martedì 12 ottobre 2010

Le grandi opere in Lombardia faranno sparire oltre 50 milioni di metri quadrati di territorio

di Fabio Bonaccorso
di Coldiretti Lombardia

Le grandi opere della Lombardia, dalla Brebemi alla Tem, dalla Pedemontana all’autostrada dei Laghi, dalla statale 38 alla tangenziale di Morbegno si stanno portando via, secondo i calcoli della Coldiretti Lombardia, quasi 53 milioni di metri quadrati di aree agricole, che si aggiungono alla voragine di 400 mila ettari già finiti sotto una coltre d’asfalto e cemento dal 1990 a oggi, l’equivalente di due volte l’estensione delle province di Milano e Monza Brianza o pari al 90 per cento di quella di Brescia oppure come tutto il territorio delle province di Lodi, Como, Lecco e Varese messe insieme.

“Adesso con Brebemi, Tem, Pedemontana si sta creando l’ennesima ferita che inghiotte le aree agricole, la punta di un iceberg di una situazione che non sappiamo ancora come si evolverà in futuro – spiega Nino Andena, Presidente della Coldiretti Lombardia –. In una regione che è locomotiva d’Italia, la viabilità è importante per lo sviluppo, ma il sacrificio sociale ed economico deve essere ripartito equamente e non caricato in maniera sproporzionata sugli agricoltori”.

Secondo le rilevazioni della Coldiretti:
  • la Pedemontana (fra Como, Milano, Bergamo, Varese e la Brianza) si porterà via quasi 24 milioni di metri quadrati di territorio,
  • altri 18 milioni e mezzo se li prenderanno la Brebemi e relative tangenziali di raccordo fra Milano, Bergamo e Brescia.
  • Ci sono poi 8 milioni e mezzo di metri quadrati che serviranno per la nuova tangenziale est esterna di Milano fra Melegnano e Agrate,
  • a cui aggiungere anche il milione e 400 mila metri quadrati della Statale 38 fra Como, Lecco e Sondrio con la tangenziale di Morbegno,
  • per finire con 270mila metri quadrati per la terza corsia dell’autostrada dei Laghi A9.
Un fiume d’asfalto lungo 303 chilometri, quasi la metà della lunghezza del Po, che tocca 214 comuni e “sperona” centinaia di aziende agricole.

Solo sulla Brebemi sono quasi 1.500 quelle danneggiate con terreni presi a morsi dai cantieri, cascine spianate e stalle assediate dall’asfalto.

“Un anno fa, proprio a ottobre, venne firmato l’accordo per la gestione dei rapporti fra Brebemi e agricoltori – spiega Andena - ma quello che doveva essere un modo per velocizzare i tempi di costruzione e ridurre i contenziosi e le crisi si è trasformato in una specie di palude burocratica dove si tenta di prendere le aziende agricole per stanchezza mentre le ruspe sono al lavoro e i risarcimenti restano, per la maggior parte e per adesso, solo promesse neppure adeguate al prezzo sociale ed economico che viene imposto alla nostra gente. Così non va”.

Per questo la Coldiretti chiederà alla Regione Lombardia un piano regionale di salvaguardia dei suoli agricoli. “Perché la politica deve decidere il modello di territorio che vogliamo lasciare alle generazioni future, bisogna saper fare anche le giuste scelte – conclude Andena - Mettiamo in funzione un ciclo virtuoso che faccia crescere tutto il territorio perché le grandi opere siano davvero un’opportunità e non solo una ferita. Il terreno agricolo è la base di partenza di una filiera economica che non serve solo ai coltivatori, ma a diversi settrori come turismo, meccanica agricola e industria agroalimentare. Non è un verde a caso, ma una ricchezza per tutta la Lombardia”.

Inoltre Coldiretti chiede di intervenire direttamente su Cal (il braccio operativo del Pirellone per la costruzione delle nuove arterie) per rispettare gli accordi stipulati con le aziende agricole che stanno vivendo in prima linea l’avanzata dei cantieri, proponendo anche un coinvolgimento degli agricoltori sia nella gestione del verde lungo le autostrade sia nella creazione di punti di offerta dei prodotti a km zero nelle aree di sosta previste.

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