sabato 3 marzo 2012

Trial in Brianza: uno sport poco rispettoso dell'ambiente


Comunicato dell'Associazione WWF Lecco 

Anche quest’anno, nella cornice dei Colli Brianzoli, si è svolta la “Due Giorni della Brianza”, gara di Trial organizzata dal Moto Club di Monza. Nel fine settimana del 25 e 26 febbraio su di un percorso che si snodava nei comuni di Oggiono, Dolzago, Garbagnate Monastero, Castello Brianza e Sirone si sono dati appuntamento circa 150 motociclisti. Notevole visibilità mediatica e clima primaverile ne hanno assicurato il successo.

Sport spettacolare il trial, che nei percorsi indoor supera ostacoli incredibili, sfidando le leggi della fisica. Nei percorsi outdoor invece, sfida invece la legislazione ambientale. È interessante dare un’occhiata alle fotografie della manifestazione pubblicate sui siti dei quotidiani locali oppure sul sito www.mototrial.it, che mostrano difficili passaggi delle moto tra la vegetazione, in riva al lago o lungo il letto di un torrente.

Come descritto dalla tabella di marcia, un guado simile si trova sul torrente Bevera in località Inellone, nel comune di Castello Brianza. Non c’è bisogno di scomodare esperti naturalisti per immaginare i danni arrecati alla fauna ed alla flora, acquatica e non. Un sopralluogo,a distanza di due giorni dalla gara, ha confermato tutto questo. Nelle passate edizioni il fondo bagnato aveva addirittura accentuato il danno al suolo.

Ovviamente la manifestazione si è svolta con tutte le autorizzazioni del caso. Le domande che sorgono sono molteplici: perché si sospendono, per due giorni, i diritti dell’ambiente? chi ripaga e ripristina il danno provocato? ha ancora senso autorizzare questo tipo di manifestazioni in una zona, come la Brianza lecchese, che vede sempre più assottigliarsi la disponibilità di aree naturali?

Non da ultimo bisogna considerare l’esempio e il messaggio che viene trasmesso dai praticanti di questo sport: in sella alla moto ci si sente autorizzati ad andare ovunque, pur di godere di forti emozioni. Manifestazioni di questo tipo hanno una grande risonanza, soprattutto tra i giovani. Lo spirito di emulazione, in questi casi, produce effetti negativi. Basta vedere il proliferare di campi di allenamento più o meno abusivi. La foto sotto il titolo si riferisce a quello di Prato Bevera-Dergom, nel comune di Garbagnate Monastero, meta di numerosi centauri.

D’altra parte è sempre sul sito www.mototrial.it che si parla delle moto da trial come di “un mezzo quasi indispensabile per chi vuole raggiungere luoghi impossibili con altri mezzi” aggiungendo anche un incredibile “senza alterare l'equilibrio e la quiete” (...).

La pratica di questo sport e di altri simili, poco rispettosi dell’ambiente, sta diventando un problema.  Le ultime aree naturali, peraltro limitate, ed i parchi del nostro territorio sono sottoposti a una notevole pressione antropica. La ricerca di relax in ambienti naturali, apprezzabile e godibile se rispettosa dell’ambiente stesso, comporta invece nel caso dell’esercizio del trial, oltre al danno ambientale, anche il venir meno della sicurezza nei confronti dei fruitori dei sentieri.

È quindi motivata la convinzione che la pratica di questo sport sia da limitare alle manifestazioni indoor o su percorsi artificiali.

Si fa appello inoltre alle Amministrazioni locali affinché rivedano i criteri per il rilascio delle autorizzazioni. 

Contatti:
Sito: www.wwf.lecco.it
Email: sezione@wwf.lecco.it


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