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La Provincia di Como, 24 marzo 2025 |
La discussione sul futuro del Monte San Primo continua a far discutere, dividendo imprenditori e amministratori locali. Al centro del dibattito c’è il progetto da 5 milioni di euro, finanziato con fondi pubblici, che prevede la realizzazione di impianti sciistici e innevamento artificiale.
In un recente articolo pubblicato su La Provincia di Como, Sara Vitali, albergatrice e operatrice del settore turistico, ha espresso forti perplessità sul piano, sottolineando la sua insostenibilità sia dal punto di vista economico che ambientale. "Non condivido la pista da sci sul San Primo, la ritengo insensata, sia perché la neve andrebbe sempre sparata, sia perché a Bellagio non c’è nulla", ha dichiarato Vitali, aggiungendo che i fondi pubblici andrebbero destinati a progetti più utili per il territorio, come il potenziamento dei trasporti pubblici.
A commentare l’articolo è intervenuto anche Roberto Fumagalli, portavoce del Coordinamento "Salviamo il Monte San Primo", che da tempo si batte contro la realizzazione del progetto. Fumagalli ha lodato la posizione di Sara Vitali, definendola un esempio di imprenditoria consapevole. "Fortunatamente ci sono operatori turistici illuminati, che contestano questo assurdo progetto e propongono alternative più intelligenti, come l’investimento nei trasporti pubblici", ha affermato.
Tuttavia, secondo il portavoce del Coordinamento, non tutti gli imprenditori condividono questa visione. "Purtroppo, ci sono anche altri operatori del settore che sostengono il progetto, tanto non dovranno tirare fuori un euro di tasca loro: i 5 milioni di euro li mette il pubblico, con le nostre tasse", ha denunciato. "E questo, in barba alla crisi climatica e alla logica".
Le critiche si rivolgono anche agli amministratori locali, accusati di non avere il "buonsenso necessario per cancellare definitivamente il progetto". Per i comitati e le associazioni ambientaliste, l’unica strada percorribile per il Monte San Primo è quella del turismo sostenibile, investendo in servizi pubblici, mobilità dolce e tutela del territorio, piuttosto che in impianti sciistici dal futuro incerto.
Intanto, il dibattito resta aperto e il Coordinamento "Salviamo il Monte San Primo" continua la sua battaglia per evitare che il progetto vada avanti.
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