giovedì 6 gennaio 2011

Il basso comasco ha bisogno di risanamento e non di cave di sabbia...

Intervento del Comitato Mozzatese Salute a Ambiente

Il vigente Piano delle Attività Estrattive della Provincia di Como è stato approvato e pubblicato sul BURL del 15 aprile 2003 e contemplava una programmazione limitata di 5 anni rispetto agli altri Piani provinciali lombardi che avevano invece una durata di 10 anni.

Quel Piano è teoricamente scaduto nel 2008 senza che la Provincia sia stata in grado di elaborare un nuovo strumento di programmazione e nonostante le prescrizioni della Regione a prolungare  a 10 anni la validità ed a reperire risorse aggiuntive “entro il termine di un anno”!

Per la prolungata inerzia della Provincia la Giunta Regionale nel 2007  emette una diffida!

Il 14 luglio 2008 con DCP n. 54 la Provincia dava il via al mancante strumento approvando le linee guida su cui agire e cioè: possibili ampliamenti delle cave esistenti, proposte di nuove aperture e cave dove vi sono proprietà comunali e  sono previste opere pubbliche.
Si è evidenziato l’elevata urbanizzazione che condiziona le localizzazioni accanto alla povertà di risorse nell’assetto geologico della Provincia e nonostante un Accordo di Programma del 1998 tra Provincia (Presidente Selva) e Comune di Mozzate (Sindaco Franchi) che impegnava la Provincia stessa a non prevedere ulteriori cavazioni (ampliamenti e nuovi siti) nei Comuni di Mozzate, Carbonate e Locate, viene proposto di reperire il 44 % del fabbisogno provinciale nel contesto del Mozzatese (5.850.000 mc. per Mozzate e 2.500.000 mc. a Locate Varesino).


Per il  “fabbisogno” del Piano cave è il Presidente della Commissione Galli ad indicare una stima di 20 milioni di mc. (2 milioni all’anno, 4 mc. di sabbia per ogni comasco).

Il 17/12/2008 viene convocata la 1° Conferenza  di Valutazione ed i nostri Comitati chiedono ai progettisti il totale rispetto delle regole per l’applicazione della V.A.S.
Nel nuovo Piano vengono proposte 2 nuove cave a Mozzate, con localizzazione diversa dalle precedenti per complessivi 2.900.000 mc., mentre la cava prevista a Locate aumenta a 2.800.000 mc.

Il 21/12/2009 viene convocata la 2° Conferenza ed i rappresentanti dei Comitati e delle forze politiche, contrari al progetto, dopo aver presentato corpose Osservazioni critiche, intervengono denunciando fortemente la pessima stesura della VAS che privilegia il fabbisogno rispetto al rispetto dell’ambiente e del territorio della zona, criticando pure alcune contro deduzioni fatte in modo distorto e senza il rispetto delle Leggi vigenti.

Nella Commissione provinciale del 3/5/2010 che discutono le Osservazioni presentate, vengono stralciate dal Piano diversi siti tra cui la mcava di Mozzate di 2.300.000 mc. per cui rimane un quantitativo complessivo  inferiore agli 11milioni di mc. di sabbia da cavare.

Il 17 maggio 2010 una sentenza del TAR Lombardia riferita al comune di Cermenate precisa che “l’Autorità competente per la VAS nell’ambito della stessa Amministrazione (..) non appare rispettosa delle normative, in quanto appare assolutamente inidonea a garantire la necessaria imparzialità dell’autorità competente rispetto a quella procedente”.
Visto pertanto che la procedura di VAS  del Piano provinciale risulterebbe viziata in quanto l’autorità procedente e competente appartengono alla stessa Amministrazione Provinciale, si è deliberato di individuare il Dirigente dell’area Ambiente della provincia di Brescia come nuova Autorità competente per la VAS del Piano cave comasco.

Il 27/5/2010 viene emesso il Decreto Regionale n. 5600, relativo alla Valutazione di Incidenza del Piano cave, che dichiara la Valutazione positiva con diverse prescrizioni.
Questo Decreto però rivela che la VAS fatta dalla Provincia di Como nell’agosto del 2009, “non fornisce nessuna analisi” tra i siti di cava previsti dal Piano e la Rete Ecologica Regionale (RER) approvata dalla Giunta Regionale il 30/12/2009.
La RER impone azioni di riequilibrio ambientale nell’ottica dello sviluppo sostenibile ed ha una triplice finalità: tutela, valorizzazione e ricostruzione attiva della naturalità e della biodiversità esistente.
Il Decreto Regionale individua il fatto che alcuni siti di cavazione sono stati previsti “internamente o in adiacenza ad elementi di primo livello della RER” e tra questi vi sono ben 3 siti di cui due a Mozzate (ATEg10 e ATEg17) ed uno a Locate (ATEg9).
Tale documento in modo incomprensibile “suggerisce lo stralcio” di uno solo dei tre siti di cavazione sopra riportati; se tutte le tre cave previste sono “interferenti con elementi di primo livello della Rete Ecologica Regionale” non si comprende lo stralcio di una sola.

Il 9/11/2010 viene emesso il Parere Motivato in merito alla VAS dall’autorità competente nuovo d’intesa con l’autorità procedente che decreta “parere positivo” a condizioni che si ottemperi ad alcune prescrizioni riportate ed alle prescrizioni dettate dal Decreto Regionale
sopra citato.

In questo ultimo Parere non è minimamente riportato il fatto che le tre cave previste nel Mozzatese sono “interferenti con elementi di primo livello della RER” e quindi da stralciare.

I Comitali ambientali della zona ed il Circolo locale del PD hanno proposto ai Consiglieri Provinciali diversi emendamenti al Piano Cave della Provincia di Como, in grado di ribaltare la proposta di Piano esistente e portare invece un risanamento ambientale in una zona, del basso comasco, degradata da continue politiche dissennate che hanno voluto nella nostra zona discariche di rifiuti in continuazione, ancora da bonificare ed ultimamente la Pedemontana con un’area di servizio enorme che estirpa oltre 300.000 mq di boschi creati dai fratelli Castiglioni, botanici che  nel 1700 portarono i semi dal Canada.

Per parlare di tutto ciò sabato 8 gennaio 2011 alle ore 12.00 è stata indetta una conferenza stampa presso il Comune di Locate Varesino.

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