venerdì 9 marzo 2012

40 passi, la verde Brianza e la città infinita (anteprima a Lissone)

La provincia di Monza e Brianza è la seconda provincia più urbanizzata d'Italia. Le esondazioni del Lambro, evento con cui la famiglia di Elio De Capitani e Cristina Crippa è da sempre abituata a convivere, sono diventate più frequenti e pericolose. A Caponago un campo coltivato ad agricoltura biologica sta per diventare la rotonda d'accesso alla futura TEEM. A Meda l'autostrada Pedemontana cancellerà buona parte del Bosco delle Querce, monumento naturale alla memoria dell'incidente diossina del 1976, tra le ultime aree verdi di un territorio tremendamente deturpato.
 

Sono le ragioni del cemento. Incuranti di ogni logica economica, sociale e ambientale si nutrono ogni giorno di ettari di spazi aperti in nome di un'idea di "progresso" che, come spiegano i protagonisti del film, ha fallito. La "verde Brianza" diventa così una città infinita senza soluzione di continuità in cui tra una conurbazione e l'altra non restano che 40 passi e in realtà, spesso, neanche quelli.
 

Riportiamo di seguito un articolo tratto da MB News dell'8 marzo 2012

Un film documentario, che racconta il consumo di suolo in Brianza, sarà proiettato in anteprima giovedì 15 marzo alle ore 21 presso Palazzo Terragni, a Lissone. "40 passi, la verde Brianza e la città infinita", questo il titolo della pellicola, girata da Andrea Boretti, è un progetto del Gruppo consiliare del Partito Democratico in Provincia di Monza e Brianza. E la scelta di presentarlo a Lissone non è casuale.

«Lissone – spiega in una nota Elio Talarico, coordinatore lissonese del Pd – vanta il triste primato di avere uno tra i più alti indici di consumo di suolo in Brianza. È un pessimo esempio di tutela del territorio. Ironia della sorte, contestualmente alla proiezione del film, in Consiglio comunale sarà in corso la "maratona" per l'approvazione definitiva del nuovo Pgt di Lissone che consumerà ulteriore suolo e ci consegnerà una città di 48.000 abitanti. Le recenti indagini stanno chiarendo che dietro alla cementificazione in nome dello sviluppo economico in realtà si nascondono mazzette, purtroppo il nostro amato suolo, non paga mazzette a chi lo difende e per questo molti politici sono insensibili alla difesa del territorio».

Guarda qui il trailer del documentario.

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