Gli ambiti agricoli strategici sinora identificati. In grigio i Parchi Regionali |
LETTERA APERTA AL PRESIDENTE DELLA PROVINCIA DI MB
E ALL’ASSESSORE ALLA PIANIFICAZIONE TERRITORIALE E PARCHI
E ALL’ASSESSORE ALLA PIANIFICAZIONE TERRITORIALE E PARCHI
A proposito di PTCP
Egr. sigg.
Dario Allevi, Presidente della Provincia di Monza e Brianza
Antonino Brambilla, Assessore alla Pianificazione Territoriale e Parchi
Come coordinamento di gruppi ed associazioni ambientaliste stiamo seguendo con estrema attenzione iter e contenuti di quello che sarà il futuro PTCP.
Le vostre dichiarazioni pubbliche sull’intenzione di salvaguardare le ormai scarse zone verdi della provincia e di preoccupazione per il CONSUMO di SUOLO che ha raggiunto livelli intollerabili, ci avevano fatto sperare in politiche ambientali più decise da parte della nuova Provincia.
Purtroppo, al momento, non possiamo dirci soddisfatti poiché, rispetto alle intenzioni, si sono prodotti pochi fatti concreti ed inoltre, non è stata resa ancora disponibile, la documentazione riguardante il PTCP sulla quale sia possibile formulare pareri e/o proposte, anche per la mancanza a tutt’oggi, di uno strumento virtuale adeguato allo scopo così come indicato nel documento di scooping della VAS..
In un paio di incontri, di cui uno fatto direttamente nella sede provinciale, e successivamente in uno pubblico verbalizzato durante la prima riunione di VAS, proprio a voi avevamo chiesto un’attenzione e un recepimento sia delle nostre proposte relative ai criteri da utilizzare per la stesura del PTCP sia delle osservazioni preventive che molti gruppi ed associazioni aderenti all’OSSERVATORIO PTCP DI MONZA E BRIANZA, hanno inoltrato ai tecnici del FLA (Fondazione Lombardia Ambiente), direttamente coinvolti nella stesura del PTCP.
Osservazioni che non comprendiamo se siano state valutate dal pool di estensori del PTCP, se si siano perse, se siano state dimenticate o se non siano nemmeno state considerate.
Lo diciamo quale conseguenza dell’incontro con i tecnici tenutosi il 16/6/011.
Auspicavamo e crediamo tutt’ora in un PTCP che vada oltre i criteri meramente meccanicistici utilizzati nell’identificazione delle Aree Agricole Strategiche, in un’ottica che, al pari di altre tendenze europee e nord americane, guarda all’agricoltura come ad un settore dell’economia su cui puntare e sul quale investire – attraverso p.e. l’agricoltura di prossimità – e non come ad un settore marginale e in dismissione.
Abbiamo in mente un PTCP di ampio respiro per l’ambiente, un PTCP che contempli non solo le aree ove sono insediate aziende agricole ma anche:
1) Tutte le aree agricole attualmente esistenti, al di là della loro funzione produttiva, poiché, in un’ottica non statica, ma dinamica, del settore agricolo, è importante valorizzare non solo l’esistente, ma anche provare ad immaginare il futuro del comparto agricolo, immaginando queste aree all’interno di un mercato agricolo di prossimità ai grandi complessi urbani;
2) Tutte le aree libere, al di là della loro definizione, quando rappresentano tasselli importanti per la realizzazione o l'ampliamento della rete ecologica sovra locale
Più che di Aree Agricole Strategiche si deve quindi parlare e lavorare sulle AREE LIBERE STRATEGICHE
Ovviamente entrambe queste due tipologie di aree, strategiche solo per il fatto di essere ancora libere, quindi potenzialmente adattabili a progetti di recupero paesaggistico, devono possedere particolari caratteristiche che qui brevemente elenchiamo:
- Aree agricole residuali (anche intercluse) comprensive delle aree incolte
- Dorsale Verde Nord;
- Rete ecologica P.T.R.;
- R.E.R. e tutte le aree agricole ad esse contigue (secondo il concetto della continuità degli spazi aperti);
- Parchi locali di interesse sovracomunale - PLIS (anche in via di costituzione o di ampliamento);
- Aree agricole, forestali e zone umide dei parchi regionali non incluse nei parchi naturali;
- Aree delle Compensazioni Ambientali di Pedemontana e loro teorica estensione
- Aree delle Mitigazioni Ambientali di Pedemontana;
- Parchi urbani recintati e non recintati;
- Aree agricole e seminaturali del Parco di Monza;
- Biotopi, ambiti forestali, zone umide e corsi d'acqua (comprese le fasce di rispetto legge Galasso) non inclusi nei PLIS e nei parchi regionali;
- Aree agricole e/o parzialmente boscate che consentono la realizzazione di corridoi ecologici di interesse
- Aree di cava da sottoporre a recupero ambientale;
- Aree agricole attualmente degradate ma di cui è possibile e opportuno un recupero.
Tutto questo però, dovrebbe essere solo un preliminare di una fase conoscitiva, e non diventare la base fondamentale sulla quale impostare l’individuazione di questi particolari ambiti. Fondamentale per la loro definizione puntuale, rimane infatti il rilievo territoriale fattagricole strategiche. Ad esempio, quelle con superficie inferiori ad 1 ettaro, che nella Brianza nord milanese, la quale, storicamente, possiede un frazionamento territoriale estremamente elevato, da sempre rappresentano una fetta importante del mondo agricolo brianzolo, non per questo povero dal punto di vista produttivo; oppure molte realtà agricole non contemplate all’interno del SIAR.
Un confronto con la proposta di AAS del PTCP – poi non portato a compimento – della vecchia Prov di Milano (confronto ovviamente limitato alla superficie territoriale che oggi interessa la nuova provincia di MB), evidenzia una evidente riduzione delle AAS pari al 5% (100,32 Kmq della Prov di MB contro 105,51 Kmq della vecchia Prov di Mi).
Speravamo, con la creazione della nuova provincia di Monza e Brianza, in un’ottica di sussidiarietà, che le allora previsioni fatte dalla provincia milanese, potessero, non essere confermate, ma addirittura ampliate, grazie alla minore estensione territoriale della provincia, ed ad una maggiore conoscenza puntuale del proprio territorio di riferimento.
Si continua invece in pratica ad avvallare nuove espansioni edilizie su terreni liberi quando le aree urbane sono piene di immobili di vario genere e natura VUOTI.
E questo non siamo noi a dirlo, ma le statistiche ISTAT, che comparano impietosamente la scarsa crescita demografica della provincia con la sproporzionata, invece, disponibilità di vani vuoti potenzialmente disponibili.
Si continua quindi a CONSUMARE SUOLO per meri investimenti sul mattone (a volte anche poco chiari dal punto di vista legale, come le recenti inchieste giudiziarie hanno svelato) e per incassare i conseguenti oneri di urbanizzazione, che ben poco hanno a che fare con un governo del territorio attento a tutte queste dinamiche.
Al proposito è esemplificativo e non condivisibile lo stralcio dalle Aree Agricole Strategiche della zona ancora non edificata a Seveso, a est dell’attuale SS35 in zona via della Roggia.
Su tale area i gruppi locali di INSIEME IN RETE hanno avanzato la proposta d’inclusione nel Parco Naturale Regionale del Bosco delle Querce, proprio al fine di stoppare l’esasperato consumo di suolo.
L’avvallo che la Provincia di MB ha dato alle previsioni edificatorie del futuro PGT del comune di Seveso, è per noi ulteriore elemento di delusione e di critica, considerando che sull’area erano state presentate agli estensori del PTCP, schede illustrative ad hoc dai gruppi ambientalisti locali.
Emblematica è anche la vicenda legata al nuovo PGT della città di Monza che, dopo aver approvato il Piano alla fine del 2007 (attualmente vigente a tutti gli effetti di legge), con una variante generale, oggi intende edificare circa 300 ettari di aree ancora oggi agricole e libere da edificazioni, con centinaia di migliaia di metri cubi di residenziale e terziario. Il 70% di quelle previste come agricole dal PGT vigente ( 425 ha) vengono così rese edificabili!
Tra queste aree ricordiamo quelle: della Cascinazza; del quartiere Sant’Albino e lungo il viale delle Industrie; del quartiere Casignolo e quelle del Parco del Villoresi, a San Fruttuoso. Ricordiamo che tutte queste sono collegate con PLIS e Parchi agricoli nei comuni contermini, costituendo così un sistema di corridoi naturali da considerarsi come ambiti strategici nel sistema verde dell’ hinterland monzese e milanese e quindi da inserirsi come tali nel nuovo PTCP.
Sul PTCP ci sentiamo pertanto di richiamare la vostra attenzione su questi elementi.
Sarebbe utile e auspicabile che il confronto desse vita a politiche ambientali, a partire dal PTCP, che tengano finalmente conto di queste preoccupazioni e implementino le proposte di chi da anni, lavora per la tutela dell’ambiente.
Questo sinora non è successo.
Quest’ opportunità non va sprecata.
Cordiali saluti.
L'Osservatorio PTCP
di "Insieme in rete per uno sviluppo sostenibile"
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