di Cristina Marzorati - Il Cittadino MB
Una splendida oasi a due passi dal centro di Lentate. Rinasce il laghetto del Mirabello, immenso nel Parco delle Groane, dove nei giorni scorsi un gruppo di ambientalisti ha fatto una macabra scoperta tutta da studiare: una cinquantina di rospi squarciati abbandonati sotto i rovi. Una delle ipotesi è che all'origine ci sia una particolare tecnica predatoria adottata da alcuni corvidi, ma ci si chiede come mai invece di finire tra le spine, gli anfibi non siano stati subito mangiati.
Forse in zona vivono altri predatori più grossi e pericolosi, che hanno messo in fuga i “cacciatori” e si sono nutriti dell'animale già ucciso e pronto per il pasto. Non è la prima volta che dalle colonne del nostro giornale scriviamo del laghetto di Mirabello, già nel gennaio 2010 la piccola e suggestiva area umida aveva meritato la giusta eco per via dell'avvistamento di una colonia di rospi della specie Bufo bufo. Se allora esperti come Mirco Cappelli, del Wwf, avevano registrato con piacere una piccola presenza, ora si è di fronte a una vera e propria popolazione, che nelle prossime notti primaverili accompagnerà il sonno dei residenti. L'appello è salvaguardarli e magari il Comune potrebbe pensare a un'operazione di rispetto simile a quella di Cesano Maderno, dove oggi è possibile passeggiare tra i sentieri e la natura dell'Oasi Lupi.
«Questa specie protetta a livello europeo, nazionale e regionale – spiegano dal Wwf Groane la natura dei rospi Bufo bufo - è purtroppo in grave pericolo di estinzione principalmente per motivi legati ai cambiamenti climatici e alla continua sottrazione e frammentazione, da parte dell'uomo, dei loro habitat naturali. Infatti l'eccessiva cementificazione, unita a un costante incremento delle rete stradale, ha fatto sì che in pochi decenni le popolazioni anfibie si siano drasticamente ridotte. Questo rilevamento eccezionale nell'area del Parco costituisce un'ottima notizia nell'ambito della biodiversità presente nei nostri territori. Biodiversità da tutelare col massimo impegno mediante continui monitoraggi della situazione e con l'avvio di una campagna di salvaguardia degli anfibi, come quelle che da ormai da alcuni decenni si effettuano in tutta Europa».
Foto di Mirco Cappelli
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