domenica 26 gennaio 2025

Dieci sindaci contro Pedemontana: una battaglia comune per il futuro del territorio


La recente decisione di dieci sindaci del Vimercatese di inviare una diffida legale al CIPESS (Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica e lo Sviluppo Sostenibile) e agli enti competenti ha visto il sostegno dei comitati locali, riuniti da anni nella battaglia contro l'espansione della Pedemontana. La diffida, che chiede di non procedere con l’approvazione della tratta D breve, rappresenta un passo significativo nella resistenza all’opera, sollevando questioni centrali sul ruolo delle amministrazioni locali e sul rapporto tra politica e cittadinanza.

La tratta D breve, attualmente ferma al Ministero a seguito di approfondimenti richiesti a Concessioni Autostradali Lombarde (CAL), resta al centro di un ampio fronte di opposizione. Manuela Meloni, membro attivo del Comitato Ferma Ecomostro Tratta D-Breve, sottolinea come l’azione dei dieci sindaci si collochi in un quadro più ampio di resistenza all’intero progetto Pedemontana.

"Questa diffida è un passo importantissimo per fermare la tratta D breve," osserva Giacomo Mosca, del Comitato per la Difesa del territorio NO Pedemontana, "e dimostra che i sindaci non sono meri amministratori di condominio, ma possono e devono opporsi a opere che compromettono il futuro delle comunità." Il riferimento, diretto e critico, è rivolto a quei sindaci che in passato hanno evitato di prendere posizioni nette, limitandosi a "gestire" le decisioni calate dall’alto.

La diffida al CIPESS non è solo un gesto tecnico, ma un atto politico che ridefinisce il ruolo degli amministratori locali, dimostrando che il conflitto, quando necessario, può essere uno strumento di progresso. "Nel nostro territorio convivono due modelli di amministrazione," spiega Mosca: "da un lato, quelli che vedono il loro ruolo in chiave puramente tecnocratica; dall’altro, chi crede che fare politica significhi progettare collettivamente il futuro, anche attraverso il confronto e il conflitto istituzionale."

Meloni, da parte sua, mette in luce l’importanza del legame tra comitati e istituzioni: "I sindaci rispondono alle comunità, e il nostro compito come cittadini è sostenere e stimolare le amministrazioni. Questo modello di partecipazione dovrebbe servire da esempio, dimostrando che la politica può ancora rispondere ai bisogni dei territori."

Il movimento contro Pedemontana è emblematico di una politica dal basso che cerca di coniugare tutela ambientale e partecipazione democratica. Meloni, attivista dal 2022, racconta come la difesa del parco P.A.N.E. sia stata il punto di partenza del suo impegno. "Ma il nostro obiettivo va oltre la sola tratta D breve. Questa è una battaglia per il territorio nel suo complesso."

Il dibattito evidenzia anche il valore della partecipazione collettiva: "Se i cittadini si muovono, la politica si muove," ribadisce Meloni, invitando tutti a non arrendersi e a sostenere le iniziative locali.

Il gesto dei dieci sindaci del Vimercatese non è solo una presa di posizione contro Pedemontana, ma una lezione di politica attiva e responsabile, che dimostra come le istituzioni locali possano ancora essere il baluardo dei diritti delle comunità. Come conclude Mosca: "La logica tecnocratica è triste e rinunciataria, e non ci appartiene. Preferiamo una politica che guarda al futuro e non ha paura del conflitto, se necessario per difendere ciò che conta davvero."

La sfida ora passa al CIPESS e al governo, chiamati a rispondere a una mobilitazione che continua a crescere, unendo cittadini e amministratori in una battaglia comune per il futuro del territorio.

6 commenti:

  1. Da cittadino comasco interessato alla realizzazione dell'autostrada per ovvi motivi personali e lavorativi, mi chiedo come sia possibile mandare una diffida al CIPESS quando il CIPESS stesso non è stato ancora interpellato in merito all'approvazione della D breve, siccome mi pare di aver capito che sia tutto ancora fermo alla valutazione di impatto ambientale che, per assurdo, potrà anche essere bocciata dalla commissione di VIA.
    Leggo tra le risposte di APL sul sito del MASE che "il PD della tratta D Breve si configura come variante ai sensi dell'articolo 169 comma 3 del D.Lgs.163/2006", oltre che "il PRMT approvato con dcr 1245 del 20/9/2016 indicava già la D breve come intervento da approfondire", per arrivare alle questioni di oggi dove APL dice che "la riconfigurazione altimetrica del tracciato e ulteriori tratti in galleria saranno valutati in fase di progettazione esecutiva nell'ambito della conferenza dei servizi, cosi come lo svincolo di Vimercate/Bellusco".
    Ciò detto, siamo alle solite, a queste persone non va mai bene nulla e provano in tutti i modi a mettere i bastoni tra le ruote di un'opera già paventata anni e anni prima.
    E' chiaro che le loro proposte quali utilizzo della A51 ecc. non stanno nè in cielo nè in terra, ma perchè piuttosto non si concentrano sull'ottimizzazione dell'opera con APL e CAL, idem riguardo le mitigazioni ambientali?
    Nel 2023 le elezioni sono state vinte da Fontana, grande promotore di Pedemontana, che è stato votato anche per portare a termine tale progetto: l'opera è di interesse NAZIONALE, mi chiedo perchè degli amministatori locali debbano arrivare a fare tali azioni a discapito di chi ha votato l'attuale amministrazione regionale e, quindi, ha votato anche per vedere un'opera del genere completata.
    Saluti.

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    1. La tratta D breve è stata calata dall’alto recentemente sul territorio vimercatese lasciando all’oscuro cittadini e amministratori. Insiste su un’area ancora risparmiata dalla cementificazione selvaggia e per questo di particolare importanza. Tutta l’infrastruttura Pedemontana ha arrecato e sta arrecando ancora danni ambientali importanti che non verranno compensati adeguatamente.
      Il problema grosso sono infatti le compensazioni più che le mitigazioni. Ormai in tante zone della Brianza non c’è più terreno disponibile per compensare un danno simile… a tanto siamo arrivati.
      In tutto ciò ci siamo forse dimenticati che la nostra qualità di vita, anche in questa terra lombarda, è dipendente dal contesto naturale in cui viviamo. L’approvvigionamento idrico, la qualità dell’aria che respiriamo e i disastri naturali da esso dipendono. Chi ha la fortuna di avere ancora un po’ di verde intorno ne capisce l’importanza e giustamente lo difende.

      Sinceramente un collegamento che non risolverà i problemi di traffico locale, ma sacrificherà ettari di suolo, non è più giustificabile al giorno d’oggi in un’area tanto urbanizzata. Sicuramente servirà a qualche azienda e multinazionale ma quand’anche fosse utile a tutti...i danni sopravanzano i millantati benefici. Pedemontana è l’ennesima soluzione fallace alla mala gestione del territorio a cui si risponde con altra mala gestione. Dalla politica i cittadini esigono altre risposte perché si inizia a capire che qui si muore per l’inquinamento e l’attenzione all’ambiente non è più demandabile come sta facendo Regione. Pedemontana ha avuto vita facile con una parte politica che l’ha risuscitata e ha iniettato fiumi di denaro ma in realtà non ha bandiera politica è spinta da chi fa gli interessi di asfalto e cemento. Ci sono Sindaci della Lega che osteggiano l’opera in nome del famoso buonsenso.
      Quindi: avranno diritto i cittadini che vivono il territorio a difenderne l’integrità contro un progetto di dubbia utilità e dai danni certi, spreco di denaro compreso?

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    2. perchè è un'opera senza senso, dal costo spropositato, non voluta dalle amministrazioni locali. APL congestionerà il traffico ulteriormente verso milano, riversandolo dalla futura APL alle provinciali. Nessuno, a parte te e gli svizzeri, può permettersi 7€ per 20km...

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  2. Grazie a Brianza Centrale e Filippo per le risposte.
    Sul fatto del sottoutilizzo delle attuali tratte bisognerebbe fare una valutazione più approfondita oltre ad una contestualizzazione, andando prima di tutto a verificare i dati Aiscat: le tratte in esercizio oggi come oggi servono a ben poco, se non a dare un collegamento veloce per comaschi e svizzeri verso Malpensa tramite la tratta A ed un accesso veloce alla A9 per chi arriva dalla Ss35, quindi parlare di inutilità quando queste stesse tratte inizieranno a rendere realmente solo con B2 e C completate, non ha senso.
    Per ragioni di lavoro gravito spesso su Monza e Bergamo e, oggi come oggi, Pedemontana non mi serve a nulla, passo da Milano e stop, perchè passare dalla Ss35 e farmi la A52 non conviene in termini di tempo.
    Il collegamento est-ovest già oggi è mancante, proprio ieri un articolo de Il Giorno documentava una mattinata tipo con partenza da Cesano e arrivo a Besana Brianza, riportando realmente dei tempi di viaggio biblici: ok, Besana si trova più a nord e Pedemontana poco c'entra in questo, ma lo stesso discorso si può fare per chi oggi deve raggiungere Arcore e comuni limitrofi da Cesano.
    L'aria che si respira oggi è conseguenza della mancanza di infrastrutture adatte: Zaia in Veneto per la SPV ha abbassato drasticamente il costo del pedaggio per chi percorre meno di 25km utilizzando di fatto l'autostrada come tangenziale, perchè oggi gli amministratori locali della tratta C, per esempio, non si muovono per questo aspetto?
    Utilizzare la A51 come alternativa implicherebbe l'introduzione del pedaggio, in quanto oggi come oggi la tangenziale è allegramente utilizzata da tutti da Agrate in su, senza alcun esborso di denaro quindi, mi chiedo, in quanti da quelle parti la utilizzerebbero con il pedaggio di APL di oggi (Vimercate-Agrate 8km per 2.70 euro circa) ? Rispondo io, nessuno, ergo ci sarebbe l'inferno al di fuori della tangenziale, quindi maggiore inquinamento, cittadini esasperati eccetera eccetera, senza contare il fatto che come è configurata oggi la A51 non è pronta ad accogliere nuovo traffico nè ad essere upgradata.
    Questo è il motivo che la D serve eccome per arrivare diretti sia sulla A4 che sull A58, lasciando liberi i "locali" di scorrazzare su e giù per la A51 come fanno oggi: i tratti attualmente in trincea vanno convertiti in galleria e quel poco di rilevato in progetto va portato per lo meno in trincea, cosi che forse le varie parti in causa possano trovare la quadra di tutto.
    La Pedemontana ha un potenziale enorme per le zone che andrà ad attraversare, in quella Brianza carente di infrastrutture e soffocata dal traffico: chi non vuole ammetterlo sicuramente ha messo il naso fuori dalla porta di casa poche volte.
    Saluti ancora.

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  3. Capisco la sua posizione ma le considerazioni che porta mi sembrano parziali e un po' semplicistiche.
    Che l’inquinamento sia dovuto alla mancanza di strade poi… proprio no. È dimostrato che l’ampliamento della rete stradale peggiora la qualità dell’aria e porta a ulteriore consumo di territorio e danni conseguenti. La soluzione è disincentivare il trasporto su gomma e l'uso dell'auto: siamo i peggiori d’Europa e dovremmo vergognarci.
    Detto ciò, la maggior parte degli spostamenti che bloccano la Brianza sono di breve percorrenza e non saranno traslati su Pedemontana. Chi mai prenderà l’autostrada per andare da Arcore a Cesano? Come lei mi insegna, nessuno. A maggior ragione se lo spostamento è quotidiano, chi si sogna di regalare uno stipendio all’anno a società Pedemontana? Quindi il traffico locale NON avrà beneficio da Pedemontana.
    Lei stesso ha fatto una descrizione infernale nel caso in cui la Tangenziale est avesse il pedaggio: concordo, infatti non è niente di meno di ciò che avverrà sulla Milano-Meda quando diventerà a pagamento grazie a Pedemontana. E, detto fuori dai denti, i pedaggi a prezzi esorbitanti perché servono soldi per pagare questo mirabolante baraccone. La BREBEMI non ci ha insegnato...
    Con Pedemontana la provincia di Monza e Brianza diventerà la più cementificata d’Italia, peggio di Napoli, e dove c’è più cemento peggiora la qualità di vita. C’è un limite e qui l’abbiamo ampiamente raggiunto.
    Quindi Pedemontana è una soluzione semplice calata in un territorio complesso e il risultato sarà esplosivo. Sarà un caso che non esistono studi di traffico che giustificano l’opera? L’unico studio fatto dalla Provincia mostra uno scenario per nulla incoraggiante, soprattutto per la tratta D con evidente sottoutilizzo e sproporzione dell’opera. Non creda ma molti hanno cercato di avanzare proposte come la riduzione del numero di corsie ma il progetto è blindato. Capisce che danno sarà?
    Siamo troppi in poco spazio e tutti abbiamo il diritto di muoverci ma la soluzione unica e semplice non esiste. Anni fa Legambiente fece una proposta lungimirante di riqualificazione e razionalizzzione dell’esistente rete viaria. Forse proprio da questo si dovrebbe partire, associato a un piano per un vero trasposto pubblico di massa efficiente e non pù Milano-centrico, il che non è per nulla utopico basta pensarlo e volerlo realizzare. Allora chi dovrà collegarsi est-ovest per lunghe tratte come lei lo potrà fare anche sulle strade attuali. Serve un cambiamento di prospettiva che questa politica per ignoranza o per interessi non è in grado o non vuole fare.

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  4. No, io intendevo dire che nessun residente locale andrà ad utilizzare la A51 nel caso in cui venisse applicato il pedaggio, ergo si andranno ad utilizzare le varie Sp3 e Sp215, con tutte le conseguenze del caso.
    Nel caso esempio Arcore-Cesano, che distano appena 18km su strade locali, nel momento in cui le sto scrivendo (16:00 di Lunedi) servirebbero ben 40 minuti per raggiungere la destinazione: in autostrada 18 km si fanno in 13/14 minuti, ed è qui che si capisce quanto la Pedemontana può concretamente servire i territori della tratta C, ovviamente con le dovute valutazioni del pedaggio per i residenti che, spero, godranno di un trattamento dedicato.
    La realtà è che tutto ruota su questa questione, perchè se il pedaggio fosse stato in stile ASPI l'opera sarebbe stata digerita diversamente dalla collettività.
    La D breve è un surrogato della D originale, è evidente e lo dimostra anche lo studio PIM ma, per lo meno, consentirà ai residenti del vimercatese di continuare a sfruttare la A51 gratuitamente e, allo stesso tempo, di instradare il traffico di media/lunga percorrenza sulla stessa Pedemontana, evitando di infilarsi nei centri abitati e di sovraccaricare anche la Sp13 tramite il comune di Agrate, già oggi teatro di traffico di attraversamento da/per la A4.
    Anche in tal senso la TRMI17 darà una grossa mano.
    Io sono sempre stato per la D originale ovviamente ma, in mancanza di fondi, per evitare di vedere finita la Pedemontana Vimercate, la soluzione breve penso sia comunque una soluzione valida, avendo sempre un occhio di riguardo con le mitigazioni del caso vista la presenza del Parco Pane.

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