mercoledì 5 marzo 2014

Un flagello ambientale chiamato Pedemontana

Il Bosco della Moronera devastato dall'arrivo di Pedemontana
"Il nuovo Governo punta ancora sul debito pubblico per finanziare autostrade inutili? Ma allora cinque anni di crisi non sono serviti a nulla". E' allibita Legambiente per le esternazioni odierne del ministro Lupi, sceso nuovamente in campo in difesa della Pedemontana lombarda, opera da oltre 5 miliardi di euro che avrebbe dovuto essere finanziata da banche e grandi operatori privati di cui però finora non si è vista l'ombra, visto che le opere fin qui realizzate le hanno pagate tutte i contribuenti. Gli stessi ai quali, una volta che l'opera sarà entrata in servizio, si chiederà di pagare una seconda volta, attraverso il pedaggio.

"Se Pedemontana non ha incontrato il favore dei privati la colpa non è del cinico destino, ma del progetto: costa troppo in rapporto al bisogno di mobilità che dovrebbe giustificarla - dichiara Damiano Di Simine, presidente di Legambiente Lombardia - in altre parole, Pedemontana non è solo un drammatico flagello ambientale per un territorio già spolpato da infrastrutturazioni selvagge, ma è anche sostanzialmente inutile ed economicamente non performante: non si capisce perchè dovrebbe beneficiare di un bonus fiscale di oltre 400 milioni di euro, che potrebbero essere meglio spesi attraverso incentivi all'economia reale e alla competitività in settori chiave, a partire dal trasporto pubblico".

Per Legambiente un'ottima misura di politica economica è prendere le decisioni giuste prima che sia troppo tardi: nel caso di Pedemontana, la decisione giusta è semplice quanto impegnativa: terminare le opere per cui sono aperti i cantieri (la tratta Cassano Magnago - Lomazzo, oltre ai primi lotti delle tangenziali di Varese e Como), cancellare il resto del progetto e sviluppare soluzioni smart, leggere e intelligenti, per risolvere i nodi di congestione nell'area brianzola, puntando prioritariamente sul rafforzamento della mobilità collettiva.

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