lunedì 1 agosto 2016

Pedemontana: a 9 anni dalla firma ora urge una “exit strategy”


“Il totononomine non cambia la mission impossible di colmare la voragine di Pedemontana, un’autostrada inutile, poco frequentata e con molte ombre, soprattutto sul futuro. Primo fra tutti lo scoglio dell’attraversamento insensato del territorio di Seveso, sul Bosco delle Querce. Ci pare che più che di Di Pietro, ci vorrebbe San Gennaro!” dichiara Barbara Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia.

Una situazione ben diversa da quella che Di Pietro, da Ministro dei Trasporti, ha accettato

“Il nuovo Presidente dovrà prendere atto che quella convenzione non è stata rispettata da Pedemontana – sottolinea Dario Balotta, responsabile trasporti di Legambiente Lombardia – Non sono state messe le risorse previste, sono stati firmati contratti che non dovevano essere firmati, assunto personale che non doveva essere assunto e la struttura vigilante il Concessioni Autostrade Lombarde (Stato e Regione Lombardia) non ha controllato su 9 anni di pessima gestione, di tentativi di privatizzazione falliti - che dimostrano che il mercato non si fida - e di costi schizzati alle stelle”.

Inoltre da tre anni le banche socie non investono soldi ma incassano interessi, che si mangiano tutto quel poco che incamera la Pedemontana. Un miliardo di risorse pubbliche già spese e da recuperare sul mercato e una quota di traffico sul troncone già aperto inferiore ad una strada di campagna, dovrebbero indurre Maroni ad altre scelte: completare i sogni del federalismo stradale dell’ex Governatore Roberto Formigoni può essergli fatale.
rispetto a quando, 9 anni fa, firmò la convenzione per la realizzazione dell’autostrada, il 1 Agosto 2007. Si tratta di un vero e proprio azzardato tuffo nel passato.

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