In riferimento alla cartolina SOS Parchi riceviamo e pubblichiamo il seguente intervento di Alessandro Colucci, Assessore Sistemi Verdi e Paesaggio.
Ritengo doverosi alcuni chiarimenti in merito al progetto di legge sulla riforma delle Aree Protette attualmente in discussione in Consiglio Regionale.
Voglio ricordare, in via preliminare, che Regione Lombardia ha investito, negli ultimi dieci anni, oltre 200 milioni di euro per la gestione dei parchi e per interventi di riqualificazione ambientale, ha riconosciuto decine di nuovi PLIS, ha acquisito migliaia di metri quadri di foreste, e, non ultimo, ha addirittura costituito un apposito Assessorato, che raggruppa e coordina tutto il tema dei Sistemi Verdi lombardi. Si tratta di precise azioni di governo che evidenziano quanto Regione Lombardia sia attenta al rispetto della natura e che dimostrano l’amore, l’attenzione e la sensibilità per il nostro verde, per il nostro ambiente.
Il progetto di legge, oggi in discussione, nasce anche dall’esigenza di salvare gli attuali enti di gestione dei parchi stessi, messi in liquidazione da una norma statale (c.d. Milleproroghe in vigore dal 27 febbraio ), che ne prevede la soppressione dal 1 gennaio 2012.
Entrando più nel merito delle valutazioni rivolte a specifici punti dell’articolato, preciso quanto segue:
1. Nessuna volontà della Regione di commissariare. Il sistema dei parchi è e rimane saldamente in mano al territorio e agli enti locali. Si è ritenuto corretto, nel momento in cui si riforma il tipo di governance, prevedere un rappresentante (su 3 o 5 componenti del Consiglio di Gestione) indicato dalla Regione. Una presenza utile a garantire il giusto raccordo tra l’Amministrazione regionale e il Parco, che lascia intatte le prerogative dei Comuni e dell’Assemblea , tra cui la nomina del Presidente.
2. Nessuna volontà di stravolgere i confini dei parchi, ma solo la previsione di una procedura semplificata da utilizzare in ipotesi, ben definite, proprio al fine di evitare eccessiva discrezionalità. Il perimetro potrà essere modificato in sede di approvazione del Piano Territoriale di Coordinamento per attestarsi su perimetri identificabili sul terreno, per chiarire eventuali errori cartografici, per promuovere la connessione con la Rete Ecologica Regionale, finalmente valorizzata nella nuova legge, per stralciare, previa adeguata compensazione, ambiti urbanizzati e produttivi già consolidati, senza valenza paesistica e, infine, per recuperare il patrimonio storico e monumentale o arricchire quello naturalistico. Naturalmente, qualunque modifica di confine dovrà essere proposta dal Parco e, quindi, votata da tutti gli amministratori dello stesso e solo successivamente dovrà essere valutata dalla Giunta Regionale. Niente di automatico, insomma, ma semplicemente l’intento di favorire il rapporto parco-cittadini, in un’ottica di semplificazione
3. Nessuna deroga devastante. E’ da più di vent’anni che le opere pubbliche possono essere realizzate in deroga. Lo prevede già la legge vigente. Con questa proposta di legge si è voluto semplicemente adeguare la normativa alle nuove disposizioni vigenti. Non si pensi che si possa derogare per realizzare autostrade o aeroporti , per i quali, già da anni, vigono procedure abbreviate (legge obiettivo, procedure per la localizzazione di interesse statale, etc.).La Pedemontana, ad esempio, non è certo stata realizzata con le deroghe della Regione.
Confidando di aver fatto chiarezza, resto naturalmente disponibile a un confronto costruttivo scevro da strumentali allarmismi.
Finora abbiamo costruito e difeso il patrimonio straordinario rappresentato dai “Sistemi Verdi di Lombardia”, la tempestiva approvazione del progetto di legge n.76 ci consentirà di continuare a farlo.
Riceviamo e pubblichiamo il seguente intervento di Paolo Conte, coordinatore di "Insieme in rete per uno sviluppo sostenibile".
Gentile Assessore, sul terzo punto e su Pedemontana mi permetto di informarla che probabilmente l'esempio da lei scelto non è certo dei più indovinati.
Basti osservare la vicenda del Parco Regionale Naturale Bosco delle Querce dove, grazie proprio ad una DEROGA concessa da Regione Lombardia con l.r. 15/2008 sulla l.r. 60/85 che aveva istituito il vincolo di inedificabilità assoluta all'interno del perimetro del Parco stesso, si sta permettendo ad Autostrada Pedemontana di fare scempio di 1/3 del bosco - tanto è infatti il quantativo totale del piano degli espropri, temporanei e non, reso pubblico da Pedemontana - violando quel perimetro sacrale purtroppo sancito dal 1976 dall'emissione in atmosfera della diossina dell'ICMESA all'interno della ex-zona A, e per pudore taccio sul timore che il territorio ha a riguardo della movimentazione dei terreni delle ex-zone B ancora inquinate di diossina che la cantierizzazione di Pedemontana porterà con se. Su tutto questo e sul mancato governo ed investimento economico di Regione Lombardia nei riguardi delle opere di mitigazione e compensazione ambientali (nelle quali non è stato investito un solo centesimo del bilancio regionale) è solamente scandaloso il silenzio istituzionale sino a qui perpetrato nonostante tutti gli stimoli pervenuti dalle associazioni ambientaliste che da anni operano sul territorio interessato dal passaggio di questa inutile e devastante opera autostradale che cancellerà ampi brani del paesaggio regionale lombardo famoso per secoli in tutto il mondo (ricordo fra tutti anche la cancellazione di uno degli ultimi boschi di pianura il Bosco della Moronera che verrà spazzato via nell'indifferenza generale). Cordiali saluti
Invitiamo gentilmente chi utilizza questo spazio per i commenti a rimanere in tema con il contenuto del post e a mantenere un linguaggio rispettoso, anche quando le opinioni sono diverse. Si informa che non verranno pubblicati commenti contenenti promozioni commerciali.
Questo blog è nato nel 2009 per sostenere il Comitato per l'ampliamento del Parco Brianza Centrale, un obiettivo che è stato raggiunto con l'unione al Plis del Grugnotorto Villoresi e la creazione del Parco GruBrìa. Ora, il nostro sguardo è rivolto verso un possibile ampliamento del parco, estendendolo alle aree verdi circostanti e realizzando connessioni ecologiche con i parchi Valle del Lambro, Groane-Brughiera, Nord Milano e Bosco delle Querce.
Se avete materiali, osservazioni, foto che volete pubblicare scriveteci cliccando qui.
In riferimento alla cartolina SOS Parchi riceviamo e pubblichiamo il seguente intervento di Alessandro Colucci, Assessore Sistemi Verdi e Paesaggio.
RispondiEliminaRitengo doverosi alcuni chiarimenti in merito al progetto di legge sulla riforma delle Aree Protette attualmente in discussione in Consiglio Regionale.
Voglio ricordare, in via preliminare, che Regione Lombardia ha investito, negli ultimi dieci anni, oltre 200 milioni di euro per la gestione dei parchi e per interventi di riqualificazione ambientale, ha riconosciuto decine di nuovi PLIS, ha acquisito migliaia di metri quadri di foreste, e, non ultimo, ha addirittura costituito un apposito Assessorato, che raggruppa e coordina tutto il tema dei Sistemi Verdi lombardi. Si tratta di precise azioni di governo che evidenziano quanto Regione Lombardia sia attenta al rispetto della natura e che dimostrano l’amore, l’attenzione e la sensibilità per il nostro verde, per il nostro ambiente.
Il progetto di legge, oggi in discussione, nasce anche dall’esigenza di salvare gli attuali enti di gestione dei parchi stessi, messi in liquidazione da una norma statale (c.d. Milleproroghe in vigore dal 27 febbraio ), che ne prevede la soppressione dal 1 gennaio 2012.
Entrando più nel merito delle valutazioni rivolte a specifici punti dell’articolato, preciso quanto segue:
1. Nessuna volontà della Regione di commissariare. Il sistema dei parchi è e rimane saldamente in mano al territorio e agli enti locali. Si è ritenuto corretto, nel momento in cui si riforma il tipo di governance, prevedere un rappresentante (su 3 o 5 componenti del Consiglio di Gestione) indicato dalla Regione. Una presenza utile a garantire il giusto raccordo tra l’Amministrazione regionale e il Parco, che lascia intatte le prerogative dei Comuni e dell’Assemblea , tra cui la nomina del Presidente.
2. Nessuna volontà di stravolgere i confini dei parchi, ma solo la previsione di una procedura semplificata da utilizzare in ipotesi, ben definite, proprio al fine di evitare eccessiva discrezionalità. Il perimetro potrà essere modificato in sede di approvazione del Piano Territoriale di Coordinamento per attestarsi su perimetri identificabili sul terreno, per chiarire eventuali errori cartografici, per promuovere la connessione con la Rete Ecologica Regionale, finalmente valorizzata nella nuova legge, per stralciare, previa adeguata compensazione, ambiti urbanizzati e produttivi già consolidati, senza valenza paesistica e, infine, per recuperare il patrimonio storico e monumentale o arricchire quello naturalistico. Naturalmente, qualunque modifica di confine dovrà essere proposta dal Parco e, quindi, votata da tutti gli amministratori dello stesso e solo successivamente dovrà essere valutata dalla Giunta Regionale. Niente di automatico, insomma, ma semplicemente l’intento di favorire il rapporto parco-cittadini, in un’ottica di semplificazione
3. Nessuna deroga devastante. E’ da più di vent’anni che le opere pubbliche possono essere realizzate in deroga. Lo prevede già la legge vigente. Con questa proposta di legge si è voluto semplicemente adeguare la normativa alle nuove disposizioni vigenti. Non si pensi che si possa derogare per realizzare autostrade o aeroporti , per i quali, già da anni, vigono procedure abbreviate (legge obiettivo, procedure per la localizzazione di interesse statale, etc.).La Pedemontana, ad esempio, non è certo stata realizzata con le deroghe della Regione.
Confidando di aver fatto chiarezza, resto naturalmente disponibile a un confronto costruttivo scevro da strumentali allarmismi.
Finora abbiamo costruito e difeso il patrimonio straordinario rappresentato dai “Sistemi Verdi di Lombardia”, la tempestiva approvazione del progetto di legge n.76 ci consentirà di continuare a farlo.
Riceviamo e pubblichiamo il seguente intervento di Paolo Conte, coordinatore di "Insieme in rete per uno sviluppo sostenibile".
RispondiEliminaGentile Assessore,
sul terzo punto e su Pedemontana mi permetto di informarla che probabilmente l'esempio da lei scelto non è certo dei più indovinati.
Basti osservare la vicenda del Parco Regionale Naturale Bosco delle Querce dove, grazie proprio ad una DEROGA concessa da Regione Lombardia con l.r. 15/2008 sulla l.r. 60/85 che aveva istituito il vincolo di inedificabilità assoluta all'interno del perimetro del Parco stesso, si sta permettendo ad Autostrada Pedemontana di fare scempio di 1/3 del bosco - tanto è infatti il quantativo totale del piano degli espropri, temporanei e non, reso pubblico da Pedemontana - violando quel perimetro sacrale purtroppo sancito dal 1976 dall'emissione in atmosfera della diossina dell'ICMESA all'interno della ex-zona A, e per pudore taccio sul timore che il territorio ha a riguardo della movimentazione dei terreni delle ex-zone B ancora inquinate di diossina che la cantierizzazione di Pedemontana porterà con se. Su tutto questo e sul mancato governo ed investimento economico di Regione Lombardia nei riguardi delle opere di mitigazione e compensazione ambientali (nelle quali non è stato investito un solo centesimo del bilancio regionale) è solamente scandaloso il silenzio istituzionale sino a qui perpetrato nonostante tutti gli stimoli pervenuti dalle associazioni ambientaliste che da anni operano sul territorio interessato dal passaggio di questa inutile e devastante opera autostradale che cancellerà ampi brani del paesaggio regionale lombardo famoso per secoli in tutto il mondo (ricordo fra tutti anche la cancellazione di uno degli ultimi boschi di pianura il Bosco della Moronera che verrà spazzato via nell'indifferenza generale).
Cordiali saluti
Paolo Conte