Il Circolo Ambiente “Ilaria Alpi” invita la Comunità Montana Lario Orientale - Valle San Martino a non realizzare le opere di ‘difesa spondale’ sul torrente Gandaloglio: una diffida contro i lavori di sistemazione delle sponde!
Una diffida contro i lavori di ‘sistemazione spondale’ sul torrente Gandaloglio. Ad inviarla nei giorni scorsi alla Comunità Montana Lario Orientale - Valle San Martino è stato il Circolo Ambiente “Ilaria Alpi”, che periodicamente monitora lo stato ecologico del torrente Gandaloglio, rilevandone in particolare i rischi connessi alla perdita di naturalità, conseguenti a interventi di artificializzazione. Già lo scorso aprile, insieme ad altre associazioni ambientaliste, era stato denunciato il pesante taglio di alberi lungo il percorso del torrente nei territori di Dolzago, Ello e Colle Brianza.
Stavolta il Circolo Ambiente “Ilaria Alpi” si è attivato dopo aver letto la delibera della Giunta Esecutiva della Comunità Montana, approvata lo scorso aprile, avente per oggetto “Interventi urgenti e prioritari per la difesa del suolo e la mitigazione dei rischi idrogeologici del territorio lombardo - Rimodellazione versante e posizionamento di sistema di drenaggio acque, consolidamento e realizzazione nuove difese spondali al piede sul torrente Gandaloglio - Lotto 1”, lavori per i quali sono stati stanziati 800.000 euro.
La preoccupazione del Circolo ambientalista è che il letto e le sponde del torrente vengano deturpati dal punto di vista naturalistico, molto più e in maniera più profonda di quanto causato dal taglio della vegetazione della scorsa primavera. Per questo è partita una diffida nei confronti della Comunità Montana, in cui il Circolo chiede appunto di evitare ogni intervento che possa interessare l’alveo e le sponde del torrente, visto che la delibera prevede la “realizzazione nuove difese spondali al piede sul torrente Gandaloglio”.
In particolare, il Circolo scrive che “devono essere evitati tutti i lavori che prevedano:
- la presenza – già dalla fase di cantiere – di mezzi meccanici (escavatori, camion, ecc.) nell’alveo del torrente;
- la modifica dell’alveo e delle sponde, per lo più naturali, del torrente Gandaloglio, con qualsiasi intervento di rettifica, escavazione del letto e/o delle sponde.
I rischi, ben evidenti, sono infatti quelli di perdere la naturalità dell’ecosistema del torrente. Gli interventi di sistemazione idraulica tengono infatti conto solo dell'aspetto idraulico e non considerano gli aspetti ecologici quali la naturalità delle acque, la flora, la fauna e la microfauna, ovvero il cosiddetto ‘ecosistema fluviale’.
È ampiamente dimostrato che gli scavi in alveo determinano notevoli problematiche ambientali e idrogeologiche. I fenomeni di erosione che questi scavi provocano, si propagano sia a monte che a valle per diversi chilometri. Sono difatti accertate in letteratura le seguenti problematiche:
aumento della vulnerabilità delle opere fondate in alveo (ad esempio i ponti);
- modifica delle pendenze naturali dei corsi d’acqua;
- degrado dell’ecosistema fluviale, perdita di zone umide o a falda subaffiorante, modifica degli ambienti golenali, riduzione delle biomasse dei pesci e della densità degli invertebrati.
Nel caso in cui non venisse dato seguito alla diffida e pertanto venissero intrapresi nuovi provvedimenti ed azioni per l’esecuzione dei lavori sul torrente, il Circolo Ambiente “Ilaria Alpi” verificherà se rivolgersi ad autorità superiori per evidenziare i possibili rischi segnalati. Infatti, la diffida è emessa, anche a futura memoria, in relazione ai possibili rischi, anche futuri, connessi alle specifiche caratteristiche del territorio afferente il torrente Gandaloglio, dal punto di vista sia delle possibili ricadute ambientali sia del possibile danno a persone o cose.
La diffida è stata inviata per conoscenza anche alla Regione Lombardia (che ha finanziato i lavori) e ai sindaci dei Comuni di Dolzago, Ello e Colle Brianza.
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