La maestosa vista delle Prealpi Lombarde che sovrastano il Lago di Como, utilizzata in passato dal Coordinamento "Salviamo il Monte San Primo" per promuovere manifestazioni a tutela del monte contro i prospettati impianti sciistici, è stata scelta anche da un’azienda che imbottiglia acqua minerale per raccontare l’origine della sua purezza e unicità.
Questa immagine potente celebra non solo la bellezza del territorio, ma anche il delicato equilibrio naturale che lo caratterizza. Tuttavia, essa rappresenta anche un monito: preservare l’ambiente non è solo un atto di rispetto verso la natura, ma una condizione indispensabile per mantenere la qualità di risorse fondamentali come l’acqua.
Le acque che sgorgano dalle falde profonde del Monte San Primo intraprendono un lungo percorso geologico attraverso stratificazioni di rocce glaciali e carbonatiche. Questo processo millenario le arricchisce di sali minerali e oligoelementi, rendendole un bene prezioso e di alta qualità.
Nonostante la promozione di quest’acqua come prodotto esclusivo imbottigliato, è importante ricordare che essa è accessibile a tutti: basta aprire il rubinetto. Molte delle acque captate dagli acquedotti pubblici della Brianza Comasca provengono dalle stesse falde profonde, condividendo caratteristiche di purezza e composizione. Bere l’acqua del rubinetto non solo è una scelta ecologica e sostenibile, ma permette di evitare rifiuti e trasporti inutili, oltre che risparmiare risorse economiche.
La qualità di queste acque dipende strettamente dalla salute del territorio. Il Monte San Primo, che alimenta in modo significativo le falde idriche locali, è oggi minacciato dal progetto “OltreLario: Triangolo Lariano meta dell'outdoor”, che prevede la realizzazione di:
- Impianti sciistici e di innevamento artificiale.
- Piste da sci e aree per il “tubing” in plastica.
- Nuovi parcheggi e infrastrutture invasive.
Queste opere, oltre a consumare suolo, richiederebbero anche elevate quantità di acqua ed energia, alterando il ciclo idrico naturale e rischiando di compromettere le sorgenti che alimentano non solo l’acqua imbottigliata, ma anche quella potabile dei comuni circostanti.
Il Coordinamento "Salviamo il Monte San Primo" ha proposto un modello di sviluppo alternativo che valorizzi la montagna senza danneggiarla, puntando su:
- Interventi di tutela ambientale, per preservare il paesaggio e la biodiversità.
- Turismo dolce, con percorsi di trekking e attività a basso impatto.
- Promozione dell’acqua pubblica, che è uguale a quella pubblicizzata, ma ecologicamente ed economicamente più sostenibile.
Bere acqua del rubinetto, infatti, significa fare una scelta consapevole e responsabile: non solo si risparmia, ma si riduce la produzione di rifiuti e di inutili trasporti, sostenendo la tutela delle risorse naturali.
La bellezza del Monte San Primo non è solo una risorsa paesaggistica, ma un simbolo della nostra relazione con l’ambiente. Le sue falde, che alimentano sia l’acqua pubblica sia quella imbottigliata, ci ricordano quanto sia importante mantenere intatto questo equilibrio.
Commenta Roberto Fumagalli, presidente del Circolo Ambiente "Ilaria Alpi" e portavoce del Coordinamento "Salviamo il Monte San Primo": "Proteggere le nostre montagne significa anche garantire la qualità delle acque che scorrono nei nostri rubinetti, valorizzare il nostro patrimonio naturale e costruire un futuro più sostenibile. È un impegno che richiede consapevolezza e scelte responsabili, partendo dalla semplice, ma significativa, decisione di bere acqua del rubinetto".
Molteplici sono i motivi, pratici e logici, per i quali non si dovrebbe assolutamente intervenire sull'ambiente naturale dell'area del S. Primo. Nuovi parcheggi e coperture di suolo creerebbero maggior ruscellamento e smottamenti verso valle. L'intrusione di acque, sempre più luride nel sottosuolo, creerebbe gravi problemi al bellissimo ambiente ipogeo formato da grotte, cunicoli, meandri, pozzi e concrezioni varie, stalattiti e stalagmiti dove scorre l'acqua che si ossigena e mineralizza prima di finire negli acquedotti a valle. E ... al fondo della valle principale, si trova Bellagio, il comune che fortemente vuole realizzare, su a S.Primo, oltre che l'assurda neve artificiale, opere altamente deleterie per ambiente, società e DEBITO PUBBLICO che tutti noi dovremo pagare!!
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