sabato 11 ottobre 2025
Seregno e la “Definettiana”: una proposta ferroviaria rimasta nel cassetto
Tra le pieghe della storia urbanistica e ferroviaria della Brianza si trova un progetto che, pur non essendo mai stato realizzato, racconta molto sulle ambizioni infrastrutturali del territorio. Si tratta della cosiddetta “Definettiana”, una proposta di stazione doppia al bivio ferroviario di Seregno elaborata nel 2003 dagli architetti Sergio Brenna e Pedro Enriquez e presentata nella mostra Periferie e Nuove Urbanità alla Triennale di Milano.
L’idea prendeva ispirazione da uno schema di stazione doppia concepito nel 1937 da Giuseppe de Finetti per il bivio tra la Milano–Domodossola e la Milano–Torino. Brenna ed Enriquez lo reinterpretarono per l’incrocio tra la linea Milano–Chiasso e la cosiddetta Gronda ferroviaria Malpensa–Bergamo, cercando di risolvere l’attuale intersezione a raso, considerata poco compatibile con un eventuale potenziamento dei servizi.
Il progetto prevedeva di far sovrappassare (o, in alternativa, sottopassare) il ramo ovest della Gronda ferroviaria, accostandolo alla Milano–Chiasso da sud. La stazione doppia avrebbe potuto migliorare l’accessibilità interna al territorio, integrandosi con il tracciato della Pedegronda e con i collegamenti già previsti dai progetti comunali di Seregno e Cesano Maderno.
Oltre alla funzione ferroviaria, l’intervento mirava a creare una polarità per servizi intercomunali, valorizzando l’area di tutela ecologico-ambientale adiacente, senza comprometterla. In questo senso, la proposta di Brenna ed Enriquez rappresentava un modello di stazione integrata, pensata come nodo funzionale e spazio urbano insieme.
Il progetto non è mai stato realizzato e rimane una testimonianza interessante delle riflessioni urbanistiche e infrastrutturali della Brianza negli anni Duemila. La sua rilettura oggi offre un’occasione per conoscere meglio le scelte progettuali che hanno interessato il nodo ferroviario di Seregno e per apprezzare la continuità tra le idee storiche di De Finetti e le sperimentazioni contemporanee.
In questo senso, la “Definettiana” è un esempio di come le proposte urbanistiche possano arricchire la memoria e la narrazione del territorio, anche quando rimangono nel cassetto.
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