sabato 30 agosto 2014

Un ecomostro si aggira per le campagne del comasco e sta per aggredire anche la Brianza monzese

Bosco della Moronera
Legambiente lo definisce "Un ecomostro si aggira per le campagne del comasco e sta per aggredire anche la Brianza monzese". Si tratta del cantiere della Pedemontana, tratta B1 che collegherà la A9 con la SS35. Pedemontana spiega che si tratta di una tratta autostradale di soli 7,5 km, ma per gli ambientalisti del Cigno Verde «viene da chiedersi chi mai sarà disposto a pagare un pedaggio per percorrere un nastro d'asfalto che collega due arterie parallele che collegano entrambe Milano con Como». Appartiene poi ai misteri della fede il fatto che un collegamento di interesse squisitamente locale abbia potuto essere classificato 'opera prioritariamente connessa a EXPO 2015', evento con cui francamente non si coglie il nesso.


Al di là dei dubbi sull'utilità dell'opera Legambiente spiega perchè «la qualifica di ecomostro ci sta tutta, vedendo quali devastazioni si riescono ad inanellare in soli 7,5 chilometri in cui i cantieri hanno già raso al suolo il rigoglioso bosco d'alto fusto della Moronera, tagliato in due la valle fluviale del Parco del Lura, fatto terra bruciata del querceto del Battù, immerso nella piana agricola tra Lazzate e Bregnano. E tra gli impatti più problematici c'è proprio la trincea profonda in cui scorrerà l'autostrada, che inciderà l'altopiano argilloso delle Groane intercettando acque di pioggia e drenaggi urbani del basso comasco per deviarli nel Lura, un torrentello che finisce la sua corsa confluendo nell'Olona a ridosso della piastra di Expo dopo aver attraversato i centri di Saronno e Rho». Secondo l'associazione «la 'bomba d'acqua' che in caso di violente precipitazioni dovrà essere smaltita dal Lura corrisponde ad un volume impressionante, 30 mc al secondo, in pratica una portata superiore a quella del Naviglio Grande, che la trincea di Pedemontana riverserà nella valle del torrente: un nuovo problema idraulico destinato ad investire l'area milanese già alle prese con Seveso e Lambro, per il quale Legambiente nei mesi scorsi ha preventivamente allertato le autorità di protezione civile e i prefetti».


Poi ci sarebbe la grande incognita delle compensazioni, ma il condizionale è d'obbligo, perchè di fronte alla riconosciuta entità delle opere per la realizzazione dell'autostrada la società Pedemontana si era impegnata a realizzare altrettanto importanti opere compensative: «Mentre il cantiere è già lì da vedere, delle compensazioni per ora si sono perse le tracce, e sarà difficile ritrovarle nel dissesto finanziario che affligge la grande opera che complessivamente costa oltre cinque miliardi di euro. - concludono seccamente gli ambientalisti - tutti aspetti su cui Legambiente vorrebbe vederci chiaro: per questo l'associazione ha chiesto a CAL, l'autorità regionale in materia di concessioni autostradali, di vedere le carte, facendo quello che dovrebbe essere consentito a qualsiasi cittadino nei confronti di un ente pubblico: una istanza di accesso agli atti. Ma CAL, ente pubblico "sui generis" (è costituita pariteticamente da Regione Lombardia attraverso Infrastrutture Lombarde e da ANAS), con una missiva a firma dell'amministratore delegato Paolo Besozzi, ha risposto niet. Deducendo, dalle motivate richieste di prendere visione di documenti pubblici, che Legambiente avesse l'ardire di voler intraprendere 'un controllo generalizzato sull'operato dell'Amministrazione'».

Le promesse non mantenute...
"E se anche fosse? - replicano Damiano Di Simine, presidente lombardo di Legambiente - Un ente pubblico con le carte a posto dovrebbe ringraziare un'associazione di cittadini che consulta i propri atti, e non sbattere la porta in faccia ad una richiesta di trasparenza non solo legittima, ma anche tutelata come sacrosanto diritto di cittadinanza in tutti i Paesi dell'Unione Europea. Un atteggiamento di simile opacità è del tutto incomprensibile, anche e soprattutto alla luce dei clamorosi episodi giudiziari che hanno costellato negli ultimi mesi le cronache dei grandi cantieri della Lombardia di Expo».

Per questo oggi l'associazione ha preso carta e penna e ha inviato a CAL una diffida, rinnovando la richiesta di visione degli atti e informando anche le autorità vigilanti, ovvero il Ministero dell'Ambiente e l'unità operativa speciale 'Expo 2015' dell'autorità anti corruzione, circa l'opacità che avvolge grandi opere che sconvolgono il territorio lombardo e la vita di migliaia di cittadini e di imprese insediate lungo i tracciati. E se la società dovesse intestardirsi nel negare l'accesso alla documentazione, l'associazione ambientalista è pronta a rivolgersi all'Autorità Giudiziaria per far far valere il diritto dei propri iscritti e di tutti i cittadini di conoscere il progetto di questa inutile quanto devastante infrastuttura.

Fonte: Varese News

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