giovedì 14 luglio 2011

Ecco le famiglie sostenibili della Brianza!


A 6 mesi dal via procede a gonfie vele il progetto dell’Agenzia InnovA21 per il cambiamento di stili di vita e di consumo che ha visto coinvolte 124 famiglie dei comuni di Barlassina, Bovisio Masciago, Cesano Maderno, Desio, Meda, Seveso e Varedo.

Di seguito presentiamo i risultati del monitoraggio redatto dal team dell’Università Bicocca che ha elaborato i risultati del questionario compilato dalle famiglie coinvolte.


Le famiglie sostenibili al microscopio dell’Università Bicocca
(testo a cura di Valentina Anzoise e Silvia Zoboli, dip. di Sociologia – Univ. Bicocca)

Fra i temi affrontati nel questionario (mobilità, rifiuti, risparmio energetico, consumi), il punto dolente è sicuramente rappresentato dalla mobilità. L’automobile è il mezzo di gran lunga più utilizzato per tutti gli spostamenti: per il lavoro (circa due terzi degli intervistati), per la spesa (più del 90%), per il tempo libero e le vacanze (poco meno del 90%).

Solo un uomo su quattro e una donna su tre si recano al lavoro usando mezzi non inquinanti (bici e piedi) o a basso impatto (treno). Spicca in modo particolare il mancato utilizzo dei mezzi pubblici, nonostante la maggior parte degli intervistati lavori a Milano, Monza o in altri comuni della Brianza (non molto lontano, quindi, dal luogo di residenza). Questo risultato dipende in parte dalle caratteristiche del servizio, che non copre i tragitti necessari (56%) e che non ha orari adatti alle esigenze dell’utenza (28%).

Tuttavia, la scarsa sensibilità in tema di mobilità sostenibile è denotata anche dal fatto che, su un totale di 159 auto possedute dal campione intervistato, solo 3 sono alimentate a metano, 2 sono ibride, 1 è elettrica e 20 sono a gpl; in pratica solo il 16% delle automobili delle famiglie usano combustibili a basso impatto ambientale, mentre tutte le altre auto sono alimentate a benzina o a diesel.

Molto più rosea la situazione riguardo ai rifiuti e al risparmio energetico. Fra le famiglie intervistate esiste un’elevata consapevolezza circa la pratica corretta della raccolta differenziata e l’utilizzo delle aree ecologiche. Gli unici rifiuti le cui modalità di smaltimento sono poco note sono i toner delle stampanti e l’olio di frittura.

La sensibilità per il risparmio energetico è decisamente elevata; sono ancora poco diffusi però lo spegnimento dei led degli elettrodomestici, i riduttori di flusso per i rubinetti, l’uso del doppio scarico per il WC (circa un terzo delle famiglie non pratica questi accorgimenti per il risparmio energetico); inoltre, nel caso si possieda un orto o un giardino di proprietà, è assai poco diffusa l’abitudine di innaffiare con l’acqua piovana (lo fa meno di un terzo delle famiglie).

Passando al tema dei consumi, sia di prodotti alimentari che di beni per la cura del corpo e la pulizia della casa, le criticità maggiori riguardano il packaging: poche famiglie usano i refill e i prodotti alla spina (meno del 40% degli intervistati). Le motivazioni sono da un lato l’assenza del servizio nei luoghi dove si fa abitualmente la spesa, dall’altro la mancanza di fiducia riguardo alle condizioni igieniche dei prodotti. Molto più spesso, al contrario, si tende a consumare prodotti monoporzione.

Per l’alimentazione, le famiglie intervistate dichiarano grande fiducia nel biologico (87%); si rileva inoltre una buona partecipazione ai GAS (36%) e un’elevata frequenza di acquisti nelle botteghe del commercio equo e solidale (54%), anche se in generale i prodotti vengono considerati costosi (è la motivazione alla base del mancato acquisto del 30% circa degli intervistati).

Nei grandi acquisti (elettrodomestici, automobili e casa), dopo il prezzo le variabili tenute maggiormente in considerazione sono l’efficienza energetica e i consumi.

Per consentire una maggiore diffusione dei comportamenti eco-sostenibili, secondo le nostre famiglie, giocano un ruolo di grande importanza i governi, gli enti pubblici e le grandi aziende, che devono per primi promuovere consumi e stili di vita sostenibili.

Si rileva anche un diffuso accordo sulla necessità di sanzioni per chi non attua comportamenti sostenibili (il 74% degli intervistati è molto d’accordo, e un ulteriore 24% si dice abbastanza d’accordo. In pratica questo tema raccoglie il consenso di quasi tutti gli intervistati).

Infine si avverte la necessità di diffondere fra i cittadini maggiore informazione su questo tema: lo dice la quasi totalità degli intervistati, e l’80% si dichiara addirittura molto d’accordo.

Per leggere il documento completo cliccare qui.

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