venerdì 15 maggio 2020

I tanti problemi della Valle del rio Pegorino



Lo scorso mese di marzo pubblicavamo su questo blog una segnalazione sull'uso improprio, da parte di moto da cross, dei sentieri del Valle del rio Pegorino. Riceviamo ora questo interessante intervento che volentieri pubblichiamo.

di Luciano Ponzoni

Ho riletto con attenzione le note e ho rivisto le immagini pubblicate nel mese di marzo sul Vostro blog in merito all'utilizzo "ricreativo" della Valle del rio Pegorino.

Concordo sul fatto che i sentieri siano impropriamente percorsi da moto da trial; è un'abitudine ormai consolidata da parte di pochi motociclisti, soprattutto il sabato e la domenica mattina. Questo, oltre all'utilizzo dei sentieri consueti, comporta anche l'apertura di nuovi brevi percorsi adatti allo scopo di questi motociclisti, non sempre coscienti del danno che arrecano a questo ambiente protetto. Da perseguire, certamente, ma non ho mai visto una Guardia ecologica del Parco frequentare questi boschi allo scopo di avvertire prima, e sanzionare poi questi abusi, nonostante in diversi siano a conoscenza di quanto avviene. Basterebbe la presenza saltuaria in questi giorni per eliminare completamente questi comportamenti nel giro di sei mesi.

Sono invece più permissivo rispetto all'utilizzo delle mountain bike che, decisamente più numerose, compattano i sentieri, è vero, ma fanno da apripista di nuovi percorsi quando i vecchi diventano impercorribili per le erosioni e le frane provocate dalle acque del rio Pegorino, quindi danno la possibilità di un agevole camminamento per chi vuole passeggiare.

Sono d'accordo che il Parco deve segnalare ai diversi ingressi con una cartellonistica appropriata la condizione di SIC di tutta la valle, anche perché sono diversi altri comportamenti da evitare da parte di chi usufruisce di questi spazi.

Mi limito a indicare l'abitudine dei proprietari dei cani di lasciarli sciolti o il malcostume di alcuni di raccogliere fiori, specialmente mughetti, in grandi quantità o, peggio, di estirparli per abbellire il loro giardino.


I problemi del Pegorino, tuttavia, non sono solo questi. Parliamo di taglio dei boschi? Sì, avvengono su permesso e indicazioni del Parco, ma non ho mai visto un controllo successivo al taglio, spesso devastante; non ho mai visto un intervento negli anni immediatamente successivi al taglio per la cura necessaria alla ricrescita corretta delle piante e per evitare che il sottobosco si trasformi in un roveto impenetrabile e dannoso. "Taglio, raccolgo quello che mi serve e me ne vado" all'insegna del "chi s'è visto s'è visto" - sembra essere l'atteggiamento usuale di chi preleva la legna.

Mi fermo qui per non rendere pesante l'articolo a chi legge, ma se ci fosse interesse a conoscere gli altri, e più importanti, problemi del SIC Valle del Pegorino, sono disposto ad intervenire ancora per fornire informazioni e per esprimere il mio punto di vista.  

1 commento:

  1. Quel posto ormai è diventato terra di nessuno...eppure se guardate su Google maps vi rendete conto che è uno dei pochi fazzoletti verdi rimasti in Brianza

    RispondiElimina