni persona, garantiva, garantisce e garantirà, una fruizione di tali spazi in completa sicurezza. Un pregio, questo, che non è possibile non prendere in considerazione, soprattutto quando si passerà alla cosiddetta fase due dell’epidemia di COVID-19, quella denominata di convivenza con il virus.
In conclusione:
- forestazione diffusa in molti spazi aperti esterni al perimetro dell’urbanizzato e con usi agricoli non sempre ecologicamente virtuosi;
- realizzazione di alcune ciclopedonali attrattive (cioè non a fianco di strade trafficate e sotto la minaccia di incidenti per le migliaia di intersezioni con passi carrabili e vie minori) di collegamento tra i Comuni per una mobilità alternativa casa lavoro, casa studio;
- recupero delle vicinali per pratiche nello spazio aperto a bassa densità di affollamento sembrano, a valle di questa emergenza, azioni sempre più urgenti.
- a disporre nei vostri bilanci comunali delle risorse per realizzare simili interventi – boschi, ciclopedonali nel parco, recupero vicinali - nei vostri Comuni. Pochi altri investimenti sono costi essenziali per garantire maggior salubrità all’ambiente e condizioni di vita più dignitose in fasi critiche ai vostri concittadini;
- ad affidare al Parco una azione di coordinamento o di diretta promozione della progettazione e della realizzazione di questi interventi anche grazie ad un progressivo potenziamento del suo bilancio che vive oggi di un esiguo contributo di 1 euro per cittadino.
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