sabato 9 luglio 2011

Dopo la vittoria ai referendum in Lombardia serve una legge regionale per l’acqua pubblica


Dopo la vittoria ai referendum, i Comitati lombardi chiedono di modificare la norma regionale sui servizi idrici
In Lombardia serve una legge regionale per l’acqua pubblica
Il 15 luglio a Milano un seminario per lanciare le proposte


La legge regionale sui servizi idrici deve essere modificata, per allinearsi al voto dei referendum sull’acqua pubblica”. Dopo la vittoria ai referendum dello scorso 12 e 13 giugno, i Comitati lombardi per l’acqua pubblica incalzano la Regione Lombardia, replicando alle dichiarazioni dell’Assessore all’ambiente, Marcello Raimondi, che, in risposta ad un’interrogazione consigliare, ha affermato che la Regione non intende rivedere la sua legge e resta in attesa delle decisioni del Governo.

La richiesta dei Comitati è invece quella di modificare al più presto la norma regionale, per recepire la volontà dei cittadini che, col voto referendario, hanno chiesto che l’acqua venga considerata un bene comune, la cui gestione deve essere affidata ad aziende totalmente pubbliche.

La Lombardia è l'unica regione d'Italia ad essersi dotata di una legge regionale (la n. 21/2010, che modificava la precedente l.r. 26/2003) in applicazione del cosiddetto decreto Ronchi (abrogato dal 1^ quesito referendario) che obbligava alla privatizzazione della gestione.

Inoltre il Consiglio dei Ministri ha impugnato per incostituzionalità la medesima legge regionale, poiché “presenta  profili di illegittimità costituzionale” in quanto “le norme regionali  invadono … la competenza legislativa esclusiva dello Stato in materia di tutela dell’ambiente e dell’ecosistema e della tutela della concorrenza e della determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni”.

Infine la stessa legge regionale prevede la soppressione delle A.ATO (ovvero le assemblee dei sindaci dell’Ambito Territoriale Ottimale) e la loro sostituzione con gli Uffici d’Ambito provinciali. Proprio con la soppressione delle A.ATO i Comuni verrebbero espropriati dalla titolarità in materia di servizio idrico integrato, mentre i cittadini si vedrebbero esclusi dalla possibilità di conoscere e presenziare alle assemblee in cui vengono discusse e votate le decisioni sull’acqua, infatti, a differenza delle assemblee dell’A.ATO, le riunioni dell’Ufficio d’Ambito non sono pubbliche.
Alla luce di questi elementi, i Comitati acqua della Lombardia chiedono un urgente revisione della legge regionale n. 21/2010, sia per la parte riguardante le modalità di affidamento (art. 49), sia per la parte relativa agli organismi di governo dei servizi idrici (art. 48) in sostituzione delle A.ATO.

Allo scopo di approfondire questi temi, è in programmazione un Seminario dal titolo "Dopo i Referendum per l’acqua pubblica: Per un governo pubblico dell’acqua in Lombardia", che si terrà nella mattinata di venerdì 15 luglio p.v. a Milano (presso la Camera del Lavoro - c.so Porta Vittoria n. 43). L'obiettivo del Seminario è di delineare gli scenari per un governo e una gestione pubblica dell'acqua in Italia e in Lombardia, a seguito dei Referendum del 12 e 13 giugno. Interverranno docenti, esperti, sindaci (cliccare qui per scaricare il programma). Sono invitati sindaci, presidenti di provincia, consiglieri regionali e provinciali, amministratori di aziende pubbliche.

Coordinamento Comitati Acqua Pubblica Lombardia

Per informazioni:

Roberto Fumagalli, Referente regionale Lombardia Referendum Acqua
email: roberto@circoloambiente.org

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